lunedì, luglio 20, 2009

I rifiuti fra Napoli e Capannori



Questo è il resoconto di una presentazione sui rifiuti che ho fatto qualche tempo fa in un comune toscano. Non è una trascrizione, ma una versione scritta a memoria che cerca di mantenere il tono e la sostanza di quello che ho detto.



Buonasera a tutti e grazie di essere qui stasera. Oggi sono qui in sostituzione di Alessio Ciacci, assessore all'ambiente del comune di Capannori. Quindi, cercherò di raccontarvi quello che so sull'esperienza di Capannori con la raccolta porta a porta. Prima di andare nei dettagli, però, vorrei cercare di inquadrare la faccenda un po' in generale.

Quindi, pensavo di cominciare raccontandovi una storia. E' a proposito di Napoli, dove ho fatto parte della commissione prefettizia per i rifiuti nel 2007, al tempo del governo Prodi. Premetto - solo per chiarire rapidamente - che questa cosa l'ho fatta gratis; non mi hanno nemmeno rimborsato le spese. E' una vita che sto cercando di capire dove si fa domanda per avere le consulenze d'oro. Anzi, se qualcuno di voi mi sa dire a che sportello rivolgersi, mi farebbe comodo. Ma lasciamo perdere.

Al lavoro della commissione sui rifiuti di Napoli ho contribuito piuttosto poco. Non che non abbia cercato di fare del mio meglio, ma è stato per questioni di distanza e anche perché, quando ho cominciato, della situazione di Napoli non sapevo molto. Però è stata una cosa estremamente interessante. Una delle cose interessanti è stata proprio Napoli e anche i Napoletani. Una città splendida, se mi dite stasera "partiamo per Napoli fra un'ora"; beh, io ci vengo. A Napoli ci vado sempre volentieri se appena ho una scusa per andarci. E questa è anche una cosa che ti fa rabbia che Napoli e i Napoletani siano stati così umiliati per questa faccenda dei rifiuti. Esposti al pubblico ludibrio in tutta Europa e in tutto il mondo - come se fosse colpa loro. Ci sono delle colpe su questa faccenda e sono sparpagliate a tanti livelli; ma Napoli è stato additato come un paese di barbari incivili, e questo non è vero. Non c'è bisogno che ve lo dica io, credo; ma la faccenda va capita.

Allora, l'errore di base che era stato fatto a Napoli al tempo di Bassolino era stato quello di chiudere le discariche prima di avere un sistema alternativo a disposizione. Credo che Bassolino è i suoi credessero veramente di fare una cosa buona che avrebbe reso Napoli una città più "moderna". Come si dice, le strade dell'inferno sono lastricate di buone intenzioni. Nella pratica, è stato un disastro. Le discariche erano chiuse, non c'era un posto dove mettere i rifiuti: e allora non c'è da stupirsi se rimanessero per le strade. Per la verità, le cose sono più complicate di così ed è probabile che sulla crisi più di uno ci abbia marciato sopra; un po' per farsi pubblicità, un po' forse anche per tornaconto personale. Ma, alla fine dei conti, quello che non sai dove buttare, alla fine ti si accumula sotto le finestre.

Così, a partire dal 2007, la commissione prefettizia sui rifiuti di Napoli ha fatto una cosa che, nel complesso, era abbastanza semplice: un piano che prevedeva la riapertura delle discariche. Il piano è stato applicato e alla fine l'emergenza si è risolta. Mentre la commissione lavorava, è cambiato il governo ed è andata a finire che il merito di aver risolto la crisi è andato tutto a Berlusconi, il quale è stato veramente molto bravo a sfruttare la faccenda in senso propagandistico. Invece, tutto il ludibrio si è scaricato sul ministro dell'ambiente del governo Prodi, Pecoraro Scanio. Ora, io credo che Pecoraro sia stato un pessimo ministro dell'ambiente per tante ragioni ma, sulla faccenda dei rifiuti di Napoli, non aveva senso prendersela con lui. E' curioso pensare che se il governo Prodi fosse rimasto in carica altri sei mesi, il vanto di aver risolto la crisi di Napoli sarebbe andato a Prodi, e forse anche a Pecoraro Scanio. Ma è così che funziona la politica.

