Sul sito del GSE è apparsa la notizia che gli impianti fotovoltaici in Italia a seguito del Conto energia (vecchia più nuova versione) hanno superato i 500 MW di potenza installata. Ad un anno dalla mia prima analisi del Conto Energia la situazione è nettamente migliorata con un ritmo di crescita delle installazioni molto promettente. Cerchiamo ora di valutare questi risultati partendo dai dati disponibili, nella prima pagina dello stesso sito, sul contatore aggiornato in tempo reale, delle installazioni di impianti fotovoltaici, suddivise tra quelle realizzate con il nuovo e il vecchio Conto Energia. Il vecchio Conto Energia fu approvato con il decreto del 28 luglio 2005 e ha trovato applicazione in tre trimestri, i due finali del 2005 e il primo del 2006, per un periodo complessivo di vigenza di circa 9 mesi. Il nuovo Conto Energia è stato approvato con il decreto del 19 febbraio 2007 e quindi ha un periodo di vigenza di circa 28 mesi.
Vediamo i risultati. Con il vecchio Conto Energia sono, fino all’ 8 Luglio, entrati in esercizio 5.667 impianti fotovoltaici per una potenza complessiva di 159,379 MW (a fronte di 387 MW ammessi all’incentivazione), con il nuovo Conto Energia sono entrati in esercizio 36.255 impianti fotovoltaici per una potenza complessiva di 373,797 MW. Il vecchio regime ha ottenuto quindi, una potenza media di 28,12 kW contro i 10,31 kW del nuovo regime. L’obiettivo indicato dal nuovo Conto Energia di 3000 MW di potenza installata al 2016 appare difficilmente raggiungibile, in quanto occorrerebbero circa 20 anni al ritmo attuale di installazione. Anche se considerassimo la tendenza in corso a una maggiore velocità di crescita delle installazioni, che però negli ultimi mesi si è attenuata, probabilmente a causa del crollo delle quotazioni petrolifere e della crisi economica in corso (vedi il grafico dell’IEA sul crollo degli investimenti globali), il raggiungimento dell’obiettivo rimane comunque problematico, anche perché, come risulta dal comunicato del GSE, gli impianti di piccola taglia, inferiori ai 20 kW, sono la gran maggioranza (circa 37.000) mentre al momento sono entrate in esercizio solo 8 centrali fotovoltaiche di potenza superiore ad 1 MW.
Sembrerebbero quindi confermate le conclusioni del mio articolo “Confronto tra vecchio e nuovo decreto di incentivazione del fotovoltaico” che individuava nella scarsa incentivazione degli impianti di potenza più elevata uno dei limiti del nuovo Conto Energia.
Ma quanta energia producono i circa 530 MW totali installati fino ad oggi? Ipotizzando un tempo equivalente di funzionamento medio in Italia di 1300 ore, otteniamo circa 0,69 TWh all’anno cioè lo 0,19% dell’intero Consumo Interno Lordo italiano (357 TWh nel 2008). Una quantità per ora irrisoria.
In prospettiva, per arrivare a produrre ad esempio il 10% del Consumo Interno Lordo italiano con il fotovoltaico occorrerebbero circa 180 anni al ritmo annuale di installazioni del nuovo Conto Energia e comunque tempi superiori al secolo anche considerando una crescita più sostenuta delle installazioni. Concludendo, nessuno dei due sistemi di incentivazione in conto energia (l’attuale meno del primo) è stato in grado di far crescere in maniera significativa la potenza fotovoltaica installata e, soprattutto, di abbattere i costi, uno dei principali ostacoli alla diffusione di questa tecnologia. Sarebbe a mio parere necessario, a tal fine, stabilire un nuovo regime incentivante che favorisca l’installazione di grandi impianti dell’ordine di decine di MW, gli unici in grado di accrescere rapidamente la potenza installata. E, soprattutto, promuovere anche con forti incentivi economici la sperimentazione di grandi impianti fotovoltaici collegati a sistemi di accumulo dell’energia elettrica prodotta (idrogeno, aria compressa, accumulo elettrochimico ecc.) per ovviare al principale fattore limitante di fonti rinnovabili come il sole e il vento, descritto molto bene in questo articolo di Domenico Coiante, cioè la compatibilità di una produzione energetica intermittente con la rete di trasmissione dell’energia elettrica.
