giovedì, luglio 23, 2009

La caduta dell'Impero Romano

Questa maschera d'argento è stata trovata nella zona della battaglia di Teutoburgo, del 9 d.c e di cui quest'anno ricorre il bimillenario. Era appartenuta a un cavaliere romano, quasi certamente ucciso in quella battaglia dove tre intere legioni guidate dal generale Varo furono annientate dai guerrieri germanici guidati da Arminio. Fu questa famosa battaglia che mise fine al tentativo di Roma di espandersi nell'Europa dell'est e che dette origine alla leggenda di Augusto che, nella notte, vagava nel suo palazzo gridando "Varo, Varo, rendimi le mie legioni". A 2000 anni di distanza, questa battaglia ci ricorda la pochezza degli sforzi umani. Tanta lotta, tanto sangue, gloria e disonore, coraggio e codardia - tutto per niente. Qualche anno dopo, Germanico, il nipote dell'imperatore Tiberio, ritornò in Germania con ben otto legioni, sconfiggendo Arminio che poi fu ucciso dai suoi stessi uomini. Ma Germanico non poteva conquistare la Germania nemmeno con otto legioni, non più di quanto Varo potesse restituire ad Augusto le sue tre legioni riportandole indietro dal regno dei morti. Chissà cosa avrebbe pensato il cavaliere romano proprietario di quella maschera d'argento se avesse saputo che, 2000 anni dopo, sarebbe stata pubblicata su una cosa chiamata "blog".

Sarà il caldo che mi da alla testa, ma in questi giorni mi sono messo all'anima di trasformare in un post la mia presentazione al convegno TOD-ASPO di Alcatraz. Il risultato sono 11.000 parole che trovate su "The Oil Drum" a

http://europe.theoildrum.com/node/5528

Se, come è probabile, non avete voglia di digerirvi un simile malloppo tutto intero, ve lo riassumo rapidamente. In sostanza, la mia posizione è che l'Impero Romano non è crollato per un singolo motivo. Partendo dalla teoria di Joseph Tainter e utilizzando i metodi di dinamica dei sistemi dei "Limiti alla Crescita", sostengo che l'Impero ha percorso un ciclo inevitabile guidato dai meccanismi di trasformazione e sfruttamento delle risorse di cui disponeva. Queste risorse erano sia agricole che militari. L'impero ha concluso il suo ciclo quando ha esaurito (o, più esattamente, sovrasfruttato) queste risorse. Alla fine del ciclo, si era contratto su un livello di complessità più ridotto che al suo fulgore, è quello che noi chiamiamo "collasso".

Non è la prima elucubrazione che scrivo sull'impero romano, ne trovate un altra, anche quella che discute di Teutoburgo a questo link su ASPO-Italia.

8 commenti:

Francesco Ganzetti ha detto...

....L'impero romano può essere crollato per l'incapacità di accumulare nuovo oro da guerre di conquista, necessario a mantenere in piedi il carrozzone, ma non vedo nessuna similitudine col mondo odierno...Anzi, a noi sì che farebbe comodo un " Cesare ", visto che pare essere troppo problematico trasferire il dibattito dall'allungamento della cassa integrazione, ( visto che già da Settembre andrà in scadenza per qualche migliaio di lavoratori ), al taglio della spesa pubblica corrente per trasferire anche solo il 3- 4 % del PIL in rinnovabili e messa in sicurezza del territorio.
( Sia ambientale che per lotta alle mafie.)
Il nostro è un problema culturale e morale, non energetico in senso stretto.

Anonimo ha detto...

Non è un problema energetico ? Ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni, per carità, ma che almeno siano suffragate da dati, e questi ultimi, le piaccia o meno, affermano l'esatto contrario

Maurizio T.

Anonimo ha detto...

