I sostenitori italiani del ritorno al nucleare asseriscono da tempo che il costo di produzione dell’energia nucleare è attualmente tra i più bassi a confronto con altre fonti energetiche e ciò dovrebbe indurre il nostro paese ad avviare un programma di costruzione di nuove centrali. Più volte su questo blog abbiamo avanzato il dubbio sull’esattezza dei conti filonucleari (personalmente con questo articolo).
In effetti, gli elementi che influiscono maggiormente a determinare il costo del kWh nucleare sono: 1) il costo d'investimento: qui i nuclearisti generalmente prendono a riferimento il costo preventivo unitario della centrale finlandese in costruzione, ma ad oggi i costi effettivi sono quasi raddoppiati. 2) la produttività annuale delle centrali: molti nuclearisti considerano addirittura 8000 kWh/kW (cioè un funzionamento alla massima potenza per quasi tutto l'anno), ma ci sono molti dubbi che ciò sia plausibile. 3) la vita operativa delle centrali, che viene portata dai nuclearisti a 40 anni ed oltre, ma ci sono molti dubbi che ciò sia plausibile. 4) il dato un po’ aleatorio del costo del denaro, che si può tirare da una parte o dall’altra in funzione del risultato che si vuole ottenere.
C’è però un modo con cui taglio la testa al toro di interminabili discussioni con qualche filonucleare. Se il costo di produzione dell’energia nucleare è così basso, allora le aziende private disponibili a investire nel nucleare si facciano pure avanti, a condizione però che non usufruiscano di finanziamenti pubblici diretti o indiretti. La mia esperienza è che, a questo punto, il nuclearista di turno o abbozza e cambia discorso, oppure comincia ad addentrarsi in una lunga dissertazione sulla riduzione delle emissioni di CO2 e dei costi esterni evitati con la costruzione delle centrali nucleari. Ma abbandoniamo velocemente questa digressione personale per addentrarci in molto più generali e concreti fatti nostrani.
Il governo ha approvato di recente una legge che prevede il rilancio del nucleare e l’Enel si prepara ad entrare in fase operativa per la costruzione di nuove centrali. Sentite un po’ cosa dichiara a proposito, sulle pagine di Repubblica, Fulvio Conti, amministratore delegato dell’Enel. “Non chiederemo allo Stato né incentivi, né sussidi, ma ci affideremo al mercato. Per poter, però, rassicurare gli investitori che anticiperanno i capitali necessari, occorre una soglia minima garantita nelle tariffe di vendita”. Tradotto in parole povere, l’Enel chiede delle tariffe incentivate per la vendita del kWh nucleare che, ovviamente dovrebbero pagare gli utenti sulla bolletta, ma hanno anche la faccia tosta di dichiarare che si affideranno al mercato. Comunque, prosegue il giornale, “nell’ottica di Conti si tratta di un’assicurazione contro un’eventualità remota, perché l’Enel è convinta che l’elettricità nucleare sia più economica delle concorrenti (ci risiamo). Ma questo richiede una buona dose di ottimismo, perché i costi delle centrali nucleari sono massicci e crescenti. Inoltre, non è chiaro a quali tassi di interesse sarà possibile raccogliere i capitali necessari (ci risiamo)”. E infine, attenzione, “di fatto, il consumatore italiano si troverebbe a pagare per i prossimi decenni una bolletta più alta per sostenere i costi delle centrali Enel”. Come volevasi dimostrare. Anche in questo caso il grande Totò avrebbe esclamato: “E io pago !!”
Comunque, per la cronaca, nello stesso articolo di Repubblica, Conti spiega che “ognuno dei quattro impianti da 1600 MW che l’Enel progetta di costruire in Italia costerà almeno 4,5 miliardi di euro” Effettuando una semplice divisione, questo significa che il costo unitario di costruzione delle centrali sarebbe di circa 2800 euro/kW. Guarda caso almeno 1000 euro/kW in più di quello preventivamente ipotizzato per la centrale finlandese, da cui i nuclearisti fanno discendere la presunta competitività del kWh nucleare.
In effetti, gli elementi che influiscono maggiormente a determinare il costo del kWh nucleare sono: 1) il costo d'investimento: qui i nuclearisti generalmente prendono a riferimento il costo preventivo unitario della centrale finlandese in costruzione, ma ad oggi i costi effettivi sono quasi raddoppiati. 2) la produttività annuale delle centrali: molti nuclearisti considerano addirittura 8000 kWh/kW (cioè un funzionamento alla massima potenza per quasi tutto l'anno), ma ci sono molti dubbi che ciò sia plausibile. 3) la vita operativa delle centrali, che viene portata dai nuclearisti a 40 anni ed oltre, ma ci sono molti dubbi che ciò sia plausibile. 4) il dato un po’ aleatorio del costo del denaro, che si può tirare da una parte o dall’altra in funzione del risultato che si vuole ottenere.
