domenica, dicembre 23, 2007

Cronaca (disordinata) dell'incontro di Siena

Quel che segue è la cronaca molto disordinata di un incontro tra Aspisti in occasione di una conferenza di Luca Mercalli presso un comitato che si oppne all'allargamento dell Aeroporto di Siena ( Ampugnano)

Dopo un cinquinesco elettrico viaggio wwwwwwhhhh di una 65ina di km, una volta tanto privo di eventi, arrivo alla Calp di Colle Val D’elsa, la più grande azienda vetraria italiana, dove, pur essendo una specie di città, grazie a Corrado, TUTTI conoscono il cinquino.

Il portiere, questa volta mi alza la sbarra, mi aggiro elettricamente, tra gli sguardi dei pochi operai presenti, tra gli enormi capannoni, mucchi di cristallo in attesa di riciclo e materie prime varie, palletts, pancali e ganci di sollevamento da piano quinquennale, mega-impianti di aspirazione, ventilazione, alimentazione....ed arrivo al laboratorio elettrico dove Corrado ed un po' di collaboratori, circondati come al solito da DECINE di motori elettrici ed altri arnesi vari, piu' o meno smontati riassemblati, acccumulati... mi aspettano. Attacchiamo il cinquino in carica e SCHEGGIAMO con la macchina di Corrado a prendere Luca.

Il tempo di prendere respiro due volte ( ma devo concentrarmi PARECCHIO per ricordarmi di respirare) e siamo arrivati alla stazione di Siena a prendere Luca che arriva, nonostante lo sfiatatissimo trenino diesel bicarrozza IN ORARIO.

O meglio: Arriva in orario rispetto all'orario Internet, con15 minuti di ritardo rispetto a quello degli orari affissi e con 25 minuti di anticipo rispetto a quanto segnalato dai tabelloni luminosi.

Buh?

Corriamo all'appuntamento con gli altri Aspisti ad una grande fonte detta della pescaia per la visita ai "bottini" medioevali di Siena.

L'atmosfera è surreale, dietro degli anonimi caseggiati anni 60 ( per quanto realizzati con quel minimo di garbo che ancora conservano da queste parti), ed una strada rialzata, c'e' un meraviglioso edificio medioevale davanti il quale si apre una piazza del Campo in miniatura, vero ed evidente centro di socializzazione sotto le arcate gotiche che reggono l'edificio si succedono tre vasche dove placidamente gorgoglia l'acqua, le tre vasche essendo al tempo destinate in ordine, agli umani, agli animali ed infine alle lavandaie. Intorno e davanti alle vasche sedute in mattoni ed i segni di attività sociali ormai dimenticate.


Eh si, perché il grande spazio è DESERTO, come dimenticato, dal quartiere che gli è sorto intorno, una sorta di NON-rovina romana, estraniato dalla quotidianità. Sembra quasi, complice la luna che fa capolino, di vedere i fantasmi delle lavandaie che per generazioni si sono succedute, dei mercanti, degli abitanti insomma che per tanti secoli hanno tenuto in ordine e funzionante quella fonte.

Eh, si' perché a Siena L'acqua, naturalmente NON C'E' e NON c'e' mai stata.

Questo forse è anche la ragione per la quale la formidabile serie di alture è rimasta semi-abitata per millenni, nonostante le succedutesi civilizzazioni etrusche e romane.

Il motivo è non climatico ma geologico.

Siena pogge su una specie di rupe tufacea ( non si tratta veramente di tufo ma di sabbie plioceniche molto poco addensate) che in pratica assorbe come una spugna l'acqua e tuttavia non è abbastanza permeabile da permettere la raccolta in un semplice pozzo.

Quindi ogni singola fonte compresa quella che stiamo vedendo si basa, per l'approvvigionamento su KM di canali scavati a mano nei secoli e per secoli mantenuti che si inoltrano nella rupe lasciando che l'acqua, goccia-goccia dalle mille fratture della roccia, si raccolga in una canaletta e poi in polle artificiali connesse tra di loro e poi, finalmente, arrivi alle fonti.

Un lavore secolare con una manutenzione a quanto pare, ripetuta ogni 70 anni.

L'acqua che filtra in fatti, è un'acqua "dura" ricca di calcare, che deposita, nei decenni concrezioni di travertino.

