tag:blogger.com,1999:blog-33646836.post7456244091077898917..comments2023-09-22T12:10:47.897+02:00Comments on Risorse, Economia e Ambiente: Impressioni dalla RussiaUgo Bardihttp://www.blogger.com/profile/18231859786466899924noreply@blogger.comBlogger12125tag:blogger.com,1999:blog-33646836.post-31916202987459729162008-08-05T20:54:00.000+02:002008-08-05T20:54:00.000+02:00vedo che gli storioni hanno suscitato interesse. I...vedo che gli storioni hanno suscitato interesse. I dati sono in pubblicazione su "The Oil Drum". Dovrebbe essere già uscito oggiUgo Bardihttps://www.blogger.com/profile/18231859786466899924noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-33646836.post-45754799601244507102008-08-05T17:54:00.000+02:002008-08-05T17:54:00.000+02:00Gentile Saraceno, credo che sia necessario guardar...Gentile Saraceno, credo che sia necessario guardare alla questione con grande pragmatismo. Il cap & trade funziona normalmente bene quando il numero di soggetti coinvolti è relativamente basso (= bassi costi di transazione). Questo è uno dei motivi per cui sono abbastanza scettico sulla riuscita del meccanismo europeo di scambio delle quote di CO2: l'obiettivo di riduzione, in quel caso, potrebbe probabilmnete essere raggiunto in modo più efficiente con una carbon tax. Nel caso del pescato, però, mi pare che l'evidenza supporti questo tipo di meccanismi, il cui obiettivo è quello di "mimare" la proprietà privata (come dice Bardi) laddove è difficile definirla. E' ovvio che uno degli effetti collaterale è quello di aumentare i costi di entrata e dunque, ceteris paribus, ridurre il livello di competizione: ma questo è uno dei difficili trade off a cui costringe la politica, e occorre - con pragmatismo, appunto - tentare di scioglierlo. Stando all'esempio degli storioni, di cui so pressoché nulla, ma fidandomi dei dati di Bardi, mi pare ci siano pochi discorsi: la risorsa si sta esaurendo a causa dell'over production, che dunque va limitata. Lo si può fare in tre modi: vietando la pesca (che è il modo più inefficiente perché rende economica la pesca di frodo!), fissando dei tetti alla raccolta individuale o definendo dei permessi "statici" (come per la raccolta dei funghi), oppure fissando dei tetti e poi consentendo un mercato secondario dei permessi di pesca. In questo caso, mi pare che quest'ultima sia la soluzione più desiderabile.Carlo Stagnarohttps://www.blogger.com/profile/06167719537683019882noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-33646836.post-57812831219748238292008-08-03T17:42:00.000+02:002008-08-03T17:42:00.000+02:00Caro Stagnaro,Perdoni se avevo frainteso il suo co...Caro Stagnaro,<BR/>Perdoni se avevo frainteso il suo commento. Non si parlava del livello di capitalismo della Russia ma del meccanismo di regolazione dei commons mediante la proprietà privata.<BR/>Effettivamente i meccanismi di cap & trade sono quanto di più avanzato il mercato possa fare per regolare l'accesso ad un common. Mi lasci evidenziare un punto critico della questione, faccio riferimento per chiarezza al cap & trade del sistema di emission trading della UE, il cosiddetto mercato delle quote di CO2.<BR/>Ebbene qui c'è un common (l'atmosfera) ed una serie di operatori che devono rispettare un cap (le quote di co2) facendone eventualmente commercio. All'inizio dei tempi il ministero assegnò le quote agli operatori esistenti lasciando una certa quantità di quote non assegnate per i nuovi entranti. Essendo i consumi energetici in crescita negli anni successivi le quote non assegnate si azzerarono, di questo si lamentarono anche alcuni operatori nuovi entranti come Sorgenia che si trovò a dover inaugurare le sue nuove centrali elettriche senza avere le quote.<BR/>Non pensa che il sistema cap & trade possa configurare una situazione di barriera all'entrata e limitare la concorrenza? Questo vale anche per la pesca; una volta assegnate le licenze e le quote ai pescatori esistenti come è possibile ammettere un nuovo entrante senza ridurre le quote agli operatori già esistenti? Gli stessi operatori licenziatari delle quote non potranno mai accrescere il proprio business anzi rischiano di vedersele ridotte in nome della concorrenza.<BR/>Insomma non le pare che gli assunti fondamentali del fare impresa, la crescita del profitto, la libera concorrenza.. rischino di essere scardinati completamente dalla necessità di gestire i commons in modo privatistico?