Consiglio di Amministrazione RFI (Rete Ferroviaria Italiana)
Presidente: Luigi Lenci
Amministratore Delegato: Michele Mario Elia
Consiglieri: Dario Lo Bosco, Vittorio De Silvio, Barbara Morgante
Amministratore Delegato: Michele Mario Elia
Consiglieri: Dario Lo Bosco, Vittorio De Silvio, Barbara Morgante
Consiglio di Amministrazione Trenitalia
Presidente: prof. Innocenzo Cipolletta
Amministratore Delegato: ing. Mauro Moretti
Consiglieri: ing. Clemente Carta, prof. Paolo Baratta, dott. Antimo Prosperi
Questi sono i componenti del Consiglio di Amministrazione di RFI e Trenitalia, principali responsabili della catena di disservizi che ha investito il sistema ferroviario italiano nei giorni di maltempo di questo fine 2009, e che ha provocato una serie di gravi e insopportabili disagi ai viaggiatori. Per questo motivo, in un paese normale, essi sentirebbero il dovere morale di rimettere il proprio mandato a chi li ha nominati, ma statene certi, non lo faranno, né chiederà conto dei loro errori nessuno dei partiti i cui rappresentanti siedono in Parlamento, perché sono essi stessi che li hanno indicati secondo le consuete logiche di spartizione partitocratriche.
Tra i compiti di RFI c’è quello di “assicurare la piena fruibilità ed il costante mantenimento in efficienza delle linee e delle infrastrutture ferroviarie” e di “destinare gli investimenti al potenziamento, all’ammodernamento tecnologico e allo sviluppo delle linee e degli impianti ferroviari”. Questi compiti derivano dal Decreto Legislativo n. 188/2003 che regola i rapporti con lo Stato concessionario del servizio, nell’ambito delle direttive comunitarie che impongono la separazione del Gestore della Rete dal produttore dei servizi di trasporto. Questo processo di liberalizzazione non poteva che essere gestito in maniera tutta italiana. Infatti sono state istituite due società ma, incredibilmente, esse fanno parte entrambe dello stesso gruppo “Ferrovie dello Stato”. Quindi, RFI concede a Trenitalia, cioè a se stessa, l’uso delle infrastrutture ferroviarie. Ma tralasciamo per il momento questo particolare per niente trascurabile, per concentrarci sull’inefficienza della società che, come è noto a tutti gli utenti del servizio ferroviario, non è in grado di mantenere in efficienza le linee nei periodi normali, figuriamoci quando c’è la neve e fa un po’ più freddo. Uno Stato normale, avrebbe revocato da tempo l’affidamento della concessione, per assegnarla a un soggetto più affidabile, ma come sapete, noi non viviamo in uno Stato normale.
Quanto a Trenitalia, l’Ad Moretti non aveva finora lavorato male, ma la gestione dell’ultima emergenza è stata fallimentare, con la ciliegina sulla torta del consiglio ai viaggiatori di portarsi cibo e coperte sui treni e la giustificazione che negli altri paesi europei si sarebbero verificati gli stessi disagi. Il primo consiglio è in grado di darlo al proprio figliolo, senza essere pagata lautamente come Moretti, qualsiasi mamma. La giustificazione è alquanto opinabile e tendenziosa, perché basta perdere un po’ di tempo a navigare sui siti dei giornali europei per accorgersi che da nessuna parte, con eccezione del grave guasto nel tunnel sotto la Manica, sembra si siano verificati disservizi minimamente paragonabili a quelli italiani. Solo in Francia, ci sono state alcune soppressioni di treni regionali, non per il freddo, ma per alcuni grève, scioperi dei ferrovieri.
In linea teorica, in futuro le cose potrebbero migliorare con l’avvio della liberalizzazione dei fornitori del servizio nazionale di trasporto, con l’ingresso dal 2011, nel mercato ferroviario dell’Alta Velocità, di NTV, azienda partecipata da alcuni imprenditori nazionali, ma soprattutto dalla Société Nationale des Chemins de Fer (SNCF), l’Azienda pubblica dei trasporti nazionali francesi. Soggetto potenzialmente in grado, per competenza e capacità gestionali, di offrire un servizio nettamente più efficiente di Trenitalia. Però a patto che lo Stato risolva il paradossale conflitto di interessi tra il gestore della rete e uno dei competitori produttori del servizio di trasporto e garantisca il funzionamento delle infrastrutture ferroviarie su cui dovranno viaggiare contemporaneamente i treni di Trenitalia e NTV.
