domenica, ottobre 23, 2011

Rapporto sulla ricchezza globale 2011

Qualche mese fa ho scritto un articolo, dal titolo “Povera Italia”, nel quale mettevo in evidenza come il nostro paese, un po’ a sorpresa, occupasse uno dei primi posti al mondo per quanto riguarda un parametro economico, la ricchezza netta, che misura la somma delle attività reali e finanziarie al netto dei debiti, in altre parole il patrimonio mobiliare e immobiliare in possesso degli italiani.

Conviene riprendere l’argomento in occasione della presentazione dell’ultimo Rapporto sulla ricchezza globale 2011 predisposto da Credit Suisse, disponibile sul sito di questa impresa globale nel mercato dei servizi finanziari. E’ uno studio molto interessante che fornisce i dati più aggiornati sulla ricchezza mondiale, sulla sua distribuzione geografica e sulla composizione interna. Potete leggere qui un sintetico ma efficace commento ai contenuti del Rapporto.

Le conclusioni, per quanto riguarda il nostro paese, non si discostano molto da quanto ho già scritto in passato. Ho cercato di sintetizzarle in alcuni grafici che ho elaborato personalmente a partire dai dati disponibili o che ho estratto direttamente dal Rapporto.

Il primo grafico rappresenta la ricchezza netta procapite nei primi trenta paesi al mondo. Possiamo vedere che l’Italia si colloca al 9° posto a livello globale e al 5° posto in Europa (se si esclude la Svizzera che è un paese molto particolare da questo punto di vista), davanti a colossi economici come Stati Uniti, Canada, Giappone, Germania, Regno Unito.

Il secondo grafico rappresenta l’andamento di questo parametro negli ultimi dieci anni, che sembrerebbe disegnare un picco negli ultimi quattro anni, in analogia con altri parametri economici ed energetici che abbiamo esaminato più volte su questo blog.

La tabella allegata, mette a confronto alcuni paesi dal punto di vista di un parametro, l’indice di Gini, che misura la concentrazione della ricchezza nelle fasce della popolazione. Anche in questo caso viene confermato, anzi si rafforza quanto segnalato nel mio precedente articolo, cioè una più equa distribuzione della ricchezza in Italia rispetto a molti altri paesi economicamente sviluppati.

L’ultimo grafico ci fa vedere come si suddivide la torta dei possessori individuali di una ricchezza superiore ai 100.000 dollari. In questa classifica, l’Italia si colloca al 3° posto al mondo, con l’8% della totalità di questi facoltosi detentori di ricchezza.

Infine, è opportuno e utile segnalare il valore assoluto della ricchezza netta italiana, 12.700 miliardi di dollari, pari a più di 9100 miliardi di euro, cioè quasi cinque volte il colossale debito pubblico dello Stato il cui rischio di insolvenza pende come una spada di Damocle sul nostro paese e sullo Stato Sociale.

L’insieme delle considerazioni precedenti ci induce a esporre alcune conclusioni politiche connesse a temi di stretta attualità:

1) Le risorse per abbattere drasticamente il debito pubblico italiano sono disponibili e si possono prelevare dalle enormi ricchezze private accumulate nel nostro paese, grazie all’alacrità e allo spirito di iniziativa di molti nostri concittadini, ma anche alla diffusa infedeltà fiscale che li contraddistingue e che sottrae grandi flussi finanziari alle casse dello Stato, alimentando la spirale perversa del debito pubblico.
2) Gli strumenti per rendere disponibili queste risorse sono, a breve termine, un prelievo patrimoniale sulla fasce più ricche della popolazione e, a livello strategico, una lotta inflessibile all’evasione fiscale (come ho scritto qui).
3) Gli organi di informazione, invece di abbandonarsi quotidianamente al piagnisteo nazionale sulla povertà in aumento, sulla disoccupazione dilagante e sulla precarietà dell’esistenza, farebbero bene invece a rendere pubblici e divulgare anche le informazioni e i rapporti che qui abbiamo illustrato, ma che invece continuano a rimanere sconosciuti ai più.
4) Gli "indignati" dovrebbero capire che proposte come quelle della cancellazione del debito, oltre ad essere velleitarie, controproducenti e sostanzialmente inapplicabili, fanno inconsapevolmente il gioco delle ricchezze private accumulate a scapito di quella collettiva.
5) Le forze politiche dovrebbero finalmente realizzare che, finita l’epoca della continua espansione della spesa pubblica (spesso improduttiva) a sostegno della crescita economica, le uniche politiche economiche sensate nell’attuale contingenza storica sono quelle finalizzate a una redistribuzione dei redditi tra le fasce sociali.