Ma quello che vi volevo raccontare è un'altra cosa. Come membro della commissione sui rifiuti di Napoli, ho imparato tante cose, conosciuto tantissime persone in gamba, dentro e fuori la commissione. Per me, come per loro, il problema non si poteva risolvere soltanto riaprendo le discariche. Il problema si doveva risolvere principalmente con delle buone pratiche di gestione. Allora, sappiamo quali sono queste buone pratiche. Separare i rifiuti alla fonte: raccolta differenziata, possibilmente porta a porta.

Bene, con questa idea di separare i rifiuti alla fonte ci siamo scontrati contro un muro di sfiducia spaventoso. Sfiducia a tutti i livelli; dal prefetto al barista del bar all'angolo. Separare i rifiuti a Napoli? Ma voi siete pazzi! A Napoli, certe cose non si possono fare.

Questa sfiducia è una cosa terribile. E' l'equivalente sociale di una malattia che si chiama depressione. Avete mai conosciuto qualcuno depresso? Intendo dire, certe volte uno lo dice, "stamattina mi sento depresso". Si dice per scherzare. Ma uno che ha la depressione per davvero, non è che ci scherza sopra. Sta proprio male da cani. Tipicamente, se ne sta seduto li' fermo, magari al buio e se gli dici "fai una passeggiata", oppure "perchè non vai al cinema", ti risponde "e perchè dovrei?". Non è una cosa da scherzarci - la depressione - a parte stare male, ti porta al suicidio. E' una cosa molto seria.

Ora, la depressione per il singolo si può risolvere con una pasticca di Prozac, ma non c'è un Prozac sociale da dare ai politici e ai votanti. Eppure, la cosa ci somiglia molto. Quando vai a proporre delle soluzioni, delle idee, ti scontri davanti a un muro di "non si può fare". E' esattamente la stessa cosa che con un depresso.

Com'è che a Napoli - e non solo a Napoli - ci siamo ridotti in questo stato? Com'è che non riusciamo a trovare nessuna soluzione ai problemi altro che affidarci a qualcun altro che ce li risolva mentre noi guardiamo la televisione? Non è solo questione di rifiuti. Succede lo stesso con l'energia. Mettersi all'anima di installare pannelli fotovoltaici è un'impresa - e poi fanno di tutto per scoraggiarti. Così, finisce che uno ci rinuncia. Ti viene la depressione per davvero; ti piazzi alla televisione a guardare l'Isola dei Famosi e pensi, "faranno le centrali nucleari". E così, si aspetta sempre che qualcuno ci risolva i problemi che non riusciamo a risolvere da soli. Ci pensino loro, il governo, le autorità, insomma, chi di dovere.

Ora, io credo che questo atteggiamento sia alla base del problema che abbiamo con i rifiuti. Una volta, i rifiuti urbani non erano un gran problema. Nei centri urbani c'erano gli spazzini che passavano da casa e raccoglievano i rifiuti porta a porta. Fuori città, non c'era nemmeno questo servizio. Non serviva; i rifiuti erano quasi completamente organici: li si buttavano nel campo e si faceva compost. Si ricorda mia moglie che meno di cinquanta anni fa, a casa sua - che era in periferia, non in campagna - non arrivavano gli spazzini; i rifiuti si sparpagliavano nell'orto. Poi venne fuori che bisognava pagare per forza la tassa sui rifiuti, anche se non se ne producevano; anche se uno li buttava nell'orto. Già vedete da questa piccola storia come le cose siano state organizzate fin dall'inizio per farti produrre più rifiuti possibile: tanto devi pagare lo stesso!

Allora, se uno volesse pensare male - e non fatemi fare il complottista - penserebbe che il modo che abbiamo di gestire i rifiuti sia studiato apposta perché sia inefficiente. Anzi, che sia studiato apposta per farci produrre quanti più rifiuti possibile. Pensateci un attimo: nessuno misura quanti rifiuti producete in casa vostra. Dovete pagare la tassa sui rifiuti indipendentemente da quanti ne producete; e questo già e un bel disincentivo a produrne di meno. Poi ci sono questi cassonetti per la raccolta differenziata. Potete buttarci dentro tutto quello che volete. Nessuno controlla cosa ci va dentro - si, in teoria ci sono delle multe per il conferimento improprio. Dalle mie parti, ogni tanto il comune fa la voce grossa: se buttate nei cassonetti la roba che non dovete buttarci, vi facciamo la multa. Ma cosa volete fare? Un vigile per ogni cassonetto? Una telecamera spia per ogni cassonetto? Follia. Anche questo metodo, sembra fatto apposta per far si che la separazione dei rifiuti sia difficile e costosa. Poi, andate a vedere il cosiddetto "organico" che viene fuori dai cassonetti con sopra pomposamente scritto "un fiore dai rifiuti". Eh, beh, nelle vostre fioriere quella roba li non ce la buttereste.