Il fenomeno avviene costantemente con la formazione di una sottilissima brina calcarea sulla superficie delle polle, a causa della degassificazione dell'anidride carbonica. Raggiunto uno spessore sufficiente la tensione superficiale dell’acqua non è piu' in grado di resistere al peso dello straterello e questo affonda pian piano cosi riempiendo le polle. e rivestendolo di un candido ( e durissimo) strato di calcare, un po’ come le stalattiti e le stalagmiti.

Si vedono ancora i colpi di piccone con cui hanno scavato i cunicolo e NONOSTANTE la siccità egli ultimi mesi l'acqua scorre ancora, placidamente e gorgogliando arriva alla fonte appena vista.

Torniamo in superficie e dopo una visita ad un mercatino (Luca fa incetta di una mezza quintalata di panforte artigianale) andiamo a dare un occhio alla bellissima enoteca/ristorante PUBBLICA che si trova nel forte costruito ( al terzo tentativo, pare, dai Fiorentini. 'che i Senesi di notte demolivano quello che le maestranze prezzolate dai Fiorentini costruivano di giorno).

Poi, dopo un mancato incontro con il professore di economia ambientale che ha invitato Luca, ce ne andiamo a recuperare il cinquino, non prima però di aver visitato un'altra fonte mi pare fonte nuova.

Questa visita mi si stampa nella memoria e non credo solo a me.

Immaginatevi una piccola chiesa gotica tagliata a meta, le bifore le alte volte a crociera, che sono aperte verso una piazza ( aime' piena di auto) con le solite due vasche rivestite di travertino auto formatosi di un candore accecante) i riflessi dell’acqua che sgorga placida PLACIDA, come il sottofondo di certi cd new age, sulle alte volte a crociera, la grande vasca, quasi una piscina, per l’acqua da bere e in successione quella piu' bassa per le lavandaie. Una cassetta della frutta di plastica, rovesciata, è diventato un meraviglioso pezzo di marmo traforato, ci metto un po a capire cosa è quella cosa, forse messa li per fare da gradino ed aiutare la discesa nell'acqua ( ai tempi chi insozzava l'acqua a Siena veniva sottoposto ad orrendi supplizi , ora immagino che i ragazzini, d'estate ci facciano il bagno).

Finalmente arriviamo alla Calp (Corrado, fortunatamente frenato dal traffico e dalla chiacchera con Luca scende a velocità che permettono una respirazione naturale) ed andiamo a visitare una linea di produzione, una cosa affascinante anche e sopratutto per il mix di tecnologia intelligenza manualità ed anche efficienza energetica che si vede ovunque.

A parte la complessità dei macchinari ( uno poi capisce perché ci vuole assolutamente una GROSSA officina elettrica e pure con parecchie persone competenti) quel che colpisce è la qualità dell'isolamento.

Ad un certo punto ci troviamo di fronte ad una specie di grossa piscina sospesa su possenti travi in acciaio e rivestita di refrattario.

Dentro ci sono ( circa) 100 quintali di vetro a 1500 gradi, come dimostra una condotta che si dirama ed arriva ad una specie di beccuccio gigante da pasticciere che robotticamente fa cadere da tre o 4 metri un gocciolone fuso di cristallo in una specie di stampino king-size da dolcetti natalizi, fase iniziale della realizzazione di fruttiere in cristallo giganti...

Bene. la parte alta del tinozzone è APERTA e coperta del materiale che viene via via aggiunto ( la linea è continua), vetro di recupero, minio ed altri ossidi aggiunti ( e trattati, ovvero inumiditi se ben ricordo, per evitare polveri letali etc etc) questo materiale, pian piano, fonde e sprofonda, mescolandosi con il resto del blob.

Siamo, forse, a tre metri e FA FREDDO.

Infatti arriva lo spiffero dalle vetrate a 15 metri alle nostre spalle e nemmeno un erg da davanti.

