sabato, giugno 05, 2010

I bambini e le paure

Un titolo così può sembrare un po’ OT in un blog in cui si parla di risorse.
Tuttavia, qualche giorno fa mentre andavo al lavoro stavo rimuginando proprio su queste cose.

Un bambino ha un background di conoscenze scientifiche e di esperienza ridotto all’osso, per ovvi motivi; ciò non toglie che la sua interazione con il mondo sia molto profonda e sorprendentemente ricca di capacità previsionale, per lo meno qualitativa.

Ad esempio, mi ricordo di alcuni “momenti chiave” (avrò avuto intorno ai 7 anni o poco più) che, riletti con il senno del dopo, mi danno molto da pensare.

- Fumo: intorno ai primi anni ’80 si cominciava a parlare diffusamente dei danni provocati dal fumo, anche se era ben vivo (come oggi, del resto) il mito secondo cui “esistono persone che, pur fumando 1 pacchetto al giorno, sono arrivate a 90 anni”.
Mio padre non voleva saperne di smettere; mi ricordo come se fosse oggi di un giorno in cui sono scoppiato a piangere perché con le “buone” non funzionava; mentre io ero terrorizzato dall’idea che potesse ammalarsi e ne ero anche piuttosto convinto, mia madre, seppur preoccupata anche lei, mi rassicurava dicendo “ma no, mica tutti i fumatori muoiono”. Mio padre ha sempre continuato a fumare, ed è morto 3 anni fa per una malattia polmonare, con 15 anni di anticipo sulla sua aspettativa di vita.

- Giocattoli: quando mi arrivavano dei giocattoli nuovi, spesso mi domandavo che fine avrebbero fatto quelli vecchi. Mi era anche successo di soffrire nel dover “archiviare” i giocattoli che mi avevano accompagnato per qualche anno, ed erano ancora funzionanti.

- Automobile: come tutti i bambini ero affascinato dalla macchina. Con i miei amici mi chiedevo da dove venisse quella cosa odorosa che il papà cacciava nel serbatoio. La risposta generale era : “dal benzinaio”. Un giorno avevo chiesto più spiegazioni a mio padre, e la risposta era stata del tipo: “La benzina ci arriva dall’Arabia.”. Altra domanda infantile: “Ma la benzina non finisce mai”? Risposta: “Sì, finirà, ma tra moltissimo tempo, chissà quando”

Il mondo degli adulti, in generale, soffre di più l’effetto di trascinamento inerziale della dinamica dei sistemi, “fotografata” nel momento in cui vivono. L’assunto implicito è che i sistemi siano stabili, e allora possiamo riscaldare allegramente le case a 22° C se il gas costa poco, chi percepisce 50 k€ all’anno può mantenere fino a 5 figli eccetera. E’ il trionfo del paradosso di Jevons.

Ma non basta: “E’ sempre stato così, perché mettersi lì a coibentare la casa con quello che costa, che senso ha mettere i pannelli solari che non funzionano di notte e quando non c’è il sole, come possiamo avere fiducia nel trasporto elettrico se l’autonomia è ridotta e le batterie costano”, e via demolendo con cose di questo tipo.

Fortunatamente, i bambini crescono, gli incubi spariscono e a volte i sogni si realizzano.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Certo che devi fare delle colazioni pesanti per avere questi pensieri al mattino!
A parte gli scherzi, i bambini non hanno ancora sovrastrutture che si formano crescendo, se è positivo passare dal principio di piacere a quello di realtà è anche vero che i pensieri non sono più così lineari.
Per i bambini molte cose sono chiare, per noi adulti ci sono sempre dei dubbi e dei distinguo che però sono anche le basi della ricerca scientifica.
Dunque sarà meglio restare sempre Peter Pan? Mi correggo, è più moderno dire bamboccioni.

Discorso sentito ieri tra due commesse in un negozio:"Non capisco, continuano a fare finanziamenti per comprarsi la TV a 52" per vedere i mondiali di calcio. Ma con questa crisi, ce la faranno a pagare?"

Tutti allegri verso il baratro.

Frank Galvagno ha detto...

sì, i bambini non dispongono di strutture dimostrative e nemmeno della capacità operativa per mettere in atto azioni concrete.

Ma le loro percezioni, le loro domande sono quelle giuste.

Troppo spesso, invece, molti adulti sono anni luce anche solo dal riconoscere la presenza e la "pasta" dei problemi. "C'è la crisi?" "Passerà ..." "Ci penseranno..." e avanti così.

Incidentalmente: hai toccato il tema dei bamboccioni. Con la combinazioni dei fatti cui assistiamo (aumento di età pensionabile, emorragia di posti di lavoro nella media-grande industria e nello Stato etc) il fenomeno del "bamboccionismo" esploderà con un ramp-up molto evidente nei prossimi anni, con tasso di crescita superiore negli USA. Aspettiamo e osserviamo :-)

Lorenzo Montini ha detto...

Tra l'altro il fenomeno dei bamboccioni farà si che la case varranno sempre meno, già adesso l'offerta supera la domanda e si continua a costruire (spesso su terreni agricoli :-( purtroppo). Dove abito io (la romagna) è pieno di case/appartamenti vuoti e cantieri, su ex. terreni agricoli :(. E per tornare in tema, si continua a ripetere che "tanto il mercato immobiliare cresce sempre, e lo spazio per costruire case ce n'è un sacco...".

Anonimo ha detto...

Anche se un po' OT ancora due riflessioni.

- Speranza.
Nonostante tutto la coscienza civile sta migliorando. I tre referendum per l'acqua pubblica di cui si stanno raccogliendo le firme in tutta Italia hanno superato le 800.000 firme. Qui a Torino sia al Comune e pochi giorni fa alla Provincia, grazie alle migliaia di firme raccolte, sono stati modificati i rispettivi Statuti per garantire che l'acqua rimanga pubblica.

- Delusione.
Circa tre anni fa conobbi Mercalli e poi Pallante, entrambi tra le tante cose parlavano di cessare la cementificazione del territorio non solo per questioni ambientali ma proprio economiche: a breve non avremmo avuto più i soldi per le manutenzioni. Ci siamo arrivati, con la crisi, Comuni e Regioni dicono proprio quello.
Però continuano a proporre strade, rotonde, tangenziali, tunnel.

Ancora una volta la società va più veloce delle amministrazioni pubbliche avendo percepito il disastro?

Gianni Comoretto ha detto...

Ricordo il bambino che ero io.

Avevo chiarissimo il problema demografico (forse non trascurabile il fatto che ho 5 fratelli), e l'obiezione di mio padre ("Ma magari tra tutti i bambini che nascono oggi c'è quello che risolve il problema della fame nel mondo") mi sembrava parecchio idiota.

Ma avevo anche tante ingenuità. Come mai non siamo andati sulla Luna? (era prima del '69) E che ci vuole, si piglia un'astronave e si va, no?

Pure la conservazione dell'energia era un concetto un po' ostico, ricordo la delusione quando mio padre smontò la mia bellissima invenzione, un elicottero elettrico che prendeva energia da una dinamo calettata sull'asse motore.

Essere bambine è un po' così, vedi chiaramente dei problemi, vedi "oltre" le convenzioni ormai ingessate, ma hai anche uno scarso concetto dei limiti, di quel che non si può fare. Qualche volta è un vantaggio, qualche volta no.

Occorre riuscire a conservare il "vedere oltre" le convenzioni, ma saper controllare le nostre brillanti intuizioni e far tesoro di quello che già sappiamo. Sennò si fa la fine di Steorn.