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venerdì, dicembre 12, 2008

Le "Big Three" di Detroit


Secondo Fareed Zakaria autore economista ed esperto internazionale di Finanza (molto probabilmente americano di origini egiziane), il fallimento in corso nel settore automobilistico, sta colpendo quella parte inefficiente del settore stesso. Infatti, esistono negli U.S.A. due differenti industrie automobilistiche. Soltanto una sarebbe qualificata per il piano di salvataggio dal fallimento respinto dal senato degli Stati Uniti. Ed è quella inefficiente di Detroit. stessi momenti difficili dovuti alla crisi finanziaria in atto non è andata però a pregare Washington per ricevere l’aiuto dei contribuenti.

Attualmente esistono 12 imprese internazionali dell’auto che svolgono operazioni produttive negli USA. Collettivamente danno impiego diretto a 113000 americani (mentre GM, Chrysler e Ford dette “Big Three”, occupano 239000) persone. Tuttavia queste compagnie internazionali vendono più veicoli delle “Big Three” ed i loro clienti amano i prodotti offerti. Essi hanno inoltre milioni di azionisti. Esse svolgono, negli USA, un lavoro raffinato come la ricerca, il design e il marketing. Nell’insieme incrementano i posti di lavoro e quindi costituiscono un valore aggiunto per l’economia reale americana.
Compagnie come Toyota, Honda e BMW, hanno sempre attuato un sistema imprenditoriale più efficiente delle loro consorelle americane. Le case di Detroit invece hanno seri problemi di liquidità dovuti agli alti costi di produzione (in particolare assistenza sanitaria e pensioni), inoltre mentre le imprese internazionali erano riuscite a modificare il loro sistema d’assistenza sociale evitando in questo modo la loro morte, Detroit ha sempre fatto in modo di evitare qualsiasi cambiamento anche perche in parte approfitta dell’assistenza governativa.
Non solo, Toyota, Honda, e BMW non soltanto sono più brave nel tagliare i costi, ma producono veicoli migliori. Hanno aziende più flessibili, un migliore sistema produttivo e capiscono molto bene cosa vuole il consumatore americano. Toyota e Honda sono di anni avanti alle case produttrici americane nella progettazione e lo sviluppo delle auto ibride e dato che la tendenza della domanda americana si muove verso questi veicoli, saranno premiate.
Settimane fa, Al Gore ha dichiarato "It's really tragic that General Motors, for example, allowed Toyota to get a seven-year head start on the hybrid drive train in the Prius that is now positioned to really be a dominant feature of the industry in this century."…. In poche parole GM in 7 anni si è fatta superare da Toyota grazie alla Prius che è destinata nel corso di questo secolo ad avere un futuro dominante nell’industria automobilistica.

Ora che il disastro si sta compiendo le “Big Three” sostengono e promettono di volersi ristrutturare, di volere cambiare politica per competere con i produttori stranieri …. Questo finché riceveranno il denaro necessario … ma la gente è scettica. Secondo Fareed Zakaria le promesse ed i programmi dei Consigli di amministrazione di Ford, GM and Chrysler sono soltanto delle Falsità (bogus)
Il miglior argomento per il salvataggio è che è il miglior rapporto costo-efficacia del programma di posti di lavoro che il governo può funzionare a breve termine. Il migliore argomento per il salvataggio è che “è il migliore programma di creazione di posti di lavoro a costi sostenibili, che il governo potrebbe attivare nel breve periodo.” Spendere soldi per le infrastrutture (destinate a creare nuovi posti di lavoro) richiederà mesi, forse anni. Fareed è favorevole al piano di salvataggio per il semplice fatto che salvando le tre grandi salverà migliaia di posti di lavoro in modo più rapido e più semplice. Quello che tutti sperano è che l’economia reale sia in grado di sopportare il fallimento delle case di Detroit.
Delle tre GM e Chrysler rischiano il fallimento immediato, Ford possiede ancora una certa liquidità ma fino a quando?
Secondo l’Economista Liberal Joseph Stiglitz, la bancarotta “pre-confezionata” delle maggiori industrie automobilistiche americane è in effetti, il modo per gestire Detroit. Ciò di cui l’America ha bisogno, è aiutare i produttori di auto ad avere un nuovo rilancio e permettere loro di concentrarsi sulla produzione di veicoli più efficienti piuttosto che giocolare con il loro libri contabili per rispettare i loro impegni passati. L’industria automobilistica americana non sarà chiusa ma deve essere ristrutturata. E’ ciò che afferma il Capitolo 11 del codice di Procedura Fallimentare Americano. Una variante del “Fallimento pre-confezionato” – dove tutte le condizioni sono prestabilite prima di rivolgersi alla Corte Fallimetare (Bakruptcy Court) – potrebbe permettere alle Case di Detroit di produrre veicoli migliori, efficienti ed ambientalmente più sostenibili (ecologiche)….
Sembra quindi che comunque vada le “Big Three” in qualche modo si salveranno ma a quali costi Sociali???