Quasi incredibile, specialmente per un geologo che ha avuto la ventura di trovarsi ad una distanza di due o tre volte superiore (una dozzina di metri) da una colata lavica, a Stromboli, e si è trovato con le sopracciglia ed un bel ciuffo di capelli strinati dalla vampa di calore irradiato... e questo con una temperatura di almeno 500 gradi piu' bassa...Il pavimento su cui camminiamo e rivestito di piombo. Mentre sto chiedendomi se serve per assorbire vibrazioni e/o rumore Corrado spiega tranquillamente che serve come un MEGA fusibile: In caso di collasso/rottura del cisternone di vetro fuso questo colando fuori anziché invadere l'intero capannone come una colata di lava artificiale (penso agli operai di Torino e rabbrividisco) fonderebbe all'istante il pavimento di piombo precipitando in un grosso locale con un volume multiplo di quello del cisternone.

Affascinati, finiamo il giro e ritorniamo a Siena , io con il cinquino e Corrado e Luca con la macchina di Corrado.

Tocco punte di ben 102 km/h di Gps ( ma il motore protesta, essendo fatto frullare piu' di quanto abbia voglia...) mentre in effetti nelle zone in piano il cinquino fa sempre i suoi 95 km/h reali, come dovrebbe.

Messo il cinquino di traverso all'ingresso dell'incontro comincia la conferenza, di cui parlerà Ugo in un altro post.

Luca, in pubblico, è di una efficienza senza pari.

Io che alle conferenze mi distraggo velocemente, ANCHE se l'argomento mi prende, non perdo una battuta. Ed il pubblico pure.

Sopratutto, è una mossa simbolica e QUINDI sostanziale, quella di far sedere sulle sedie del palco "oratori" le persone in piedi in fondo alla sala. Il lato simbolico è evidente: il problema E' LORO, le persone DEVONO partecipare e non assistere come, purtroppo invece ci insegna, ad esempio, la televisione. Un incontro deve ESSERE un incontro.

Sopratutto, terminando, Luca torna a ripetere: Ok, io vado a mangiarmi un cinghialetto locale ma... voi continuate, e, bene, funziona:

Benché un bel po’ di persone se ne vadano, come alla fine di uno spettacolo, TANTI restano e, appunto, continuano.

Ottima semina, Luca.

Per il resto Corrado ci porta a sud già in mezzo alle crete dove l'agriturismo in cui alla fine abbiamo l'ASPO convivio è accanto ad una polla termale naturale, ancora allo stato grezzo fino a qualche anno fa ed ora trasformata in una specie di rustica piscina..anche qui lo sviluppo avanza, ma non in modo devastante direi.

Il glu glu del post precedente si riferisce ad un curioso "Merlot in purezza" delle vigne limitrofe, vino inusuale, devo dire, da quelle parti, affinato in rovere, ma direi non barricato. Per quel che so il Merlot è un vitigno robusto, che sopporta terrenacci, climi ed irrigazione marginali, al contrario di altri più delicati e tradizionali, che chiedono cura, irrigazione ( o almeno pioggia)….

Forse, tanto per cambiare, anche questo si lega alle mille e mille beghe di cui gui parliamo, un piccolo flebile segnale, almeno per chi riesce a coglierlo.

Come al solito chiacchieriamo di mille cose tra cui, tra parentesi, mi piacerebbe che qui si riprendesse le mappe cognitive di Andrea (Ans-Fans) per l'aspo education, In quanto fantastiche per la possibilità di visualizzare a colpo d'occhio le connessioni tra le mille problematiche che qui dibattiamo, sostanzialmente facendo acquistare una dimensione al classico approccio monidimenisonale-lineare delle tipiche presentazioni e/o dei siti internet.

In piu' la struttura da database relazionale permette una implementazione progressiva e quindi, nei limiti da noi stabiliti, "open source".

Salutatici con un abbraccio, ed dopo un bel in bocca al lupo a Luca ( oggi avrà 8-minuti-8 da Fazio e credo che domani lo scorticheranno vivo su mezza stampa nazionale) io, Ugo la moglie ed una loro amica ce ne torniamo a Firenze, mentre, finalmente, per il relax auditivo di tutti quanti, finalmente mi taccio e m'arronfo.

Recuperata la nuova/vecchia bi ruote ( sto vendendo lo scassone precedente e sono passato ad un modello piu' piccolo piu robusto, tendente all'eterno, e sopratutto piu' risparmioso) la frustrata di aria diacciatissima ( sono quasi le 2 di notte) mi tiene egregiamente sveglio fino a casa.

Pietro

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