venerdì, gennaio 07, 2011

Uova alla diossina


Questo post non è tanto a proposito di uova alla diossina, quanto sull'immane casino in cui ci siamo messi in generale. Allora, nel testo che segue trovate un commento di Eric Berger ("Sciguy") su un recente articolo che dimostra come le uova dei polli ruspanti ("free range") contengono oltre cinque volte più diossina dei polli in batteria ("caged"). Conclude Berger che per i polli è meglio vivere in un prato, ma per gli esseri umani sono meglio mangiare polli allevati in batteria.

Premesso che questi risultati sono validi per Taiwan, dove pare ci sia pieno di inceneritori, credo che la situazione laggiù non sia differente dalla nostra e se lo fosse ci stiamo comunque rimettendo in pari rapidamente facendo inceneritori anche da noi. Ma la sostanza del discorso è che ci siamo messi veramente in un immane casino se dei polli che stanno in un prato finiscono per fare uova alla diossina e ti tocca concludere che è meglio allevarli in una gabbia con dei mangimi artificiali, magari riempiendoli di antibiotici, ormoni, e chissà che altro.

Certe volte uno si sente totalmente impotente..... non resta che leggersi l'articolo di Berger e rabbrividire.


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From "Sciguy"

June 16, 2010

Free range chickens: Good for them, bad for you?

Free-range chickens are sometimes advertised as an exceptionally clean, healthy and delicious source of essential protein. Well, of course they're delicious. They taste like chicken. But are they really cleaner and healthier?
Just because everyone knows free-range chickens are better than caged chickens doesn't actually mean it's so.
Oh, don't get me wrong. It's vastly better for the chickens. But scientists are finding there may be a down-side to human health from free-range chickens.
A new study in the Journal of Agricultural and Food Chemistry (see full article) finds that the eggs of free-range chickens may contain five times the amount of some pollutants.
Being a free-range hen means the chickens have continuous daytime access to open-air runs, covered by vegetation, and during half of their lives have at least 1 square meter to themselves. However, as free range hens spend most of their lifetime in an outside environment, they have a better chance of being exposed to contaminants from the environment, scientists say.
Taiwanese scientists analyzed the eggs of free-range chickens at various sites in Taiwan and compared them to the eggs of caged birds. The found that the levels of dioxins (specifically PCDDs and PCDFs) was 5.7 times higher in the free-range chickens than in the caged animals.
There are important caveats to the study: Taiwan has a lot of municipal waste incinerators that produce dioxins. And the samples were relatively small. However, it's also worth noting that previous studies have found elevated levels of dioxins in free-range birds.
The study, therefore, provides another reminder than terms like "organic" and "free-range" that are commonly used to sell foods does not always mean the foods are better or safer for you. Caveat emptor.

8 commenti:

Fra ha detto...

Salve prof. Bardi ;
Lovelock critica la strumentalizzazione del famoso saggio della Carson, silent spring, del 1964, in quanto l'intento originale sarebbe stato quello di allarmare sugli squilibri dell'ecosistema e non sulle conseguenze dirette , ( di tipo neoplasico sull'uomo ); a quanto ricordo della critica di Lovelock egli pone l'accento anche sul fatto che la Carson non volesse bandire del tutto il DDT od altri disinfestanti aggressivi, ma limitarne l'uso a circostanze eccezionali ed episodiche ; Io sarei quindi preoccupato non tanto per chi si mangia le uova allevate all'aria aperta a Taiwan, ma per la flora efauna di quei pochi scampoli di territorio taienaese non urbano rimasti ; medinews riporta che in Italia l'aspettativa di vita media di chi vive nelle grandi città è attualmente inferiore di 10 mesi a chi vive al di fuori delle grandi aree urbane : io credo che l'effetto serra e l'impoverimento dei suoli e tecniche agricole anon sostenibili siano argomenti più importanti ; l'altro giorno sul messaggero on line era pubblicato l'articolo di un nonno che rivolgeva un pubblico appell a non donare niente ai canili per finanziare la ricerca sulla distrofia muscolare tipo Duchenne : esiste un EROEI anche per i malati, e gli addetti ai lavori ne parlano.
Ricordo inoltre che Lovelock ci ricorda come 1/3 di tutti i mammiferi è destinato a morire di una qualche neoplasia per il fatto stesso che a livello intracellulare respiriamo ossigeno, e basta un deficit puntuale della glutatione perossidasi per scatenare un patatrak...Se la vie.
Dobbiamo ribaltare la morale di massa protesa a fotografare in macro la situzione di un singolo individuo senza alzare lo sguardo più in là, al resto dell'ecosistema e alle generazioni tutte.

