Insieme all’aumento del prezzo del petrolio, i prezzi della benzina hanno ripreso a crescere e, con essi, sono riapparse le immancabili proteste dei consumatori e degli automobilisti contro una presunta speculazione delle aziende petrolifere.
Ho già spiegato in un precedente articolo che tali proteste sono in gran parte destituite di fondamento. In effetti, come si può vedere nel primo grafico, contenuto in un’analisi disponibile sul sito di “Banche, Risparmio Investimenti e Trading” a questo indirizzo, sussiste una correlazione quasi perfetta tra andamento dei prezzi del barile (espressi in euro) e prezzi dei carburanti. Questo stretto legame si è allentato solo nel periodo della prima crescita tumultuosa delle quotazioni petroliferi nel 2008, quando all’aumento del prezzo del barile non corrispose un aumento proporzionale del prezzo alla pompa dei carburanti. Il fenomeno si legge meglio nel secondo grafico estratto dalla stessa fonte del primo a questo indirizzo, in cui è rappresentato il rapporto tra prezzi di benzina e WTI in euro. Si nota una fase di valori più bassi nel 2008 dovuti alla maggiore crescita relativa dei prezzi petroliferi rispetto a quelli della benzina e una fase di “compensazione” successiva in cui si rileva il fenomeno inverso. Poi, dalla fine del 2009, si verifica una quasi totale corrispondenza tra gli aumenti dei prezzi dei due prodotti. Questo smonterebbe la tesi complottista che nega la correlazione tra i prezzi con l’argomento che l’attuale dinamica dei prezzi della benzina sarebbe diversa da quella del primo periodo di crescita dei prezzi del greggio.
Il fatto singolare è che lo stesso meccanismo sembra essersi verificato anche per i prezzi di altri prodotti dipendenti da quelli del petrolio, come nel caso dei generi alimentari. Nell’ultimo grafico, estratto dal blog di Marco Pagani si può notare un andamento simile, con i prezzi dei prodotti alimentari che in una prima fase non seguono proporzionalmente l’impennata delle quotazioni petrolifere, per poi allinearsi quasi perfettamente alla dinamica del prezzo del barile.
Sembrerebbe quindi che in prima istanza sussista una specie di anelasticità dei prezzi delle merci rispetto agli improvvisi sbalzi di prezzo del petrolio, una specie di “effetto sorpresa” che poi lentamente si riassorbe in un riallineamento delle dinamiche evolutive dei prezzi.
Ho già spiegato in un precedente articolo che tali proteste sono in gran parte destituite di fondamento. In effetti, come si può vedere nel primo grafico, contenuto in un’analisi disponibile sul sito di “Banche, Risparmio Investimenti e Trading” a questo indirizzo, sussiste una correlazione quasi perfetta tra andamento dei prezzi del barile (espressi in euro) e prezzi dei carburanti. Questo stretto legame si è allentato solo nel periodo della prima crescita tumultuosa delle quotazioni petroliferi nel 2008, quando all’aumento del prezzo del barile non corrispose un aumento proporzionale del prezzo alla pompa dei carburanti. Il fenomeno si legge meglio nel secondo grafico estratto dalla stessa fonte del primo a questo indirizzo, in cui è rappresentato il rapporto tra prezzi di benzina e WTI in euro. Si nota una fase di valori più bassi nel 2008 dovuti alla maggiore crescita relativa dei prezzi petroliferi rispetto a quelli della benzina e una fase di “compensazione” successiva in cui si rileva il fenomeno inverso. Poi, dalla fine del 2009, si verifica una quasi totale corrispondenza tra gli aumenti dei prezzi dei due prodotti. Questo smonterebbe la tesi complottista che nega la correlazione tra i prezzi con l’argomento che l’attuale dinamica dei prezzi della benzina sarebbe diversa da quella del primo periodo di crescita dei prezzi del greggio.