Vediamo i risultati. Con il vecchio Conto Energia sono, fino all’ 8 Luglio, entrati in esercizio 5.667 impianti fotovoltaici per una potenza complessiva di 159,379 MW (a fronte di 387 MW ammessi all’incentivazione), con il nuovo Conto Energia sono entrati in esercizio 36.255 impianti fotovoltaici per una potenza complessiva di 373,797 MW. Il vecchio regime ha ottenuto quindi, una potenza media di 28,12 kW contro i 10,31 kW del nuovo regime. L’obiettivo indicato dal nuovo Conto Energia di 3000 MW di potenza installata al 2016 appare difficilmente raggiungibile, in quanto occorrerebbero circa 20 anni al ritmo attuale di installazione. Anche se considerassimo la tendenza in corso a una maggiore velocità di crescita delle installazioni, che però negli ultimi mesi si è attenuata, probabilmente a causa del crollo delle quotazioni petrolifere e della crisi economica in corso (vedi il grafico dell’IEA sul crollo degli investimenti globali), il raggiungimento dell’obiettivo rimane comunque problematico, anche perché, come risulta dal comunicato del GSE, gli impianti di piccola taglia, inferiori ai 20 kW, sono la gran maggioranza (circa 37.000) mentre al momento sono entrate in esercizio solo 8 centrali fotovoltaiche di potenza superiore ad 1 MW.
Sembrerebbero quindi confermate le conclusioni del mio articolo “Confronto tra vecchio e nuovo decreto di incentivazione del fotovoltaico” che individuava nella scarsa incentivazione degli impianti di potenza più elevata uno dei limiti del nuovo Conto Energia.
Ma quanta energia producono i circa 530 MW totali installati fino ad oggi? Ipotizzando un tempo equivalente di funzionamento medio in Italia di 1300 ore, otteniamo circa 0,69 TWh all’anno cioè lo 0,19% dell’intero Consumo Interno Lordo italiano (357 TWh nel 2008). Una quantità per ora irrisoria.
In prospettiva, per arrivare a produrre ad esempio il 10% del Consumo Interno Lordo italiano con il fotovoltaico occorrerebbero circa 180 anni al ritmo annuale di installazioni del nuovo Conto Energia e comunque tempi superiori al secolo anche considerando una crescita più sostenuta delle installazioni. Concludendo, nessuno dei due sistemi di incentivazione in conto energia (l’attuale meno del primo) è stato in grado di far crescere in maniera significativa la potenza fotovoltaica installata e, soprattutto, di abbattere i costi, uno dei principali ostacoli alla diffusione di questa tecnologia. Sarebbe a mio parere necessario, a tal fine, stabilire un nuovo regime incentivante che favorisca l’installazione di grandi impianti dell’ordine di decine di MW, gli unici in grado di accrescere rapidamente la potenza installata. E, soprattutto, promuovere anche con forti incentivi economici la sperimentazione di grandi impianti fotovoltaici collegati a sistemi di accumulo dell’energia elettrica prodotta (idrogeno, aria compressa, accumulo elettrochimico ecc.) per ovviare al principale fattore limitante di fonti rinnovabili come il sole e il vento, descritto molto bene in questo articolo di Domenico Coiante, cioè la compatibilità di una produzione energetica intermittente con la rete di trasmissione dell’energia elettrica.
12 commenti:
il link del pdf del dottor Coiante non e' attivo !
ora dovrebbe funzionare
500 MW installati sono una frazione di centrale termoelettrica (o nucleare).
Non so quante centrali termoelettriche ci siano in Italia; credo qualche centinaio, vista la stima di Terenzio di una copertura dello 0,19 % del fabbisogno energetico italiano.
In ogni caso, credo che l'incentivazione di piccole potenze distribuite, sino a una soglia di 3000 MW (che è poi solo poco più dell' 1% del fabbisogno, ipotizzato costante nel 2016) sia voluto, in modo da permettere ai grandi gestori di controllare i siti a potenza significativa.
Credo che l'1% di rinnovabilità FV nel 2016 sia una situazione che ci lascerà totalmente in balia di peak oil, a meno che a livello governativo non si concedano diritti esclusivi agli imperi energetici di produrre via rinnovabile frazioni importanti di energia. In ogni caso, anche per questa via 7 anni sono pochi. Speriamo bene
scusate se ot ma vorrei un parere su questo (se c'è qualcuno che conosce la meccanica quantistica..):http://homepage.hispeed.ch/Quantum-Battery/
grazie
Se con un insolazione da 1300-1700 kWh/kWa ed un conto energia che ai prezzi attuali fornisce ancora rendimenti vicino al 10% (secondo il mio fogli excel), nonostante le tariffe incentivanti non si realizza un ritmo di crescita ragionevole, se la Germania con una formula simile e condizioni ambientali meno favorevoli e' riuscita ad installare gia' 10 volte il nostro ammontare
e' inutile andare a cercare una formula magica per il nuovo-nuovo-CE.