Poi ci sono vari stadi di separazione e trattamento - non vi sto a entrare in dettagli. Ma guardiamo soltanto il punto finale della catena: l'inceneritore. Parlavo di inefficienza e l'inceneritore è proprio il massimo, Un vero monumento all'inefficienza.

Che l'inceneritore sia inefficiente, non è una cosa controversa. Ci sono molti ottimi studi che lo dimostrano. Se avete voglia e tempo, potete cercarvi quelli del prof. Sergio Ulgiati, per esempio. Vedrete che dei tre metodi principali usati per smaltire i rifiuti, incenerimento, discarica, e riciclaggio, l'inceneritore è il meno efficiente; di gran lunga. Poi, potete andare a vedere il sito di Terna e verificare quanta energia producono i cosiddetti "termovalorizzatori." Senza esagerare, perchè c'è chi ha detto che non producono niente, ma non è vero. Gli inceneritori con recupero energetico producono qualcosa; ma molto poco. Secondo i miei calcoli, producono meno dell'1% dell'energia elettrica totale prodotta in Italia. Questo se si va a calcolare l'energia netta, attenzione. Energia netta vuol dire l'energia che l'inceneritore produce meno l'energia che bisogna dare all'inceneritore perché la produca. Questo è il trucco dei sussidi del famoso CIP6. Ma non fatemi entrare nei dettagli; ci perderemmo troppo tempo.

Ma quello che volevo farvi notare è come il dibattito - chiamiamolo così - non parla quasi per niente dell'efficienza dell'incenerimento. Tutta la polemica contro l'inceneritore si basa sul concetto che sono pericolosi per la salute. Nanopolveri, diossine e tutto il resto. Ora, non mi fate dire che gli inceneritori puliscono l'aria. C'è chi l'ha detto, ma non è vero: sicuramente gli inceneritori non fanno bene alla salute. Ma ci dobbiamo domandare come mai tutta questa polemica su queste cose non abbia portato a niente, anzi, tutti i maggiori partiti politici hanno gli inceneritori nei loro programmi. Allora, dobbiamo domandarci che cosa c'è che non funziona. Come mai una tecnologia che è tanto inefficiente, impopolare, e anche di sicuro non salutare - va per la maggiore, così che tutti i politici la vogliono?

La mia interpretazione è che il movimento contro gli inceneritori ha sbagliato completamente la strategia. Esattamente come ha sbagliato tutto il movimento contro l'energia nucleare. Tutti e due hanno cercato di spaventare la gente e questo non ha funzionato.

Spaventare la gente è una tattica ben nota. La usano i governi, vi ricordate delle "armi di distruzione di massa"? E poi, visto che siamo a parlare di Napoli, la usa anche la Camorra. Serve per far chiudere in casa la gente. Se sei un camorrista, va benissimo così - è una tattica perfetta - basta sparare nelle gambe di qualcuno ogni tanto. Funziona. Il problema è che se non sei un camorrista o se non hai a disposizione almeno un canale TV di quelli nazionali, è meglio che non ti ci metti perché troverai sempre qualcuno che spaventa la gente di più e meglio di te.

A Napoli, ci sono stati vari comitati contro l'inceneritore. Ma, con i rifiuti sotto le finestre di casa, la gente ha avuto più paura di finire sommersa da rifiuti che vedeva benissimo che dalle nanopolveri, che non vedeva. E' questo che ti genera quella cosa che ho descritto prima; quello che ho detto che è una forma di depressione sociale. A furia di spaventare la gente, gli viene la depressione. Alla fine, se hai a che fare con gente depressa non puoi fare nulla.

