venerdì, maggio 25, 2007

Leggende sul Club di Roma

Fra le infinite leggende urbane che impestano le nostre povere teste subissate di fesserie, forse nessuna è più trincerata e difficile da sloggiare di quella che vuole che il Club di Roma abbia fatto delle "previsioni sbagliate" con il libro che nel 1972 fu pubblicato in Italia con il titolo "I Limiti dello Sviluppo".

Nonostante che la leggenda sia stata smentita più volte, nonostante che si continui a smentirla, niente da fare - la gente continua a ripetere le stesse cose. Proprio in questi giorni, è arrivato sul forum di discussione di ASPO-Italia un ulteriore esempio delle fesserie che si raccontano in proposito. Ve lo passo; merita un'occhiata in quanto è un esempio della confusione mentale alla quale si può arrivare. ("Rslds" sta per "rapporto sui limiti dello sviluppo")


Mi sembra che la voce di Wikipedia sulla relazione sui limiti dello sviluppo sia inesatta e ingiustificatamente assolutoria riguardo le errate previsioni del MIT e del CdR: (1) all'inizio del Rslds si cita U-Thant che nel 1969 prevedeva che se non si fossero bloccati subito corsa degli armamenti, crescita demografica e inquinamento, entro dieci anni la situazione sarabbe stata fuori controllo (mentre anche secondo i piu' allarmistici interventi dell'IPCC il punto di non ritorno non e' stato ancora raggiunto) (2) nella tabella sulle materie prime del Rslds si prevede nel 1972 che il petrolio sarebbe finito in 31 anni, sempre che il consumo non aumentasse, altre previsioni riguardano riserve non ancora note, fattore che non puo' esistere, perche' dall'inizio degli anni sessanta aggiungendo ai metodi tradizionali le ricognizioni con satelliti permettevano di sapere anche cosa c'era nel sottosuolo, senza possibili sorprese. Quindi previsioni sbagliate ce n'erano, e non riguardavano certo il 2100. Piuttosto il Rslds ripeteva ossessivamente di essere sbagliato, di basarsi su un modello ultrasemplificato e inadeguato (direi uno stretto parente dei modelli informatici con cui Mc Namara riusci' a perdere la guerra del Vietnam), che i dati disponibili erano insufficienti, come insufficiente era la conoscenza dei fenomeni di cui si parlava, che le loro previsioni non erano previsioni, che inoltre potevano spostarsi in avanti nel tempo, se non si rivelavano vere subito forse lo sarebbero diventate in seguito, etc etc. Ma non ostante tutto cio' pretendevano che li si prendesse sul serio, come se le loro previsioni stessero per avverarsi nei tempi da loro indicati. Se piu' gente avesse letto il Rslds probabilmente certe teorie strampalate avrebbero avuto meno successo

Non credo che mi sia mai capitato fra le mani un documento così sconclusionato, dove l'autore compara la guerra del vietnam a un modello economico aggregato e dal fatto che gli Americani l'hanno persa deduce che il modello economico era sbagliato. Notevole.

Va anche segnalata la frase "le ricognizioni con satelliti permettevano di sapere anche cosa c'era nel sottosuolo, senza possibili sorprese." che è un bellissimo esempio per dimostrare - se ce ne fosse stato bisogno - come sarebbe appropriato assicurarsi che ci sia un cervello inserito nella calotta cranica prima di lanciarsi a sostenere certe cose. A uno che crede seriamente che si possa scoprire il petrolio usando foto satellitarie non si può che suggerire di presentarsi alla prossima conferenza dei geologi petroliferi e spiegare a quei poveri allocchi che stanno perdendo tempo da decenni con i loro sondaggi e le loro trivellazioni. Basta che si connettano a Google Earth e troveranno facilmente i giacimenti che cercano. Stupendo. Così come è altrettanto stupenda l'immagine di questo tipo che emerge dalla conferenza coperto di pece e di piume. Chi conosce appena un po' i geologi petroliferi sa che questo sarebbe il minimo che potrebbe capitare a uno che sostenesse una cosa del genere.

Per finire, però, bisogna di nuovo andare a spiegare la faccenda della famosa tabella che conterrebbe le "previsioni sbagliate" del libro; quella che tutti citano. Ebbene, è una leggenda che ha origine nel 1986 con un articolo su Forbes di Ronald Bailey. Bailey ha fatto uso di uno dei trucchi propagandistici più semplici e più efficaci: andare a prendere una singola affermazione o un dato, citarla fuori contesto e usarla per demolire l'avversario. In questo caso, Bailey è andato a prendersi i numeri di una particolare colonna (la colonna 7) della tabella 4 del libro del 1972 e da questi numeri, interpretati a modo suo, ha demolito tutto il libro. Era, in primo luogo, disonesto andarsi a prendere proprio i numeri di quella colonna che, fra l'altro, erano gli unici che potevano essere intesi come "previsioni sbagliate". Le altre colonne davano numeri completamente diversi che non avrebbero potuto prestarsi all'accusa. Ma il punto era che nessuno di quei numeri era il risultato di una "previsione" fatta dagli autori del libro. Erano dati presi da una pubblicazione dell'USGS (united states geological survey) riportati li' per scopo illustrativo.

Tutto qui: da un grammo di verità, come al solito, si fa una tonnellata di bugie.


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3 commenti:

Anonimo ha detto...

Fortissima questa del satellite.

Mi ricorda quella bufala-scherzo uscita tempo fa in cui, via satellite mi sembra, ci si poteva far riprendere DAL VIDEO [...]

L'asserto satellitare commenta da solo la preparazione dell'autore.

Anonimo ha detto...

Già la rivista su cui era scritto dice tutto. Saluti, fra

Anonimo ha detto...

Per chi avesse voglia di farsi due risate, c'è il meraviglioso articolo dell'ineffabile Antonio Martino, apparso su "Il Giornale" del 6 settembre 2007, intitolato "Sul caldo record gli eco-ballisti han messo il golf".

Insomma, 4 mesi dopo "Leggende sul Club di Roma", il prode Martino ripropone la sempreverde teoria. Non gli sarebbe bastato informarsi prima di fare figuracce?
Forse no, dato che tra le prove dell'inesistenza del riscaldamento globale porta anche l'uso di un inusuale maglioncino nelle fresche sere dell'estate 2007, nella sua casetta.

Che scienziato, questo Martino!