venerdì, marzo 20, 2009

Mi ricordo!

La ghiacciaia di Monte Senario, nel Comune di Vaglia (Firenze)


created by Armando Boccone



Ogni tanto sulla lista di discussione di Aspo-Italia si parla di tecniche agricole o d’altro genere che sono state praticate nel passato. Alle volte è necessario fare un notevole sforzo per capire la profonda intelligenza che molte popolazioni di un passato più o meno lontano hanno immesso in quelle tecniche.
Ricordo che quando ero bambino sentivo dagli anziani del mio paese che una volta non c’erano i gelati (che avrebbero richiesto l’uso del frigorifero) e che d’estate si gustavano i sorbetti fatti utilizzando il ghiaccio conservato dall’inverno passato.
Il punto era proprio questo: pensavo che queste notizie non fossero vere perché non riuscivo a capire come si potesse conservare il ghiaccio per alcuni mesi visto che con la primavera e poi con l’estate si sarebbero raggiunte delle temperature notevolmente superiori a zero gradi, e che quindi la neve o il ghiaccio si sarebbero sciolti anche se fossero stati conservati in grotte fresche.
Molti anni dopo sono arrivato a Bologna e anche qui ho sentito la stessa storia: d’estate si faceva uso di sorbetti utilizzando il ghiaccio conservato dall’inverno precedente.
In seguito facendo delle escursioni sull’appennino fra Bologna e Pistoia ho visto le ghiacciaie, cioè delle trincee dove di inverno si compattava la neve per conservarla per l’estate successiva.

Ricordo ancora che d’estate le nostre madri scaldavano l’acqua al sole disponendola in vasche di ferro zincato o di plastica. L’acqua tiepida serviva per farci il bagno. Ma noi bambini eravamo restii a queste usanze per cui l’igiene non era notevole anche se, in compenso, non avevamo allergie (che sembra siano dovute agli scompensi sul sistema immunitario provocati dalla troppa igiene sia personale che ambientale).

Un'altra cosa che mi ricordo è che negli anni settanta, nel rione in cui è situata la mia casa, furono dissotterrati i tubi dell’acquedotto e, per motivi di sicurezza dato l’instabilità del terreno, furono messi nell’incavo fra il marciapiede e la strada e tenuti fermi con un po’ di calcestruzzo. Sui tubi però di giorno batteva il sole ed in questo modo l’acqua era molto calda.

Adesso quando torno al paese per trascorre alcuni giorni ho notato che si può utilizzare l’acqua per farsi la doccia, senza accendere lo scaldabagno, già dalle 11.00 di mattina. Dopo le 13.00 circa l’acqua diventa molto calda per cui per farsi la doccia è necessario miscelare l’acqua fredda (che è molto calda visto che proviene direttamente dalla strada) con l’acqua proveniente dello scaldabagno (tenuto ovviamente rigorosamente spento). E’ possibile farsi la doccia senza utilizzare lo scaldabagno fin verso le 18.00-19.00. Per la verità, è possibile anche in orari successivi, ricorrendo all’espediente di fare scorrere, nel primo pomeriggio quando l’acqua è molto calda, molta acqua aprendo il rubinetto dell’acqua calda (che è fredda visto che lo scaldabagno viene tenuto spento) in modo che l’acqua contenuta nello scaldabagno sia sostituita da quella (molto calda) proveniente dalla strada.

Alle volte dopo pranzo ho tentato di lavare i piatti e, nonostante le mani fossero protette da guanti di gomma, ho dovuto desistere per l’acqua troppo calda. Per questo motivo ho preso l’abitudine di lavare i piatti di mattina. Sempre di mattina riempio alcune bottiglie di acqua per metterle in frigorifero perché, come dicono le istruzioni per l’utilizzo del frigorifero stesso, non va bene metterci cose ancora calde.

1 commento:

Anonimo ha detto...

A circa 200 m da casa mia (provincia di Torino) esiste tuttora una vecchia ghiacciaia, utilizzata nei tempi andati - che verrà riutilizzata, presumo, per quelli futuri - a tale scopo. Per fornire di ghiaccio Torino venivano sfruttati i ghiaccìai che attorniano il Moncenisio, come quello di Bard e del Lamet, ghiaccio che veniva trasportato sull'antica ferrovia Fell; vedi anche al link:

http://forum.meteonetwork.it/showthread.php?p=1184236

Maurizio T.