lunedì, marzo 16, 2009

Il Picco


Gli ultimi dati di Rembrandt Koppelaar sembrano confermare in pieno l'ipotesi che il picco globale del petrolio - inteso come produzione di "tutti i liquidi" - sia stato nel 2008. A Dicembre del 2008, secondo i dati dell'IEA, siamo scesi a poco più di 82 milioni di barili al giorno; un valore così basso non si vedeva dal 2004.

Di per se, i dati non ci dicono se questo è "il" picco oppure semplicemente una fluttuazione statistica. Tuttavia, accoppiando i dati alle predizioni di ASPO, sembrerebbe che ci sia una discreta probabilità che, in effetti, il massimo storico di tutti i tempi potrebbe essere stato il valore di quasi 87 milioni di barili al giorno della metà del 2008. Poi, come per tutte le previsioni, una certa cautela è d'obbligo.

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Ah... quando faccio vedere questi dati c'è sempre qualcuno che salta su è dice "ma questo calo di produzione è dovuto alla crisi economica". Evidentemente, questi credono che la produzione deve aumentare sempre finché uno non si ritrova a guardare dentro il buco del pozzo e a grattarsi la testa per lo stupore dicendo "Oddio, non ce n'è più!"  Sembra curiosamente difficile far passare il semplice messaggio che economia e geologia vanno a braccetto e che insieme causano il picco di produzione. 

13 commenti:

Weissbach ha detto...

Su un tema adiacente, in versione "domestica", questo post di Marco Cattaneo sul saldo commerciale italiano per l'energia.
Interessante anche il suo realismo disincantato sulle future (?) centrali nucleari (si capisce soprattutto dai suoi commenti di risposta).
Per gli aspisti niente di nuovo, ma mi sembrava giusto evidenziarlo.

(grazie a Giuseppe Lipari)

Anonimo ha detto...

E quando potremo essere ragionevolmente sicuri che il vero picco sia alle nostre spalle?
Decenni di istruzione somministrata alle popolazioni purtroppo non sempre migliorano le qualità ragionative e logiche degli individui, altrimenti oggi tutti avrebbero capito da tempo che lo sfruttamento continuato di un sistema a risorse finite(la Terra) prima o poi avrebbe portato allo stop definitivo dell'economia...

Paolo B.

Anonimo ha detto...

Quando tutti gli anni ad agosto guardo nel mio pozzo la pompa sommersa che gira a vuoto, penso che almeno è una risorsa rinnovabile (alla prima pioggia)!!!

Anonimo ha detto...

Può darsi che abbiamo passato il picco globale del petrolio, ma per averne conferma sarà necessario attendere gli eventi successivi alla prossima fase di espansione dell'economia mondiale, che nessuno sa quando avverrà (2010, 2011, 2012...?). Solo quando ci sarà un nuovo incremento dei consumi energetici si vedrà se le risorse saranno sufficienti a supportare un nuovo aumento dei consumi o se i prezzi saliranno rapidamente in modo proibitivo impedendo una ulteriore espansione. Tale evento sarà la prova dell'impossibilità di espandere ulteriormente la disponibilità di petrolio. Nel frattempo dovremmo far tutti qualcosa per evitare o almeno mitigare la suddetta carenza(efficienza e risparmi energetici, sviluppo delle energie rinnovabili, ecc.).

Carlo.

Anonimo ha detto...

Gli economisti, putroppo, ragionano in dollari, mentre la realtà è fatta di materia ed energia (almeno fino a quando non conosceremo entità meta-fisiche).
Il raggiungimento del picco petrolifero ha sicuramente contribuito alla crisi: ad esempio, quando il petrolio era a 14G5 dollari al barile, impedendo a molti americani di arrivare a pagare il mutuo della propria abitazione, che magari si trovava in una delle periferie delle immense metropoli americane.
La ripresa dell'economia su basi quantitative è poco plausibile. Anche se proveranno di tutto per stimolare l'economia, temo anche terapie d'urto... Ma solo un cambio di prospettiva potrà farci uscire da questo pantano globale.

massimo nicolazzi ha detto...

