tag:blogger.com,1999:blog-33646836.post4210501943330995195..comments2023-09-22T12:10:47.897+02:00Comments on Risorse, Economia e Ambiente: Petrolio: Picco dei prezzi o delle quantità?Ugo Bardihttp://www.blogger.com/profile/18231859786466899924noreply@blogger.comBlogger8125tag:blogger.com,1999:blog-33646836.post-47306832903212152592008-07-10T17:20:00.000+02:002008-07-10T17:20:00.000+02:00Una nota riguardo ai fattori finanziari: vero che ...Una nota riguardo ai fattori finanziari: vero che il dollaro è debole, così che la quotazione viene amplificata, ma di eccessi di liquidita' non ce ne sono; anzi, si può al contrario dire che siamo in crisi di liquidità, come dimostrano tra l'altro i tassi a breve termine più alti di quelli a lungo.<BR/><BR/>Ma il punto è un altro. Sicuramente la congiuntura finanziaria sta amplificando l'effetto picco della risorsa, ma la contrapposizione che riportava il post io l'ho letta in ciò che riguarda l'andamento futuro.<BR/><BR/>Ovvero: il modello economico classico è applicabile alla situazione? Se sì, indipendentemente da valutazioni fisiche, succederà che questo aumento di costi generarà investimenti, da cui una maggiore disponibilità e quindi una flessione dei prezzi. Il principio del modello economico è che l'evoluzione tecnologica può sempre sopperire - se non in produzione, nell'efficienza d'uso - così che a fronte di maggiori investimenti c'è sempre aumento dell'offerta.<BR/><BR/>Ora, io sinceramente ritengo che in questo ambito il modello sia profondamente inapplicabile, perchè entrambe le strade sono sbarrate dalla fisica: la conservazione della materia sul fronte della produzione, e il teorema di carnot sul fronte dell'utilizzo. Come quindi in tutte le attività, più ci si avvicina ai limiti fisici più diventa dispendioso ogni ulteriore avvicinamento.<BR/><BR/>O meglio: il modello economico classico può restare valido, ma bisogna vederlo in grande e sul lungo periodo. Inevitabilmente questo aumento di costi spingerà sviluppo sul fronte dell'efficienza e della produzione, ma non tanto sul lato delle energie fossili quanto sulle fonti e applicazioni alternative.<BR/><BR/>Tutto tranquillo? No di certo, perchè la storia ci mostra come cambiamenti repentini e radicali nella catena produzione/consumo portino effetti sociali anche devastanti. Peggio ancora poi quando i cambiamenti sono forzati da mancanza di risorse: sono i casi in cui le civiltà si disgregano.<BR/><BR/>Una azione proattiva è quindi quantomai doverosa, ma finchè si ragionerà con l'attuale approccio di trascurare le esternalità, specialmente quelle a lungo periodo, non si produrrà nulla di concreto.Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/07252935298829097519noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-33646836.post-21921148496479338352008-07-10T15:14:00.001+02:002008-07-10T15:14:00.001+02:00"Io sono libero in proporzione a ciò a cui riesco ..."Io sono libero in proporzione a ciò a cui riesco a rinunciare."Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-33646836.post-6470728880503454512008-07-10T15:14:00.000+02:002008-07-10T15:14:00.000+02:00"Io sono libero in proporzione a ciò a cui riesco ..."Io sono libero in proporzione a ciò a cui riesco a rinunciare."Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-33646836.post-19687582521824495322008-07-10T14:09:00.000+02:002008-07-10T14:09:00.000+02:00L'ultimo commento è confermato dal fatto che un in...L'ultimo commento è confermato dal fatto che un incidente grave alla centrale di Tricastin (Francia) in mezzo alla lavanda in piena Provenza (360kg di uranio finito in un fiume, cosa vuoi che sia), avvenuto l'8 luglio sia stato completamente e volutamente ignorato dall'informazione. <BR/>Il Giornale e TGCOM in stile sovietico. Corriere subito nascosta. Ansa 15 ore dopo. Reuter il giorno dopo. Stampa... notizia data e poi nascosta. La Repubblica non pervenuta. telegiornali... non pervenuti.<BR/>Un'altra interessante notizia è che il Termovalorizzatore di Aiano non va bene in quel sito. Perchè non c'è abbastanza arietta per disperdere le emissioni...<BR/>Ma non usciva ZERO? <BR/>Ci pisciano in testa e ci dicono che piove.