giovedì, dicembre 06, 2007

I veri costi del nucleare


Il documento Aspoitalia sul futuro dell’energia nucleare affronta in maniera critica un aspetto spesso trascurato dai fautori del ritorno a questa forma di energia anche in Italia, quello della disponibilità della materia prima, l’uranio. Questo fattore limitante è il vero ostacolo insormontabile alla ripresa della tecnologia nucleare. Però, non bisogna trascurare un’altra tematica, quella dei costi, che viene brandita spesso dai filonucleari per affermare una presunta convenienza degli investimenti.

Illuminante a proposito è l'articolo di Domenico Coiante pubblicato sul sito di Aspoitalia “Il costo dell’energia nucleare, ovvero come si fa diventare ultraeconomico il costo del kWh”, che smaschera l’ottimismo dei conti di alcuni sostenitori del nucleare. L’analisi di Coiante, in linea con il metodo di calcolo standardizzato codificato dall’IEA, porta a determinare un costo di produzione dell’energia nucleare, escluso i costi dismaltimento delle scorie, in linea con quello dell’energia termoelettrica, circa 10 cent. di euro/kWh contro circa 11 cent. di euro/kWh.

Quali sono i trucchetti contabili dei filonucleari per ridurre di più di un terzo questo valore? Si aumentano la produttività in ore equivalenti e la durata della vita operativa delle nuove centrali nucleari, si diminuisce il prezzo di vendita e il costo del denaro e il giochetto è fatto. Naturalmente, se i costi di produzione fossero così bassi, il nucleare sarebbe talmente competitivo da stimolare gli investimenti privati, che invece continuano a mantenersi asfittici. Rimane da chiedersi come mai, se il nucleare è tanto conveniente economicamente, nel dibattito che comincia a svilupparsi in Italia, i fautori del ritorno al nucleare auspichino nemmeno tanto velatamente l’intervento finanziario dello Stato a sostegno di nuovi progetti.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi auguro che rimanga un dibattito e niente più, anche perchè per arrivare alla produzione industriale di energia elettrica attraverso il "nuovo" nucleare occorrerebbero più di 10-15 anni(e nel frattempo ci sarebbe ancor meno uranio sul pianeta e costerebbe di più), mentre le tecnologie per le rinnovabili sono praticamente pronte.
E mi pare che la costruzione di un po' di centrali solari(FV e termodinamiche) ed eoliche non richiederebbe molti anni partendo da oggi.
O sbaglio?

Paolo B.

Anonimo ha detto...

Secondo Franco Battaglia:

"...tra U-235, U-238 e Th-232 di combustibile nucleare ne avremmo per decine di migliaia di anni."
....

"l'energia per estrarre un atomo di U dal mare è dell'ordine di grandezza dell'eV, il quale restituisce energie dell'ordine di
grandezza del MeV quando brucia."

MAssimo dc

Gianni Comoretto ha detto...

Problema (per Franco Battaglia):

Per usare l'U238 e il Th 232 serve l'U235.
Ogni atomo di U235 produce se va bene 1,2 atomi fissili. Se ce li bruciamo tutti nelle centrali non autofertilizzanti, come facciamo poi a mandare quelle autofertilizzanti (se vogliamo e riusciamo a farle)?

Anonimo ha detto...

Franco Battaglia, colui che dice che 1GW di Elettrico col fotovoltaico costerebbe 50 Miliardi di €....quando i costi sono in realtà 10 volte inferiori? -> http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=150362

Anonimo ha detto...

L'energia nucleare è un errore sotto molti punti di vista.
Qui è riportata una descrizione di cosa sta facendo l'Enel in questo periodo con i nostri soldi, a proposito del nucleare. C'è di che mettersi le mani nei capelli.
http://www.greenpeace.it/community/templates/enel/pieghevole_enel.pdf

Le fonti per produrre energia nucleare potrebbero non durarare 50 anni e comunque l'energia nucleare costa molto di più rispetto ad altre fonti più comuni.
Il petrolio potrebbe durare di più.
Lasciamo stare l'inquinamento, che è un discorso secondario. Parliamo di soldi. (Che il nucleare inquini pericolosamente lo possiamo dare per scontato. Energia pulita un piffero.)

I cavi elettrici dell'alta tensione disperdono il 70% di quello che trasportano e poi in casa utilizziamo lampadine a incandiscenza, con una efficienza complessiva di utilizzo dell'energia del 7%. E questo lo si chiama progresso? Ecco dove fare ricerca: abbiamo bisogno di cavi migliori, che trasportino almeno il 90% di quello che gli viene messo dentro.

Vogliamo parlare di illuminazione pubblica? Il 90% della luce, invece di essere direzionata verso le superfici, si disperde verso l'alto, inutilmente.
Ho letto questo meraviglioso post:
http://lnx.pueblounido.it/?p=1727
sull'utilizzo dei led per l'illuminazione pubblica. Direi che è ora di finirla di utilizzare lampadine a bassa efficienza.
Noi non abbaimo bisogno di più energia, abbiamo bisogno di imparare a non sperperarne così tanta.