Caro Ugo,
scommettiamo un Euro che nel prossimo decennio supera i 90? (Sto casualmente confrontando i nuovi progetti di sviluppo già sanzionati con il tasso di declino delle produzioni esistenti).
E poi un'altra cosa. Forse dovremmo cominciare a lavorare ad una definizione condivisa di "petrolio". C'è chi vi ci include i GNL, e chi no. Chi le sabbie, e chi no. Chi l'ultradeep, e chi no. (C'è chi ad esempio va per uso finale; e ci infila dentro tutto quel che è liquido ed ha abbastanza densità energetica da poter essere portato appresso. Insomma tutto ciò che trasporta potendo essere trasportato...). La questione non è irrilevante perchè a seconda ad esempio di come etichetti il non convenzionale,le dimensioni di quel che resta da produrre possono variare per multipli. Esempio tipico, preso dal gas. La produzione americana di gas aveva secondo la vulgata "piccato" da qualche anno. Nel 2008 ha fatto il massimo storico. Se guardi dentro il numero,tutto il recupero su passato è da non convenzionale, shales (largamente) incluse ..

Anonimo ha detto...

Molto probabimente quando ci si renderà conto che di petrolio ce n'è ancora ma non è possibile estrarlo (sempre quel piccolo particolare dell'EROI) inizieranno i problemi seri.

massimo nicolazzi ha detto...

Commento inanonimo ad anonimo. L'EROEI è una grande catagoria dell'analisi; però non mi sembri abbiamo protocolli condivisi per misurarla. La tecnologia Shell per la produzione in situ da oil shales è quanto di più energy intensive mi riesca dii immaginare, tra muraglione a protezione delle falde acquifere e preriscaldamento underground della roccia per quattro anni.
Però Shell se lo vende ufficialmente con un EROEI di 3- 3,5. O Shell misura male, e allora verifichiamolo; o (quasi) tutto l'unconventional del mondo è almeno potenzialmente a saldo energetico positivo.

Ugo Bardi ha detto...

Scommessa accettata, Massimo. Potresti anche vincere tu perché,in effetti, nel gruppo dell "Oil Drum" c'è chi sostiene esattamente questo; ovvero che arriveremo a 90 milioni di barili al giorno prima di iniziare la discesa.

Personalmente, continuo a dare il picco per il 2008, anche perché chi lo da per più tardi scommette sulla ripresa economica a breve, che secondo me ci potrebbe non essere mai...

Il ragionamento del gas negli Stati Uniti è molto interessante e andrebbe approfondito. Mi limito quia dire che secondo me l'analogia non si applica alla situazione attuale; ma non entriamo nei dettagli

Ugo Bardi ha detto...

Ah... un commento a proposito dell'EROEI. Se l'EROEI del petrolio da tar sands è intorno a 3-3.5 (valore che mi sembra ragionevole), questo può essere benissimo insufficiente per far si che si estragga. Questo è perché l'EROEI come si calcola di solito non include i costi amministrativi, costi esterni vari e tante cose che pesano sui costi e che se si computano fanno si che il risultato non valga la fatica; in termini correnti, i profitti sono troppo bassi. Secondo Charles Hall, l'EROEI minimo perché una risorsa serva a qualcosa è intorno a 5. Secondo me potrebbe essere anche superiore

Ugo Bardi ha detto...

Ah... poi ho visto che scrivevi oil shales e non tar sands. Il ragionamento sull'EROEI, comunque cambia poco

massimo nicolazzi ha detto...

Grazie Ugo.
Tre note rapidissime.
1 - 90 non era scelto a caso...
2 - Sul gas, per segnalare a tutti Oildrum - Can US Natural Gas Production be ramped up? - posted da Gail the Actuary il 4 settembre 2008
3 - E' ragionevole che ci voglia il 5 per produrre. Difatti a Shell il 3,5 basta per sperimentare.Il problema è se sperimentando arrivano a 5,5...

fabio ha detto...

se uno guarda quello che dice Simmons
non credo che si raggiungeranno mai i 90 mbg allego il link per scaricare il pdf
http://www.simmonsco-intl.com/files/Commercial%20Club%20of%20Boston.pdf