giovedì, aprile 12, 2012

Carbone a Saline Ioniche: futuro sicuro?

Di Silvano Molfese






Qualche settimana fa in TV ho visto che si proponeva la costruzione di una centrale a carbone della potenza complessiva di ben 1.300 MW a Saline Ioniche, nel comune di Montebello Ionico: la punta sud della costa calabra. L’ incontro sarebbe stato promosso dal comitato “Futuro sicuro” : tale denominazione mi ha ispirato il disegno ed anche queste righe.

Le preoccupazioni che pone una centrale termoelettrica a carbone riguardano l’inquinamento legato alle elevate emissioni di biossido di carbonio (CO2 noto al pubblico come anidride carbonica), gas climalterante; a ciò si aggiungono i problemi legati allo smaltimento delle ceneri prodotte nella combustione: infatti queste polveri contengono pericolosissimi elementi come arsenico, piombo, mercurio ecc. Chissà se i proponenti hanno un piano per lo smaltimento sicuro di queste scorie!

Le emissioni di CO2 sono pericolose perché con l’aumento delle temperature globali si stanno già innescando pericolosissimi effetti a catena; uno di questi è la fusione del permafrost: il metano che si trova lì intrappolato, sotto forma di idrati di metano, sta fuoriuscendo in grandi quantità dalla superficie dell'Oceano Artico. A tal proposito è significativo l’articolo “Scioccante: il ritiro del ghiaccio Artico rilascia gas serra mortali”.

Rammento che il metano è un gas serra 25 volte più potente del biossido di carbonio.

E’ doveroso ricordare che il riscaldamento globale ha segnato inequivocabilmente il 2010 quando in Russia bruciò una superficie a cereali estesa quanto un terzo dell’Italia! Andarono in fumo 40 milioni di tonnellate di cereali e con essi il nutrimento minimo di base per 100 milioni di persone: i prezzi dei cereali subirono un’impennata e ciò ha fatto aumentare vertiginosamente la fame per i più poveri. (*)

Un altro aspetto da considerare è l’ aggravio per la nostra bilancia dei pagamenti: l’Italia, non avendo giacimenti di carbone, dovrebbe importare questa materia prima.

Anche estrarre carbone è diventato qualcosa di spaventoso: ne parla Bardi nel libro “La Terra svuotata” quando cita la miniera di Garzweiler in Germania. Le foto sono eloquenti: questo escavatore è alto quanto un palazzo di trentadue piani.


Immagine ripresa dal sito tedesco: http://www.olivepixel.com/misc/beast/beast.htm
L’inghippo della borsa elettrica

Eppure in Calabria ci sono condizioni di insolazione senz’altro molto favorevoli: la radiazione solare media annua risulta di circa 1.600 kWh/ m2 : con rese del pannello fotovoltaico del 15%, una superficie a pannelli FV pari a 10.000 m2 fornirebbe 2,4 milioni di kWh all’anno!

In realtà la società che propone la costruzione di tale centrale termoelettrica mira ai soldi (molti) che guadagnerebbe con la borsa elettrica: il kWh, immesso in rete nelle ore di punta della domanda di energia elettrica, viene pagato fino a cinque volte e oltre il prezzo minimo delle ore fuori punta!

A questo proposito è significativa la nota scritta da Francesco Meneguzzo, “Il pericolo mortale delle fonti rinnovabili”

Ecco perché, nonostante gli incentivi al fotovoltaico e le favorevoli condizioni di insolazione, la società Repower preferisce rimanere attaccata al carbone.

Tutto ciò avviene mentre negli Stati Uniti c’è una moratoria di fatto sulle centrali a carbone in base a quanto riportato da Lester Brown .

Insomma possiamo concludere che il carbone porterebbe la desolazione.



(*) Lester R. Brown, 2011- Un Mondo al Bivio. Edizioni Ambiente

7 commenti:

Paolo ha detto...

E la popolazione locale che dice in proposito? Una nuova situazione No TAV in vista?

Anonimo ha detto...

forse la mafia lì può contare di più sull'appoggio della popolazione, che non in Vla Susa.

