giovedì, maggio 13, 2010

Il picco dei rifiuti?

Sul sito dell’Ispra è disponibile il consueto rapporto annuale sui rifiuti urbani relativo al 2008. Un primo dato significativo è il calo della produzione nazionale rispetto all’anno precedente, che si attesta a un valore di 32.471.591 tonnellate. Una tendenza analoga a quella dei consumi energetici, già commentata più volte su questo blog, strettamente connessa alla crisi economica iniziata nel 2008, che certamente produrrà una riduzione ancora più marcata nel 2009.

Un secondo elemento di riflessione è la produzione procapite dei rifiuti sintetizzata nella tabella allegata. Le regioni che guidano nettamente questa classifica non dignitosa sono la Toscana e l’Emilia Romagna, rispettivamente con 686 kg/abitante * anno e 680 kg/abitante * anno. Le regioni con la minore produzione di rifiuti sono quelle meridionali, ma incredibilmente esse sono praticamente affiancate da regioni molto ricche e industrializzate come il Veneto (494 kg/abitante * anno), il Piemonte (509 kg/abitante * anno) e la Lombardia (515 kg/abitante * anno).

Se i più bassi livello di consumo giustificano i valori delle regioni meridionali, cosa determina comportamenti così virtuosi nelle regioni del nord? Inoltre, i toscani e gli emiliani sono proprio degli inguaribili spreconi consumistici? Le risposte sono due, strettamente intrecciate tra di loro. I Comuni delle due regioni “rosse” adottano politiche spinte di assimilazione agli urbani dei rifiuti speciali prodotti dalle attività commerciali e artigianali, mentre quelli delle regioni iperconsumistiche del nord hanno scelto in maggioranza una gestione integrata dei rifiuti basata sulle raccolte differenziate domiciliari. Il primo motivo determina il mantenimento di sistemi di raccolta con grandi cassonetti stradali adatti a soddisfare più facilmente le esigenze delle utenze non domestiche, il secondo motivo riduce fortemente il conferimento di rifiuti diversi da quelli domestici. Quindi, come ho scritto in questo mio precedente articolo, le ragioni di queste apparenti incongruenze sono in gran parte politiche.


E infatti, anche nel 2008, le regioni del Nord continuano ad essere le più virtuose per quanto riguarda i livelli di raccolta differenziata. Come possiamo leggere agevolmente in questa seconda tabella, Trentino e Veneto hanno abbondantemente superato nel 2008 il 50%, obiettivo nazionale previsto per il 2009, Piemonte e Lombardia hanno scavalcato nettamente l’obiettivo del 45% stabilito dalla legge per il 2008. Tutte le altre regioni sono ampiamente inadempienti, con molte regioni, tra cui la Toscana, molto lontane persino dall’obiettivo 2007. Un maggiore approfondimento delle tematiche qui appena delineate le potrete leggere in questo mio documento sul sito di Aspoitalia.

1 commento:

Frank Galvagno ha detto...

Grazie Terenzio per questa interessantissima analisi.

Il 2007 è stato l'anno del picco della borsa, e anche dei rifiuti. Nel 2008 ha piccato il prezzo del barile. Aggregando questi 2 anni viene fuori un periodo molto credibile cui associare il picco delle risorse primarie globali (come prevedeva il Club di Roma)