<BR/>E del rischio che i vari operatori licenziatari di un common, non potendo aumentare le quote (del pescato, della co2 del petrolio etc.) facciano cartello per aumentare i prezzi?<BR/><BR/>Saluti<BR/>Eugenio SaracenoEugenio Saracenohttps://www.blogger.com/profile/17292658153274394240noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-33646836.post-70936681528412194262008-08-03T12:53:00.000+02:002008-08-03T12:53:00.000+02:00Infatti, la questione teorica del problema di otti...Infatti, la questione teorica del problema di ottimizzare una "fishery" è abbastanza chiara - gli economisti ci hanno fatto modelli sopra a partire dagli anni '50. Si tratta di risorse che sono quasi impossibili da privatizzare, per cui l'unico modo di evitarne la distruzione è mettere delle quote. In certi casi, le si possono arrangiare in modo che somiglino un po' alla proprietà privata, anche se non è la stessa cosa. <BR/><BR/>Comunque, ove possibile, io sono assolutamente favorevole alla privatizzazione. E' il modo più semplice e più efficace per evitare il fenomeno di overshoot, tipico delle risorse "free for all". Sappiamo tutti che Geordie fu impiccato con una corda d'oro perché rubo' sei cervi dal parco del re, vendendoli per denaro. La risorsa cervi era privatizzata - era proprietà del re - non era "free for all", come credeva il povero Geordie. Era bene che fosse così, altrimenti in poco tempo non sarebbero rimasti più cervi nel parco. L'altra possibilità era di mettere delle quote alla caccia dei cervi, come facciamo noi. Ma io credo che, alla fine dei conti, impiccare i bracconieri sia una buona soluzione. <BR/><BR/><BR/>ah.... appunto questa - la privatizzazione - è la differenza fra le galline e gli storioni :-)Ugo Bardihttps://www.blogger.com/profile/18231859786466899924noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-33646836.post-51953367200179307542008-08-03T12:34:00.000+02:002008-08-03T12:34:00.000+02:00Bardi - il tema è molto interessante, ma mi pare c...Bardi - il tema è molto interessante, ma mi pare che le differenze tra i due casi siano molto diverse. Del resto, per stare nel regno animale, perché lo storione si esaurisce e le galline no, sebbene pure loro siano soggette a una domanda crescente? La risposta mi pare non possa essere in altro che nel contesto istituzionale, cioè nella proprietà privata. Certo, definire diritti di proprietà sui pesci è più complicato che sul pollame, ma questo è un problema pratico, non smentisce la questione teorica.<BR/><BR/>Saraceno - il problema specifico non è il "livello di sviluppo capitalistico" dei paesi, ma il tipo di regolazione specifico. Ci sono esperienze molto interessanti - a partire dalla Nuova Zelanda, ma anche in Norvegia coi salmoni - di privatizzazione del pesce, attraverso permessi di pesca e l'introduzione di schemi "cap & trade", che hanno dato risultati molto interessanti. Ne ha scritto molto, tra gli altri, Michael De Alessi.<BR/><BR/>Ariafritta - a prescindere da tutto, è ovvio che sul mercato ci sono dei meccanismi di sanzione che in politica ovviamente non possono esistere. Una impresa mal gestita, chiude...Carlo Stagnarohttps://www.blogger.com/profile/06167719537683019882noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-33646836.post-33190829265867356312008-08-01T17:02:00.000+02:002008-08-01T17:02:00.000+02:00"il meccanismo di selezione democratico di fatto p..."il meccanismo di selezione democratico di fatto premia chi sa essere più bugiardo, paraculo, truffatore, nepotista, e prosegua pure lei con gli aggettivi."<BR/><BR/>Toh! E' la stessa opinione che io ho, in merito al meccanismo di selezione economico del capitalismo... <BR/>Mi sembra che bugiardi, paraculi, truffatori e nepotisti prosperino in ambito aziendale. O è solo una mia impressione?Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-33646836.post-16304968164648642832008-08-01T15:07:00.000+02:002008-08-01T15:07:00.000+02:00Caro Stagnaro,Non so se il problema dei commons si...Caro Stagnaro,<BR/>Non so se il problema dei commons sia resolubile in via di principio con la privatizzazione nell'ambito di un capitalismo ben funzionante; tuttavia le segnalo che i banchi di merluzzi di Terranova si sono esauriti per la pesca eccessiva nonostante ricadessero nelle ZEE di due paesi dal capitalismo molto avanzato, USA e Canada.