sabato, gennaio 15, 2011

Non tutto è conseguenza del picco del petrolio o dei cambiamenti climatici

Nel1956, il poeta e nazionalista tunisino "Aboul-Qacem Echebbi" introduce, nell'inno nazionale della Tunisia (Himat al hima = Difensore della patria), i due versi finali che saranno gli slogan più famosi (di questi ultimi 50 anni) cantati, gridati e ripetuti dalle masse arabe, oppresse, impoverite e insultate dai propri governi. Durante le manifestazioni di questi ultimi giorni, i giovani tunisini appoggiati da tutta la società civile marciavano cantando questi versi:

"Quando il popolo decide per la vita, il destino ne risponderà sicuramente
ed il buio scomparirà, e le catene senz'altro si spezzeranno"

Nei giorni passati ho letto molte opinioni, blog e commenti sulla crisi che si era scatenata nel Nord Africa in particolare in Algeria e Tunisia. Quasi tutti hanno dato per certo che tale crisi sia stata una conseguenza dei Cambiamenti Climatici, del Picco del Petrolio, ecc.... Non sono stato d'accordo e non ho nemmeno espresso la mia opinione. Certo tutto fa, ma quello che sta succedendo nel Mondo Arabo in particolare è segnale di un cambiamento in corso, un cambiamento che non è iniziato oggi.

Si tratta di un processo molto lento originatosi dalla prima ingiustizia fatta agli Arabi già a partire del 1900 quando le superpotenze "Francia e Inghilterra" si erano spartite il controllo del Medio Oriente a seguito della cacciata delle forze turco-ottomane. L'Inghilterra promise al Sheriffo Al-Husayn ibn ‘Alī di creare un grande regno Arabo sotto la sua guida in cambio di una rivolta contro l'Impero Ottomano (in appoggio alle truppe Inglesi). Tale promessa fu disattesa grazie all'accordo "Sykes - Picot" (1916) che dichiarò la fine del regno e la marginalizzazione di Al-Husayn dandoli il Regno Hashimita di giordania (ovviamente questa è una mia semplificazione perché AL-Husayn non fu accettato come Sovrano in molti Paesi Arabi come ad esempio il Libano).

Alla fine della seconda guerra mondiale (1945) caratterizzata in particolare dall'eccidio e massacro di milioni di Ebrei, sotto la spinta del continuo arrivo di coloni (rifugiati, sopravvissuti ed altri) ebrei in Palestina e sotto l'effetto psicologico, religioso e secolare della promessa di Lord Belfor (il Sionismo) nasce lo Stato di Israele. Una nascita che ha portato ulteriori frustrazioni alle popolazioni Arabe, le quali (salvo eccezioni rare) vivevano, sotto l'oppressione dei loro governanti e re, una vita fatta di stenti, di sacrifici e di dolori.
Tunisia, Algeria, Egitto, Irak, Syria hanno conosciuto molti colpi di Stato, tutte con la scusa "deporre un despota" ma a tal despota seguiva un altro ancora più totalitario e opprimente. Il mondo "Democratico e Libero" ha accettato e convissuto con questi personaggi facendo finta di non vedere.

La rivolta del pane non è una novità, una decina di anni fà avvenne negli stessi Paesi, ma in quel periodo mancavano due parametri validi e necessari per rovesciare il personaggio al potere.
La Tunisia ha una popolazione giovanile molto elevata e ben formata, mentre è governata da vecchi. Il lavoro manca da troppo tempo e le prospettive sono quasi nulle. Lo Stato è opprimente, despota, corrotto e incapace. Ai Tunisini serviva lavoro, futuro, e libertà e la fine dell'oppressione politica. Ai Tunisini non manca da mangiare, e l'incremento di qualche centesimo del costo della baguette era soltanto la goccia che ha fatto traboccare il vaso: Serviva soltanto il gesto estremo di un Tunisino che si era dato fuoco (come i monaci buddisti vietnamiti) per fare scoppiare una protesta che ha trovato una sua ragione di essere anche all'interno dello strumento più importante di uno Stato ossia "l'esercito" che ha abbandonato un vecchio in decadenza ed ha deciso l'inizio del cambiamento che mi auguro sia proficuo allaTunisia e a tutto il mondo arabo e Mediterraneo.

8 commenti:

Noel ha detto...

c'è da fidarsi quando l'esercito dà il via ad un cambiamento? quando ci sono di mezzo i militari non vedo possibilità di democrazia

Luca Pardi ha detto...

