domenica, novembre 29, 2009

La fine dell'abbondanza



Una bella foto del "flaring" del gas metano in aria in un pozzo AGIP a Ebocha, in Nigeria, completa di bambini che giocano alla luce della fiamma. Ci sono moltissimi giacimenti troppo lontani da oleodotti dove la difficoltà di trasporto rende poco conveniente sfruttare il gas naturale. Allora, lo si brucia sul posto. Sono le ultime fiammate di un'era di abbondanza che, lentamente, va a chiudersi.

Foto da "Resilience science".

6 commenti:

  1. Uno spreco veramente visibile.
    Ma, Ugo, non so se dalle tue parti è lo stesso, ma in questo periodo pre natalizio il volantinaggio è in rapida criscita (anche qui un picco? ;D ). Dalle mie parti, bassa veronese, per le strade sembra di essere in quei deserti americani coi cespugli rotolanti. Noi abbiamo i depliant rotolanti.
    Non so se converrai con me, ma in un certo senso anche questa è un ultima fiammata dell'abbondanza...

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  2. @Roberto
    Anche da me tanti volantini...
    Secondo me non è abbondanza, anzi è il tentativo disperato di qualche azienda di ritirarsi su.
    In ogni caso non è il modo giusto.

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  3. @Mauro
    Dopo il dato sulle vendite di dicembre si tireranno le somme.
    E' da un mese buono che chiedono di detassare le tredicesime...

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  4. Anche altre fiamme presto inceneriranno una "scienza" profana e profanatrice ed i loro rochi bardi.

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  5. Qualche appunto al commento, l'AGIP non esiste più, adesso c'è ENI, very international company, oh yea.
    Per trasportare il gas serve un gasdotto, inoltre questa fiaccola non è quella di un pozzo, ma di almeno otto pozzi, a giudicare dalla foto.
    Anacho

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  6. ITALIA MIA E UNITA
    …un mito che parli al popolo come uno di noi,
    ha impagabili visioni e revisioni da vero numero uno…


    Cos’è la mia unità?
    Il mio essere unico, imperfetto e indivisibile?
    Forse un riferimento casuale
    O un brano di un romanzo eseguito al pianoforte.

    Cos’è la mia unicità?
    Non certamente l’alta borghesia di Cinecittà
    La recita a carte nelle ore di chiusura
    E l’unicità di quella volta che…
    Forse gli esperimenti per governare
    Questo confuso e difficile Paese
    O forse l’Italia nazional popolare stretta
    Intorno al rapimento di Aldo Moro
    E i saggi libri di scuola che temevano il suo peggio
    Verso
    L’unicità di quella volta che…
    Cos’è il mio unico tempo?
    Forse l’anima popolare
    Che pressa gli operai
    Mai stanchi, mai domi e mai ringraziati.

    Cos’è l’unione politica?
    Forse il dialogo
    A carico di grandi uomini
    Perché gli anni passano
    Elaborano vecchiaia
    E il tutto si ferma nel culto della melma.

    Italia mia, Italia unita
    Sei complice
    Cambiati la giacca vecchia a strisce
    È la realtà di adesso l’esclusiva schiva.

    Cos’è il luogo unito?
    I segni sulle mani
    La busta divisa da metalmeccanico
    le quattro giornate di ferie
    E l’unicità di quella volta che…
    Guardavi al futuro
    Come il primo cittadino
    Di un movimento al lavoro.

    Cos’è la mia unità?
    Il mio essere unico, imperfetto e indivisibile?
    Forse un riferimento banale
    o un brano di un romanzo eseguito al pianoforte.
    Cos’è l’unicità?
    Forse la chiamata o l’ordine alla morte!


    ©
    Da “Il cuore degli Angeli”
    di Maurizio Spagna
    www.ilrotoversi.com
    info@ilrotoversi.com
    L’ideatore
    paroliere, scrittore e poeta al leggìo-

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