Scritto da Luca Pardi
“Tutta l'educazione è educazione ambientale. Da ciò che viene incluso o escluso allo studente viene insegnato di essere parte o di essere separato dal mondo naturale. Insegnare economia, ad esempio, senza riferimenti alle leggi della termodinamica e dell'ecologia, è insegnare comunque un'importante lezione ecologica: e cioè che la fisica e l'ecologia non hanno nulla a che fare con l'economia. Il ché è semplicemente totalmente errato”.[1]
Questo brano è tratto dal libro di David W. Orr intitolato ""Earth in Mind”, un libro interamente incentrato sull'educazione e ai rapporti fra questa e il modo in cui viviamo su questo pianeta.
Su questo tema dell'educazione come educazione ecologica in molti hanno detto cose importanti già da molti anni, basterebbe rileggere Ivan Illich con il suo “Descolarizzare la società” che già quarant'anni fa denunciava il fallimento della scolarizzazione quantitativa forzata, fornita come se fosse una merce. Anche il linguaggio si è ormai adattato a questo cliché. Si parla di “Offerta Formativa” e si fa la pubblicità delle scuole come fossero aziende produttrici di merci di consumo.
La cultura e l'educazione come la maggior parte della spesa pubblica dovrebbero essere sottratte all'economia, invece sono contabilizzate come se fossero prodotti di mercato, cioè merci. [2]
L'appiattimento che ne deriva è visibile soprattutto nella noia mortale che prevale fra gli studenti di ogni grado, con l'eccezione delle scuole materne e, in parte, dei primi anni delle elementari quando i cuccioli sono ancora aperti e curiosi e, forse, non si pretende da loro che si riempiano di nozioni in modo totalmente passivo. Forse anche prima che le loro menti siano definitivamente plasmate al ribasso dal flusso di idiozia debilitante dei media.
Lungi dall'essere diventata, almeno nei paesi di antica industrializzazione, un mezzo di mobilità sociale, l'educazione è diventata un metodo di controllo e di appiattimento generale ed omologazione al paradigma o ai paradigmi dominanti in cui si confonde insegnamento e apprendimento, promozione e istruzione, diploma e competenza, facilità di parola e capacità di dire qualcosa di nuovo. [3]
L'appiattimento, completato dalla televisione, prepara l'universalizzazione della figura del consumatore come versione post-moderna del cittadino, (nella politica, un residuo di pudore democratico ha indotto l'uso del termine: cittadino- consumatore) e rende molto difficile il nostro compito di informazione, educazione, divulgazione sui temi dell'energia, delle risorse e dell'ambiente.
Il modo specifico in cui ASPO-Italia ha sempre agito è anti-accademico per eccellenza, attraverso la comunicazione informale, i contatti con movimenti che si muovono nella società, l'uso di internet e la capacità comunicativa dei nostri membri in tutti gli ambiti possibili dalle scuole alle università, dai circoli ARCI, alla televisione [4]. In questo modo il nostro messaggio ha seguito percorsi insospettabili e inattesi giungendo anche molto in profondità nella nostra società.
Per questo oggi sono contento di annunciare che un nostro valente divulgatore, un non accademico per eccellenza, un operaio della divulgazione che ha parlato dei problemi dell'energia in centinaia di scuole del nord-est e in molte altre occasioni, Mirco Rossi, entra a far parte del nostro comitato scientifico. Mirco, autore di un libro sull'energia, che è arrivato oggi alla seconda edizione [5] ha svolto l'attività di divulgatore sui problemi dell'energia da ormai due decenni, prima come dipendente ENEL e poi, reinventandosi dopo la pensione, come divulgatore indipendente, come ama definirsi. Ha 67 anni ed è membro di ASPO- Italia dal 2008.
La divulgazione ha un ruolo essenziale nel tenere accesa la speranza che sia possibile adattarsi al cambiamento. Come dicevo sopra, l'educazione scolastica è una catastrofe e non prepara i nostri figli a capire la rapida trasformazione del mondo in cui li abbiamo messi, meno ancora aiuta i figli dei poveri che non hanno nemmeno più la fortuna di avere in casa l'antica sapienza operaia o la proverbiale saggezza contadina.
Prendiamo un campione di voci da cercare in internet attraverso un motore di ricerca. Ve le propongo nella lista che segue compilata usando google. Peak oil: (12 milioni di hits), Sampdoria (18), Johann Sebastian Bach (27) sex and the city (110) climate change (115), Iphone5 (506), ipad (1330). Per quanto incompleto possa essere un test del genere da un'idea del livello di priorità che ha il pubblico prevalentemente giovane e istruito di internet. Non molto incoraggiante per noi.