C’è però un modo con cui taglio la testa al toro di interminabili discussioni con qualche filonucleare. Se il costo di produzione dell’energia nucleare è così basso, allora le aziende private disponibili a investire nel nucleare si facciano pure avanti, a condizione però che non usufruiscano di finanziamenti pubblici diretti o indiretti. La mia esperienza è che, a questo punto, il nuclearista di turno o abbozza e cambia discorso, oppure comincia ad addentrarsi in una lunga dissertazione sulla riduzione delle emissioni di CO2 e dei costi esterni evitati con la costruzione delle centrali nucleari. Ma abbandoniamo velocemente questa digressione personale per addentrarci in molto più generali e concreti fatti nostrani.
Il governo ha approvato di recente una legge che prevede il rilancio del nucleare e l’Enel si prepara ad entrare in fase operativa per la costruzione di nuove centrali. Sentite un po’ cosa dichiara a proposito, sulle pagine di Repubblica, Fulvio Conti, amministratore delegato dell’Enel. “Non chiederemo allo Stato né incentivi, né sussidi, ma ci affideremo al mercato. Per poter, però, rassicurare gli investitori che anticiperanno i capitali necessari, occorre una soglia minima garantita nelle tariffe di vendita”. Tradotto in parole povere, l’Enel chiede delle tariffe incentivate per la vendita del kWh nucleare che, ovviamente dovrebbero pagare gli utenti sulla bolletta, ma hanno anche la faccia tosta di dichiarare che si affideranno al mercato. Comunque, prosegue il giornale, “nell’ottica di Conti si tratta di un’assicurazione contro un’eventualità remota, perché l’Enel è convinta che l’elettricità nucleare sia più economica delle concorrenti (ci risiamo). Ma questo richiede una buona dose di ottimismo, perché i costi delle centrali nucleari sono massicci e crescenti. Inoltre, non è chiaro a quali tassi di interesse sarà possibile raccogliere i capitali necessari (ci risiamo)”. E infine, attenzione, “di fatto, il consumatore italiano si troverebbe a pagare per i prossimi decenni una bolletta più alta per sostenere i costi delle centrali Enel”. Come volevasi dimostrare. Anche in questo caso il grande Totò avrebbe esclamato: “E io pago !!”
Comunque, per la cronaca, nello stesso articolo di Repubblica, Conti spiega che “ognuno dei quattro impianti da 1600 MW che l’Enel progetta di costruire in Italia costerà almeno 4,5 miliardi di euro” Effettuando una semplice divisione, questo significa che il costo unitario di costruzione delle centrali sarebbe di circa 2800 euro/kW. Guarda caso almeno 1000 euro/kW in più di quello preventivamente ipotizzato per la centrale finlandese, da cui i nuclearisti fanno discendere la presunta competitività del kWh nucleare.
13 commenti:
Discorso fragile in epoca di grande crisi sistemica dell'intero complesso euro-atlantico
Basta un crack di troppo e svalutare l'euro a due cifre, otterresti dissonanza cognitiva generalizzata, rumore logico
Imho, va stanato l'EROEI effettivo dello smaltimento delle scorie, per dire. Chi ce l'ha il dato, se ancora nessuno ci è riuscito?
L'ENEL fa esattamente lo stesso discorso di altre grandi aziende, ad esempio come la FIAT.
Privatizzare gli utili e socializzare le perdite.
Modi diversi ma il risultato finale non cambia.
Reintervengo brevemente per segnalare che sta avvenendo un miracolo. Un politico italiano parla di investire sul solare, eolico d'alta quota e molto altro!!!
Gestione "rifiuti zero", lotta al cambiamento climatico ecc.
Che finalmente qualcuno capisca qualcosa di questi argomenti o sia il solito spot elettorale in questo caso per diventare segretario del PD?
Il tutto da Ignazio Marino.
Mah, chissà...
Io sospetto che sarebbe ora di staccare la spina; le discussioni su filiere industriali moribonde stanno perdendo di utilità.
