venerdì, novembre 27, 2009

Una serata al circolo ARCI; parlando di energia

Questa è una foto che ho trovato su internet e che non ritrae l'evento di cui vi parlo in questo post. Però, rende abbastanza bene l'idea delle tante conferenze sull'energia che si fanno nei vari circoli in Italia.




Serata di dibattito sull'energia al circolo ARCI dove mi hanno invitato come oratore. Siamo in una piccola frazione di un comune in provincia di Firenze. E' fine estate, la temperatura è mite e il buffet è all'aperto nel cortile. E' stato preparato da alcune signore anziane, c'è arista, bruschetta di pomodoro e crostini toscani - niente male!

Durante la cena, si proietta il film di Al Gore, "Una verità scomoda". Sarà la quinta volta che lo vedo, ma ogni volta ci scopro qualcosa di nuovo. Veramente un bel film di un maestro della comunicazione. Mentre sgranocchio un crostino, l'assessore comunale all'ambiente, che ha organizzato l'incontro, mi saluta e mi dice, "Appena è finito il film, introduco io la serata, poi parlerà un altro oratore e poi lei. Un quarto d'ora o venti minuti ciascuno, poi facciamo il dibattito".

Finisce il film, sono oltre le nove e mezzo e si comincia subito male. L'assessore non sa parlare in pubblico. Si mangia le parole, ripete i concetti, non finisce le frasi che ha cominciato e non arriva mai a una conclusione. Parla di biomasse, geotermico, eolico e fotovoltaico, ma non si capisce se gli vanno bene o no. Sembra una versione in dialetto toscano dell'assessore pasticcione di "Zelig".

Ad ascoltare l'assessore ci sono una quindicina di persone anziane - i giovani che erano venuti al buffet sono subito spariti. I vecchietti guardano l'assessore con aria perplessa. Io chiedo a mia moglie, seduta accanto a me in platea, "ma hai capito cosa ha detto?" "Assolutamente niente," mi risponde lei. Non credo che i vecchietti abbiano capito più di noi.

Sono oltre le dieci quando si passa al primo oratore. Subito alle prime immagini capisco che la faccenda si mette male. Dico a mia moglie "Questo qui parla almeno per tre quarti d'ora". In realtà, sono troppo ottimista. Alla fine avrà parlato per 56 minuti.

Non che l'oratore non sia competente, anzi, dalla sua lunga prolusione sull'isolamento energetico degli edifici imparo due o tre cose che non sapevo prima. Ma l'argomento è tosto e l'effetto è devastante sui vecchietti in platea. Ormai ho imparato che questo tipo di platea è formato da bravissime persone che però non sono in grado nemmeno di leggere un grafico cartesiano - proprio come io non sarei in grado di leggere un testo in cinese. Ma la presentazione di questo signore è tutta basata su grafici e tabelle. Non ho contato esattamente il numero di slide che ha fatto vedere, ma da una stima approssimata sono almeno 70. E' la maledizione del Power Point: una slide tira l'altra.

I vecchietti, poveracci, non ce la fanno proprio. Alcuni rimangono a occhi aperti, ma puntati verso il vuoto. Altri li chiudono proprio, altri ancora si abbattono sulla spalliera della sedia. L'effetto è surreale: possibile che l'oratore non si accorga che sta parlando a una platea di persone addormentate? C'è luce nel cortile e, come lo vedo io che dormono, lo deve vedere anche lui. In più, l'assessore se n'è andato e io stesso mi prendo una pausa per un altro paio di biscotti alle mandorle al buffet. Quando torno, l'oratore sta continuando a parlare imperterrito.

E' una piccola cerimonia religiosa in cui l'oratore sta parlando a delle divinità che solo lui può vedere. O, forse, sta parlando alle sue slide Power Point. Forse è il Power Point che ha acquisito poteri divini. A un certo punto, l'oratore dice - "... e con questo, fra poco ho finito". Non mi frega, ormai lo so che quando dicono "ho quasi finito" non è vero. Mi prendo altri cinque minuti di pausa per fare una passeggiatina. Quando torno, sta ancora parlando e parlerà ancora per almeno altri 10 minuti.