Ora, non è che da qualche parte un gruppetto di complottisti si è riunito in una stanza buia per decidere "adesso creeremo una falsa emergenza a Napoli," no, questo sicuramente non è successo. L'emergenza c'era davvero ed era il risultato dell'inefficienza del sistema. Ma il sistema è inefficiente per delle ragioni e una delle quali è che l'inefficienza si nutre di emergenza - e viceversa. Pensate ai militari mandati a raccogliere i rifiuti di Napoli. Bravi ragazzi, ma non era il loro mestiere - pensate all'inefficienza di avere della gente addestrata per la difesa del paese e trasformarli in spazzini. Non ha senso.

Qualcosa di simile succede anche per gli inceneritori. Solo con lo spauracchio dell'emergenza si può sostenere che dobbiamo pagare un extra nella nostra bolletta elettrica per sostenere delle macchine così inefficienti. Gli inceneritori si nutrono di emergenza - è perchè sono inefficienti. No emergenza, no inceneritori. Così vanno le cose. Allora, il movimento cosiddetto, fra virgolette, ambientalista con la sua polemica sopra le righe sugli effetti sulla salute degli inceneritori ha creato ulteriore emergenza con lo spaventare la gente. La gente, spaventata, ha lasciato perdere e ha detto "qualcuno ci risolva il problema, non ci importa come". E così, via libera all'inceneritore.

Ora, non mi fate dire che si devono tacere alla gente i rischi di certe cose. Assolutamente no. Le cose vanno dette, e vanno dette come stanno. Ma bisogna fare dell'informazione corretta. Le fesserie che dici, poi te le ritrovi. E' come nei film americani, quando il poliziotto ti dice "tutto quello che dirai potrà essere usato contro di te". E' vero, succede proprio così - devi stare estremamente attento a essere corretto - cosa di cui il movimento anti-inceneritori si è spesso dimenticato, lanciandosi in polemiche molto discutibili. Anzi, alle volte proprio sbagliate. Ma, soprattutto, è proprio una questione di strategia: non bisogna spaventare la gente; bisogna dire alla gente che cosa fare. Nel caso dei rifiuti, si tratta di far vedere concretamente come si può fare a meno dell'inceneritore. Se ci si riesce, non serve più mettersi a litigare. E come quando cercano di venderti un'enciclopedia per telefono: non è che devi perdere tempo a spiegare cose strane. Gli dici che non ti serve, ringrazi e riattacchi. Lo stesso se ti propongono l'inceneritore: non ci serve, grazie.

E ora siamo arrivati a Capannori dove sono state fatte, appunto, delle cose concrete e positive nel campo dei rifiuti. Sono partiti dalla raccolta porta a porta. Non è stato facile. Mi raccontava Eugenio Baronti, che era assessore all'ambiente a Capannori quando hanno cominciato, che ci sono state delle polemiche incredibili. Mi ha detto che quelli che non volevano il porta a porta gli buttavano i sacchetti di spazzatura nel giardino di casa sua. Poi, invece, una volta che la cosa è partita, alla gente è piaciuta molto. Oggi hanno fatto delle inchieste e il gradimento per la raccolta porta a porta a Capannori è oltre il 70%. Tanto è vero, che alle ultime elezioni, tutti i candidati avevano promesso che l'avrebbero potenziata.

Un bel risultato, ed è anche strano perché la gente si deve ricordare che ogni giorno deve mettere fuori dalla porta un tipo diverso di rifiuto. Carta, organico, indifferenziato, eccetera.... Sembra incredibile che la gente ne sia contenta e invece è così. Ci vuole un po' di fiducia nella gente. La "gente" non è una banda di imbecilli - la gente è tua moglie, i tuoi figli, e anche tu.

Ora, la raccolta porta a porta è una cosa abbastanza rivoluzionaria. Non so se ci avete fatto caso. Avete capito perché? No... non ci avete pensato a fondo. Ma è facile capirlo; basta che ci pensiate su un attimo. E' rivoluzionaria perché inverte una tendenza ormai inveterata nella gestione dei rifiuti. E' rivoluzionaria perchè non incoraggia la gente a produrre sempre più rifiuti! Anzi, li incoraggia a produrne di meno; specialmente nella versione che chiamano "puntuale", il che vuol dire che paghi in proporzione alla quantità di rifiuti che produci. Meno produci, meno paghi, fantastico! Quindi, finisce che si producono meno rifiuti. Il cittadino risparmia e la società pure. E se non ci pensavano a Capannori, in Toscana non veniva in mente a nessuno! Il problema è che se i cittadini e la società risparmiano, qualcuno guadagna di meno. E' per questo che la cosa è rivoluzionaria. Ed è per questo che trova opposizione.

