domenica, novembre 29, 2009

La fine dell'abbondanza



Una bella foto del "flaring" del gas metano in aria in un pozzo AGIP a Ebocha, in Nigeria, completa di bambini che giocano alla luce della fiamma. Ci sono moltissimi giacimenti troppo lontani da oleodotti dove la difficoltà di trasporto rende poco conveniente sfruttare il gas naturale. Allora, lo si brucia sul posto. Sono le ultime fiammate di un'era di abbondanza che, lentamente, va a chiudersi.

Foto da "Resilience science".

6 commenti:

Renso Roberto ha detto...

Uno spreco veramente visibile.
Ma, Ugo, non so se dalle tue parti è lo stesso, ma in questo periodo pre natalizio il volantinaggio è in rapida criscita (anche qui un picco? ;D ). Dalle mie parti, bassa veronese, per le strade sembra di essere in quei deserti americani coi cespugli rotolanti. Noi abbiamo i depliant rotolanti.
Non so se converrai con me, ma in un certo senso anche questa è un ultima fiammata dell'abbondanza...

Mauro ha detto...

@Roberto
Anche da me tanti volantini...
Secondo me non è abbondanza, anzi è il tentativo disperato di qualche azienda di ritirarsi su.
In ogni caso non è il modo giusto.

fabio ha detto...

@Mauro
Dopo il dato sulle vendite di dicembre si tireranno le somme.
E' da un mese buono che chiedono di detassare le tredicesime...

Zret ha detto...

Anche altre fiamme presto inceneriranno una "scienza" profana e profanatrice ed i loro rochi bardi.

Anacho ha detto...

Qualche appunto al commento, l'AGIP non esiste più, adesso c'è ENI, very international company, oh yea.
Per trasportare il gas serve un gasdotto, inoltre questa fiaccola non è quella di un pozzo, ma di almeno otto pozzi, a giudicare dalla foto.
Anacho

Maurizio Spagna ha detto...

ITALIA MIA E UNITA
…un mito che parli al popolo come uno di noi,
ha impagabili visioni e revisioni da vero numero uno…


Cos’è la mia unità?
Il mio essere unico, imperfetto e indivisibile?
Forse un riferimento casuale
O un brano di un romanzo eseguito al pianoforte.

Cos’è la mia unicità?
Non certamente l’alta borghesia di Cinecittà
La recita a carte nelle ore di chiusura
E l’unicità di quella volta che…
Forse gli esperimenti per governare
Questo confuso e difficile Paese
O forse l’Italia nazional popolare stretta
Intorno al rapimento di Aldo Moro
E i saggi libri di scuola che temevano il suo peggio
Verso
L’unicità di quella volta che…
Cos’è il mio unico tempo?
Forse l’anima popolare
Che pressa gli operai
Mai stanchi, mai domi e mai ringraziati.

Cos’è l’unione politica?
Forse il dialogo
A carico di grandi uomini
Perché gli anni passano
Elaborano vecchiaia
E il tutto si ferma nel culto della melma.

Italia mia, Italia unita
Sei complice
Cambiati la giacca vecchia a strisce
È la realtà di adesso l’esclusiva schiva.

Cos’è il luogo unito?
I segni sulle mani
La busta divisa da metalmeccanico
le quattro giornate di ferie
E l’unicità di quella volta che…
Guardavi al futuro
Come il primo cittadino
Di un movimento al lavoro.

Cos’è la mia unità?
Il mio essere unico, imperfetto e indivisibile?
Forse un riferimento banale
o un brano di un romanzo eseguito al pianoforte.
Cos’è l’unicità?
Forse la chiamata o l’ordine alla morte!


©
Da “Il cuore degli Angeli”
di Maurizio Spagna
www.ilrotoversi.com
info@ilrotoversi.com
L’ideatore
paroliere, scrittore e poeta al leggìo-