Ho recentemente riconsiderato la questione israelo-palestinese alla luce del libro "la pulizia etnica della Palestina" scritta dallo storico Ilan Pappe, di origine ebraica, emigrato dalla Polonia in Israele e adesso residente in Gran Bretagna. Lo consiglio a tutti per valutare le ragioni delle frustrazioni arabe di cui parla Toufic.

Unknown ha detto...

A Noel, purtroppo dei militari non sempre ci si può fidare. Ma almeno dalle parti nostre i soldati non sono degli occupanti ma sono nostri connazionali, fratelli, padri, parenti, amici ma anche degli sconosciuti. E comuqnue ci si può fidare dei non militar? l'Italia ne ha un esempio lampante di usurpatore non militare e nemmeno appartenente ad una stirpemonarchica.

Unknown ha detto...

Qualche mese fa anche "LiMes" pubblicò il libro "Israele senza palestina: Due stati per due popoli allo status quo permanente. Storia di un grande bluf" si tratta del n°1/2010 gruppo editorial l'Espresso

Fra ha detto...

....Che cosa hanno a che fare gli israeliani con le rivolte in Tunisia ?....Mi risulta invece che la carrying capacity del suolo italiota non vada oltre la metà dell'attuale popolazione, nelle proiezioni più rosee; qual è invece quella della Tunisia ? COncordate invece che la maggior parte delle nazioni a noi vicine con i più altri squilibri popolazione/carrying capacity sono mussulmani ? ( Vedi Egitto od in piccolo la stricia di GAZA)

Unknown ha detto...

Allora Francesco non hai capito un piffero. Se continuamo a vedere i problemi del mondo arabo come un problema meramente ambientale e socio - religioso vuol dire che non si vuole approfondire. Questa è la prima volta che un sollevamento popolare manda via un leader arabo, normalemente questi vengono destituiti con un putch.
Per quanto riguarda Gaza/Egitto ec..., permettimi di illuminarti sul fatto che squilibri popolazione/carrying capacity non si verificherebbereo se i leader riuscissero a dare ISTRUZIONE, SPERANZA (Ossia prospettiva di vita migliore) e un minino di giustizia alle popolazioni arabe e palestinesi in particolare. Oggi i palestinesi in particolare e molti regimi Islamici in generale vedono nell'incremento della popolazione e nel terrorismo jihadista l'UNICA arma di rivalsa e di vendetta per uscire dalla miseria nella quale si trovano.
Ovviamente si tende spesso a vedere un problema nella semplicità e allora si tirano fuori parole belle come carrying capacity, però le cose sono molto più complicate di quanto possiamo immaginare. Date a quella parte del mondo un MINIMO di giustizia e forse qualcosa cambierebbe. Forse il Peak Oil potrebbe contribuire ma questa è un altra vicenda da approfondire con tutti i suoi pro e contro

Fra ha detto...

R Giustiza e peak oil....
Leggevo su un recente commento al post sulla rivolta in Tunisia su Crisis, che il 22 dicembre è stata annullata una spedizione via mare di granaglia a tale paese dalla Russia : il cargo appena partiro è stato scortato al ritorno in porto da navi militari : gli incendi di quetsa estate c'entreranno qualcosa ? Il peak oil poi senza dubbio farà giustizia degli squilibri nei consumi e generazionali nel mondo occidentale, e della estrema sovrappopolazione di molti paesi arabi, su questo non c'è dubbio, il problema è che nel frattempo avremo consumato la nostra silver bullet dei migliori combustibili fossili per niente,se si escludono cemento e welfare da noi, autotstrade e le suburbs in america, massa umana più a sud...o per meglio dire per combinare un bel disastro nell'ecosistema : si stima che dal 1980 al 2030 potrebbero andarsene il 40 % della biodiversità di questo pianeta, appunto per le ragioni sopracitate...Riflettevo l'altro giorno sul fatto che i pellegrini a Lourde o da Padre Pio chiedano sempre miracoli per sè e le proprie malattie : se un santo od un beato risolvesse d’emblée l' aumento rapido dell'effetto serra naturale faccio voto di tornare ad essere cristiano credente e praticante, come quando a 6 anni facevo il chierichetto e fino ai 12 ero il preferito del sacerdote non perchè fossi il più buono ma semplicemente il più brillante....C'è molto egosimo nel chiedere ad una santo la grazie per una propria malattia...é contro il ciclo della vita.

Unknown ha detto...

Dire che le democrazie occidentali hanno tollerato dittatori sempre piu` oppressivi e` assolutamente falso.

Esse hanno appoggiato dittatori sempre piu` oppressivi: le dichiarazioni pubbliche servono solo per certo popolo.