Finalmente, passa l'ultima diapositiva e la presentazione finisce con qualche applauso (presumo di sollievo). Alcuni dei vecchietti si alzano e fanno per andarsene. Quando mi vedono avvicinarsi al palco però, si vede che gli sembra di farmi una scortesia e si rimettono a sedere. A un gruppetto di loro, dico "guardate, lo so che avete sonno, non vi preoccupate; non mi offendo mica se ve ne andate!". Loro mi sorridono e scuotono la testa, come a dire che non hanno sonno e che ci tengono a sentire anche me. Sono veramente delle brave persone.

Così, mi trovo sul palco quando sono ben oltre le undici. Sarei tentato di dire "Grazie ma è troppo tardi per mettersi a disquisire di petrolio. Andiamo tutti a dormire." Ma sarebbe cosa scortese nei riguardi di queste brave persone. Non posso farlo. Però, mi trovo completamente spiazzato: cosa racconto a una platea di persone stanche e insonnolite che sono li' solo a sperare che il tutto finisca presto? Faccio del mio meglio parlando senza diapositive per poco più di 10 minuti (al mio orologio, il totale è 12 minuti). In questo breve tempo, parlo dei prezzi, do dei dati sulla produzione e sui consumi in Italia, racconto delle difficoltà dell'economia. Per tenere svegli i vecchietti, faccio loro delle domande: "Sapete dirmi se nel 2008 in Italia si è consumato più o meno petrolio dell'anno prima?". Scuotono la testa: non lo sapevano che i consumi di carburanti in Italia sono in calo.

Sarà servito a qualcosa? Probabilmente no, ma perlomeno non li ho fatti dormire. Quando concludo, noto anche qualche sorriso. Forse perché gli è piaciuto, più probabilmente perchè ho fatto alla svelta.

Riprende l'assessore dicendo che ora è il momento del dibattito. Però, curiosamente, invece di dare la parola al pubblico, ricomincia lui a parlare ripetendo - mi sembra - esattamente quello che aveva detto nel suo discorso introduttivo, e neanche stavolta si capisce qualcosa. Lo lascio parlare per 14 minuti (cronometrati), al quindicesimo non ce la faccio ulteriormente. Mi alzo, ringrazio pubblicamente tutti e in particolare le signore del buffet, mi scuso ma è un po tardi e devo tornare a casa; che non è vicina. Spero che nessuno si sia offeso, ma era già quasi mezzanotte e penso che abbiano capito.

All'uscita del circolo ARCI, seduti sulla terrazza sul lato opposto di dove si teneva l'incontro, ci sono almeno trenta persone, molti di loro giovani, a bere e a chiaccherare.


Non so se questa piccola storia abbia una morale; penso di no. E' semplicemente un momento della vita di un gruppetto di una ventina di esseri umani su un pianeta dove ce ne sono ormai quasi sette miliardi. Immagino che si parli di energia e di clima anche a Kabul e a Ulan Bator. Non so se se ne parla negli stessi termini e con le stesse modalità che sono in uso nei circoli ARCI della provincia di Firenze; ma di una cosa sono sicuro: se anche a Kabul e Ulan Bator usano il Power Point, fanno gli stessi disastri comunicativi che facciamo noi.

12 commenti:

mirco ha detto...

Ugo, io non ho mai usato Power Point nelle mie presentazioni e non mi è mai capitata una cosa simile.
Che sia proprio quello il motivo :-)?

Unknown ha detto...

Quello sono io a Mantova... voglio i diritti ;-)

cristiano ha detto...

Hemm... riproviamo.... Quello nella foto sono io a Mantova durante un Transition Talk (vediamo se sta volta esco con l'account giusto)

Fra ha detto...

..Al circola arci che frquento io ci sono centinaia di giovani il fine settimana..( Soprattutto perchè icocktail costano 3 euro, edin tempi di crisi, negli ultimi mesi, sto osservando i bar normali svuotarsi la sera)

Gianni Comoretto ha detto...

Credo ci sia un problema

Ugo ha il dono di rendere interessanti (e brevi) le cose.