Riferimenti:
http://www.cnn.it/
http://www.economist.com/
http://www.rfi.fr/

Toufic

giovedì, novembre 15, 2007

Rifkin: il venditore di olio di serpente

Gli americani parlano di "snake oil" (olio di serpente) per quel tipo di intrugli miracolosi che dovrebbero far bene ai calli, curare il mal di testa, e far andar via anche le emorroidi. Da noi, tendiamo a correlare i venditori di questi intrugli alla ormai storica figura di Vanna Marchi.

Con qualsiasi termine lo si voglia definire, un venditore di intrugli di grande successo è Jeremy Rifkin che continua a imperversare con le sue idee sull'idrogeno. E' un ospite regolare - sempre a pagamento da quello che si sente dire - di conferenze e dibattiti. Ultimamente, lo abbiamo visto come ospite addirittura del parlamento italiano, osannato da quasi tutti i parlamentari.

Così come l'olio di serpente viene detto curare le malattie più svariate, Rifkin ci propone l'idrogeno come rimedio universale dei guai più vari. Se le idee di Rifkin sono grandiose, sono anche molto confuse. Ci sono perlomeno tre concetti che possiamo identificare nella proposta di Rifkin, e forse anche di più.

1. L'idrogeno come mezzo di stoccaggio dell'energia rinnovabile. Questa è un idea nel complesso sensata. L'idrogeno potrebbe essere una delle tecnologie che ci permetteranno di risolvere il problema dell'intermittenza delle fonti rinnovabili. L'efficienza del ciclo dell'idrogeno come stoccaggio energetico non è molto alta e ci potrebbero essere alternative migliori, ma potrebbe funzionare se ci lavoriamo sopra.

2. L'idrogeno come vettore energetico. Rifkin parla di un'analogia fra la produzione di idrogeno e l'Internet. Ovvero, dovremmo tutti produrre idrogeno a casa, essere interconnessi casa per casa con delle tubazioni che trasportano idrogeno e scambiarselo a seconda delle necessità; un po' come facciamo con la posta elettronica. L'idea è sotto certi aspetti affascinante ma, dal punto di vista pratico, è il disastro totale. L'idrogeno è un pessimo vettore energetico; ha una bassa densità volumetrica di energia, rovina i tubi in metallo, è pericoloso da trasportare in bombole, la conversione è energeticamente inefficiente e, soprattutto, i costi di un sistema del genere non sarebbero nemmeno stratosferici; sarebbero interstellari! Insomma un'idea insensata sotto tutti i punti di vista. Tanto più che esiste un vettore energetico molto migliore è che ha già una sua rete di distribuzione: l'elettricità

3. L'idrogeno come sostituto dei combustibili fossili, in particolare nei veicoli stradali. I problemi qui sono molteplici: hanno a che fare con la difficoltà di trasportare l'idrogeno in bombole o sotto forma di liquido criogenico e con la mancanza di un sistema di distribuzione dell'idrogeno come combustibile. Inoltre, l'idea di un veicolo stradale a idrogeno ha senso soltanto se si usano pile a combustibile per convertire l'idrogeno a elettricità, altrimenti sarebbe terribilmente inefficiente. Ma le pile a combustibile utilizzabili su un veicolo hanno moltissimi problemi, fra i quali quello di dipendere da costosi catalizzatori al platino. A parte il costo, non c'è abbastanza platino su questo pianeta per fare abbastanza pile per equipaggiare i veicoli esistenti. I problemi sono molteplici e, apparentemente, estremamente difficili da risolvere: sono più di vent'anni che si fanno prototipi di veicoli a pile a combustibile e ancora non ne esiste uno che sia in produzione. Ciononostante, si continuano a spendere soldi pubblici per ulteriori prototipi.

4. Infine, ci sono vari e vaporosi slogan di Rifkin, come "la terza rivoluzione industriale," l'"economia basata sull'idrogeno" e altri. Ma non bastano gli slogan per fare cose serie.