Francesco, condivido l'opinione di Maurizio T. Purtroppo c'è soprattutto un problema di risorse, in primis fossili. Il problema culturale e morale ci fù anche negli ultimi secoli dell'impero romano. Vegezio scriveva il suo "arte della guerra" perché la "corruzione culturale" aveva investito da decenni l'esercito, che non era più efficiente e fedele come un tempo. Ma non sarebbe bastato riformare l'esercito né ottenere nuovo milioni di sesterzi per evitare il collasso dell'impero: al massimo avrebbero prolungato un pò di più l'agonia. L'Impero era ormai diventato una macchina troppo pesante: l'esercito, le strade, gli acquedotti, i tribunali e la pubblica amministrazione in genere, erano diventate spese indispensabili e troppo onerose. Probabilmente il livello stesso di civiltà non era compatibile con la "capacità portante" dell'epoca. Di sicuro anche ai tempi si parlava di quanto si fossero allentati i costumi, ma di certo non può essere considerata causa sufficiente.
Sarebbe interessante invece fare un paragone con l'impero romano d'oriente che durò altri mille anni e non collassò all'improvviso, fù abbattutto pezzo per pezzo fino al massiccio assedio della sola Costantinopoli.
Dario F.

Lopo ha detto...

"Sarebbe interessante invece fare un paragone con l'impero romano d'oriente che durò altri mille anni e non collassò all'improvviso, fù abbattutto pezzo per pezzo fino al massiccio assedio della sola Costantinopoli."

Se non ricordo male Tainter afferma che l'impero Bizantino non collassò proprio per la presenza degli arabi, ad est, che la fagocitarono man mano, mentre l'impero d'occidente non aveva intorno alcuna potenza che potesse smembrarlo in modo dilazionato nel tempo.
Nel primo caso ci fu quindi una sorta di "sostituzione", piuttosto che un collasso.
Tainter si spingeva ad affermare che al giorno d'oggi (scriveva nel 1988) "il collasso non è un'opzione né una minaccia imminente". Tra le righe, si avverte che, nel dualismo della guerra fredda, egli si aspettasse che la scomparsa di uno dei due contendenti (poco dopo, effettivamente, dell'URSS) non si sarebbe configurata come un vero e proprio collasso. In effetti non ha avuto torto, guardando soprattutto a quei territori di frontiera (l'Europa dell'est) che si sono prontamente occidentalizzati.

Anonimo ha detto...

"Se non ricordo male Tainter afferma che l'impero Bizantino non collassò proprio per la presenza degli arabi, ad est, che la fagocitarono man mano, mentre l'impero d'occidente non aveva intorno alcuna potenza che potesse smembrarlo in modo dilazionato nel tempo.
Nel primo caso ci fu quindi una sorta di "sostituzione", piuttosto che un collasso."

Si, però ciò non spiega perché l'Impero d'Oriente non sia collassato assieme a quello d'Occidente nel V secolo. Sulla maggiore durata, probabilmente le Crociate hanno rallentato la "sostituzione" Araba alla civiltà Bizantina fino all'avvento dei Turchi, una popolazione più "dinamica" e aperta.

Dario F.

StefsTM ha detto...

Quella maschera ci mette davanti ad un'altra realtà. Quel reperto è qualcosa di materiale e tangibile. Non tra 2000,1000 o 500 anni, basteranno 200 anni perchè niente di "mio" possa essere ritrovato. Se non dei rifiuti, ai quali non si potrà dare una "paternità" -non passo certo il mio tempo a firmare le bottiglie che mando al riciclaggio o le scatolette di tonno-. E' per questo che per lasciare una testimonianza oltre al blog, domani farò un salto dal mio fabbro di fiducia e mi farò dare l'indirizzo di una fonderia. Mi farò fare una maschera e la seppellirò in giardino.

Anonimo ha detto...

@StefsTM
Ma ti rendi conto quando tra mille anni degli studiosi ritroveranno la tua maschera cosa diranno ?
"Sicuramente di un Dio Pagano,forse per propiziare le messi"

E il lavoratore vicino gli da un occhiata è esclama "Per me una faccia da pirla"

:-))

StefsTM ha detto...

Per me una faccia da pirla.

Beata la saggezza dei lavoratori sulla sicumera degli scienziati.

Lo dico da portatore sano di faccia da pirla

Saluti!