In casa utilizziamo elettrodomestici che hanno quanta efficienza? Il marchio CE garantisce una vera efficienza? Allora perché ci sono in commercio prodotti a efficienza tanto scarsa?
Il computer che utilizziamo tutti i giorni, consuma dal 20 al 30% dell'energia casalinga. Qual è l'efficienza del trasformatore? Ci sono trasformatori in commercio che raggiungono il 90%.
Mille esempi come questi si possono fare.

Noi non abbiamo nemmeno bisogno di puntare al risparmio. Noi abbiamo bisogno di abbondanza di energia, per fare il progresso. Dobbiamo imparare a utilizzare, semmai, il buon senso. Utilizzando l'energia senza buttarla via prima. Perché di surplus di energia ne abbiamo già a bizzeffe.
Il problema vero, per l'ottenimento di buoni risultati, sta nel convincimento dei monopolisti dell'energia. Infatti, se decidiamo che non abbiamo bisogno di nuove fonti, chi ci guadagna TANTO è il cittadino, il consumatore. E i monopolisti devono rinunciare a lauti guadagni disonesti.
Voi davvero pensate che l'Enel, o qualsiasi altra società energetica, punti all'efficienza energetica?????????????

Gianni Comoretto ha detto...

Mauro, condivido lo spirito del tuo post, ma molti numeri non tornano.
Gli elettrodotti hanno perdite di trasporto MOLTO minori del 70%. Direi che il 5-7% e' piu' vicino al vero, tutto considerato, dalla centrale alla spina.
Le lampade a basso consumo non sono ancora cosi' diffuse, ma stanno "penetrando".
Se un lampione disperde verso l'alto il 90% della luce, vuol dire che punta in alto, ancora di lampioni cosi' non ne ho visti.
Almeno a Firenze la ditta che cura l'illuminazione pubblica sta facendo parecchio lavoro in questo senso, e credo le lampade per l'illuminazione pubblica siano dappertutto a basso consumo.
I LED non sono a basso consumo, consumano meno di una lampadina ma piu' di una lampada a gas. Sono ottimi per applicazioni specifiche, es. semafori, dove c'e' un bel po' di spazio per migliorie, ma non puoi certo fare un lampione a LED.
Se vai a comperare un elettrodomestico, puoi sceglierlo con che classe di efficenza energetica. Lo paghi di piu' ma si ripaga nel tempo. Occorre convincere la gente che conviene.
Un trasformatore con un rendimento del 90% e' una ciofeca.
Computer: il mio consuma 20W, piu' altrettanti se lo attacco a un monitor LCD. In 8 ore (8 ore attaccato al computer? E quando mangio,
fa 0,3 kWh, il 7% dei miei magri consumi ENEL. Piu' o meno quanto i LED di televisore, CD, stereo, ecc, se mi dimentico di spegnerli quando non li uso. Fanno, certamente, ma non sono li' gli sprechi.

Anonimo ha detto...

"l'energia per estrarre un atomo di U dal mare è dell'ordine di grandezza dell'eV, il quale restituisce energie dell'ordine di
grandezza del MeV quando brucia."


Facciamo il conto e vediamo cosa si può fare con 1 eV (elettronvolt) per ogni atomo di uranio presente nell'acqua del mare.

Suppongo di avere 1 mc di acqua marina: in quei mille litri, dispongo di 3,3 ppb di uranio (circa). Quanti atomi sono? Con 3,3 mg, considero una mole del peso di 238 g (approssimativamente vero), e considero 6,022*10^23 atomi per mole.
Fatti i conti, ho in mano grossomodo (0,0033 / 238) * 6,022*10^23 = 8,34*10^18 atomi per metro cubo.
Questo vuol dire anche che, nell'ipotesi di lavoro prospettata, per TUTTO il processamento di quel metro cubo d'acqua salata dispongo di energie dell'ordine di 8,34*10^18 eV. A quanto equivale una simile energia? Facile: sapendo che 1 eV = 1.60217646*10^-19 J, scopro di disporre di ben 1,336 J.

Sapendo che il mio metro cubo di acqua stazza circa 9810 N, il lavoro disponibile mi permetterà di sollevarlo della bellezza di 1,336/9810 = 1,36*10^-4 m. Poco più di UN DECIMO DI MILLIMETRO.

In pratica, se commetto l'errore non dico di sollevare, ma anche solo di agitare leggermente l'acqua in oggetto, la spesa energetica sarà già di molti ordini di grandezza superiore a quella che l'ill.mo professore propone di utilizzare.

Una volta ho sentito dire da un partigiano nuclearista che le energie rinnovabili sono favole. Dopo questa, mi rendo conto del fatto che il fiabesco ha contaminato anche parecchi altri comparti del settore energia.

Mi riprometto di tornare sulla questione: alla fine a sciogliere i dubbi può essere solo la termodinamica. Viva Kelvin.

fausto