Va detto anche che nessuno di questi concetti è veramente originale. Rifkin si è limitato a recuperare idee sviluppate da altri ben prima di lui e a impaccarle insieme. Lo ha fatto mettendole in una forma accattivante che andava a soddisfare l'appetito sia del pubblico come dei politici per una soluzione facile e indolore dei gravissimi problemi che abbiamo di fronte. Rifkin, in sostanza, ha fatto soltanto del marketing.

Su questo, è stato veramente bravo. Un grande venditore che è riuscito a vendere l'idea dell'idrogeno come cura universale a tutti i mali del pianeta. E i governi hanno ingoiato non solo l'esca, ma anche la lenza e tutta la canna da pesca. Le idee di Rifkin sono state accettate e finanziate a suon di miliardi senza che ci fosse stato nessun dibattito critico serio su quanto valessero veramente. Una cosa che la dice lunga su come i processi decisionali dei governi siano alla mercé delle mode del momento e su come il nostro destino sia affidato a persone del tutto incompetenti sulle basi tecniche di quello che stanno facendo.

Cosi', in gran parte grazie a Rifkin, l'idrogeno è diventato immensamente popolare nell'immaginazione del pubblico e dei politici. Il risultato è che stiamo impiegando grandi capitali e risorse per inseguire una tecnologia, quella dell'idrogeno come vettore o come combustibile per i veicoli stradali, per la quale ci vorranno perlomeno decenni di lavoro per arrivare a qualcosa di pratico (come ammesso dagli stessi proponenti). Lo stiamo facendo senza nessuna chiara evidenza che ci arriveremo mai e nemmeno che ne valga la pena. Non solo, ma qualsiasi processo produca o faccia uso di idrogeno, anche se parte dai più sudici combustibili fossili, viene visto come qualcosa di buono per definizione. Anche un processo che trasforma combustibili fossili in idrogeno viene a volte definito come "rinnovabile" e addirittura finanziato come tale con soldi pubblici. Tutto questo è stato un grave danno per le tecnologie rinnovabili vere. Un danno paragonabile sotto certi aspetti allo scandalo del CIP6, anche quello il risultato di una voluta confusione fra ciò che è rinnovabile e ciò che non lo è.

Negli ultimi tempi, politici, funzionari e scienziati che si sono impegnati pubblicamente sulle idee di Rifkin stanno cominciando ad accorgersi di aver fatto un'immane fesseria. Purtroppo, non sanno come uscirne senza fare una figuraccia. Il re continua a camminare pavoneggiandosi come se avesse addosso una pelliccia di visone. Ma sta cominciando a rendersi conto di essere nudo.





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mercoledì, agosto 22, 2007

Il paradigma del cinquino elettrico esaminato in luce della teoria della stupidità di Carlo M. Cipolla

Immagino che se vi siete messi a leggere un post con un titolo del genere, lo abbiate fatto chiedendovi che cosa è andato fuori posto nella testa dell'autore. Può darsi che questa interpretazione non sia del tutto sbagliata; ma comunque c'è una logica - anche se forse perversa - in questo post. Mettetevi comodi, che vi spiego.

Allora, tutto nasce da un dibattito di qualche mese fa a una delle solite conferenze su energia, sviluppo, clima eccetera. A quella particolare conferenza, mi trovai a dibattere con un altro relatore su come comportarsi davanti all'emergenza ambientale. Sosteneva il relatore in questione che dovremmo convincere la gente ad applicare principi etici alle loro azioni. Ovvero, per esempio, che devono tenere basso il termostato, spegnere le luci quando non sono in casa, non inquinare, non buttare robaccia per terra nei boschi, e cose del genere. Lui sostenne fra le altre cose che l'idea del cinquino elettrico era una sciocchezza. Molto meglio, disse, convincere la gente che le automobili sono cose dannose per l'ambiente, quindi le useranno di meno o non le useranno affatto. Mi ricordo che sostenni che, si, era una buona cosa dire alla gente di comportarsi meglio, ma che come strategia mi sembrava poco efficace.

Non so come la pensate voi, ma lasciamo il giudizio in sospeso per un attimo e andiamo a esaminare la cosa in luce della teoria di cui parlo nel titolo, quella di Carlo Cipolla.

Carlo Cipolla (1922-2000) è stato professore all'Università di Berkeley, dove ho avuto il piacere di conoscerlo personalmente. Era una persona molto brillante ed è noto per parecchi contributi alla teoria economica. In una vena un po' più leggera, ha scritto dei libri allo stesso tempo profondi e divertenti. Uno di questi era intitolato "Allegro ma non troppo, le leggi fondamentali della stupidità umana" (1988).