E quanto al PD: il buon Bersani patrocinò la corsa al carbone che oggi si verifica all'Enel. Alcune sue frasi non le dimenticherò. Il partito in questione avrà la stessa utilità delle centrali nucleari italiane.
fausto
Se la impostiamo sui costi dovremmo lasciar perdere FV, Eolico, biomasse, sabbie bituminose, ecc..ecc..
Il problema è ANCHE di costi, ma soprattutto di quantità E di intensità.
L'unica alternativa al NUKE (nosto, o francese o svizzero o slovacco non cambia) è la drastica riduzione degli sprechi: ma adesso pero', non 'nelle intenzioni'
Vi ripeto quello che ho scritto poco tempo fa, il costo del nucleare non e' certo il problema, l'energia nucleare e' incredibilmente economica, se si considerano le carbon tax e' la piu' economica di tutte!!
Facendo dei conti molto semplici e sovrastimati sembra impossibile far lievitare il costo del KWh nucleare sopra i 10 cent di $.
Calcolando (pessimisticamente) una produzione di 600 GWh/mese, e considerando da 4 a 6 (altissimo) miliardi $ di costo iniziale per la centrale da 1.5 GW, e considerando un tasso al 6% su 50 anni si ottiene un costo da 5 cent/ KWh a 7 cent/KWh, un costo piu' che competitivo in entrambi i casi! (il costo dei tassi rappresenta l'80% del costo operativo mensile di una centrale).
Se ci vogliamo aggiungere un altro 20% (un'altra esagerazione) per il decommissioning, il prezzo resta sempre basso! Sembra IMPOSSIBILE farlo salire sopra i 10 cent/KWh!
I problemi del nucleare riguardano l'EROEI basso e l'incertezza problematica del trattamento scorie, ma non certo il prezzo.
Se avessimo davvero capito i problemi di produzione energetica a cui stiamo andando incontro accetteremmo di buon grado anche il nucleare. Certo sarebbe solo una parziale e marginale soluzione, ma comunque una delle tante vie da intraprendere!
"I problemi del nucleare riguardano l'EROEI basso e l'incertezza problematica del trattamento scorie, ma non certo il prezzo."
Hai detto niente!!! Chissà perchè il petrolio passando da EROEI 100 a EROEI 12 ha qualche problemuccio!!!
Caro Nicolò, se va al mio articolo precedente citato nell'articolo trova il link di un'analisi di Domenico Coiante, basata su una metodologia certificata internazionalmente, che stima molto prudenzialmente, ma in maniera precisa un costo di produzione superiore ai 10 cent. di euro., mettendo in evidenza i trucchi contabili dei nuclearisti per tenere basso questo costo. Quando è stata scritta, il costo del petrolio era quasi quello attuale, quindi è tuttora valida. Del resto, il fatto incontrovertibile che da decenni nessun privato investe nel nucleare dovrebbe farci riflettere sull'effettiva convenienza dell'investimento. Infatti, come ho scritto nell'articolo, l'Enel già chiede incentivi sulla bolletta elettrica per realizzare il suo programma. La verità è che senza sostegni pubblici il nucleare non sta in piedi economicamente. Poi sono d'accordo con lei e con l'intervento precedente che è una questione politica, visto che anche le rinnovabili richiedono attualmente aiuti pubblici. Ma anche se decidessimo di fare delle centrali nucleari, cosa che non mi scandalizzerebbe, dovremmo tener conto di un altro fattore limitante di cui pochi parlano ma che secondo me è decisivo: la scarsa disponibilità di uranio. Ma questo è un discorso che merita un altro approfondimento.
Nel mio precedente intervento non ho messo sufficientemente in evidenza un altro problema. Se le fonti rinnovabili e il nucleare richiedono entrambi sussidi pubblici, in una condizione di finanze statali esangui come quelle italiane, si pone anche il problema politico delle priorità. E secondo me, senza ogni dubbio, le rinnovabili devono essere prioritariamente finanziate.
C'è un grosso problema in Italia: l'iniziativa economica in molteplici settori spesso parte perchè deve partire senza analisi veramente puntuali ed approfondite sulla reale convenienza.
Questo perchè già si prevede dall'inizio di "socializzare le perdite e privatizzare i profitti" con meccanismi che vengono sempre sottaciuti dei quali la maggior parte dei cittadini non sa nemmeno l'esistenza.
Vedasi ad esempio i rigassificatori e l'80% dei ricavi di riferimento cmq coperti dalle bollette del gas anche in mancanza di materia prima da rigassificare.
Oppure gli inceneritori con recupero energetico che stanno in piedi soltanto grazie al CIP-6.
Il sistema Italia o meglio i contribuenti possono sostenere un'ennesimo meccanisco incentivante in bolletta?
