Di Armando Boccone
Foto 1 -
L’ingresso di Parco Arpad Weisz
Qualche
mese fa, nel fare una passeggiata nella zona in cui vivo a Bologna, mi sono
imbattuto nel Parco Arpad Weisz. Ricordavo vagamente di avere sentito parlare
della sua costruzione alcuni anni prima.
Il ricordo forse derivava dalla persona a cui il parco sarebbe stato intitolato
(Arpad Weisz, ungherese, allenatore delle squadre di calcio dell’Inter e poi
del Bologna negli anni precedenti la seconda guerra mondiale e poi, per via
delle sue origini ebraiche, costretto ad andare
via dall’Italia e infine deportato a Auschwitz dove morì nel 1944).
Sono
rimasto scandalizzato dalla visione delle condizioni in cui il parco versa:
erbacce e rifiuti dappertutto, alberi
nati spontaneamente, un ricovero per
persone emarginate, ecc. Ciò che mi ha colpito soprattutto sono state le
panchine e i giochi per bambini: si vede chiaramente che dopo la loro messa in
opera non sono mai stati usati.
Foto 2 -
L’evidente stato di degrado in cui versa il parco
Mi sono
chiesto come mai si fosse creata questa situazione. Da una ricerca fatta ho
scoperto che la costruzione faceva parte delle opere di urbanizzazione primaria
a cui era tenuto il vicino centro commerciale (che, in quanto proprietario, si
sarebbe occupato poi anche della sua manutenzione).
I lavori di
costruzione terminano nel giugno 2009.
Appena dopo ci sarebbe dovuto essere il collaudo ma ciò non è potuto
avvenire per gravi vizi nella
realizzazione delle opere e per lo stato di abbandono in cui il parco versa per
la mancata manutenzione da parte della proprietà. Il parco quindi non si sarebbe
mai dovuto aprire ma nonostante questo la proprietà ha tolto le recinzioni del
cantiere rendendo così praticamente possibile l’entrata da parte del pubblico.
Foto 3 Un
ricovero per persone emarginate
Il Comune
di Bologna ha emanato varie diffide nei confronti del centro commerciale
affinché sanasse la situazione ma senza nessun esito. Per questo motivo il
Comune stesso sta valutando la possibilità di acquisizione del parco e di fare
le necessarie opere per renderlo fruibile da parte della popolazione.
Come mai le cose sono andate nel modo visto?
La storia
del Parco Arpad Weisz è strettamente collegata alla storia del Centro
Commerciale Dima Shopping Emilia Levante.
Questo
centro commerciale è sorto sull’area in precedenza occupata dalla
concessionaria FIAT ed è stato inaugurato nel dicembre 2007.
Le cose per
questo centro commerciale sono andate male già dagli inizi perché non tutti gli
spazi disponibili sono occupati dai negozi (questo risulta sia dalle ricerche
che ho fatto sul web sia per averlo visto di persona). Le cause sono dovute sia
alla crisi che allora (siamo alla fine del 2007) comincia già a intravedersi
sia perché il centro commerciale non è riuscito a "collegarsi" al grosso
supermarket adiacente, con cui avrebbe ottenuto delle ovvie sinergie. I due
esercizi sono stati sempre separati per cui una volta fatta la spesa in un
esercizio si sarebbe dovuti andare a depositare la spesa in macchina, poi
spostarsi nel parcheggio dell’altro esercizio ed infine entrarci per fare
ulteriori acquisti.
E’ da
pensare che appena il Centro commerciale ha visto che le cose si sono messe male ha tirato i remi in barca e ha cercato di
eliminare tutte le spese possibili: fra le spese c’é il completamento e la
successiva gestione del Parco Arpad Weisz.
Dovrebbe
toccare al Comune di Bologna sanare la situazione sopportando le necessarie
spese sia per la sua acquisizione che per il completamento dei lavori e infine
per la sua gestione.
