E’ ora di riparlare un po’ di energia eolica, prendendo spunto dai continui errori di Mario Pirani e dai dati provvisori per il 2010 di Terna S.p.A.
Il noto giornalista si è di recente mostrato indignato, sulle pagine di Repubblica, perché qualcuno lo ha accusato (giustamente, secondo me) di essere contemporaneamente contrario al nucleare e alle rinnovabili, con una particolare ostilità all’eolico.
Stavolta Pirani abbandona alcune delle insostenibili panzane avanzate in passato per legittimare la sua opposizione all’eolico, puntualmente da noi denunciate in questo precedente articolo. Ma le sostituisce con altre argomentazioni opinabili o errate che continuano a dimostrare solo uno scarso approfondimento della tematica. Rispetto ad altri Paesi, “da noi i venti sono assai meno impetuosi ed hanno finora dato prova di poter spirare come dolci zefiri per 1252 ore/anno in rapporto alla potenza installata”, afferma con sicumera Pirani.
Basta fare due conti per vedere che questa affermazione è sbagliata. Nelle tabelle allegate ho calcolato il numero di ore equivalenti di funzionamento dell’eolico italiano a partire dai dati ufficiali di Terna S.p.A. Ho spiegato più volte su queste pagine elettroniche, che non è possibile ottenere il dato preciso di questo parametro, ma solo un intervallo compreso tra un valore minimo e uno massimo. Questo perché il calcolo delle ore equivalenti dovrebbe considerare frazioni di potenza installata per gli impianti entrati in funzione durante l’anno considerato, dato purtroppo non conosciuto. Però, dividendo la produzione di energia eolica in un determinato anno, prima per la potenza efficiente lorda dello stesso anno e poi per quella dell’anno precedente, si ottiene rispettivamente il valore delle ore equivalenti nell’ipotesi minima di entrata in funzione di tutti i nuovi impianti all’inizio dell’anno e nell’ipotesi massima di entrata in funzione alla fine dell’anno. Per cui l’effettivo valore si collocherà sicuramente all’interno di tale intervallo.
Come si può osservare facilmente, in nessuno degli anni presi in considerazione il valore minimo di ore equivalenti corrisponde a quello indicato da Pirani e, guardando soprattutto l’andamento degli ultimi tre anni, si può agevolmente stimare un valore effettivo compreso tra 1500 e 1600 ore equivalenti. Ma c’è di più. Se si volessero conseguire le 2000 ore equivalenti considerate economicamente accettabili da Pirani (e questa volta sono d’accordo con lui), bisognerebbe modificare il regime di incentivazione assegnando i certificati verdi, ai siti più ventosi, come i crinali delle colline italiane che invece egli vorrebbe integralmente proteggere in difesa del paesaggio.
Abbandoniamo perciò le incongruenze giornalistiche del Pirani, per soffermarci sull’analisi della crescita delle installazioni eoliche nel nostro paese che, con una potenza istallata al 2010 di circa 6000 MW, comincia ad assumere un peso non marginale nella produzione di energia elettrica nazionale (2,5% del Consumo Interno Lordo).
Ma le potenzialità da sviluppare sono ancora notevoli. Come abbiamo segnalato qui, c’è spazio in Italia per almeno altri 10.000 MW di nuova potenza eolica che, con l’attuale fattore di carico di 1500 – 1600 ore equivalenti garantirebbero altri 15 – 16 TWh di produzione elettrica, che sommati agli attuali 8,5 TWh ci darebbero circa il 7% del Consumo Interno Lordo. Che diventerebbe circa l’8,5% se riuscissimo a installare i futuri impianti in siti mediamente da 2000 ore equivalenti. Incrementando inoltre la produzione fotovoltaica e da biomasse, si potrebbe tranquillamente conseguire quel 12% - 13% ipoteticamente producibile dal nuovo programma nucleare del governo italiano.
Infine, un breve confronto con i paesi leader del settore, Germania e Spagna. La Germania ha 36.500 GWh di produzione nel 2010, e un valore delle ore equivalenti molto vicino a quello italiano, inoltre da qualche anno, nonostante la crescita delle installazioni, la produzione è in calo (probabilmente cominciano ad avere problemi di connessione con la rete elettrica). La Spagna è un caso eccezionale sotto tutti i punti di vista: ha una produzione nel 2010 di quasi 43.000 GWh, circa 2200 ore equivalenti di funzionamento e per ora non sembrano emergere problemi di compatibilità con il sistema elettrico nazionale (un’analisi interessante del “caso” spagnolo potete leggerla qui).
1 commento:
Scusate, ma del Kitegen ci sono notizie?
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