lunedì, marzo 23, 2009

Caporetto 2009

Andamento della produzione industrale in Italia. Da "Italian Economy Watch"

Nel 1917, nessun giornale Italiano riportò la notizia della disfatta di Caporetto. Ve lo posso dire perché faccio collezione di libri e giornali dell'epoca ed è una cosa che ho notato molte volte. Chi, a quel tempo, avesse voluto capire che cosa stava succedendo esattamente al fronte, dai giornali avrebbe solo potuto vagamente intuire che qualcosa stava andando male, anzi parecchio male. Lo si vedeva dal parossismo di insulti contro gli Austriaci, dall'incremento della retorica bellica e dai disegnini delle truppe imperiali rappresentate come grandi scimmioni pelosi con l'elmetto a punta.

Non vi so dire se la notizia della disfatta italiana a Caporetto sia apparsa esplicitamente sui giornali degli altri paesi. E' probabile, comunque, che fosse più facile farsi un'idea dell'andamento del fronte italiano all'estero che sui giornali Italiani, dove un giornalista che avesse voluto dire le cose come stavano sarebbe stato esposto all'accusa di "disfattismo".

Qualcosa di simile sta succedendo in questo momento per la nostra Caporetto economica. Dai giornali italiani, non si riesce a rendersi conto di cosa sta succedendo. Si può solo intuire che qualcosa sta andando male, anzi parecchio male, dal parossismo di insulti contro questo e contro quello. I giornali non se la prendono contro le truppe imperiali, ma trovano come bersaglio i vari rumeni, zingari, immigrati eccetera. Non siamo arrivati ancora a disegnarli come scimmioni pelosi con l'elmetto, ma ci siamo vicino.

Così, se uno vuol capire che cosa sta succedendo anche qui difficilmente può far conto sulla stampa italiana, dove chi volesse far capire le cose si troverebbe subito esposto all'accusa di "catastrofismo" (equivalente moderno del disfattismo di una volta). Lo possiamo fare, però, dando un'occhiata alla documentazione che arriva dall'estero.

Allora, guardate l'andamento della produzione industriale italiana dal blog di Howard Hugh, "Italian Economy Watch". Non so se lo volete chiamare una Caporetto economica, ma era da quando l'ISTAT mantiene i dati sulla produzione industriale che non si vedeva un disastro del genere. E non è solo la produzione industriale che sta crollando: il fronte ha ceduto su tutta la linea. Leggetevi l'articolo di Hugh: c'è da rabbrividire: tutto il sistema industriale italiano è in rotta. Si dimostra ancora una volta come il sistema economico italiano, basato sul turismo e sulla trasformazione di materie prime importate dall'estero, è un modello ormai obsoleto in un mondo in cui si comincia a sentire la scarsità delle risorse minerali.

Troveremo una linea del Piave sulla quale attestarci? Forse si, ma ricordiamoci che il Piave non fu il risultato della retorica, ma di veri sacrifici e delle truppe mandate in aiuto dell'Italia dagli alleati. Anche stavolta, la retorica ci servirà a poco e di sacrifici ne dovremo fare che ci piaccia o no. Speriamo che qualcuno ci dia una mano, altrimenti potrebbero servire a poco anche quelli.

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi permetto di essere un po' più drastico: giornali, tv e radio sono lì solo per imbonirci.
I brandelli di verità vengono fuori da altre parti ma, se uno tiene l'orecchio teso, il quadro si compone inesorabilmente.
Alla fine la situazione generale ti si para davanti come una di quelle illusioni ottiche "scramble": quando l'hai inquadrata una volta non puoi più fare a meno di vederla

Stefano Marocco ha detto...

Segnalo solo che il link ha un errore.

Ugo Bardi ha detto...

Il link dovrebbe essere a posto ora. Grazie per la segnalazione

Anonimo ha detto...

A me il link nel testo non funziona ancora.

--
Carlo Fusco

Weissbach ha detto...

Facciamo così:
il link è questo

Anonimo ha detto...

Supponiamo che il governo riesca a stimolare la ripresa delle costruzioni immobiliari e che continui a criminalizzare gli immigrati, favorendone l'espulsione dal paese. Non crede che il PIl subirebbe un temporaneo modesto incremento per poi precipitare del 7-8% nel giro di due o tre di anni? Oppure si può pensare che i dipendenti pubblici e i pensionati possano finanziare una robusta ripresa generale dei consumi?

Anonimo ha detto...

E i dati inglesi e americani?
:)

Anonimo ha detto...

Come si spiegano i rialzi continuati in borsa di questi giorni a fronte di una produzione industriale da brivido?
L'economia reale va a pezzi e quella dei pezzi di carta virtuali sembra in ripresa? Dov'è l'inghippo(che sicuramente c'è)?

Paolo B.

Anonimo ha detto...

Lavoro per un'associazione di piccole e medie imprese. Anche se la situazione è a macchia di leopardo, la produzione industriale è in calo, a seconda dei casi, dal 10% al 90%. I mitici distretti del nord est hanno zone industriali semi deserte. Oserei dire (ovviamente non dimostrato) che in marzo il grafico ha rggiunto un -40%. Mi occupo di finanziamenti (vi prego non ridete) e la situazione è apparentemente gestibile.... ;-)

roberto ha detto...

il piano casa e' una follia , anche se fai nuove case non produci reddito vero. le case costano e non producono cibo o energia, non fruttano. durante il crollo dell'impero romano roma da 1000000 di persone passo' a meno di centomila 9 persone su dieci sono fuggite e le pecore pascevano nel colosseo. ai voglia a ruderi liberi quando non si mangia. bisogna salvare la terra vicino alle case.
roberto de falco

Anonimo ha detto...

Anonimo: "Supponiamo che il governo riesca a stimolare la ripresa delle costruzioni immobiliari e che continui a criminalizzare gli immigrati, favorendone l'espulsione dal paese. Non crede che il PIl subirebbe un temporaneo modesto incremento per poi precipitare del 7-8% nel giro di due o tre di anni?"

Probabilmente il PIL complessivo calerebbe, ma per avere un quadro realistico occorrerebbe piuttosto valutare che potrebbe accadere al PIL pro capite. Sempre probabilmente, abbinando al calo del PIL complessivo una riduzione significativa della popolazione, si avrebbe un PIL pro capite comunque superiore a quello che si potrebbe avere con una popolazione in aumento e un PIL stabile o in leggera crescita. E' la vecchia storia della torta da dividere in tante o poche fette: è meglio una torta piccina da mangiare in due, o una torta grande il doppio da mangiare in otto?

Non so se sono stato chiaro.

Anonimo ha detto...

I dati sarebbero più significativi (ed il discorso più valido) se analizzati su tempi puù lunghi e confrontati con quelli di altri paesi europei.
Giovanni

Bricke ha detto...

C'è un errore nel link al blog dal quale avete preso il grafico:
mancano i : e lo / dopo l'http :)