Paolo Marani ha detto...

Per difendere il cibo sano, bisogna difendere l'ambiente... è davvero la scoperta del millennio!

Dobbiamo renderci conto che la necessità di scelta fra cibo sicuro e cibo autentico non è un dogma indissolubile.

E' solo un parto della mente malata di chi pensa che l'inquinamento è inevitabile, perchè parte integrante di un processo di sviluppo che non si vuole mettere più in discussione.

Il movimento del "bio" è solo la punta di un iceberg, il grosso sta nel ricominciare ad apprezzare i ritmi e i modi naturali, trattare la terra come si deve, così come anche le piante e gli animali.

Domani troveremo apologie di gente entusiasta per la carne di sintesi, non derivata da animali, poichè molto più sicura di quella di allevamento (ancorchè intensiva in batteria).

Mangiare schifezze industriali è diventato il goffo tentativo di sublimare una realtà che ci rende sempre più immangiabili le cose che produciamo in maniera tradizionale.

Mangiate merda... un trilione di mosche non possono avere torto!

Noel ha detto...

Concordo con Marantz, il bio è il primo passo, serve una rivoluzione delle coscienze.
Però siamo veramente al limite, io magari mi faccio il mio bell'orticello e l'inceneritore cittadino mi riempie di diossina per cui ho faticosamente lavorato. E' pazzesco

Unknown ha detto...

Prof. Bardi,
le sue capacità divinatorie hanno del soprannaturale http://www.repubblica.it/salute/alimentazione/2011/01/08/news/germania_uova_diossina-10976147/

o è solo jun caso...?

Saluti Fabrizio

Ugo Bardi ha detto...

Fabrizio, mi hai preceduto. Lo sai che alle volte mi faccio paura da solo?

roberto ha detto...

scusate se ve lo dico ma le uova tedesche come i polli e la carne sono alla diossina inquanto contaminate dai mangimi forniti da Harles und Jentzsch", la grande azienda che ha fornito a milioni di contadini e allevatori i prodotti contaminati.
pensare che un pollo in gabbia sia piu' sano di un pollo all'aperto e' pura follia.

fausto ha detto...

@ Roberto

Dipende: se a Taiwan vari distretti dediti all'allevamento a terra hanno la disgrazia di starsene vicino a cumuli di plastiche incendiate o ad altiforni, allora è logico che laggiù la gabbia non è così male.

C'è poi un problema di carattere statistico: al momento le galline che razzolano le abbiamo in numero ridotto, gli allevamenti sono pochi; e quindi basta un paio di allevatori piazzati nel posto sbagliato, o magari che praticano tecniche scorrette, per causare una deriva significativa. Viceversa, le uova ottenute in gabbia sono tante e risentono poco di valori "fuori norma" dovuti ad un singolo produttore. Sarebbe interessante verificare la dimensione della base dati.

Per l'Europa: qui da noi siamo tradizionalisti, ancora non vogliamo rinunciare al buon vecchio mangime alla diossina (fonte di scandali reiterati da più di 10 anni!). Ma tranquilli: tra poco disporremo pure noi di ottimi medicai alla diossina.

Weissbach ha detto...

Ma non c'è problema,
basta aspettare un po' e anche tutto il mangime che diamo ai polli in batteria avrà lo stesso livello di diossina dei prati in cui razzolano quelli ruspanti.
Così non ci pensiamo più.