Ma ai Comuni in questi ultimi anni sono state tagliate diverse entrate per cui si
sono visti costretti ad aumentare il costo per i cittadini dei servizi gestiti
dai comuni stessi: ho l’impressione che il comune di Bologna non si accollerà
quelle spese, che le cose potranno solamente peggiorare e che il Parco Arpad
Weisz andrà incontro a un maggiore degrado.
Una piccola ricerca sul campo
Qualche
giorno fa sono andato al parco e al centro commerciale. Sono andato per fare
alcune fotografie sia del parco che del centro commerciale, per fare delle
interviste e per vedere come si comporta quella “natura artificiale” costituita
dal parco dopo alcuni anni di abbandono.
Ho visto
dei giovani alberi nati spontaneamente, i prati pieni di erbacce e le siepi e
gli alberi cresciuti liberamente senza subire potature. Pensavo che la mancanza
di cure, di uso di insetticidi e di medicinali vari per la cura delle piante
avesse portate queste stesse piante a subire gli attacchi di insetti e di malattie
varie. Salvo un tipo di pianta (di cui alla foto 4) che mostra alcune foglie
deformate (forse mangiate da insetti) e alcune macchioline rosse sempre sulle
foglie (non so se derivanti da malattie o naturali) tutta la vegetazione non
reca segni particolari.
Foto 4
- Particolare di una pianta
Ma il danno
più evidente al parco è quello apportato dall’uomo. Ci sono rifiuti di ogni
genere: dalle bottiglie di birra usate da giovani che si appartano nel parco ai
classici sacchetti di plastica pieni di rifiuti, da una bicicletta senza ruote all’immancabile materasso. Il vialetto che taglia in due il parco è
cosparso di vetri in frantumi mentre, diversamente da quanto letto su materiale
disponibile sul web, non vedo nessuna siringa.
Mi sono poi
recato al centro commerciale.
L’ultima
volta ci sono stato l’estate scorsa. Avevo notato che avevano chiuso i due più
grossi negozi del centro. In uno di questi tempo prima avevo comprato il
televisore. Mi hanno detto che ha chiuso non solamente questo punto vendita ma tutta
la catena di cui faceva parte.
Foto 5
- Particolare del centro commerciale con i negozi chiusi
Al
parcheggio chiedo a una coppia che è uscita proprio in quel momento e che si
appresta a entrare nel proprio SUV se il centro sia ancora aperto oppure già chiuso
(avevo sentito sia voci che fosse stato chiuso il 29 febbraio sia che fosse
ancora aperto).
Il signore
della coppia mi dice che chiuderà fra qualche giorno per essere ristrutturato e
che poi fra circa un anno aprirà un nuovo centro commerciale.
Entro nel
centro. Esistono 4-5 esercizi commerciali ancora aperti. Mi rivolgo alla
signora che gestisce un negozio di abbigliamento. Dice che quella sarà l’ultima
settimana di apertura ma può darsi che le diano ancora un’altra settimana. Dopo
il suo esercizio si trasferirà in un altro posto non molto distante. Dice che
il centro commerciale “non ha funzionato
dagli inizi”, che adesso ristruttureranno tutto e che non sa né quando riaprirà
né con quali attività.
Entro poi
in un negozio di articoli e giochi per bambini.
La giovane commessa mi dice che il negozio chiuderà fra qualche giorno ma lei e
l’altro personale saranno traferiti in altri negozi che la catena di cui
fa parte possiede nella città di Bologna. Dice che ogni negozio paga l’affitto
e le utenze dirette. Tutto il resto è a carico del centro commerciale. I negozi
che in passato hanno chiuso è perché le cose andavano male e lo stesso centro
commerciale chiude perché le cose vanno male.
Ho notato
che anche i bagni sono chiusi però in questo caso sono solamente fuori uso per problemi tecnici!! (vedere la foto 6). Funzionano invece le
scale mobili che collegano il centro commerciale al parcheggio interrato, anche
se nessuno le usa.
Foto 6
- Bagni fuori uso per problemi tecnici
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