giovedì, marzo 12, 2009

Case passive e comportamenti attivi



Negli anni a seguire sentiremo sempre più parlare di efficienza energetica delle abitazioni. In funzione della sensibilità che gli Stati dimostreranno verso questo problema, ci si avvicinerà più o meno allo standard passivehouse europeo dei paesi continentali centro-settentrionali. Si tratta di case a elevato isolamento e autosufficienti: ponti termici tendenti a zero, ampie vetrate esposte a sud, spiovente del tetto calibrato sulla latitudine, doppi-tripli vetri e infissi a tenuta, ricambio d'aria con recupero di calore, pannelli fotovoltaici e solari con integrazione al riscaldamento a bassa temperatura, integrazione con pompe di calore, illuminazione a led, domotica, ...

Naturalmente, questo standard risulta fattibile sulle nuove costruzioni, per cui ci si potrebbe aspettare un fenomeno imitativo del mercato dell'auto da parte del settore cementi-costruzioni, che pure sta piccando, anche qui per la causa combinata "plateau di ricoprimento quasi raggiunto" e "picco del petrolio e del gas".

Chi ha una casa non vecchissima e non vuole abbatterla per ricostruirne una nuova può benissimo fare degli investimenti medio-piccoli su tecnologie che fanno la differenza.

Ad esempio, ecco come immagino una casa risparmiosa, senza necessariamente stravolgerne la struttura. La filosofia è quella di partire dall'alimentazione solare, quando c'è; quando non c'è, passare alle pompe di calore e altri sistemi basati sull'energa elettrica; quando non bastano, agganciarsi alle biomasse; solo come ultima scelta, agganciarsi a fonti fossili quali il gas.

Innanzitutto occorre avere un buon isolamento, cominciando dal sottotetto, poi con infissi-doppi vetri; se si riesce è buona cosa realizzare un cappotto sui muri esterni (io non ce l'ho fatta, sigh).

Poi, con pannelli fotovoltaici si punta a raggiungere l'autosufficienza elettrica, dimensionandoli in base all'assorbimento annuo (ad esempio, io consumo circa 1.500 kWh/anno, per cui un'area di circa 10-12 m2 esposti a sud è sufficiente).
Con i pannelli termici si ottiene l'acqua sanitaria e l'integrazione al riscaldamento; quando il sole non c'è (mattino presto, sera, meteo), una pompa di calore può intervenire a supporto. Se non si dispone di riscaldamento radiante a bassa temperatura (ad esempio quello a pavimento), è possibile continuare a utilizzare i "vecchi" termosifoni, facendo circolare acqua fino a un max di 45-50 °C (supponendo di integrare con tecnologie a condensazione); per i giorni più freddi dell'anno si può fare l'ultima integrazione con una stufa a legna [per questo aspetto del riscaldamento avevo chiesto un parere a Luca Mercalli e a Maurizio Tron, che ringrazio per le dritte]

Aggiungo alcune ultime considerazioni "risparmiose", che sfociano più nel settore dell'autosufficienza e della brico-ottimizzazione.

Per cucinare, quando il cielo è limpido, si possono utilizzare cucine e forni solari; quando il sole non è disponibile si può passare a stufe-forni a legna, opportunamente "piazzati" nella zona più frequentata dell'abitazione, in modo da sfruttare il calore sia per cucinare-cuocere che per riscaldare. Il forno elettrico, che "preleva" dal fotovoltaico, può essere usato preferibilmente nella stagione calda, in modo da mixare opportunamente con la biomassa, evitando di riscaldare eccessivamente gli ambienti, ma anche di "stressare" troppo un reservoir vitale a ciclo più inefficiente (fotosintesi).
Il frigorifero: sarebbe buona cosa piazzarlo a nord, "interfacciandolo" con l'edificio, in modo che lo scambiatore lavori con l'esterno.
Lavatrice e lavastoviglie: se possibile, inserirle nel circuito dell'acqua calda sanitaria citato sopra.
Infine: può essere buona cosa avere uno stock dell'acqua piovana a qualche decina di metri quadrati da adibire ad orto.