Non e' un problema di formula conto energia ma cultura e sensibilita' ambientale inesistente.
Andrea
Comunque il dottor Coiante alla fine dice che è assolutamente praticabile la strada delle rinovvabili, bisogna solo investire in esse per quanto riguarda la questione dell'accumulo.
La palla, come sempre, passa alla politica che può prendere decisioni in merito. Stiamo freschi..
SECONDO ME, AL RITMO ATTUALE DI CRESCITA DEL 1° E 2° CONTO ENERGIA, SI DOVREBBE ARRIVARE A FINE 2016 ALL' OBIETTIVO DI 3000 MW, CIRCA 1% DELLA PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA. IN QUESTO SEMESTRE 2009 C'E' UN RALLENTAMENTO DI INSTALLAZIONI MA LE STATISTICHE VANNO FATTE A FINE ANNO, QUANDO C'E' UN' ACCELERAZIONE DEGLI ALLACCIAMENTI.l' ATTENZIONE ANDREBBE INDIRIZZATA AGLI SQUILIBRI REGIONALI, CON IL NORD CHE FA LA PARTE DEL LEONE NEL PRENDERE FINANZIAMENTI E ALLA SOTTOVALUTAZIONE DEL SOLARE TERMICO CHE COSTA CIRCA UN TERZO.
Egergio Dott. Longobardi,
essendo direttamente coinvolto nel campo, Le posso assicurare che in Italia il problema non è il livello di incentivazione (i calcoli danno una redditività più che accettabile). In Italia il problema è la burocrazia. Mediamente, anche per un impianto di piccola taglia, ci vogliono SEI mesi tra ENEL e GSE. Non parliamo dei grandi impianti, per i quali bisogna andare in conferenza dei servizi (Regione+Provincia+Comune). Questo è il solo problema (diciamo che è come avere a disposizione una Ferrari a cui attacchiamo dietro un rimorchio da una tonnellata)
non solo la burocrazia che e' il problema principale. ma anche i finanziamenti, con la filosofia delle nostre banche che non si fidano dello Stato per i contributi del conto energia, se chi chiede non ha niente che puo' garantire il finanziamento, le banche non esborsano nessun euro. Pertanto, per i piccoli impianti a privati e imprese diventa un problema anche se ce' la sensibilita' delle persone.
pierino
Caro Quesalid,
non ho detto che il livello di incentivazione non sia accettabile, conosco i tempi di ritorno dell'investimento. Ho detto che l'incentivazione dovrebbe essere maggiore per gli impianti di potenza elevata rispetto ai piccoli impianti dell'ordine di pochi kW. Attualmente è vero il contrario e infatti la potenza totale installata è costituita prevalentemente da piccoli impianti, quindi la velocità di crescita del fotovoltaico è troppo bassa. Poi c'è anche il problema della burocrazia.
Il nostro incentivo è tra i piu' generosi d'europa ma nonostante cio' siamo ancora fermi al palo. secondo me i motivi principali che ci hanno bloccato sono:
*la MANCANZA DI INFORMAZIONE. Non ho mai visto una pubblicita' in tv o sui quotidiani nazionali, il 90% delle persone non sa' nemmeno come funziona il conto energia.
*Mancanza di cultura e sensibilità ambientale. (come ha detto andrea)
La questione della burocrazia lenta e complessa è relativamente ininfluente a parer mio.
ciao
laura
La complessità della burocrazia imho centra poco. se hai capito come funziona e lo vuoi fare. lo fai.
LAURA HA COLTO NEL SEGNO !!!
Sono d' accordissimo con Laura che al conto energia sia mancata assolutamente la pubblicita'.Il decreto, varato dal governo Prodi, non e' stato neanche usato per cercare voti nelle elezioni del 2008, dove le forze piu' ambientaliste sono state tra l' altro sonoramente sconfitte.
Sinceramente non ho capito questo silenzio degli ambientalisti, verdi e associazioni ma anche governo e sinistra, sul conto energia. Cosi' come queste forze che hanno un minimo di influenza e presenza in Italia tacciono sul prossimo picco del petrolio.
Dobbiamo trovare una maniera migliore per muoversi collettivamente su questi temi e non delegare a chi ne ha fatto una professione ma si ...dimentica di questioni fondamentali.
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