A Capannori sono stati anche più rivoluzionari di così. Se i vostri rifiuti li portate all'isola ecologica; tutti ben separati in carta, metalli, eccetera, ve li pesano e vi danno una ricevuta. E poi, a fine mese, vi mandano un assegno per tutti i rifiuti che avete portato. Nessuno ci fa i soldi sopra in questo modo - magari a fine mese hai fatto qualche decina di euro. Uno potrebbe dire che non ne vale la pena, ma è l'idea che conta. Vuol dire che il cittadino ha una scelta. Vuol dire che può fare altre cose oltre che semplicemente pagare tutti i mesi senza poter protestare, a parte ogni cinque anni mettere una crocetta per scegliere uno o un altro che poi ti faranno pagare uguale. Vuol dire che il cittadino ha un ruolo attivo: fa delle cose. Non è depresso perchè nessuno si diverte a spaventarlo.

E' per questo che ci sono state tante polemiche su Capannori e sulla raccolta porta a porta. Ce ne sono tuttora e ovunque troverete qualcuno che cercherà di spaventarvi e di dirvi "non si può fare". Beh, non ci cascate. Lo so che a questo punto vi sta venendo sulla punta della lingua lo slogan di Obama, avete capito cosa voglio dire. Non credo che Obama abbia mai parlato della raccolta porta a porta, e neppure che sia stato a Capannori (Credo che il posto gli piacerebbe, comunque, perché non l'hanno fatto li', il G8?). Ma il concetto è quello. Si, lo possiamo fare.

Allora, per concludere vorrei dire che non tutto si può risolvere con la raccolta porta a porta. Anzi, bisogna stare molto attenti a evitare un errore comune. Quello di mitizzare la frazione differenziata. 70%, 80%, quello che sia. Non è tanto la questione di quello che si raccoglie, quanto quello che si fa di quello che si raccoglie, ovvero quello che si ricicla. Nel campo dei rifiuti, tutto sta cambiando. Cambiano le quantità, le composizioni, il valore dei rifiuti. E stiamo vedendo un cambiamento epocale: in tutto il mondo si cominciano a produrre meno rifiuti come risultato della minor disponibilità di materie prime. Con meno rifiuti, comincia a essere sempre più difficile proporre e sostenere soluzioni inefficienti - come gli inceneritori - che si giustificano solo in vista di emergenze. Via via che ci muoviamo in questa direzione diventerà sempre più importante gestire i rifiuti in modo efficiente e economico - riciclandoli il più possibile.

Purtroppo, ci sono degli interessi economici che sono trincerati nei vecchi metodi; per cui non ci possiamo aspettare che le cose cambino in tempi brevi. Ci vorrà del tempo per vedere sparire gli inutili sussidi agli inceneritori. Ancora più tempo ci vorrà per veder sparire gli inceneritori stessi. Ma già ora possiamo prendere in mano le cose da noi. L'esperienza di Capannori ci dimostra che è possibile. Ci vuole buona volontà e concentrarsi su fare cose positive; ovvero non perdere tempo in polemiche inutili (e soprattutto, non spaventare la gente). E non ci sono solo i rifiuti su cui lavorare. A Capannori troverete anche altre soluzioni che richiedono un po' di partecipazione da parte dei cittadini. Latte appena munto "alla spina", detersivi e altri liquidi alla spina nei negozi, acqua gratis dalle fontane pubbliche e altro. Tutte cose che, se le proponete, vi diranno "non si può fare". Bene, invece si può fare. Vi viene in mente Obama? Non importa, basta pensare a Capannori.


7 commenti:

Francesco Ganzetti ha detto...

Salve prof. Bardi ; stavolta posso parlare a ragion veduta, visto che a Jesi, comune di 45000 abitanti dove risiedo, negli ultimi 3 anni la raccolta differenziata è passata dal 18%, ( vecchio metodo delle campane ), ad oltre il 50 %, in crescita, col porta a porta e il sistema del rimborso diretto al cittadino che porti materiali, ( volevo dire rifiuti, poi mi sono corretto ), al centro di raccolta come cartone , lattine eccetera...Un po come a Capannori.

