venerdì, aprile 09, 2010

Istruzioni per guidare il vostro elefante



Esce su "The Oil Drum" un post di Ugo Bardi che usa la metafora dell'elefante per discutere il problema del controllo dei sistemi complessi. L'idea dell'analogia con gli elefanti viene da un racconto di Kipling, "Toomai degli Elefanti", molto bello e ancora da leggere.

I sistemi complessi hanno la caratteristica di reagire spesso in modo inaspettato alle perturbazioni esterne. Non è detto che l'elefante sia contento di andare dove il conduttore vuole che vada e potrebbe anche reagire molto male. Questo tipo di reazione la vediamo bene quando si cerca di dirigere sistemi complessi come l'economia mondiale, in relazione sia all'esaurimento delle risorse sia al cambiamento climatico. C'è stato chi ha provato a proporre dei modi per sterzare il sistema verso direzioni che non portano alla catastrofe, ma la reazione è stata molto aggressiva. Lo abbiamo visto nel caso della storia dei "Limiti dello Sviluppo" e lo vediamo oggi in forma ancora più aggressiva nel caso dell'attacco alla scienza del clima.

Quindi, dirigere i sistemi complessi (e anche gli elefanti) rimane una cosa molto difficile. Tuttavia, stiamo imparando molte cose dal tempo in cui Wiener aveva proposto la nuova scienza che lui aveva chiamato "cibernetica". Più tardi, Jay Forrester aveva sviluppato la sua idea dei "punti critici" o "punti leva" del sistema, dove si poteva intervenire con minimo sforzo per modificare il comportamente del sistema. Non è detto che nel futuro non ci si possa mettere daccordo per intervenire nel modo giusto su questi punti leva. Per il momento, purtroppo, continua la tendenza a azionare le leve in modo tale da ottenere l'effetto opposto a quello voluto.

L'articolo completo di Ugo Bardi si trova a questo link.

Da leggere anche l'articolo di Donella Meadows sui punti critici dei sistemi a questo link

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Ringrazio il consorzio  Costellazione Apulia per avermi dato la possibilità di fare questa presentazione sugli elefanti in un ambiente amichevole e stimolante all'incontro "Raccontami una Storia" in Martina Franca, il 19 Marzo 2010.

2 commenti:

Giancarlo ha detto...

Segnalo al riguardo le recenti applicazioni della Viability Theory all'analisi delle dinamiche del sistema complesso clima-economia. Per maggiori informazioni si veda il capitolo 5 in "The coupling of climate and economic dynamics: essays on integrated assessment" edito da Alain Haurie e Laurent Viguier.

Paolo Marani ha detto...

Se i sistemi dinamici ipercomplessi fossero approssimabili e linearizzabili nell'intorno dell'epoca in cui viviamo, sarebbe possibile in via teorica utilizzare il "principio di sovrapposizione degli effetti", in modo da verificare l'andamento delle sue grandezze fondamentali al variare dello stimolo, e decidere pertanto se ognuna di loro singolarmente (le leve) portano nella direzione giusta o meno.

Purtroppo, non solo i sistemi complessi sono altamente non lineari in presenza di limiti (come sostenuto ne i limiti dello sviluppo), ma i loro ritardi intrinsechi NON PERMETTONO di isolare le risposte alle singole sollecitazioni, rendendo impossibile capire la direzione del sistema ANCHE se fosse linearizzabile nell'intorno desiderato.

Siamo come nella condizione di un condottiero di elefante che ha in mano 1000 briglie, e non sapendo esattamente cosa servono si mette a tirarle tutte contemporaneamente.

Non trovo difficoltà a capire come sia possibile per l'elefante, in queste condizioni, assumere comportamenti del tutto repentini e bizzarri.

Dobbiamo sceglere le leve giuste usando la logica e non l'esperienza, rendere trasparente il sistema per studiarne in maniera "preventiva" i possibili meccanismi. Un sistema di controllo "speculativo" anzichè "adattativo".

Magari si corre il rischio di sbagliare, ma non di più di un bimbo che spinge pulsanti pressochè a caso come stiamo facendo ora.