L'assessore medio no. Parla in politichese, il che significa sfinire l'avversario, che comunque non cambiera' idea per principio, facendogli fare la figura di quello che non sa di cosa parli in una platea di incompetenti. Non esattamente l'approccio comunicativo ideale.

Invece noi scienziati si parla assumendo che in platea tutti appiano di cosa stai parlando, siano esperti del tuo campo (non e' vero neppure in una situazione accademica tipica ma tanto nessuno degli uditori lo ammettera' mai) e capiscano un'equazione di tre righe a prima vista. In ogni caso i risultati sono devastanti.

Cercare di mantenersi in 10 minuti è una buona tecnica, costringe ad essere essenziali e tralasciare tutti gli orpelli. Ma spesso ho dubbi sui risultati. Ad es. quando, dopo aver spiegato che tra 10 anni il petrolio costera' troppo caro per permetterci le auto, un uditore e' intervenuto per dire che i parcheggi in centro costano troppo.

fabio ha detto...

Io aggiungerei anche che
non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Avere tutti i main stream contro non aiuta

Marcopie ha detto...

L'autoreferenzialità è un vizio antico. Io ci ho sbattuto il grugno spesso, un anno fa glie ne ho pure cantate quattro.
Quando raggiungeremo il picco delle chiacchiere?

Anonimo ha detto...

Ma perché voi di ASPO non fate una raccolta delle perle che sentite ai vari convegni?
Sarebbe bello per sdrammatizzare la cosa avere una pagina dal titolo tipo "Anche gli Aspisti nel loro piccolo s'incazzano (a sentire scemenze)".
Già nel post precedente l'energia degli alieni, adesso "un uditore e' intervenuto per dire che i parcheggi in centro costano troppo".
Ne aggiungo una io, ieri ad una conferenza sull'esplorazione spaziale che ho assistito c'è stata l'immancabile domanda:"Ma lo sbarco sulla Luna è veramente avvenuto o è stata tutta una bufala?"

Ugo Bardi ha detto...

Cristiano, non sei tu quello della foto. E' il tuo androide. Veramente molto somigliante.

marco palombo ha detto...

Gli incontri pubblici sono sempre stati molto faticosi, noiosi e poco produttivi. In questo momento pero' un modo di fare politica e' in una crisi finale. Esistono ambienti, nell' Italia del 2009, piu'ricettivi delle sedi Arci e attivisti politici piu' attenti degli assessori a parlare in modo sensato.Comunicare bene le grandi questioni del nostro tempo e'fondamentale ma non si puo' contare solo sui politici di quello che resta del centro-sinistra.Esistono movimenti, (piccolissimi ma che riescono talvolta a far muovere migliaia di persone) che si attivano e ragionano sui temi veri.Io seguo gli ambienti nonviolenti e non ho simpatia per i centri sociali che sono sempre stati ambigui sulla violenza, ma il sito "generalista" che segue con maggiore quantita' di notizie il vertice di Copenhagen e le contestazioni che ci saranno e' il sito "globalproject.info" che fa capo ad una parte dei centri sociali.E' solo un esempio ma ambienti piccoli ma attenti in Italia ci sono. A Firenze e'sicuramente meglio andare alle comunita' parrocchiali delle Piagge o dell'Isolotto che in un circolo Arci.

Gianni Comoretto ha detto...

Anche andare a parlare (ed ascoltare) nelle scuole, durante le occupazioni/autogestioni è interessante. Oltretutto di solito niente powerpoint, il che costringe ad essere interessanti. Ma i ragazzi vogliono sapere, sanno abbastanza da fare domande intelligenti, e non ti perdonano se sei palloso.

Basta non incappare nel vicepreside rompi che ti intima di andare a "tenere il tuo comizio" da un'altra parte altrimenti chiama la polizia. Dopo che ti avevano telefonato dal Comune pregandoti di andare a tenere una lezione, che tu ti eri preso un giorno di ferie per andarci ed avevi passato un paio di sere a prepararti per bene.

Ugo Bardi ha detto...

Gianni, ma ti è capitato davvero un vicepreside così? E che cosa avevi detto di tanto sovversivo?