martedì, aprile 19, 2011

La disfatta nucleare

La notizia dell’ultima ora riguarda l'abrogazione da parte del governo delle norme previste per la realizzazione di impianti nucleari nel Paese. Si tratta di un emendamento che recita: "Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche mediante il supporto dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione Europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare”.

Questo provvedimento, con ogni probabilità, impedirà di votare a giugno per lo specifico referendum abrogativo. I referendari hanno protestato non senza qualche ragione contro un’operazione politicamente spregiudicata che probabilmente ha anche l’obiettivo di depotenziare gli altri quesiti referendari, tra cui quello sul legittimo impedimento.

Ma si tratta in effetti di una vittoria su tutto il fronte del movimento antinucleare, in quanto non solo si supera la moratoria di un anno precedentemente stabilita, ma di fatto, rinviando sine die la decisione sulla scelta nucleare, questo governo, che al massimo ha solo due anni di legislatura davanti a sé, rinuncia definitivamente a una scelta energetica fino a pochi mesi fa ritenuta strategica per il paese.

Nella decisione hanno pesato sicuramente Fukushima, il probabile superamento del quorum al referendum certificato dai sondaggi, ma a mio parere anche una presa d’atto in alcuni settori del governo dell’impraticabilità economica e industriale del programma nucleare previsto.

Proprio oggi, il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, nel corso di una audizione al Parlamento europeo davanti alla Commissione Affari costituzionali ha affermato riguardo al nucleare, ''fatti tutti i conti dei costi e delle prospettive'' quello attuale è ''il momento per un passaggio storico, di ragionare su una versione applicata del vecchio e glorioso piano Delors: investire in piani di investimento per le ricerche alternative, anche combinandole con la nuova struttura geopolitica del Mediterraneo''. La questione del nucleare, ha insistito, ''occupa la lunga durata, non si ferma ai confini. Su questo il trattato è poco preciso. Credo che una riflessione economica e non solo tecnica sul nucleare debba essere fatta''

Questo ripensamento è probabilmente legato al sostanziale fallimento economico del nuovo reattore nucleare francese di terza generazione denominato EPR (Reattore Europeo ad acqua in Pressione) che il governo aveva adottato per il proprio programma nucleare, certificato dal raddoppio (per ora) dei costi preventivati di costruzione delle centrali di Olkiluoto in Finlandia e Flamanville in Francia, dai contenziosi in atto con i committenti anche in materia di sicurezza, dai tempi di costruzione lievitati rispetto a quelli programmati. Ma deve aver inciso anche un po’ il rischio emerso nella recente riunione dei Ministri economici di ripartire tra tutti gli Stati dell’Unione le enormi spese per lo smantellamento delle centrali nucleari europee (si parla di 130 miliardi di euro) che irresponsabilmente non sono state contabilizzate nei conti economici delle centrali esistenti.

6 commenti:

Luca Melchiorri ha detto...

"Tuttavia va detto che, al momento, il Governo ha presentato un emendamento a un decreto legge che, per diventare legge dello Stato, deve essere definitivamente convertito prima dal Senato e poi dalla Camera senza modifiche, e quindi deve essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale: tutto questo non avverrà prima del 20 o 25 maggio. Quindi una prima considerazione è che bisogna mantenere elevata l’attenzione sul referendum fino a quando non ci sarà la certezza della effettiva cancellazione e per evitare sorprese all’ultimo minuto." - il Fatto Quotidiano

La questione credo di risolva tutta qui: prima di cantar vittoria aspetto il 20-25 maggio.

http://goo.gl/CIIJd

Unknown ha detto...

Mi piacerebbe sapere cosa pensa questo blog delle affermazioni di Gianni Lannes riguardo lo smaltimento dei rifiuti tossici in Italia.

Anonimo ha detto...