PS Si tratta di una miscellanea di idee, non necessariamente esaustive, e nemmeno fattibili contemporaneamente per tutti (ad esempio io non posso fare il cappotto, modificare il frigo, costruire il forno per il pane...). Se chi legge vuole integrare in brainstorming, ringraziamo in anticipo.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Il problema delle ristrutturazioni edilizie al fine del risparmio energetico è il costo elevato.
La detrazione del 55% della spesa in 5 anni, dipende dal reddito che si ha, in questo periodo dove molti sono in cassa integrazione o peggio disoccupati, puoi detrarre poco o nulla.
Sarebbe stato meglio una normativa con detrazione in conto capitale, come appunto gli incentivi per l'acquisto delle auto, dove lo sconto lo si ottiene subito.
Ricordo che per i nuovi edifici il Permesso di Costruire sarà rilasciato se saranno previste strutture dell’immobile finalizzate al risparmio idrico e al reimpiego delle acque meteoriche (Legge Finanziaria 2008).
Il sistema CasaClima della Provincia di Bolzano ha funzionato perché hanno fatto molta informazione ai cittadini, il mercato stesso oggi chiede case in "classe A" cioè che consuma poca energia e valgono anche molto di più.
Pertanto l'investimento effettuato:
- ha rivalutato l'immobile
- ha aumentato il comfort ambientale interno
- ha diminuito le spese per l'energia
- ha una valenza sociale perché ha ridotto le emissioni di CO2 e inquinanti.
Già, ma quelli sono praticamente tedeschi...

Sono necessarie leggi e norme chiare, sanzioni perché altrimenti non vengono applicate e molta informazione.

Anonimo ha detto...

Nel ringraziarti per i ringraziamenti - scusa il bisticcio di parole -, ricordo a chi possiede un impianto FV la possibilità di cucinare con piastre a induzione. L'idea m'era venuta grazie all'ottimo Ugo Bardi, e da quando ce l'ho - agosto 2008 - posso solo lamentarmi del non averla acquistata prima

Maurizio T.

Frank Galvagno ha detto...

Ti ringrazio del ringraziamento per i ringr ... aarghh è un loop :-)

Scherzi a parte thanks per l'estensione, che rientrerebbe negli "altri sistemi basati sull'energa elettrica"; non li ho citati specificatamente perchè non li conosco benissimo, tuttavia dovrebbero essere la naturale evoluzione delle piastre elettriche.

Il futuro è elettrico, anche per il riscaldamento a bassa temperatura.
Un'azienda austriaca sta proponendo un riscaldamento a battiscopa molto performante, che dovrebbe surclassare i più complicati a pavimento, anche in termini di confort. All'interno c'è un sistema ibrido ad acqua (per accoppiare con solare termico e/o pompe di calore) e a resistenza elettrica, per integrare a eff. Joule a bassa temperatura.

naturaema ha detto...

Buongiorno a tutti. Porto la mia esperienza ad esempio. Anch'io sono impossibilitato a fare il cappotto esterno, quindi l'ho fatto nei limiti interno. La resa non è la stessa, ovviamente, ma la funzionalità è indubbia e il costo, soprattutto se si fa da soli, è contenuto. Il riscaldamento è passato gradualmente, dal classico a gas, all'integrazione con stufa a pellets all'esclusione totale del gas con aggiunta di stufa a legna con forno per cucinare. Invece di isolare il tetto, ho isolato il pavimento del sottotetto, più semplice e economico. Rimangono ovviamente dei ponti termici non indifferenti, ma piuttosto che niente. Con mia sorpresa, l'ottimizzazione del riscaldamento l'ho ottenuta forzando la circolazione dell'aria tra le stanze con una semplice ventola da 15w posta in alto sul divisorio tra due stanze. Per capirci, la temperatura è costante (fioriscono le orchidee) e in tutto l'anno, complice l'inverno relativamente rigido, abbiamo speso poco più di 300 euro tra legna e pellets. 50 Euro di gas per cucinare e lavarsi. Quest'anno è stata collocata una serra sul terrazzo che ha dato ottimi risultati.
Spero di essere stato d'aiuto,
Emanuele Carissimi.