Paolo Marani ha detto...

Tranquilli, adotteranno la più moderna e mirabolante tecnologia CCS (carbon capture and storage), così daranno all'intera vicenda una bella pennellata di "green", e dovremo pure dirgli grazie per il bene che stanno facendo all'ambiente.

Silvano Molfese ha detto...

Scusate il ritardo nel rispondere ai commenti: non avevo una password.

Ho saputo che ci sono state delle manifestazioni di protesta contro la centrale a carbone che vorrebbe costruire la società svizzera Repower.
Le contestazioni e, soprattutto le ragioni di chi si oppone a tale progetto, non hanno avuto il risalto mediatico riservato invece
alla proposta di Repower.

Mentre la comunità locale è contraria a questa centrale, i livelli istituzionali più alti sono propensi ad avallare tale proposta.
S. Molfese

Stefano ha detto...

Riferendomi alla potenziale produzione fotovoltaica in Calabria, volevo solo precisare che i 2.4 milioni di kWh bisogna in realtà ridurli di un 20% circa, dato che un sistema fotovoltaico ha anche altre perdite non legate al rendimento dei pannelli. Diciamo che 10000m2 (1500kWp)a Lamezia producono circa 2 milioni di kWh (1320 kWh/kWp)

Nulla toglie al resto dell'articolo che condivido pienamente. Un'altra battaglia della società civile contro scelte anacronistiche e dannose, al pari della petrolizzazione (sono abruzzese, qui sta per avvenire una scempio pari alla Basilicata), al nucleare (bloccato per ora), agli inceneritori, alle centrali a biomassa...
Ciao

Silvano Molfese ha detto...

Nella nota avevo scritto che “la radiazione solare media annua è di circa 1600 kWh/m2/anno” .

In base all’elaborazione fatta con l’Atlante Italiano della radiazione solare (ENEA al sito http://www.solaritaly.enea.it/Collegamenti/Collegamenti.php ), risulta che a Montebello Ionico arrivano 1593 kWh/m2/anno.

A Lamezia Terme la radiazione solare è leggermente più bassa 1550 kWh/m2/anno:da dove si ricava il valore di 1320 kWh/m2/anno a Lamezia non l’ho capito.

Se faccio il confronto a parità di latitudine, per esempio tra Crotone (1580 kWh/m2/anno) ed Amantea (1541 kWh/m2/anno), le differenze, seppur minime, sono legate alla piovosità: più bassa sulla fascia Ionica e più alta su quella Tirrenica.

Al di là delle puntualizzazioni, quel che dovrebbe preoccuparci è il forte ritardo culturale; con un’insolazione così vantaggiosa dovrebbe esserci una maggiore diffusione dei pannelli solari termici , più economici e semplici di quelli fotovoltaici: ma in giro se ne vedono pochi mentre siamo pieni di auto.

Ostinarsi a produrre energia elettrica con il carbone significa per il proponente (Repower) incassare elevati profitti: quando poi non ci sarà la convenienza tanti saluti anche alla salute della popolazione locale e noncuranza per i deleteri effetti del riscaldamento globale.

Riscaldamento globale significa fame e morte a livello mondiale.
S. Molfese

Stefano ha detto...

Il dato che prendi a riferimento è la radiazione solare annua su superficie orizzontale. Questa va poi moltiplicata per i vari rendimenti delle parti o degli accorgimenti del sistema PV. Tu prendi in considerazione solo l'efficienza dei pannelli, mentre devi considerare anche l'inclinazione e l'orientamento (in genere migliora la produzione totale) e le altre perdite: riflessione, mismatching, deriva termica, inverter ed altre minori.
Il tutto porta al valore che ho proposto per Lamezia (scelta come media calabrese sulla cartina senza presunzione di azzeccare la media reale)
Puoi calcolare la produttività di qualsiasi impianto in qualsiasi località (Europa e Africa) su PVGIS, che tra l'altro è linkato nella pagina dell'ENEA che riporti tu.

Ciao.