Sono di ritorno da alcuni giorni in Marocco, dove ho partecipato a una riunione dedicata al progetto RAMSES, il veicolo elettrico agricolo. I colleghi del CDER (centro per lo sviluppo delle energie rinnovabili) mi hanno anche portato a spasso a vedere diverse realizzazioni che hanno fatto per la sostenibilità. Vi passo qualche foto con brevi commenti.
Il souk della Medina di Marrakesh. Da una visita di qualche anno fa, mi ricordavo i commercianti del luogo come persone cortesi e raffinate con le quali era un piacere trattare. Quest'anno, li ho trovati molto più aggressivi - decisamente troppo. La crisi colpisce tutti, ma in primo luogo quelli che dipendono dal turismo.
Nonostante la forte turisticizzazione della Medina, gli abitanti mantengono notevoli capacità artigianali. Questo signore lavora il legno con un tornio a piede che probabilmente è una tecnologia che esiste da secoli.
Nonostante la confusione e il rumore, sui tetti della Medina nidificano le cicogne. L'ambiente non deve essere troppo inquinato, evidentemente.
Su un giornale di Marrakesh, l'autore se la prende con il governo Italiano accusato di razzismo e di sfruttare il lavoro degli immigrati Magrebini. Dice che gli Italiani non si ricordano più di quando erano loro gli emigranti poveri negli Stati Uniti. Non gli si possono dare proprio tutti i torti.
Nonostante gli articoli sui giornali, non proprio favorevoli agli italiani, l'ospitalità Marocchina rimane una cosa straordinaria. Per esempio, ho domandato a un collega, uno dei tecnici del CDER, dove potevo andare a mangiare un buon couscous. Lui mi ha risposto "ti ci porto io" e mi ha portato a casa sua dove mi ha offerto un couscous fatto in casa che era una cosa favolosa. Lo vedete nella foto qui sopra.
L'hammam "ecologico" di Attauia, circa 100 km a nord di Marrakesh. E' una realizzazione del CDER che ha apportato delle migliorie a un hammam esistente per diminuire il consumo di legna. Questo è l'ingresso; molto tipico di questi bagni pubblici. Ci sono circa 5000 hammam pubblici in tutto il Marocco e consumano una quantità di legna non trascurabile per un paese che ha gravi problemi di erosione.
Mi dispiace di non potervi far vedere l'interno dell'hammam di Attaouia ma, ovviamente, non sarebbe stato il caso di fare delle foto mentre c'era gente che si lavava. Però ho trovato su internet un'immagine che ci somiglia molto (link). Come vedete è un ambiente molto rilassato e tranquillo.
In compenso, vi posso far vedere il proprietario dell'Hammam di Attaouia (col caffetano blu), il suo segretario (col caffetano marrone) e il sottoscritto (senza caffetano). Molto gentilmente, mi hanno invitato a pranzo e quello che vedete dietro, è l'ingresso del ristorante.
Questa che vedete è la caldaia a legna che alimenta il boiler dell'acqua dell'hammam. Un semplice intervento di isolamento termico delle pareti della caldaia ha permesso di risparmiare molta legna
Qui vedete l'impianto a pannelli solari sul tetto dell'Hammam, realizzato dal CDER. In estate, i pannelli sono sufficienti da soli per scaldare l'acqua e la caldaia può essere spenta. In primo piano, Jerzy Karlowski, ricercatore dell'IBMER (istituto per la meccanizzazione e l'elettrificazione dell'agricoltura) di Poznan, in Polonia. IBMER è uno dei partners del progetto RAMSES.
Il parco eolico di Amoghduil, vicino a Essaouria, sulla costa. Il Signore ha benedetto il Marocco con tanto vento e tanto sole. Qui, c'è un bellissimo parco eolico di 71 turbine Gamesa per un totale di 60 MW di potenza massima. Mi hanno detto che il parco viaggia alla massima potenza per il 48% del tempo. Allahu akbar!
Il deserto alle porte del Sahara, vicino a Ouarzazate. A differenza dell'erosione delle montagne dell'Atlante, questo deserto è sostanzialmente "naturale" e risale al cambiamento climatico dell'inizio dell'Olocene, circa 10,000 anni fa.
L'antica kasbah di Ouarzazate. Architettura adattata al clima locale, con i muri spessi e le finestre piccole, dentro (si può visitare) ci si sta che è una meraviglia anche senza aria condizionata.
Per finire, un bel tramonto sull'Atlantico, davanti a Essaouira.
5 commenti:
grazie per questo interessantissimo documentario Ugo.
L'idea di sfruttare il sole nella stagione favorevole è di importanza cruciale nei paesi nordafricani, allo scopo di ridurre al minimo l'ipersfruttamento delle già scarse risorse legnose, dando loro delle chances di ripresa e autorinnovabilità.
E' lo stesso discorso delle cucine solari.
Chase the sun ... :-)
http://www.youtube.com/watch?v=jfxUn1PjoLQ
Il Marocco l'ho girato in lungo e in largo in moto un paio di volte...posti stupendi e bravissima gente...quanta nostalgia.
… che i tramonti sono impossibili da fotografare. Anche una pellicola da 70 mm nulla può. Non rendono. La potenza della natura non è riproducibile. Tutt'al più è rappresentabile. Forse solo Van Gogh, con la sua pittura, è riuscito ad esprimere quest'intensità.
Importanti gli strali sulla legna, che alla fine si mostra essere una risorsa molto meno rinnovabile di quanto si possa credere.
I problemi sottolineati per il Marocco si sono verificati anche nel nord Italia.
fausto
il marocco deve essere semplicemente SPLEN-DI-DO. Avevo pensato di andarci diverse volte e in diverse vie (sfacchinata in macchina Milano-Tangeri, crociera, interrail con tappa extra) poi per un motivo o per l'altro ho sempre rimadato. Quest'estate dovrei riuscire a risparmiare qualcosa aderendo all'iniziativa Lovable, che fa viaggiare in due al prezzo di uno. Quello che risparmio potrei pensare di reinvestirlo in un'esperienza così
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