Per quanto riguarda il trasporto regionale che, come è noto a pochi, è stato completamente delegato alle Regioni, solo la governatrice del Piemonte, Mercedes Bresso, ha avuto il “coraggio” di mettere a gara il servizio di trasporto sulle linee regionali, gli altri governatori lo hanno di nuovo affidato a Trenitalia. Quindi gli strepiti politici di alcuni di loro contro i disservizi di questi giorni mi sembrano poco comprensibili e giustificabili.
Infine, per il trasporto su ferro locale, ho indicato in questo mio precedente articolo una possibile soluzione, basata dal punto di vista tecnologico sull’utilizzo dei moderni tram-treno e per quanto riguarda la gestione, nuovamente su ampie dosi di liberalizzazione del servizio tramite il meccanismo del project financing. Cioè con l’affidamento attraverso una procedura di gara della realizzazione e gestione del servizio.
Presidente: prof. Innocenzo Cipolletta
Amministratore Delegato: ing. Mauro Moretti
Consiglieri: ing. Clemente Carta, prof. Paolo Baratta, dott. Antimo Prosperi
Questi sono i componenti del Consiglio di Amministrazione di RFI e Trenitalia, principali responsabili della catena di disservizi che ha investito il sistema ferroviario italiano nei giorni di maltempo di questo fine 2009, e che ha provocato una serie di gravi e insopportabili disagi ai viaggiatori. Per questo motivo, in un paese normale, essi sentirebbero il dovere morale di rimettere il proprio mandato a chi li ha nominati, ma statene certi, non lo faranno, né chiederà conto dei loro errori nessuno dei partiti i cui rappresentanti siedono in Parlamento, perché sono essi stessi che li hanno indicati secondo le consuete logiche di spartizione partitocratriche.
Tra i compiti di RFI c’è quello di “assicurare la piena fruibilità ed il costante mantenimento in efficienza delle linee e delle infrastrutture ferroviarie” e di “destinare gli investimenti al potenziamento, all’ammodernamento tecnologico e allo sviluppo delle linee e degli impianti ferroviari”. Questi compiti derivano dal Decreto Legislativo n. 188/2003 che regola i rapporti con lo Stato concessionario del servizio, nell’ambito delle direttive comunitarie che impongono la separazione del Gestore della Rete dal produttore dei servizi di trasporto. Questo processo di liberalizzazione non poteva che essere gestito in maniera tutta italiana. Infatti sono state istituite due società ma, incredibilmente, esse fanno parte entrambe dello stesso gruppo “Ferrovie dello Stato”. Quindi, RFI concede a Trenitalia, cioè a se stessa, l’uso delle infrastrutture ferroviarie. Ma tralasciamo per il momento questo particolare per niente trascurabile, per concentrarci sull’inefficienza della società che, come è noto a tutti gli utenti del servizio ferroviario, non è in grado di mantenere in efficienza le linee nei periodi normali, figuriamoci quando c’è la neve e fa un po’ più freddo. Uno Stato normale, avrebbe revocato da tempo l’affidamento della concessione, per assegnarla a un soggetto più affidabile, ma come sapete, noi non viviamo in uno Stato normale.
Quanto a Trenitalia, l’Ad Moretti non aveva finora lavorato male, ma la gestione dell’ultima emergenza è stata fallimentare, con la ciliegina sulla torta del consiglio ai viaggiatori di portarsi cibo e coperte sui treni e la giustificazione che negli altri paesi europei si sarebbero verificati gli stessi disagi. Il primo consiglio è in grado di darlo al proprio figliolo, senza essere pagata lautamente come Moretti, qualsiasi mamma. La giustificazione è alquanto opinabile e tendenziosa, perché basta perdere un po’ di tempo a navigare sui siti dei giornali europei per accorgersi che da nessuna parte, con eccezione del grave guasto nel tunnel sotto la Manica, sembra si siano verificati disservizi minimamente paragonabili a quelli italiani. Solo in Francia, ci sono state alcune soppressioni di treni regionali, non per il freddo, ma per alcuni grève, scioperi dei ferrovieri.