Probabilmente si, ma si tratterebbe di convogliare un fiume di denaro in progetti d'investimento in centrali che potrebbero rimanere spente per mancanza di combustibile oppure accese con costi d'esercizio insostenibili nel lungo termine.
Io non mi ritengo un grande sostenitore del nucleare, proprio per il motivo della disponibilita' delle risorse di Uranio, che si possono estrarre sempre in concentrazioni piu' basse.
E se questo quasi non influenza il costo del KWh nucleare, poiche' il combustibile pesa solo per il 10% sul costo finale, influenza eccome l'EROEI che rischia di divenire troppo basso.
Per questo le risorse di Uranio sono piu' limitate di quello che ci raccontano i nuclearisti convinti, che a volte parlano di "risorse di uranio illimitate o quasi".
Pero' sono a favore del nucleare in questo momento, come soluzione temporanea, per supplire alle incombenti crisi energetiche almeno in parte. Quindi se mi si viene a dire che il nucleare emette troppa CO2 perche' bisogna considerare anche la produzione del materiale da costruzione o che e' antieconomico allora me la prendo, perche' ritengo sia dovere degli scienziati quello di sgomberare il campo da falsi miti e idiozie dettate da ideologie ambientaliste o sciocchezze simili.
La ringrazio Terenzio per il bell'articolo che mi ha segnalato e che mi ero perso, qui il calcolo e' preciso e affidabile.
Direi tuttavia che utilizzare 30 anni di vita e' del tutto pessimistico, ma direi anche che i calcoli forniti dagli studi presi in considerazione sono troppo ottimistici, e.g non e' possibile considerare un prezzo I = 1875 euro/kW della centrale finlandese che si e' poi verificato essere falso.
Ritengo quindi che il prezzo del nucleare si aggiri tra gli 8 e i 10 cent/KWh, il quale e' un prezzo piu' che competitivo, anche perche' non soggetto alle oscillazioni pericolose a cui sono soggette le centrali termoelettriche, che risentono di un'incidenza dell'80% del prezzo del combustibile sul prezzo finale del KWh.
Ho solo una critica sullo studio di Coiante. Qui viene fornito un solo valore di prezzo del KWh, quando in realta' sarebbe opportuno riportare due valori di confidenza 1sigma e un valore medio piu' probabile, partendo dalle incertezze che si hanno sui valori in input.
Sarebbe anche interessante prendere ogni valore in input, almeno quelli piu' controversi, e riportare il valore finale del prezzo del KWh che si avrebbe variando quel parametro nel range fiduciale.
In ogni caso sono d'accordo con lei, le rinnovabili vanno prioritariamente finanziate, su questo non ci sono dubbi.
Nicolo'
Se fossimo un paese serio prima si dovrebbero risolvere i problemi delle vecchie centrali con le relative scorie e poi parlare di ritorno la nucleare. A tale proposito consiglio la visione sul sito ri REPORT RAI 3 della puntata del novembre 2008 dal titolo L'EREDITA! E poi parleremo della convenienza del nucleare in termini di sicurezza e costi di decommissioning.
VERITA' Sulle energie rinnovabili.
vorrei fare chiarezza su un'informazione errata che viene data quotidianamente da taluni media sulle energie alternative.
vi invito innanzitutto a dare un'occhiata ad una ricerca indipendente portata avanti dall'Università di Pisa: http://www2.ing.unipi.it/~d0728/GCIR/Costi.pdf l'energia nucleare è al momento è l'unica vera alternativa al carbon fossile Per stabilità della fonte e per il costo del Kw/h. leggete attentamente la ricerca - Infatti sarebbe improponibile l'erogazione di energia eolica o solare ad una fabbrica o ad un'azienda che ha bisogno di energia elettrica continua, visto che tali fonti rinnovabili possono solo dare un aiuto a causa della instabilità nell'erogazione - Ad oggi l'unica vera alternativa al Carbon Fossile è solo il Nucleare)Se fra 40 o 50 anni si troverà un modo di immagazzinare l'energia allora potremo riparlarne....quel giorno però probabilmente avremo trovato anche la soluzione alla fissione nucleare (fusione a freddo) Le energie rinnovabili sono un valido aiuto sul LOCALE...l'energia rinnovabile non compete col carbon fossile...non è materialmente possibile...oppure nella votra fantasia, sognate immensi prati, riserve naturali, boschi e parchi....cosparsi di pannelli fotovoltaici e ventilatori eolici? Ma che razza di mondo sognate?
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