Volevo segnalare che qualche giorno fa è andata in onda su RAI News 24 un'inchiesta a proposito della fusione fredda (forse meglio chiamarle "reazioni nucleari a bassa energia"). Con questo termine però è stato inteso un ventaglio di applicazioni e non solo quella classica ricordata dall'esperimento di Fleischmann e Pons.
In questi più di 20 anni la ricerca è avanzata e sembra che siamo vicini all'industrializzazione di un processo da parte della Promete srl, usare un sistema del genere per dissociare molecole del percolato delle discariche.
Comunque se volete vedervi l'inchiesta si trova qui
http://www.rainews24.rai.it/it/canale-tv.php?id=22918

Per la seconda parte cliccate al fondo della pagina su GUARDA LA SECONDA PARTE.
Intervengono il professore Yogendra Srivastava del dipartimento di fisica dell'Università di Perugia, il ricercatore della Promete Srl Roberto Germano, il Vice Presidente dell'ISCMNS Francesco Celani, il professore di ingegneria strutturale al Politecnico di Torino Alberto Carpiteri e il fisico teorico Emilio Del Giudice.

Nelle fonti energetiche alternative potremmo inserire anche queste?

Paolo Marani ha detto...

Io ci andrei un po cauto sulle reali volontà del governo di abbandonare la scelta del nucleare.

Che la mossa di nascondere la testa nella sabbia a proposito di nucleare sia stata ispirata dai recenti sondaggi sui risultati delle elezioni amministrative mi sembra ovvio. L'idea poi approfittare dell'occasione per boicottare gli altri referendum mi sembra pure verosimile.

Ma sul fatto che, vista la durata della legislatura di appena due anni, si possa mettere una pietra sopra alle velleità nucleariste, io non sono molto convinto.

C'è tutto il tempo per STIPULARE CONTRATTI con i Francesi, come regalino per il prossimo governo, che dovrà poi per forza onorarli oppure sopportare grosse penali.

Quello che mi spaventa è la mela avvelenata che potrebbero lasciarci in eredità, non i loro voltafaccia in se.

Mia ha detto...

L'articolo mi ha fatto ricordare un vero padre spirituale del movimento antinuclearista nei paesi di lingua tedesca.Insieme a Jungk c'è stato Holger Strohm, ancora vivo ed attivo, ma ha dovuto emigrare.
Un articolo di Giorgio Nebbia del 2005 illumina la figura di Jungk.

Nebbia scrive in quella recensione del lavoro di Jungk:


“Ma la storia degli scienziati atomici insegna chiaramente che bisogna sempre chiedersi quanto c’è di morale nelle decisioni che uno studioso, un amministratore, un soldato, un imprenditore, un lavoratore, decidono di, o sono costretti a, prendere.
Nel filone di questo invito a interrogarsi sulle conseguenze morali del “progresso” rientra un altro libro di Robert Jungk, “Lo stato atomico”, scritto con grande passione per indicare le conseguenze politiche e ecologiche della diffusione delle centrali nucleari. Inevitabilmente un paese che affronta l’avventura nucleare, sia militare sia nella costruzione dei reattori commerciali, deve avere un governo autoritario, deve sottostare a rigide regole di segreti. “

Penso che le riflessioni di Jungk siano attualissimi.


http://www.fondazionemicheletti.it/altronovecento/articolo.aspx?id_articolo=10&tipo_articolo=d_persone&id=38

@Pippolilo

Del GIUDICE alla mia domanda sul nucleare del futuro mi ha risposto: Nessun tipo di nucleare, perché sarà sempre al servizio della logica militare.

Vede il futuro nell ' Acqua. Questo onestamente mi ha lasciato di stucco e devo indagare su cosa voleva dire.

Comunque le ultime dall'Italia pare che abbiano attenzione all' estero, ma poca da noi.

http://nextbigfuture.com/2011/04/swedish-researchers-confirm-rossi-and.html

Gianni Comoretto ha detto...

Una domanda tecnico-legale. In teoria una abrogazione delle norme oggette a referendum, sia per opera del referendum che per intervento legislativo, impedisce alle stesse di essere riproposte per 5 anni.
Che vincoli concreti esistono oggi? Cosa può essere riproposto (prima di 5 anni)?

Sulla fusione fredda, diciamo che quando ci sarà un sistema industriale se ne riparla. Siccome sono 20 anni che l'industrializzazione di un sistema LENR viene annunciata entro un paio d'anni mi permetto di essere scettico.