Anonimo ha detto...

Avendo una casa non molto recente ho
dovuto fare di necessità virtù. Le tipologie di risparmio elencate le ho
già applicate e devo dire che si sono
dimostrate tutte valide. Quindi sono
più che ottimi consigli. Posso aggiungere che da quando ho cominciato a leggere i vari contatori e tenere una statistica sono riuscito a tenere sotto controllo i consumi.

Gianni Comoretto ha detto...

Aggiungerei quello che e' un mio recente pallino tecnologico, un sistema di ricircolo aria a scambiatore. Eviti di dover spalancare le finestre per cambiare l'aria, con ovvi vantaggi in termini di salubrita' (dovresti farlo in teoria alcune volte al giorno) e risparmio energetico
Un oggetto in grado di scambiare l'aria in un paio di stanze costa sui 300 euro.

Anonimo ha detto...

Solo per rinforzre alcuni risulati:

1) Stufa legna alta resa, riscaldamento da 700 Euro a 150 Euro (legna14 q.li). Ritorno dell'investimento 5 anni
2) Cappotto esterno. da 14 a 11 q.li. Ritorno investimento circa 100 anni (26 con gas ed aumento 3 %)
3) Pannello FV 4.2 kW, ritorno investimento 8 anni.

Quello che mi ha dato maggiore soddisfazione e' la stufa a legna; oltre al risparmio, il calore e le attivita' indotte: taglio legna, stoccaggio raccolta periodica, accensione fuoco.

La casa e' di circa 150-170 mq tipo villetta a schiera d'angolo.

Saluti

Andrea

Frank Galvagno ha detto...

Stavo pensando anch'io a un discorso di alimentazione a legna.

L'idea sarebbe quella di avere una stufa nella stanza più frequentata dell'abitazione, che scaldi in parte l'ambiente per convezione (diciamo un 30%), e che devolva il restante 70% a un serbatoio termico in cui convogliamo le altre integrazioni rinnovabili (solare, ed eventuali pompe di calore, sia geotermiche che non). Ovviamente, il tutto a bassa temperatura, in modo da minimizzare il consumo di legna. S trasformiamo l'attuale fabbisogno domestco di gas in energia equivalente da legna, non so quante settimane durano i nostri boschi. C'è poi il discorso del riscaldamento elettrico a bassa T, non stupido se è supportato da un grid rinnovabile

Corrado ha detto...

Molto interessante, ma rigorosamente riservato a chi abita in una casa unifamiliare. Onestamente, il problema dell'ottimizzzione energetica sul "già costruito", in una civiltà urbanissima quale la nostra, riguarda prima di tutto i grandi condomini di città.
Mi piacerebbe che una equipe di esperti e/o meglio qualche azienda in gamba cominciasse a disegnare soluzioni credibili per migliorare l'efficienza dei grandi palazzi più o meno vecchiotti.
Distruggerli e ricostruirli sarebbe magari una bella idea, ma del tutto teorica con la propreità frazionata italiana. E allora, che si fa?

Frank Galvagno ha detto...

Corrado, centratissimo. Quello è IL problema. Se anche tutti quelli che abitano in unifamiliare facessero questo dipo di scelte, non so dire quale percentuale risulterebbe coperta in Italia. Peggio ancora nelle megalopoli, piene di supercostruzioni e grattacieli con rapporto volume/superficie molto sfavorevole. L'unica soluzione sembrerebbe quella di integrare con suoli circostanti

Anonimo ha detto...

Sappiamo quanto è difficile risparmiare energia considerando i costi degli interventi.
Ma se le cubature delle case potranno essere aumentate come minimo del 20% ci
vorrà più energia per riscaldarle. Si sta discutendo di energia ma il vero
pericolo che corriamo è che aumentino le utenze ed il territorio sempre più
urbanizzato cancelli la biodiversità. Se continueremo a basare la nostra economia
sul consumo di suolo risparmiare sarà l'ultimo dei nostri problemi. Non vi sembra
che è giunta l'ora di fermarsi ?.