venerdì, settembre 04, 2009

Risorse e denari



Nell'immaginario collettivo si ritiene che aumentando il prezzo di un certo bene, esso sarà acquistato da un minor numero di persone, in modo tale per cui tale bene "scarso" risulterà soddisfare in modo "adeguato" la modificata richiesta.
Ad esempio, se andare in vacanza in qualche villaggio turistico messicano costa ad un Europeo (tra viaggio, hotel e spese varie sul posto) una cifra "elevata" rispetto al suo stipendio, il numero medio di persone che si concedono questo lusso tenderà a diminuire.

In termini generali, il ragionamento può sembrare corretto, ma suona un po' troppo semplicistico.

Da un punto di vista "primitivo" si potrebbe pensare di applicare questa leva al caso del consumo in senso lato. Acquisto di cibi al supermercato, di vestiario, di immobili, di autovetture; utilizzo di servizi vari, ad esempio i trasporti. A ciascuno di questi "bisogni" corrisponde un certo quantitativo di petrolio equivalente necessario in termini di materia prima e/o di energia di trasformazione.

Il fatto è che chi ha una "posizione economica" molto forte, con la crisi la vedrà sostanzialmente poco perturbata. La grande moltitudine di persone, invece, potrebbe essere sopraffatta da ondate inflattive, e si vedrà tagliate le entrate a causa della perdita o della precarietà del lavoro. Nel frattempo, chi ha un reddito elevato potrà mantenere inalterati i propri consumi, anzi, tenderà ad aumentarli * .

Incidentalemente, questo post mi era venuto in mente una sera di fine marzo: stavo andando a spegnere la fiammella pilota (orrore) della mia vecchia caldaia, quando ho visto il camino del mio benestante vicino fumare allegramente, con una temperatura esterna mite. Sul piano psicologico potrei dire: "Chi se ne frega di spegnere la fiammella? 100 € all'anno sono perfettamente alla mia portata". Il punto, però, non è psicologico ma fisico. Una questione di principio, di rifiuto dell'inutilità e degli sprechi.

In pratica il consumo energetico fossile mondiale può essere considerato grossomodo costante, se vogliamo a decrescita molto lenta (questo, a causa del fatto che siamo seduti sul picco-plataeau fisico della curva di produzione). La velocità di sottrazione delle risorse fossili dipende in modo congiunto dalla numerosità della popolazione mondiale e dal consumo medio pro capite. Non ha senso considerare queste variabili isolatamente. Non a caso le famiglie più energivore sono, per lo meno nella casistica occidentale media, le coppie senza figli, o i single: maggiore frequenza di sostituzione auto, elettrodomestici, beni di plus & lusso, n° di viaggi aerei ...

In assenza di una massiccia penetrazione delle rinnovabili, il flusso fossile avrà un andamento conservativo (modulato soltanto -meglio che niente- dall'inoppugnabile profilo a picco della risorsa) e sarà spartito tra un numero sempre minore di gruppi sociali a ricchezza (monetaria) crescente; l' aumentata popolazione "povera" diminuirà dopo il finale periodo di crescita inerziale (peak population) per cause di forza maggiore.

E' esattamente questa la spirale che dobbiamo evitare come la peste; risparmio energetico, rinnovabilità e migliore distribuzione energo-demografica, i migliori antidoti.



* Questo mio ragionamento naif è in realtà meglio formalizzato in quello che va sotto il nome di "paradosso di Jevons"

9 commenti:

Stefano Marocco ha detto...

Confermo, per mia esperienza, il fatto del consumo maggiore di energia in coppie senza figli. Mia moglie ed io spendevamo molto di più in oggettistica varia, viaggi, quando non avevamo figli. Ora le scelte di acquisto sono più orientate alla... "sopravvivenza" cioè generi alimentari e vestiti.
Hai fatto bene a evidenziare questo aspetto: penso che il problema non sia l'avere o meno figli (entro certi limiti), ma piuttosto il cosa venga loro trasmesso e insegnato. Ad esempio, i miei di tre e cinque anni, sanno fare benissimo la raccolta differenziata e a spegnere la luce quando non serve.

Alex I. ha detto...

L'educazione conta parecchio, comunque sia un single può anche fare attenzione ai consumi.
Non è detto che le coppie senza figli o i single debbano necessariamente consumare di più.
Io, da single, evito i viaggi aerei (sia per i consumi sia perchè mi piace avere i piedi per terra), mi muovo anche in bici, ho un'auto di 10 anni ed evito il più possibile di comprare plastica.
Inoltre seguo un'alimentazione vegana che - come ampiamente dimostrato - riduce molto l'impatto ambientale con minori consumi di energia, acqua, terra e sofferenza.
Single, coppie con o senza figli, il problema è una seria presa di coscienza del dover cambiare rotta

Francesco Ganzetti ha detto...

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2009/09/immobiliare_coabitazioni_affitti.shtml?uuid=ef4d7e6a-9898-11de-872e-41be20626090&DocRulesView=Libero

Sintetizzo : i giovani lavoratori tirano la barca, mentre gli anziani sono i titolari della più grossa rendita italiana, gli immobili in affitto, e gozzovigliano alle spalle del SSN : finchè la coabitazione non sarà un modello intergenerazionale, c'è il rischio che la barca si spezzi sotto lo sferzare del mare in tempesta.

