In Italia il 65% delle merci trasportate all’interno dei confini nazionali avviene attraverso il trasporto su strada.
Nel grafico allegato, possiamo osservare la ripartizione per categoria di trasporto dei consumi di gasolio per autotrazione, da cui possiamo ricavare la percentuale relativa al trasporto merci (veicoli commerciali leggeri + veicoli industriali) rispetto al totale dei consumi finali di carburante nel 2009 (35889 kton), pari a circa il 39%.
Considerando che la strada in Italia assorbe circa l’88% dei consumi finali di energia dei trasporti, e che quest’ultimi rappresentano circa il 32% dei consumi finali di energia, il contributo del trasporto merci su gomma al bilancio energetico nazionale si può valutare in circa l’11%.
Sebbene si tratti di una quota minoritaria dei consumi energetici complessivi, essa però assume un valore sociale strategico in rapporto al funzionamento della filiera industriale e dei consumi. Tutti abbiamo nella mente la protesta degli autotrasportatori che chiedevano la protezione dello Stato dai prezzi del gasolio, arrivati a livelli insostenibili sulla spinta delle quotazioni del petrolio in apparente crescita inarrestabile. Si giunse quasi alla paralisi del paese e, proprio mentre nei supermercati cominciavano a scarseggiare le merci, sopraggiunse un accordo tra governo e associazioni di categoria che sbloccò un probabile collasso dell’economia. Poi, la successiva crisi finanziaria ed economica determinò un crollo dei prezzi del barile e tutto parve tornare alla normalità.
Oggi ci troviamo ancora in una situazione strutturalmente analoga. I prezzi, che hanno superato i 110 dollari per il barile del WTI e i 120 per quello del Brent, sono leggermente più bassi del picco raggiunto nel 2008, di 140 dollari. Però ora i prezzi dei carburanti hanno anche superato i valori che avevano indotto i camionisti a scendere allora in sciopero. Eppure, non assistiamo ancora alle stesse proteste e rivendicazioni.
Il motivo è facile da spiegare. In seguito alle condizioni favorevoli di cui godono, gli autotrasportatori hanno diritto a un rimborso sull’accisa pari a circa il 20 per mille, e la totale detrazione dell’IVA. Secondo le ultime rilevazioni dell’Osservatorio sulle attività di autotrasporto, oggi un litro di gasolio costa 1,107 €. Inoltre gli importi spesi dalle aziende di autotrasporto delle merci per l’acquisto dei carburanti sono deducibili dalla denuncia dei redditi. Di fatto è come se lo Stato avesse operato una parziale nazionalizzazione di un servizio di interesse pubblico.
Ma, nonostante tutto, si cominciano ad avvertire isolate ma nuove proteste pervenire dal variegato mondo degli autotrasportatori, a segnalare evidentemente che nemmeno queste condizioni favorevoli, oltre certi livelli dei prezzi petroliferi, sono sufficienti a garantire la redditività del servizio.
Incrociamo le dita, perché il prezzo del barile, sulla spinta della crescita economica globale in corso e delle crisi politiche in alcuni paesi produttori, continua il suo lento ma costante avvicinamento ai picchi del 2008.
8 commenti:
....E poi criticano gli incentivi alle rinnovabili!!!
Terenzio,
mi sembra poco verosimile il dato complessivo del consumo di carburanti nel 2009 (35.889 Mton)...ma può darsi che non abbia capito il significato del dato.
Armando
Armando hai ragione, grazie della segnalazione. Sono kton e ho già corretto.
mi domando Dott. Terenzio, per quanto tempo il trasporto su gomma possa ancora resistere..
Nella mia città (Firenze) l'aumento del traffico privato è stimato intorno al 2% annuo costante; oggi, di ritorno dal centro storico, ero in autobus (quasi vuoto) circondato da una coda immensa di auto che riempiva tutta via della Scala..
sono convinto che la gente continuerà ad usare l'auto anche nel caso il prezzo del litro aumentasse inverosimilmente..
E le corsie preferenziali che ogni comune ha il potere di fare per favorire il traffico su mezzi pubblici?
Perchè non parlate della possibilità che hanno i comuni italiani di favorire il trasporto pubblico mediante lo strumento delle corsie preferenziali?
Sì, Stefano, la gente continuerà a usare l'automobile anche a prezzi dei carburanti più elevati, oltre una certa soglia in maniera decrescente in funzione del reddito. Anche perchè l'alternativa del trasporto pubblico in Italia è assolutamente inefficiente, come giustamente sottolinea lei a proposito dei suoi viaggi urbani in autobus. Ho indicato più volte sul blog la soluzione, almeno parizlale per ora, al problema. Investire nei moderni sistemi ferro-tranviari molto sviluppati nel resto di Europa. A Firenze l'esperienza della prima linea di tram è da questo punto di vista estremamente positiva, con una sensibile riduzione degli spostamenti motorizzati lungo la linea. Speriamo che si sbrighino a costruire le altre due linee.
Per i camionisti: hanno protestato ed hanno ottenuto gasolio sovvenzionato. Dopo il disastro cileno anni '70 nessuno ha voglia di irritarli.
Però una cosa non era stata considerata: i soldi (cioè gli idrocarburi) sottratti agli altri beneficiari e dirottati nei serbatoi dei camion hanno creato dei problemi. L'economia non gira bene. Adesso i camionisti riescono finalmente a comprare il carburante, ma hanno perso i committenti: è sparito il lavoro. Fine.
Meraviglie dei sistemi complessi: non fai in tempo a togliere qualcosa al vicino e la sua rovina travolge immediatamente anche te.
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