6 commenti:

stefano ha detto...

nella mia stradina di quartiere ormai abbondano i suv e la gente non mi pare preoccupatissima per il futuro..
concordo la sua precisa analisi..ci sono tanti soldi in giro anche se in gran parte derivanti da patrimoni immobiliari ultra-valutati che, in alcuni casi, non valgono neanche un quinto del prezzo di vendita.
Mi permetto di aggiungere che socialmente sarebbe giusto intervenire ad esempio sul problema abitativo, almeno concedendo per legge (è già esistente in realtà per gli affitti in nero..) locazioni a prezzi massimo tre volte il valore di rendita catastale..sarebbe un passo gigante per aiutare chi non arriva a fine mese per chi paga un bilocale 800 euro ogni 30 giorni..magari con lavoro sottopagato o che ha mai evaso un euro..
saluti.
stefano

Daniele ha detto...

Post perfetto.
Anche io avevo letto il rapporto in questione, con questi numeri implacabili che urlano solo una cosa: REDISTRIBUZIONE!

Alla fine dovremmo comprendere e condividere che ogni taglio allo stato sociale, ogni nuovo balzello diventa indirettamente un contributo alla sperequazione.

Sono stanco di sentire la retorica de "abbiamo vissuto sopra le nostre possibilità", "dobbiamo tutti fare i sacrifici": i numeri parlano chiaro, tutto il resto è prendere tempo e cercare di mantenere lo status quo.

fausto ha detto...

Ma la patrimoniale la pagherò solo io, cretino di stipendiato che non ha nascosto nulla al fisco?
E una bella tassina sulle seconde case, il veleno che ha sterminato le giovani famiglie? Tanto per pensare anche ai problemi concreti e non solo alle alchimie della finanza.

Gianni Comoretto ha detto...

Ed intanto il governo sta varando DODICI condoni fiscali, compreso una sanatoria sulle cause pendenti.

Dove posso emigrare?

Anonimo ha detto...

il problema della redistribuzione dei soldi è che se ne avvantaggieranno alla fine sempre i soliti: grande distribuzione, multinazionali, i Ligresti ecc. Poi finita, dopo un pochino di tempo, siamo di punto e accapo, molto probabilmente in condizioni economiche molto, ma molto peggiori. La soluzione c'è, ma tanto non la vuole nessuno, perchè comporterebbe la rinuncia a tutte le cose inutili, a cui siamo abituati, anzi viziati. Un esempio tra tutti: io ho festeggiato l'ultimo compleanno a 10 anni. Sabato sera davanti a casa mia hanno festeggiato un compleanno a 45 anni, con orchestrina e alcol a gogò. Almeno spero solo quello, visto che riuscivano a mala pena a stare in piedi. Credete che ci siano andati controvoglia? Certo sono degli alienati, ma così li vuole il business as usual e così li ha formati: poca materia grigia e tanta prepotenza. D'altronde, come mi disse un'anziana signora, la ricchezza fa diventare cattivi. Che avesse ragione?

mauriziodaniello ha detto...

Perché mi puzza che quei dati siano il riporto nel 2011 e non una statistica precisa???
Risulta più o meno uguale ogni anno mentre la situazione è cambiata e questo si vede!

Ciao