created by Luca Lombroso
[articolo pubblicato sabato 27 febbraio 2010 su La Gazzetta di Modena ]
Nelle foto sopra, la Ghirlandina ricoperta dal "telo del Paladino" durante i lavori di restauro: il 24 gennaio 2008 il telo, appena installato, era bianco candido, il 26 febbraio 2010 il telo risulta annerito dallo smog.
Sotto, due grafici che mostrano come il miglioramento di qualità dell'aria dal 2006 al 2009 sia stato favorito principalmente dal maggior numero di giorni di pioggia e come, nell'inverno 2009-10, praticamente tutti i giorni in cui non è piovuto l'inquinamento da PM10 è stato oltre la soglia di legge di 50 ug/m3.
In questo perturbato inizio di 2010, con semplici elaborazioni dei dati ho scoperto che, sostanzialmente, quando non è piovuto, l’inquinamento da polveri è stato fuorilegge: e dire che siamo stati fortunati, si fa per dire, per l’alto numero di giorni piovosi (o nevosi), già una ventina. Anche l’osservazione storica dei dati, mostra crudamente la realtà: se è vero che dal 2006 al 2009 il numero di giorni di superamenti delle polveri fini, i PM10, è in calo costante, a Modena dai 130 del 2006 ai 76 del 2009, è altrettanto evidente che nello stesso periodo vi è stato un incremento costante dei giorni di pioggia nella “stagione fredda e inquinata” (da ottobre a marzo), dai 48 del 2006 ai 75 del 2009. In poche parole, sembra veramente minimo il beneficio dei provvedimenti antismog e dobbiamo ringraziare la pioggia, il vento e, in parte, la neve.
Il nostro clima però non è il vero responsabile dell’inquinamento. Potremmo pensare alla pianura padana come una stanza piccola, con scarsa areazione, piena di fumatori; infatti le immagini satellitari dell’inquinamento mostrano la pianura padana come una delle aree più inquinate del mondo. Modena sembra in buona compagnia, tuttavia vediamo spesso che la nostra città spicca nelle classifiche dell’inquinamento, in regione insieme a Reggio e Piacenza: perché?
A Modena circa il 25% delle emissione serra (buon indicatore delle emissioni inquinanti) proviene dal traffico, il 17% dalla combustione non industriale, circa altrettanto dalla combustione industriale, un 15% dai processi produttivi, 7% da agricoltura e circa 5% da rifiuti. I settori industriali e produttivi, messi assieme, dunque contribuiscono più che il traffico. Nessun settore poi deve sentirsi criminalizzato, ma altrettanto nessuno può sottrarsi dal fare la sua parte se vogliamo risolvere un problema che riguarda la salute ed anche i costi indiretti dei danni da inquinamento.
Da dove proviene questa gran quantità di emissioni dai settori industriali? Nel distretto ceramico si consuma circa un miliardo di metri cubi di metano, circa 7 volte tanto il consumo ad uso civile. In sostanza, in Provincia, si brucia l’equivalente di metano (non ecologico come si crede) di una grande centrale elettrica con alte ciminiere. L’aria non ha confini e così capita che noi respiriamo polveri di Sassuolo, di Mantova o Piacenza per fare alcuni esempi, e viceversa.
Noi non ci pensiamo, ma quando, a Modena, ad esempio, premiamo un qualsiasi interruttore elettrico o saliamo su un filobus, indirettamente da qualche parte, forse a Piacenza, si producono gas serra e polveri, dato che la maggior parte dell’energia elettrica Italiana proviene da centrali a turbogas o ciclo combinato. Allo stesso modo, chi acquista da lontano le nostre mattonelle ci lascia in carico una certa dose di inquinamento.
Altrettanto, non pensiamo di cavarcela, per la fetta di polveri dovute al traffico, con le rottamazioni per dotarci di auto ritenute più ecologiche. Per costruire un’auto nuova e smaltire la vecchia occorre molta energia e si produce una quantità tale di inquinamento che, prima di ammortizzarla, potremmo circolare per oltre 100000 chilometri. In sostanza, rottamando le auto pensiamo di risolvere un problema locale ma accentuiamo quelli globali e di altre generazioni.
Tornando però ai PM10, che fare? Serve bloccare alcune categorie di veicoli? Un blocco totale, vero, di tutto il traffico, anche autostradale, e di tutte le auto, anche euro 5 e a gas, di tutta la pianura padana sarebbe senz’altro un bell’esperimento: non risolutivo, ma educativo e permetterebbe di quantificare meglio la reale incidenza del traffico. Tuttavia l’annuario ambientale ISTAT ci conferma che, anche in Italia, il traffico è responsabile solo per un terzo delle polveri.