<BR/>Nello specifico quando le attività di pesca entrarono in crisi la reazione di quei governi fu la concessione di incentivi che furono investiti in mezzi di pesca più potenti che finirono per aggravare il problema. Alla fine la soluzione fu il blocco per legge, esattamente come per lo storione del Caspio, nonostante la Russia non sia un esempio di capitalismo ben funzionante.<BR/><BR/>saluti<BR/>Eugenio SaracenoEugenio Saracenohttps://www.blogger.com/profile/17292658153274394240noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-33646836.post-28339446107806710932008-08-01T12:20:00.000+02:002008-08-01T12:20:00.000+02:00Caro Stagnaro, ci sono delle impressionanti somigl...Caro Stagnaro, ci sono delle impressionanti somiglianza fra il petrolio e la pesca. La curva della caccia alla balena del secolo XIX rimane uno degli esempi migliori che abbiamo oggi di un ciclo di Hubbert. Ci ho scritto sopra un intero articolo. La pesca dello storione del caspio segue la stessa legge. Mi propongo un giorno o l'altro di analizzarla in dettaglio. E, infatti, ci va di mezzo il discorso del free access, della privatizzazione, eccetera. Attenzione! E' giusto dire che i pozzi sono privatizzati, ma l'esplorazione è libera. Per cui, il petrolio è un caso anche quello di risorsa "free access". Argomento interessantissimo. Ne riparliamo a Vedro'.Ugo Bardihttps://www.blogger.com/profile/18231859786466899924noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-33646836.post-3385563548888928152008-08-01T10:47:00.000+02:002008-08-01T10:47:00.000+02:00Impressionante la situazione climatica moscovita c...Impressionante la situazione climatica moscovita come anche la velocità con la quale i Russi si sono adattati al clichè consumistico occidentale.<BR/>Poi, che i peggiori(e disonesti) riescano sempre a governare i migliori(e onesti) non mi meraviglia più di tanto; la natura dell'individuo buono tende sempre ad avere la peggio con quella dello scaltro e cattivo...<BR/><BR/>Paolo B.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-33646836.post-59260045882003462232008-08-01T09:21:00.000+02:002008-08-01T09:21:00.000+02:00Caro Bardi, buona permanenza in quella città strao...Caro Bardi, buona permanenza in quella città straordinaria che è Mosca. Apprezzo la sua nota sull'irrilevanza di un dato puntuale rispetto a un trend climatico secolare, whatever it is. Volevo solo commentare due sue affermazioni:<BR/><BR/>(a) sullo storione, non conosco i numeri ma prendo per buona la sua ricostruzione. Però qui è il tipico campo dove si vedono le differenze tra un capitalismo ben funzionante e un sistema privo di diritti di proprietà. La pesca allo storione pone il classico problema dei commons, dove essendovi libertà di accesso per tutti l'incentivo di ciascuno è di prenderne il più possibile, senza alcun riguardo a quel che accadrà nel lungo termine. La proprietà privata è appunto (uno dei, e il più efficiente) strumento di regolazione dell'accesso, poiché nelle valutazioni degli agenti introduce il lungo termine: sono disincentivato al sovraconsumo per mantenere il cash flow futuro. Può essere complesso definire proprietà privata sui pesci, e può essere necessario arrivarci per vie laterali, ma dal punto di vista teorico il problema è piuttosto chiaro (e non assimilabile al petrolio: che si tratti di proprietà dei pozzi o contratti di gestione, sul greggio i diritti sono allocati piuttosto chiaramente, e l'accesso è limitato).<BR/><BR/>(b) Sull'ultimo punto, sono sistematicamente i peggiori a governare i migliori (e non viceversa) perché il meccanismo di selezione democratico di fatto premia chi sa essere più bugiardo, paraculo, truffatore, nepotista, e prosegua pure lei con gli aggettivi. Questo significa che esistono sistemi alternativi e comparativamente migliori alla democrazia? Non lo so, forse no, al di là dei meccanismi di "confinamento" del potere democratico (il più semplice dei quali sono le costituzioni). Però così è.Carlo Stagnarohttps://www.blogger.com/profile/06167719537683019882noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-33646836.post-91770557381238974722008-08-01T08:34:00.000+02:002008-08-01T08:34:00.000+02:00Sembrano piuttosto preoccupati in Russia per l'inn...Sembrano piuttosto preoccupati in Russia per l'innalzamento delle temperature, le prospettive sono pessime: <BR/><BR/>(ANSA) - MOSCA - E' allarme in Russia per le conseguenze che potrebbe avere su gran parte del paese il riscaldamento globale in atto: il viceministro della protezione civile Ruslan Tsalikov ha presentato oggi una relazione al Consiglio della federazione (il senato russo) che suona