Marco C ha detto...

Condivido lo scenario dell'articolo citato da Francesco, secondo me molto realistico (oltre che preoccupante).

Sicuramente molti di questi "anziani" hanno goduto di un accumulo di beni fisici e finanziari estremamente elevato e che peserà come un macigno su noi giovani generazioni (e su quelle ancora succesive, ovviamente)

Ricordo di avere avuto insegnanti al liceo che a 40 anni andavano in pensione (anche a 35).

Conosco una persona, oggi 69enne, andata in pensione nel 1980, che lamenta una pensione di "soli" 900 euro oggi nel 2009 (oggi svalutata... nel 1980 erano 900k lire, una discreta cifra tutto sommato). Cioé, dopo la svalutazione, poco meno di quanto guadagna un neolaureato di Inegneria, o che abbia anche 2-3 anni di esperienza, che lavora tutto il giorno e che avrà a stento una casa ed una famiglia. E che sicuramente non avrà mai una pensione.

Si parla del picco del petrolio, ma visto che la crescita marginale del "benessere" (termine ormai desueto) è sempre più bassa beh... direi che possiamo parlare di un picco anche di quello.

Certo, possiamo sempre speculare su altri luoghi. Penso a chi investe nelle case negli Emirati che spuntano come funghi nel deserto grazie alla "politica illuminata del sultano", come sentito da altrettanto "illuminati" colleghi sia di Milano che di varie valli del Pimonte (un tempo povere, ora piene di ville).

Con poco ottimismo,
Marco

Frank Galvagno ha detto...

Sì, il maggior consumismo nei single e coppie è un fatto statistico, chiaramente ci saranno casi di impatto molto basso, anch'io come Alex mi colloco tra quelli.

Ma la maggioranza degli occidentali che sceglie i piccoli numeri è accompagnato da tanti piccoli "sfizi", che in ultima analisi sono energivori.

Concordo con Francesco e Marco, gli "anziani" che hanno creato accumulazione quando si poteva (dagli anni '50 in pi) dettano legge e si impongono sui giovani "squattrinati", in quanto disoccupati e in situazione di depletion generale dei sistemi.

Ho in bozza un post su questo argomento, che lancerò a breve, dal titolo "Soldi fossili per energia rinnovabile" ;-)

Anonimo ha detto...

Ritengo che gli attuali settantenni sia stai gli Uomini piu' fortunati del genero UMANO. Non hanno vissuto la seconda guerra mondiale e le sue privazioni. Sono entrati a 20 anni in pieno boom economico dove era facile trovare lavoro e possibilmente "sfondare". Alla prima crisi economica anni 85/90 sono andati in pensione a 50 anni con la media dello stipendio degli ultimi tre mesi di lavoro pieno di straordinari per aumentare la pensione. Il loro costo della vita era basso, perche' bonta' di tutti i loro genitori gli hanno educati al risparmio e loro ne hanno approffittato per costruire abusivamente su tutto il territorio. Per riscattarsi dalla loro scarsa scolarizzazione hanno quasi imposto per farli riscattare che i loro figli andassero tutti all'universita'. Oggi hanno tuttti la casa di proprieta' e una grande percentuale la seconda casa.
Attualmente molte volte la loro pensione e piu' alta della paga dei loro figli che vivono da precari e in affitto che non potranno mai acquistare.
Sono o non sono i piu' fortunati del Genero Umano? per il futuro per cio' che ci aspetta non avremo "per fortuna" piu' queste possibilita'
pierino

Frank Galvagno ha detto...

Giuste le osservazioni di Pierino; aggiungerei che la generazione precedente (anni '10) ha suddiviso la vita fra stenti (prima metà del secolo) e accumulazione (seconda metà), chiudendo con una pensione mega-galattica e un'aspettativa di vita niente male (80-90 anni). La generazione successiva anni '70 (la mia) ha avuto un'infanzia-adolescenza (fino a 20 anni circa) invidiabile, buone possibilità di studio e occupazionali (20-30 anni). E arriviamo ai giorni nostri. Presente turbolento e futuro molto incerto. Aspettativa di vita inferiore (per l'inquinamento crescente)e pensione molto, molto volatile [se servirà ... ] ;-)

Alex I. ha detto...

Concordo con Pierino e voglio aggiungere una cosa: la generazione dei 70enni di oggi è - almeno in Italia - ancora saldamente al comando ed hanno colpa di averci portato il paese in questa situazione

Antonello ha detto...

I single sono più energivori? Forse i 20enni degli anni '60 ma adesso un single disoccupato o precario (quando è festa) che fa una vita di lusso non lo vedo proprio, anzi i single in genere evitano di fare figli quindi contribuiscono alla decrescita demografica. Se poi intendi i figli di papà single allora è un altro discorso; il guaio è che sono una minoranza ma consumano come la stragrande maggioranza. A volte mi sembra che a noi si chieda di risparmiare per permettere ad altri di sprecare.