Last but not least il direttore della ex municipalizzata che si occupa anche di questo è mio padre...

Ora parliamo di Sud : seguivo l'ultima puntata di quest'anno di Anno Zero, e si parlava anche del problema dei rifiuti a Palermo, che sembrava sul punto di esplodere come a Napoli, 2-3 mesi fa...Bene dal dibattito era emerso che nell'ultimo anno e mezzo alcuni servizi che erano sempre stati svolti egregiamente dalla ex municipalizzata, tipo la manutenzione dei mezzi, erano stati dati in appalto a ditte esterne,( evidentemente per politiche clientelari), con scarsi risultati se non problemi di bilancio, e compromissione dell'efficienza del servizio...In conseguenza c'erano anche stati degli scioperi fra i dipendenti ed accumulo di immondizia nelle strade...
Bene, questa è la pagliuzza ;la trave è ciò che ha evidenziato al termine del servizio l'ex ministro leghista Castelli : l' ex municipalizzata di Palermo, vanta 10 volte i dipendenti, in numero assoluto, della corrispettiva di Milano...é seguito un gelo in studio anche da parte di Santoro...

Io non so se questo governo sia davvero in grado di promuovere un federalismo fiscale cogente ed efficiente, ma questo è l'unico modo per raddrizzare le regioni del Sud, oltre ad un trasferimento cospicuo di fondi alle forze di pubblica sicurezza in tale regioni da altre voci di bilancio.
( Non dovrebbe essere un problema, visto che nel nostro paese la sicurezza, nel suo complesso, rappresenta meno del 5% delle risorse destinate alla sanità )

Anonimo ha detto...

A me viene da ripetere quella famosa frase:"L'Italia è fatta ora bisogna fare gli italiani".
In alcune parti d'Italia, gli italiani sono stati formati, in altre è stato molto più comodo lasciarli a loro stessi.
Mafia, camorra, mala-politica e chi più ne ha più ne metta.

Comunque qui a Torino, città governata dal Partito Democratico, in una Provincia governata dal PD, in una Regione governata dal PD che si dichiara parzialmente di sinistra e che uno s'illude abbia alcune tendenze alla salvaguardia dell'Ambiente, ora c'è la bella notizia che chiuderanno la discarica, l'inceneritore non è ancora pronto e che fine faremo?
Non hanno i soldi per aumentare la Raccolta Differenziata ecc.
La TARSU aumenterà almeno di 40 euro a famiglia! L'articolo su LA STAMPA

Prof. Bardi ha voglia di fare un giro sino alla nostra bella capitale sabauda? Magari riuscirà lei ad aprire gli occhi al Sindaco Chiamparino ed al manipolo di affaristi che vi girano intorno, perché oramai mi sono convinto che sia così.
Non hanno alcuna convenienza a ridurre i rifiuti.

Ugo Bardi ha detto...

Caro Pippolillo, Torino è un altro posto dove vado sempre volentieri, oltre a Napoli. Però, far capire certe cose a Chiamparino va oltre le mie possibilità. Ci ha già provato Luca Mercalli qualche anno fa, senza molto successo....

Paolo Marani ha detto...

Caro Ugo,
Il tuo discorso è semplicemente fantastico, meriterebbe di essere stampato ed inviato a qualsiasi amministratore pubblico (dal grande comune al condominio)...

Vorrei però integrare il concetto di gente alla quale viene instillata "paura e depressione" per ingessare le scelte pubbliche.

A volte, succede esattamente il contrario, anche in materia di rifiuti. Dato per scontato che il compito di esistenza in vita di una qualsiasi ex municipalizzata (divenuta SPA per "efficientarla") è quella di produrre utili, la campagna informativa si sposta tutta sul piano del marketing puro, non più sul risparmio delle tariffe o sull'efficienza del sistema, e nemmeno sul terrorismo mediatico.