catastrofica. Il problema e' all'esame di tutte le principali istituzioni scientifiche russe: che si tratti di un fenomeno dovuto alle attivita' umane, o una conseguenza di cambiamenti planetari, o sia legato a entrambi, il surriscaldamento mettera' nei guai il 65% dei territori del paese, caratterizzati dal permafrost (uno strato di ghiaccio perenne che si trova nel sottosuolo) . Sono coinvolte anche grandi citta' come Norilsk, Dudinka, Yakutsk, Vorkuta, Tiksi, nel nord del paese o in Siberia. Il pericolo e' che un eventuale scioglimento dei ghiacci sotterranei destabilizzi le costruzioni, provocando crolli a catena. ''Se la temperatura aumentera' di due-quattro gradi, il cambiamento sara' irreversibile. Tra 20-25 anni - ha detto il viceministro - la criozona si spostera' dai 30 agli 80 chilometri, e nel 2050 si arrivera' a 150- 200 chilometri''. Molte citta' russe sono costruite sul permafrost, in alcune zone molto profondo. Ma a Norilsk e Dudinka, le fondamenta delle case affondano direttamente nello strato di ghiaccio. ''A Iakutsk, in Siberia centrorientale, gia' nel 2030 la situazione dei crolli potrebbe essere catastrofica. Piu' del 25% delle abitazioni standard costruite fra gli anni '50 e gli anni '70 potranno essere distrutte''. E questo si verifichera' anche in altre citta'. Altro grande problema sono i gasdotti e gli oleodotti, che potrebbero venire danneggiati dallo scioglimento dei ghiacci. ''Gia' adesso registriamo 35.000 incidenti annui, di cui il 21% collegato alla perdita di stabilita' delle fondamenta e alla deformazione dei sostegni''. Piu' sinistra ancora e' la situazione nell'isola di Novaia Ziemlia, a ridosso della calotta polare, dove ci sono grandi depositi di scorie radioattive che potrebbero finire in mare. Poi ci sono le 'bombe a orologeria' innescate dal petrolio solidificato e dai metalli pesanti, sacche riversatesi in terra durante le esplorazioni dei pozzi, che la temperatura mite potrebbe far sciogliere con conseguenze drammatiche per l'ambiente. Stesso problema per il metano: i ghiacci imprigionano i due terzi delle riserve, e un improvviso rilascio avrebbe pesabnti ripercussioni per l'atmosfera. Non solo il permafrost, ma le lastre di ghiaccio artico mettono a rischio la Russia: oltre alla scomparsa di specie come gli orsi bianchi e le foche, rischia di venire eliminata la cultura nenets, le popolazioni eschimesi che vivono tutt'ora in quelle zone come vivevano nei secoli scorsi, con la pesca e la caccia. ''Nel settembre 1979 il ghiaccio artico occupava 7,2 milioni di chilometri quadrati, nel settembre 2007 era a 4,3 milioni. Dal 2000 al 2005 c'e' stata una diminuzione del 20%, e solo dal 2005 al 2007 di un ulteriore 23%'', ha detto Tsalikov. Uniche consolazioni, la grande strada del nord, il percorso acqueo che consentiva per 20 giorni l'anno il rifornimento degli avamposti piu' sperduti, sara' nel 2050 aperta per 100 giorni l'anno; e lo sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi polari sara' molto piu' facile.<BR/><BR/>http://www.ansa.it/ambiente/notizie/fdg/<BR/>200807231550319892/200807231550319892.html<BR/><BR/>p.s.: felice di rileggerla, professore.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-33646836.post-52743505040298155082008-07-31T20:47:00.000+02:002008-07-31T20:47:00.000+02:00Grazie Ugo per queste tue immagini.Che a Mosca fac...Grazie Ugo per queste tue immagini.<BR/><BR/>Che a Mosca faccia caldo me lo ha confermato una stagista russa che è stata da noi. Non è un effetto di 1-2 settimane, ma di tutto il periodo estivo. Il cambiamento climatico sembra prediligere in modo massivo le latitudini pre-artiche e continentali (groenlandia, nord Russia, himalaya, sud delle Ande). Anche se non disponiamo di un reticolo tridimensionale di termometri che ci dicano punto per punto la temperatura, i ghiacci sono dei formidabili "integratori naturali" (come dice un prof di matematica)<BR/><BR/>Per quale ragione accade che la brave persone siano sempre governate dalle peggiori ? Mah, sarà una specie di selezione naturale, in cui i pochi più cattivi (impositore) sono la parte simmetrica dei tanti buoni (recettori, esecutori, subitori ...). Un buono non governa un cattivo. Un meno buono governa un più buono, come in una scala di elettronegatività. E' la vecchia strategia win-lose, che porterà a un lose per tutti nel lungo termine del post Peak.Frank Galvagnohttps://www.blogger.com/profile/08016853206578810654noreply@blogger.com