In questa situazione si deve saper comunicare in modo semplice e immediato concetti difficili, una persona come Mirco, un operaio della divulgazione, che proprio per il fatto di non essere accademico, ma essersi costruito da solo è prezioso per dare un taglio meno parruccone ai nostri sforzi di diffusione della cultura scientifica sui temi dell'ambiente, delle risorse e dell'energia in particolare. Cioè, come dice Orr, su tutto.
[1] David W. Orr. Earth in Mind. On Education, Environment, and the Human Prospect. 2004
http://books.google.com/books/about/Earth_in_mind.html?id=Oy9IGO5ZdaUC
[2] Geminello Alvi. Il Capitalismo. Verso l'ideale cinese”. Marsilio editori. 2011.
[3] Ivan Illich. Descolarizzare la società. 1970. http://www.altraofficina.it/ivanillich/
[4] Luca Mercalli. http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-33f7e163-40de-4636-b9df-83e1068d423b.html
[5] Mirco Rossi. Energia e Futuro. Le Opportunità del Declino. http://www.ibs.it/code/9788830718739/rossi-mirco/energia-futuro-opportunitagra.html
Questo brano è tratto dal libro di David W. Orr intitolato ""Earth in Mind”, un libro interamente incentrato sull'educazione e ai rapporti fra questa e il modo in cui viviamo su questo pianeta.
Su questo tema dell'educazione come educazione ecologica in molti hanno detto cose importanti già da molti anni, basterebbe rileggere Ivan Illich con il suo “Descolarizzare la società” che già quarant'anni fa denunciava il fallimento della scolarizzazione quantitativa forzata, fornita come se fosse una merce. Anche il linguaggio si è ormai adattato a questo cliché. Si parla di “Offerta Formativa” e si fa la pubblicità delle scuole come fossero aziende produttrici di merci di consumo.
La cultura e l'educazione come la maggior parte della spesa pubblica dovrebbero essere sottratte all'economia, invece sono contabilizzate come se fossero prodotti di mercato, cioè merci. [2]
L'appiattimento che ne deriva è visibile soprattutto nella noia mortale che prevale fra gli studenti di ogni grado, con l'eccezione delle scuole materne e, in parte, dei primi anni delle elementari quando i cuccioli sono ancora aperti e curiosi e, forse, non si pretende da loro che si riempiano di nozioni in modo totalmente passivo. Forse anche prima che le loro menti siano definitivamente plasmate al ribasso dal flusso di idiozia debilitante dei media.
Lungi dall'essere diventata, almeno nei paesi di antica industrializzazione, un mezzo di mobilità sociale, l'educazione è diventata un metodo di controllo e di appiattimento generale ed omologazione al paradigma o ai paradigmi dominanti in cui si confonde insegnamento e apprendimento, promozione e istruzione, diploma e competenza, facilità di parola e capacità di dire qualcosa di nuovo. [3]
L'appiattimento, completato dalla televisione, prepara l'universalizzazione della figura del consumatore come versione post-moderna del cittadino, (nella politica, un residuo di pudore democratico ha indotto l'uso del termine: cittadino- consumatore) e rende molto difficile il nostro compito di informazione, educazione, divulgazione sui temi dell'energia, delle risorse e dell'ambiente.
Il modo specifico in cui ASPO-Italia ha sempre agito è anti-accademico per eccellenza, attraverso la comunicazione informale, i contatti con movimenti che si muovono nella società, l'uso di internet e la capacità comunicativa dei nostri membri in tutti gli ambiti possibili dalle scuole alle università, dai circoli ARCI, alla televisione [4]. In questo modo il nostro messaggio ha seguito percorsi insospettabili e inattesi giungendo anche molto in profondità nella nostra società.
Per questo oggi sono contento di annunciare che un nostro valente divulgatore, un non accademico per eccellenza, un operaio della divulgazione che ha parlato dei problemi dell'energia in centinaia di scuole del nord-est e in molte altre occasioni, Mirco Rossi, entra a far parte del nostro comitato scientifico. Mirco, autore di un libro sull'energia, che è arrivato oggi alla seconda edizione [5] ha svolto l'attività di divulgatore sui problemi dell'energia da ormai due decenni, prima come dipendente ENEL e poi, reinventandosi dopo la pensione, come divulgatore indipendente, come ama definirsi. Ha 67 anni ed è membro di ASPO- Italia dal 2008.
La divulgazione ha un ruolo essenziale nel tenere accesa la speranza che sia possibile adattarsi al cambiamento. Come dicevo sopra, l'educazione scolastica è una catastrofe e non prepara i nostri figli a capire la rapida trasformazione del mondo in cui li abbiamo messi, meno ancora aiuta i figli dei poveri che non hanno nemmeno più la fortuna di avere in casa l'antica sapienza operaia o la proverbiale saggezza contadina.