Anzi, si fa il contrario, nasce il bisogno di dipingere un sistema "idilliaco" dove i cittadini possono buttare liberamente quello che gli pare, e dove vengono bombardati da DVD promozionali dove si mostra che si ricicla questo e quello, e dove la raccolta differenziata (senza porta a porta, quindi più comoda) può raggiungere livelli stratosferici comunque. Vedi paesino di nome Longiano:
http://mizcesena.blogspot.com/2009/06/la-bufala-degli-assimilati-da-longiano.html

Quindi, da una parte associazioni ambientaliste che talvolta cadono vittima dell'effetto "dobbiamo spaventarli con i rischi sanitari", dall'altra un promo smaccatamente ipocrita delle virtù di scelte che di efficiente hanno ben poco.

GLi ambientalisti saranno sempre a spada tratta nel dimostrare che il porta a porta conviene, le aziende di gestione affermeranno sempre il contrario, cioè che il sistema industriale conviene (come fa Hera).

Quindi, anche la guerra dal lato economico non rende alla causa, non solo lo spauracchio ambientale, perchè si è sempre preda della disinformazione o più propriamente dell'informazione pilotata da scopi specifici.

Discorsi di efficienza, di EROEI, o cose simili, sono indigeribili ai più, perchè necessitano di conoscenze scientifiche prive al "volgo".

Che fare allora ? Prendere i pochi esempi virtuosi (che ci sono), come Capannori, Vedelago, etc. e porli com meta, come obiettivo, cercando di fare passare il concetto che fare queste scelte rende "orgogliosa" una comunita.

Puntare sul mero risparmio economico e di risorse non serve, saranno ssempre più bravi loro, puntare sulla paura irrazionale non serve, c'è chi spaventa di più.

Allora, occorre puntare tutto sulla debolezza del popolo italico, che è quella di essere facile preda di sentimenti di orgoglio e "furbizia".

Chi ricicla meglio è più "furbo" e deve essere più "orgoglioso" del proprio operato. E gli amministratori devono capire che cittadini orgogliosi votano meglio.

guidocoli ha detto...

Io però non capisco una cosa.
Se è vero che pagando in proporzione ai rifiuti prodotti il volume dei rifiuti diminuisce, chi mi dice che quello che manca all'appello non sia stato buttato in altri luoghi?
Non necessariamente ai bordi della strada, ma magari nei cestini pubblici o nel giardino del vicino?

Ugo Bardi ha detto...

Caro Guido, questa è una domanda che ho fatto anch'io a Eugenio Baronti, che ha messo su il sistema porta a porta di Capannori. La risposta è che, no, il sistema non genera questo tipo di comportamento; ovvero buttare i rifiuti nel giardino del vicino o da qualche altra parte. Se succedesse, la cosa verrebbe fuori. Credo che la cosa dipenda dal fatto che il sistema è molto bene organizzato e la gente lo apprezza. Certo, c'è una piccola minoranza di criminali che si comporta male comunque. Però, il sistema porta a porta qui da un vantaggio: se qualcuno consistentemente non conferisce rifiuti di un certo tipo, la cosa viene notata e si può andare gentilmente (le prime volte) a chiedergli cosa ne fa dei rifiuti che non appaiono nei sacchetti. A meno che non sia un alieno da Betelgeuse che, notoriamente, si nutre di plastica.....

Paolo Marani ha detto...

A Cesena la chiamano "migrazione" ed è il principale motivo per cui viene osteggiata l'introduzione del porta a porta. Tutti affermano che esiste ma nessuno riesce a dimostrarlo in maniera inoppugnabile. L'assunto principale, a mio parere sbagliato, è che esiste la credenza popolare per cui il rifiuto "non può diminuire", e pertanto per una legge immaginaria di conservazione della massa, se il gestore non ne raccoglie deve essere finito per forza da qualche parte.

Questo fenomeno, si è verificato a Forlimpopoli (dove vige il porta a porta) ma SOLO per una prima fase transitoria durata pochi mesi. Oltre quel lasso di tempo la gente semplicemente si abitua e non cade più in tentazioni simili. UNa sparuta minoranza continua a farlo, ma è facilmente identificabile. Perchè se butti qualcosa a terra a fiano a un cassonetto non ha niente da ridire nessuno, ma se ti pescano a buttare sporte ai bordi di un fosso intonso, a meno che non sei un criminale e lo fai a notte fonda, ti notano tutti.

E' in atto un controllo sociale automatico, pertanto il fenomeno a mio parere non esiste.