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-33646836.post-62866395968511537062008-07-10T13:36:00.000+02:002008-07-10T13:36:00.000+02:00Concordo con l'analisi fatta. E' evidente comunqu...Concordo con l'analisi fatta. E' evidente comunque che il petrolio sia una risorsa finita e che probabilmente siamo vicini al suo picco. Mi sembra anche che le potenze mondiali abbiano imboccato la strada nella definizione del suo immediato sostituto: l'energia atomica. Quindi nel prossimo futuro assisteremo probabilmente a un moltiplicarsi di centrali atomiche così dopo l'effetto serra avremo anche le scorie a cui pensare. Il filo conduttore è comunque quello che la crescita, questo tipo di società e di sviluppo non sono in discussione quali che siano poi le conseguenze a cui andremo a parare e che statisticamente sono state espresse nei "Limiti dello sviluppo". Quanto a Berlusconi o ai suoi predecessori non mi sembra che ci discostiamo molto, l'un dall'altro, per quanto riguarda la politica energetica.<BR/>ValdoAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-33646836.post-84225043394327621082008-07-10T12:47:00.000+02:002008-07-10T12:47:00.000+02:00non capisco perche' poni le due visioni come mutua...non capisco perche' poni le due visioni come mutuamente esclusive. e' ormai molto probabile che ci troviamo di fornte a un picco delle quantita', tuttavia non trascurerei alcuni fenomeni finanziari:<BR/><BR/>1. la fuga verso strumenti finanziari liquidi e a basso rischio innescata dalla crisi dei subprime<BR/>2. il probabile eccesso di liquidita' sui mercati dovuto a una possibile politica inflazionistica degli usa negli ultimi due anni (difficile da provare visto che la fed non pubblica piu' le statistiche sull'M3 dal 2006)<BR/>3. la possibilita' di un taglio dell'offerta a breve che potrebbe causare una (ulteriore) destabilizzazione del medio oriente<BR/>4. il tentativo dei paesi produttori di prevenire una probabile svalutazione del dollaro<BR/><BR/>questi e altri fattori potrebbero far si che la crescita delle quotazioni attuale sia il risultato della composizione di cause finanziarie e strutturali. probabilmente - come in tutti i fenomeni del mondo reale - ci troviamo di fronte a una serie di cause che determina un unico effetto e individuare il peso di ogni componente non e' impresa semplice.Unknownhttps://www.blogger.com/profile/08852644075506479843noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-33646836.post-80702446770579015742008-07-10T11:16:00.000+02:002008-07-10T11:16:00.000+02:00Concordo con l'ipotesi del picco della produzione ...Concordo con l'ipotesi del picco della produzione (già raggiunto oppure imminente), ma chi è in grado di farlo capire al nostro attuale capo del governo, ora così strenuamente impegnato a smarcarsi dai suoi processi e a buttare fuori dal Parlamento tutti i suoi avversari?<BR/>Se il governo italiano introducesse leggi per limitare i consumi, il gettito fiscale dei carburanti diminuirebbe e quindi si dovrebbero aumentare altre imposte (IRPEF,IRAP,...?), cosa che Berlusconi non vuole assolutamente fare. Se la domanda di petrolio resterà stabilmente al di sopra dell'offerta, il prezzo continuerà a salire e i consumi dovranno obbligatoriamente diminuire fino a bilanciare l'offerta di greggio; quindi il gettito fiscale dei carburanti diminuirà comunque, ma in questo caso l'effetto sarà una diminuzione effettiva della mobilità e del benessere del popolo italiano. Dovremmo adottare il piano svedese (uscita dall'economia del petrolio entro il 2025), non continuare a sperare nell'amicizia o nel controllo politico/militare dei paesi esportatori.<BR/>Purtroppo la mancanza di informazione sui mass media non ci aiuta. La saggezza popolare invece si: "Chi troppo vuole nulla stringe". Ricordiamocelo ogni tanto, perchè la natura prima o poi ci presenterà il conto.<BR/>Carlo.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-33646836.post-11905982757312221012008-07-10T10:36:00.000+02:002008-07-10T10:36:00.000+02:00Vorrei aggiungere che in alcuni paesi il problema ...Vorrei aggiungere che in alcuni paesi il problema della transizione verso nuovi modelli di vita e di consumo non è più un esercizio teorico. È evidente quindi che sono tanti a sposare l'idea che il picco sia relativo al petrolio e non una semplice bizzarria di mercato.<BR/><BR/>Ci sono movimenti, come quello delle Transition Towns nato in Inghilterra che si stanno rapidamente espandendo e che producono cambiamenti reali nell'organizzazione delle città, spesso fortemente supportati dagli amministratori e dai policiti locali.<BR/><BR/>La cosa più sconcertante è che l'ipotesi del picco sembra non trovare il minimo spazio nei media italiani, mentre in altri paesi è un ipotesi comunque presa in cosiderazione e discussa.Anonymousnoreply@blogger.com