Il bambino aveva ricevuto in regalo dei gettoni per le giostre del luna park. Avrebbe potuto fare una decina di giri, e poteva scegliere le giostre che preferiva. Anche lui, come alcuni suoi amici più grandi e importanti, avrebbe potuto provare dei divertimenti che non fossero i soliti giochi nel cortile con la palla.
Un giorno andò al luna park, ma con enorme dispiacere si sentì rispondere che le giostre erano ferme per manutenzione.
Il giorno seguente ritornò, ma di nuovo: non si poteva andare sulle giostre per un problema ai cavi dell'elettricità.
Il bambino tornò una terza volta, ma andò peggio: il luna park avrebbe riaperto, forse, solo tra un paio di settimane, per mancanza di fornitura da parte della vicina centrale idroelettrica.
Il bambino, che non capiva tutte queste spiegazioni, esclamò: "Ma io ho i gettoni ... ! ".
Il gestore comprese la tristezza del bambino, e gli spiegò con calma che non potevano farci niente. Dopo qualche istante decise di raccontargli la sua storia.
"Vedi, quando ero piccolo io le giostre non esistevano nemmeno. Non per questo non si giocava, anzi! I migliori ricordi sono proprio quelli dei pomeriggi passati a correre e a divertirsi a costruire le cose più semplici. Poi aprirono il luna park. All'inizio mi piaceva, ma mi sono annoiato molto presto. Oggi mi ritrovo a fare il giostraio, ma per me è un lavoro come un altro, nulla di più".
Il bambino tornò a giocare con i suoi vecchi amici della vicina borgata, e dimenticò dove aveva riposto i gettoni.
5 commenti:
Se vuoi leggere una bella parabola inerente i luna park, ti consiglio "Un giorno alla fiera", di Frederik Pohl. E' un racconto brevissimo, ma colmo di significato.
Frank, vuoi dire che è quello che succederà quando il denaro non varrà più niente, cioè fine dei giochi? Beh, che truffatore però questo "giostraio" poteva almeno rimborsargli in qualche modo questi "gettoni" no? Nella dura realtà però alla fine il "bambino" si stufa di aspettare e non si scorda dei gettoni (visto che ha una famiglia da sfamare) ma prende il "giostraio" a legnate...
...e il bambino tornò dopo qualche giorno, le giostre erano di nuovo in funzione.
La centrale a fusione nucleare aveva ripreso piena operatività dopo un improvviso black-out.
Per fortuna che c'erano le torri eoliche e il parco solare che avevano potuto continuare a fornire l'energia per i frigoriferi e gli ascensori e ad altre cose di più vitale importanza.
Aver ritardato qualche giorno per andare in giostra non era stato poi un sacrificio troppo pesante.
La vecchia bicicletta del nonno Frank lo aveva fatto divertire lo stesso.
:-)
Interessanti queste prosecuzioni della storiella :-)
Dunque, quello che volevo dire, in parte è quello che scrivi Antonello.
Soprattutto, il fatto che i gettoni sono solo dei "simboli", dei "crediti d'accesso" alle risorse che non possono fare nulla in caso di problemi fisico-tecnologici. Cfr. caso Argentina.
Poi, sicuramente, c'è l'aspetto di rischio sociale che evochi. Il giostraio non lo vedo come un "cattivo", ma semplicemente come un ingranaggio impotente di un sistema più grande di lui.
La versione "ironic" di Pippo mette in luce i falsi miti secondo cui dobbiamo consumare sempre più energia, con lieto fine basato sulle rinnovabili :-)
Bella parabola.
Ho pensato spesso una cosa molto simile, quando discutendo con un tizio riguardo ad una possibile futura crisi energetica questi ha obiettato.
Ma che mi importa se ci sarà una crisi energetica, l'energia basta pagarla, se costerà di più pazienza!
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