Prendiamo un campione di voci da cercare in internet attraverso un motore di ricerca. Ve le propongo nella lista che segue compilata usando google. Peak oil: (12 milioni di hits), Sampdoria (18), Johann Sebastian Bach (27) sex and the city (110) climate change (115), Iphone5 (506), ipad (1330). Per quanto incompleto possa essere un test del genere da un'idea del livello di priorità che ha il pubblico prevalentemente giovane e istruito di internet. Non molto incoraggiante per noi.
In questa situazione si deve saper comunicare in modo semplice e immediato concetti difficili, una persona come Mirco, un operaio della divulgazione, che proprio per il fatto di non essere accademico, ma essersi costruito da solo è prezioso per dare un taglio meno parruccone ai nostri sforzi di diffusione della cultura scientifica sui temi dell'ambiente, delle risorse e dell'energia in particolare. Cioè, come dice Orr, su tutto.
[1] David W. Orr. Earth in Mind. On Education, Environment, and the Human Prospect. 2004
http://books.google.com/books/about/Earth_in_mind.html?id=Oy9IGO5ZdaUC
[2] Geminello Alvi. Il Capitalismo. Verso l'ideale cinese”. Marsilio editori. 2011.
[3] Ivan Illich. Descolarizzare la società. 1970. http://www.altraofficina.it/ivanillich/
[4] Luca Mercalli. http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-33f7e163-40de-4636-b9df-83e1068d423b.html
[5] Mirco Rossi. Energia e Futuro. Le Opportunità del Declino. http://www.ibs.it/code/9788830718739/rossi-mirco/energia-futuro-opportunitagra.html
10 commenti:
Auguri al sig. Rossi allora.
Anche perché se aspettiamo che la divulgazione ambientale la facciano le istituzioni stiamo freschi.
Da una parte ti fanno il byke sharing e dall'altro ti fanno le aperture domenicali dei centri commerciali.
Cioè da un lato provi a ridurre l'inquinamento e dall'altra lo aumenti col traffico veicolare.
Schizofrenia pura.
Forse, solo un'educazione collettiva potrà cambiare questo stato di cose.
Aggiungerei che si deve cominciare dai più piccoli.
Goebbels (ministro nazista della propaganda): una bugia detta una volta è una bugia, detta milioni di volte è una verità. Caro Luca, non vorrei essere al tuo posto, ma anche se non otterrai i risultati sperati vivrai e tra tanti anni, visto che sei giovane, morirai con la coscienza a posto, il che non è poco. Per mia esperienza posso dire che argomenti come il peak oil suscitano più che altro reazioni negative ed incredulità. Spero che il tuo lavoro sia proficuo e ci porti ad una società migliore. I miei migliori auguri.
Caro Simone Martini, il suo discorso sul debito e la spesa per educazione e ricerca è andato un po' fuori tema rispetto all'opinione che ho espresso usando le parole di Alvi, che mi hanno ricordato quelle di Illich. Lei mi presenta poi un'altra citazione di Alvi che io non ho usato. Meccanismo singolare questo anche se eventualmente non fossi d'accordo con la citazione da lei riportata potrei sempre concordare o no con Alvi su mille altre cose.
Che si spenda 50 G o 50 T euro, quando sento parlare di offerta formativa e prodotti della ricerca mi vengono gli sfoghi sulla pelle. E' vero che l'economicizzazione del nostro modo di vita non è ne di destra nè di sinistra, è semplicemente uno dei modi in cui siamo stati rapiti in un mondo che a non tutti piace. Se a lei piace e pensa che sia semplicemente necessario razionalizzarlo con una bella nuova riforma (quante ne ho viste e quanto ne ho sentito parlare di riforme di questo e di quello) le faccio i miei migliori auguri. Il finalino su Goebbels non l'ho capito: è una minaccia o un avvertimento? La citazione di Mago non era un apprezzamento del ministro nazista, quindi ricordare la fine che ha fatto è fuori luogo.
Caro Martini,
lei mi sta parlando di una ulteriore crescita dello Stato con la sua lista di cose che si potrebbero fare con i 100 Geuro. Sinceramente fra lei e Alvi preferisco Alvi perché come Aldous Huxley non amo il Grande Governo come non amo la Grande Impresa. Tutto ciò che è grande e grosso finisce sempre nelle mani di un'oligarchia totalitaria.
Non si inquieti su Goebbels la frase del gerarca nazista è ben nota e rappresenta uno dei capisaldi della propaganda dei regimi dispotici. Non serviva nè a me nè a Mago per sostenere che Goebbels fosse un ganzo, ma al contrario per dire quanto sia facile manipolare le nostre opinioni con una propaganda ben congegnata. I pubblicitari che fottono il cervello della quasi totalità di noi (in un modo o in un altro) lo sanno bene.
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