Il blog di ASPO-Italia, sezione italiana dell'associazione internazionale per lo studio del picco del petrolio e del gas (ASPO)
sabato, febbraio 13, 2010
Il picco del suolo fertile
Esce oggi su "The Oil Drum" un commento di Ugo Bardi sul libro di David R. Montgomery "Dirt - the erosion of civilizations."
Il libro di Montgomery è un altro di quelli che vanno a colpire quelle che alle volte ci erano parse certezze; ovvero che l'agricoltura sia una tecnologia rinnovabile. Non lo è. Non si può continuare a produrre per sempre dalla stessa area a meno che non si prendano delle precauzioni estremamente rigorose che in ben pochi periodi storici sono state prese; meno che mai nel nostro. Il suolo si rinnova, si, ma in tempi molto lunghi e se viene sovrasfruttato oltre un certo limite sparisce per sempre - perlomeno sulla scala umana dei tempi.
Montgomery dimostra, per esempio, come una delle concause della caduta dell'Impero Romano sia stata l'erosione e la distruzione del suolo fertile, un argomento che avevo discusso anche in un mio post precedente sull'impero romano, "Peak Civilization".
Vediamo dal libro che la storia dell'agricoltura non è molto diversa da quella dell'industria petrolifera. In entrambe i casi vediamo la progressiva sparizione di una risorsa che aveva impiegato millenni (suolo) o milioni di anni (petrolio) per formarsi. Il ciclo del petrolio dura da un secolo e mezzo, quello del suolo fertile da alcuni millenni. Ma in tutti e due i casi siamo al limite della capacità di incrementare ancora la produzione. Da ora in poi, saremo in discesa.
Certo, il suolo potrebbe essere protetto e gestito in modo tale da rinnovarsi. E' possibile, ma non lo stiamo facendo; anzi, lo stiamo sovrasfruttando sempre di più. Il libro di Montgomery ci da un quadro agghiacciante della rovina del territorio agricolo degli Stati Uniti che oggi continua a produrre soltanto con l'impiego massiccio di fertilizzanti che derivano dai combustibili fossili. Per quanto ancora l'America potrà essere il "granaio del mondo" è difficile dire, ma sicuramente non per molto a lungo ancora. L'ultima rovina che si è abbattuta sull'agricoltura americana è stata la coltivazione distruttiva di quello che chiamiamo "biocombustibili" che alcuni si ostinano a considerare risorse "rinnovabili".
(per un ulteriore discussione sull'agricoltura romana, si veda questo post di Eugenio Saraceno)
Un post, il tuo, che coglie veramente nel segno. Tendiamo a mettere talmente al centro il problema energetico o quello climatico che non vediamo più quello alimentare. Da anni in pochi cerchiamo di sensibilizzare un mondo "veramente negazionista" che attira centinaia di capi di stato sotto i riflettori di Copenhagen ma fa disertare il Summit FAO sull'alimentazione e sulla sostenibilità. Non vedere cosa sta accadendo è proprio una forma di negazionismo.
RispondiEliminaE se poi uno ci pensa davvero bene, la protezione del suolo e della fertilità e la scelta della sostenibilità rappresentano una bella fetta di ciò che serve al mondo per ridurre le proprie emissioni ed i propri consumi energetici.
Dire che non si può far nulla e che il degrado è irreversibile è sbagliato. C'è gente che senza clamori studia soluzioni e sperimenta soluzioni innovative. Ma bisogna tutti aprire gli occhi e capire che la perdita di fertilità e la competizione per l'acqua saranno i veri problemi che avremo difronte assai presto: in tutto il mondo.
Grazie per l'attenzione; molto apprezzata, Ugo.
...Il "peak soil" è un argomento
RispondiEliminaimportantissimo, legato indissolubilmente al controllo della popolazione...Siamo sicuri che non serva una rivoluzione culturale, oltre che produttiva,sociale e di gestione delle risorse ? ( Rivoluzione non solo riguardo alle degenerazioni consumistiche degli ultimi decenni e all'ortodossia cattolica...Si tratta di fondare una oligarchia scientifico/ecologista e morale. )
Grazie Franco. Mi fa molto piacere avere un commento favorevole da un esperto del settore - se un giorno ci vuoi mandare un tuo post, lo pubblicheremo molto volentieri
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RispondiEliminaPost azzeccatissimo. Purtroppo, anche fra coloro che conoscono le tematiche dei Limiti, si tende spesso a dimenticare molti pezzi e a vedere solo il problema energetico o quello climatico. Bravo Ugo!
RispondiElimina"...una delle concause della caduta dell'Impero Romano sia stata l'erosione e la distruzione del suolo fertile, un argomento che avevo discusso anche in un mio post precedente sull'impero romano, "Peak Civilization".
RispondiEliminaUna precisazione: L'argomento delle rese agricole come causa della caduta dell'impero romano è stato discusso in maniera approfondita in questo blog da Eugenio Saraceno nel suo post "La decadenza delle rese agricole e la decadenza dell'Impero Romano". Perché segnalare SOLO i contributi di Bardi e non anche quelli meritevoli di lode come quello di Saraceno? Dimenticanza?
http://aspoitalia.blogspot.com/2009/08/la-decadenza-delle-rese-agricole-e-la.html#links
Beh, ci sarebbero tante cose da linkare, ma questo di Eugenio effettivamente è molto vicino all'argomento. L'ho linkato, grazie per il suggerimento
RispondiEliminaVa anche specificato che più della metà dell'agricoltura è destinata a coltivare quello che serve per foraggiare gli allevamenti, che servono a noi. Quindi la carne, "indirettamente" usa risorse e spazio.
RispondiEliminaSe fossimo tutti vegetariani (e potremmo esserlo) la Terra potrebbe coprire CON TRANQUILLITA' l'intera popolazione mondiale.
@Mattia
RispondiEliminaconcordo con te, vegani ancora meglio. Ma chissà perchè, è sempre un argomento che non viene preso in considerazione.
Riguardo al tema del post, che mi preoccupa parecchio, ho letto che la permacultura è un metodo di coltivazione totalmente diverso ma che tende a ricreare un ecosistema che non ha bisogno di fertilizzanti.
Anche nel documentario della BBC "Una fattoria per il futuro"
http://www.youtube.com/watch?v=icZFYghEeUE
si parla di agricoltura post peak oil e anche di permacultura.
Qualcuno di ASPO conosce questa pratica? sarebbe utile poterla conoscere meglio da qualcuno che la segue
Ragazzi, della faccenda di essere vegetariani si parla molto, ma non è quella la soluzione del problema. Leggetevi il mio post sulla patata in Irlanda e vedrete che agli irlandesi nell'800 non è servito essere vegetariani per evitare di essere sterminati dalla carestia. Anzi, loro erano più che vegani, praticamente mangiavano solo patate....
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RispondiEliminaNel caso interessino...
RispondiEliminahttp://ortodicarta.wordpress.com/
http://www.agricolturasinergica.it/
http://www.permacultura.it/
http://it.groups.yahoo.com/group/EmiliaHazelip/
da questi links ho ottenuto consigli e esempi per le mie esperienze. Coltivare preservando il suolo e la sua fertilità (perfino incrementarla) è possibile. Non certo con rese paragonabili a quelle dell'agricoltura industriale però. Ho forse si? ;)