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venerdì, settembre 02, 2011

In ricordo di due combattenti per la libertà

Oggi, 5 Settembre, è il primo anniversario della vile uccisione di Angelo Vassallo, il Sindaco di Pollica nel Cilento, distintosi per il suo impegno a favore dell'ambiente e della legalità. Gli inquirenti non sono ancora riusciti a scoprire mandanti ed esecutori del delitto, ma ci auguriamo che le indagini ancora in corso riescano finalmente a fare luce sull'oscura vicenda e a restituire almeno un pò di giustizia ai familiari di Angelo e ai cittadini del paesino campano.

Qualche giorno fa è ricorso anche il ventennale dell'uccisione di Libero Grassi, l'imprenditore siciliano ucciso perchè si era ribellato alla mafia, rifiutandosi di pagare il "pizzo" e sottostare alle richieste di estorsione. Per il suo assassinio alcuni boss di Cosa Nostra sono stati condannati nel 2004.

Sono solo due esempi più avanzati e nobili della reazione che una società meridionale tutt'altro che assuefatta tenta di opporre alla piaga storica della criminalità organizzata e che ha visto tra i suoi esponenti personaggi del calibro di Falcone e Borsellino.

Come ho scritto proprio un anno fa in questo articolo, la mafia è un complesso fenomeno antropologico e sociale che secondo alcuni studiosi affonda le sue radici addirittura nell'età del bronzo. Quindi il percorso di emancipazione e civilizzazione sarà lungo e graduale. Molte volte, come nel caso delle barbare uccisioni di Vassallo e Grassi, ci sembrerà venir meno la speranza, ma è proprio il loro sacrificio che ci deve spronare a continuare la loro battaglia di libertà per l'Italia.






domenica, novembre 22, 2009

La mafia dei negazionisti climatici


Da che mondo è mondo, ci sono delle tattiche ben collaudate per far tacere i propri avversari. Il primo stadio è sempre quello: far sapere al tuo nemico che lo controlli, che sai quello che fa, che tutto quello che dice ti viene fatto sapere. E' il primo stadio dell'intimidazione mafiosa, quello che prelude poi a metodi fisici; gambizzare il nemico, o semplicemente ammazzarlo e poi buttarlo in una colata di cemento.

L'intimidazione è il metodo che è stato applicato agli scienziati del clima. Rubare le loro comunicazioni private e diffonderle su internet. Non è solo una cosa illegale e infame, è un messaggio molto chiaro: "state attenti, sappiamo quello che fate e quello che dite". Non importa cosa ci fosse scritto nelle lettere, non importa che non contengano niente di compromettente: nessun ammissione che ci fosse un complotto, nessuna evidenza che gli scienziati fossero pagati da qualcuno come sostengono comunemente i negazionisti climatici. L'importante è il significato stesso dell'atto. Non è violenza fisica, ma è lo stesso; è rubare le tue cose e sparpagliarle in giro: è una dimostrazione di disprezzo.

Come si dice a volte, "quando il gioco si fa duro....". Evidentemente, la questione climatica si sta facendo dura, con l'evidenza del riscaldamento globale ormai chiara per chiunque si prenda la briga di esaminare la situazione. Allo stesso modo, sta diventando ovvia la necessità urgente di prendere provvedimenti che non saranno indolori per le varie lobby, a partire da quella del carbone. Il solo dibattito, evidentemente, non basta più per nascondere l'evidenza. A poche settimane dal vertice di Copenhagen, non è una coincidenza vedere che "i duri cominciano a giocare". A quando la gambizzazione degli scienziati?

domenica, agosto 10, 2008

Il picco della mafia?



Immagine dal ministero degli interni. La linea rossa mostra gli omicidi di tipo mafioso, quella nera tutti gli altri omicidi legati ad atti di criminalità.


Guardate che cosa si trova spigolando su internet. Il picco della Mafia, sembrerebbe, è stato nel 1991. Può essere che la Mafia sia diventata più gentile? O forse che anche la Mafia abbia avuto il suo picco di Hubbert? Perché no? In fondo, anche la Mafia è un'organizzazione economica e forse risente delle difficoltà economiche di tutto il paese.