Il fatto singolare è che lo stesso meccanismo sembra essersi verificato anche per i prezzi di altri prodotti dipendenti da quelli del petrolio, come nel caso dei generi alimentari. Nell’ultimo grafico, estratto dal blog di Marco Pagani si può notare un andamento simile, con i prezzi dei prodotti alimentari che in una prima fase non seguono proporzionalmente l’impennata delle quotazioni petrolifere, per poi allinearsi quasi perfettamente alla dinamica del prezzo del barile.
Sembrerebbe quindi che in prima istanza sussista una specie di anelasticità dei prezzi delle merci rispetto agli improvvisi sbalzi di prezzo del petrolio, una specie di “effetto sorpresa” che poi lentamente si riassorbe in un riallineamento delle dinamiche evolutive dei prezzi.
5 commenti:
che copioni che sono... il confornto l'avevo fatto 2 anni fa.
http://archinauti.blogspot.com/2008/08/petrolio-euro-e-benzina.html
il bello è che se andate al confronto al netto delle accise, delle quote per i gestori e altre spesucce il confronto è (era visto che mi sono fermato da un po ad aggiornare i dati) assolutamente imbarazzante, per quanto coincide.
http://spreadsheets.google.com/pub?key=0AphnzdxsbG7HcDBWekRzMW9LUV9ZYXdubDhvbG1fWEE&gid=8
queste scoperte dell'acqua calda mi lasciano stupefatto. devo pero' dire che e' un bene ricordale perche' ci sono troppi non credenti.
sabato aspo viene all'auditorium di roma per la settimana delle scienze? forse bisognerebbe ricordare questo evento? biglietto 2 ero? ore17?
...Dubito che rivedremo il barile a 147, ma non dubito che i prezzi dei carburanti italioti superino, seppur non di moltissimo, i livelli del 2008, per poi attestarsi un pò sotto per una nuova recessione...Previsione troppo facile ? Un debito pubblico ormai oltre il 120 % c'entrerà qualcosa ?....Cmq mi pare acclarato cehl'economia mondiale non può permettersi il barile oltre i 100 a lungo, anche perchè, come qualcuno ha fatto notare su TOD, se pur è vero che nel 2008 c'è stata una spike di 147, il prezzo medio è stato 97....
Ciò che mi ha sempre lasciato perplesso, a proposito di questa presunta divergenze fra i due prezzi, è che tale accusa arriva praticamente da ogni dove.
Capisco i cittadini (i più oltretutto parlano senza alcuna cognizione di causa) per i quali è facile addittare le oil-company brutte e cattive (non che in parte non li siano eh...).
Ciò che mi ha sempre sorpreso sono le forze politiche e i media, che hanno sempre sostenuto tale ipotesi, accusando apertamente le compagnie di giocare sporco. Mi stupisce perchè non capisco la facilità con cui le compagnie si lascino prendere a pesci in faccia......e pure non dovrebbe mancarli il potere di condizionare stampa e politica.
Giusto per fare un esempio, giorni fà in un lungo servizio su un tg nazionale si è partiti con la solita solfa della doppia velocità, della divegenza e di come questi livelli di prezzo della benzina fossero vicini a quelli del 2008, quando il greggio costava 50 dollari in più.
Beh, dopo tutta questa menata in chiusura del servizio hanno detto : "i petrolieri si giustificano con il diverso cambio euro/dollaro." Fine servizio.
Ma come dico io.....quella era la risposta a tutte le panzane dette fino a un attimo prima. Eppure hanno liquidato la cosa come se fosse una semplice scusa di cui non tener conto.
Il ritardo osservato nella crescita dei prezzi della bezina rispetto a quelli del petrolio è molto probabilmente da imputare al fatto che le tutte le grandi aziende comprano in anticipo e che attuano strategie di compensazione dei prezzi che riescono a temperare sbalzi repentini e/o transitori.
Comunque nel lungo periodo alla fine i prezzi si riallineano spiegando perchè ora la benzina costi più che nel 2008 rispetto al petrolio.
Trinetra
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