Per una descrizione dettagliata della teoria della stupidità di Cipolla, potete vedere questo sito.
Qui mi limito a dire che il libro, pur molto divertente, è in realtà perfettamente consistente con i principi fondamentali della teoria economica. Cipolla parte da un concetto classico di questa teoria, ovvero che ogni azione individuale ha degli effetti economici sia su chi la compie che su chi ne viene in qualche modo influenzato. Questi effetti possono essere positivi (guadagno) oppure negativi (perdita).

Vedete qui di a lato il "diagramma di Cipolla" che illustra i quattro casi possibili, dove X è il guadagno/perdita di chi fa l'azione e Y il guadagno/perdita di chi ne è influenzato. Il caso più ovvio è quello del bandito (in basso a destra). Uno ruba qualcosa a un altro; lui ci guadagna (X positivo), l'altro ci rimette (Y negativo).

Il caso opposto è quello che nel diagramma è definito come dei "disgraziati" ma che è forse meglio definire quello dei "santi". Uno fa l'elemosina a un altro, lui ci rimette (X negativo) l'altro ci guadagna (Y positivo)

Il caso su cui Cipolla discute più a lungo è quello degli "stupidi", ovvero di coloro che agiscono in modo da danneggiare se stessi e gli altri allo stesso tempo. Ci sono moltissimi esempi, per esempio uno che ti ruba dei soldi per spenderli in eroina. Ma non entriamo nei dettagli.

Per finire, c'è il caso di quelli che Cipolla chiama gli "intelligenti", ovvero quelli che riescono a far del bene a se stessi e agli altri con la stessa azione. Questo è quello che gli americani chiamano "strategia del vinci-vinci" (win-win strategy)

Allora, ritorniamo dove eravamo partiti, alla questione dei comportamenti virtuosi. Siccome abbiamo menzionato il cinquino elettrico, vi faccio subito un esempio di comportamenti correlati ai veicoli. Pensate alla marmitta catalitica. Montare questa marmitta che riduce le emissioni di gas inquinanti è un chiaro esempio di quel comportamento che avevamo definito come dei "santi", ovvero far del bene al prossimo danneggiando se stessi. Con la marmitta faccio un piacere al mio prossimo, ma devo spendere dei soldi per comprarla il che è uno svantaggio dal mio personale punto di vista. Nessuna meraviglia che nessuno abbia montato la marmitta finchè non è stata imposta per legge.

Con le automobili, ci sono anche ottimi esempi di comportamenti del tipo "stupido" secondo la classificazione di Cipolla, ovvero di quelli che fanno danno sia a se stessi che agli altri. Per esempio, mi compro una SUV, spendo un sacco di soldi per comprarla e mantenerla, il che è un danno per le mie finanze. In più, inquino anche l'ambiente più del necessario, facendo un danno a tutti quanti. Più stupido di così, è difficile. L'esempio del bandito, invece, è un po' più banale; potrebbe essere quello di uno che sifona la benzina di notte a un altro, per metterla nel suo serbatoio. Fa un danno all'altro che corrisponde esattamente al proprio vantaggio.

Ma la cosa interessante è esaminare il comportamento "intelligente" secondo Carlo Cipolla, ovvero come si può beneficiare se stessi e gli altri. Questo lo si può fare comprando un veicolo elettrico, meglio ancora retrofittando con un motore elettrico un veicolo esistente. In questo modo non si inquina in giro (e non si fa danno agli altri) in più si risparmia (beneficiando se stessi). Non solo, ma l'industria del retrofit genera posti di lavoro e beneficia ancora altra gente. Infine, i veicoli elettrici fanno da stoccaggio all'energia rinnovabile e quindi aiutano anche lo sviluppo delle rinnovabili. Quindi, il paradigma del cinquino elettrico, è un classico esempio del comportamento intelligente secondo Cipolla.

L'idea è che è più facile convincere la gente ad adottare la strategia del "win-win", ovvero un comportamento intelligente, usando veicoli economici e a emissione zero. E' più difficile convincerli a comportarsi da "santi", ovvero a non usare nessun veicolo

Il "paradigma del cinquino elettrico" è di validità generale. Indica che le cose che si diffondono meglio e più rapidamente sono quelle che danno benefici a tutti e danni a nessuno. Non su tutto si può trovare una soluzione intelligente nel senso della teoria di Carlo Cipolla, ma perlomeno ricordiamoci che serve a poco sperare che la maggior parte di noi si comportino da santi.


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