Dovremmo, quindi, ridurre il traffico (e la velocità), ma anche i consumi elettrici e spostarli su fonti rinnovabili, isolare meglio gli edifici, rendere più efficienti gli impianti di riscaldamento, migliorare i processi industriali, produrre e bruciare meno rifiuti. Dovremmo anche usare meglio le previsioni meteo, per pianificare prima, e non dopo, i blocchi del traffico, ma anche la riduzione di tutte le sorgenti inquinanti quando si prevede tempo stabile.
Occorrono dunque soluzioni complesse su tutti i settori sopra citati ed anche sul nostro stesso modello di sviluppo, basato sulla crescita, la quale rischia di annullare i benefici dei miglioramenti tecnologici.
Soprattutto è necessaria la consapevolezza e la partecipazione dei cittadini oltre al coraggio della politica di fare scelte, talvolta impopolari, ma che guardano al futuro.
4 commenti:
Argomento senza dubbio interessante, a cui aggiungo le seguenti mie riflessioni.
E' certamente vero che chi acquista da lontano le nostre mattonelle ci lascia in carico una certa dose di inquinamento, ma è anche vero il contrario. Quando acquistiamo prodotti che arrivano da lontano, scarichiamo sulle spalle di altri emissioni dovute ai nostri consumi. Mi riferisco in particolare alla favoletta che ci raccontano che i cinesi sono brutti e cattivi perché inquinano ed emettono un sacco di CO2, quando in realtà per una discreta percentuale lo fanno su mandato dei paesi occidentali. In pratica, abbattiamo le nostre emissioni giocando a scaricabarile, pretendendo di consumare spensieratamente. Inoltre acquistiamo massivamentte prodotti dell'industria elettronica contribuendo all'inquinamento in altri paesi.
Sulle immagini satellitari dell'inquinamento, chiedo cortesemente a chi potesse fornirli, dei riferimenti per poterne sapere di più (sono immagini particolari? O riprese da satelliti in particolare?)
Sull'inquinamento veicolare si vocifera (leggenda urbana?) che anche se abbattessimo a zero le emissioni dal motore (elettrico), il rotolamento degli pneumatici provocherebbe comunque delle emissioni di PM10 (la leggenda dice che siano anche maggiori). Ora io nutro i miei dubbi su questa cosa, o meglio è evidente che il consumo del battistrata produce polveri, ma faccio fatica a credere che tale emissione sia paragonabile alle emissioni di un diesel, anche moderno. Pertanto se qualcuno fosse in grado di fornirmi informazioni o riferimenti a studi seri che riportino, quantificandole, queste emissioni, gliene sarei veramente grato.
Saluti.
Scelte coraggiose ed impopolari; e dove? Quale cittadino vorrebbe rivoluzionare al ribasso il proprio stile di vita? Quale politico baratterebbe il proprio consenso elettorale con le vere politiche ecosostenibili? Quale lobbista rinuncerebbe a gran parte dei profitti derivanti da questo insostenibile paradigma economico?
Le scelte coraggiose ed impopolari la classe politica(globale) doveva farle decenni fa, quando il tempo per pianificare una decrescita dolce c'era, oggi anche se le facesse(ma non le farà se non quando ormai i guasti ambientali e l'esaurimento delle risorse energetiche saranno conclamati)non ci sarebbe più il tempo sufficiente. Scusate il pessimismo ma l'animale homo sapiens non da motivo per essere ottimisti...
per quanto riguarda l' "import-export" dell'inquinamento: perfettamente d'accordo ed è proprio li un nocciolo duro dimenticato dei problemi: delocalizzando le produzioni delocalizziamo anche l'inquinamento, ed è quel che nello psazio a disposizione ho anche cercato di dire. Sostanzialmente la cina inquina per noi e se considerassimo l'import-export di emissioni schizzeremmo almeno a 15 t pro capite dalle nostre 10 circa mentre la Cina da 4-5 t scenderebbe a 1-2 t procapite probabilmente.
In sostanza, le emissioni del mac book da cui scrivo, acquistato pochi anni fa, sono nel computo delle emissioni della Cina. Con le dovute approssimazione ciò vale anche per polveri, rifiuti nonchè consumo di "acqua virtuale".
Ecco anche il link della famosa e angosciante immagine da satellite,
http://www.esa.int/esaEO/SEM340NKPZD_index_0.html
notare la striscia bianca, dall'estremo oriente al Mar rosso: sono le emissioni delle navi che portano le nostre merci dall'oriente!
infine, sul contributo dei freni, posto questo da parte di un amico che non è riuscito a postare per problemi di firewall:
secondo dati Apat riportanti da legambiente (rapporto mal'aria 2008) pneumatici freni e manto stradale fanno circa un quarto delle polveri, questi dati sono in aumento a causa della crescente dimensione e massa dei veicoli. Tenere i pneumatici ben gonfi, oltre a diminuire i consumi del veicolo, fa calare anche l'emissione di polveri dovuta all'attrito.
Grazie, Luca, per l'approfondimento.
Cordialità.
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