In linea teorica, in futuro le cose potrebbero migliorare con l’avvio della liberalizzazione dei fornitori del servizio nazionale di trasporto, con l’ingresso dal 2011, nel mercato ferroviario dell’Alta Velocità, di NTV, azienda partecipata da alcuni imprenditori nazionali, ma soprattutto dalla Société Nationale des Chemins de Fer (SNCF), l’Azienda pubblica dei trasporti nazionali francesi. Soggetto potenzialmente in grado, per competenza e capacità gestionali, di offrire un servizio nettamente più efficiente di Trenitalia. Però a patto che lo Stato risolva il paradossale conflitto di interessi tra il gestore della rete e uno dei competitori produttori del servizio di trasporto e garantisca il funzionamento delle infrastrutture ferroviarie su cui dovranno viaggiare contemporaneamente i treni di Trenitalia e NTV.
Per quanto riguarda il trasporto regionale che, come è noto a pochi, è stato completamente delegato alle Regioni, solo la governatrice del Piemonte, Mercedes Bresso, ha avuto il “coraggio” di mettere a gara il servizio di trasporto sulle linee regionali, gli altri governatori lo hanno di nuovo affidato a Trenitalia. Quindi gli strepiti politici di alcuni di loro contro i disservizi di questi giorni mi sembrano poco comprensibili e giustificabili.
Infine, per il trasporto su ferro locale, ho indicato in questo mio precedente articolo una possibile soluzione, basata dal punto di vista tecnologico sull’utilizzo dei moderni tram-treno e per quanto riguarda la gestione, nuovamente su ampie dosi di liberalizzazione del servizio tramite il meccanismo del project financing. Cioè con l’affidamento attraverso una procedura di gara della realizzazione e gestione del servizio.
3 commenti:
Giusto per ricordare :
C'era una volta la FS
Dalle Ferrovie dello Stato alla Holding di società Trenitalia
C’era una volta FS (Ferrovie dello Stato S.p.A.), società statale di trasporti ferroviari fondata nel 1905.
Nel 1985 l’azienda fu trasformata in Ente pubblico fino a quando, nel 1992, divenne Società per Azioni.
Tra il 1992 e il 2001, per conformarsi alla normativa europea che prevedeva lo scorporo del settore trasporto passeggeri da quello infrastrutturale, l’impresa è diventata holding (società privata che detiene partecipazioni in altre società). Sono quindi nate le società Trenitalia (7 giugno 2000) e RFI (1° luglio 2001), operanti rispettivamente nel trasporti merci-passeggeri e nella gestione della rete ferroviaria.
.......
Le aziende partecipate di F.S. sono:
* Centostazioni S.p.A. – Roma – 59,99% (società impegnata nella valorizzazione e gestione di 103 stazioni sparse sul territorio nazionale
* Fercredit S.p.A. – Roma – 100%, (società di servizi finanziari)
* Ferservizi S.p.A. – Roma – 100% (società che gestisce le attività di supporto del gruppo Fs)
* FS Lab S.r.l. – Roma – 100%
* Grandi Stazioni S.p.A. – 59,99%
* Italferr S.p.A. – Roma – 100% (società che opera sul mercato italiano e internazionale nel campo dell’ingegneria dei trasporti ferroviari)
* RFI S.p.A. – Roma – 100%
* Sogin s.r.l. – Firenze – 55% (società del Gruppo Ferrovie dello Stato per il settore del trasporto di persone con autobus)
* Trenitalia S.p.A. – Roma – 100%
* FNM S.p.A. – Milano – 14,74% (Gruppo Ferrovie Nord Milano, gruppo integrato nel trasporto e nella mobilità in Lombardia )
* FS Formazione S.p.A. – Roma – 81% (società nata il primo agosto 2008 a seguito della scissione parziale di Isfort. Si occupa di attività formative)
* Isfort S.p.A. – Roma – 19% (Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti )
* TSF S.p.A. – Roma – 39% (opera nel settore dei servizi di Information e Communication Technology per il Trasporto)
http://pendolando.it/trenitalia/
Il problema in Italia è sempre lo stesso e si chiama "conflitto d'interesse".
Lo si ha ovunque, in qualsiasi settore.
Ci anno imbonito per anni dicendo che le privatizzazioni avrebbero portato solo benefici a noi utenti.
Basta vedere cosa è successo nelle autostrade, nella telefonia fissa, ora nelle ferrovie, aspetto con gioia che privatizzino l'acqua e poi il cerchio sarà completo.
Un cerchio che sento sempre di più stringersi alla mia gola.
Ma dov'è il problema? Basta aderire al Partito dell'Amore.
Mi aspetto una presa di posizione da parte di Cicciolina, l'unica vera esponente di questo partito.
Be'. l'unica speranza e' che grazie alla privatizzazione dell'esercito i più sfrenati sogni dei pacifisti divengano realtà....
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