Estratto dal discorso del presidente Barack Obama del15 Giugno 2010. Traduzione di Ugo Bardi
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Per decenni, abbiamo saputo che i giorni del petrolio facile e a buon mercato erano in numero finito. Per decenni, abbiamo parlato e parlato a proposito della necessità di terminare l'assuefazione americana per i combustibili, che dura da più di un secolo. E per decenni, non siamo riusciti ad agire con il senso di urgenza che questa sfida richiede. Molte volte, il cammino è stato bloccato; non dai lobbisti dell'industria, ma anche dalla mancanza di coraggio e di sincerità politica.
Le conseguenze della nostra inazione sono oggi chiaramente visibili. Paesi come la Cina stanno investendo in posti di lavoro e industrie nell'energia pulita che dovrebbero essere qui in America. Ogni giorno, spediamo quasi un miliardo di dollari della nostra ricchezza a paesi stranieri per il loro petrolo. E oggi, quando guardiamo al Golfo, vediamo un intero modo di vivere messo a rischio da una nuvola minacciosa di nero petrolio.
Non possiamo consegnare questo futuro ai nostri figli. La tragedia che si sta svolgendo davanti ai nostri occhi è il segnale più doloroso e potente che abbiamo mai avuto che ci dice che è ora il momento di passare all'energia pulita. Ora è il momento per questa generazione di lanciarsi in una missione nazionale per sviluppare l'innovazione nazionale americana e prendere il controllo del nostro destino.
Questa non è una visione lontana per l'America. La transizione che ci allontana dai combustibili fossili prenderà del tempo, ma nell'anno è mezzo che passato, abbiamo già preso azioni senza precedenti per far decollare l'industria dell'energia pulita. Mentre parliamo, vecchie fabbriche stanno riaprendo per produrre turbine eoliche, molti stanno tornando al lavoro per installare finestre che sono energeticamente efficienti, e piccole industrie stanno costruendo pannelli solari. I consumatori stanno comprando automobili e camion più efficienti e le famiglie stanno rendendo le loro case più efficienti energeticamente. Gli scienziati e i ricercatori stanno scoprendo tecnologie energetiche pulite che un giorno porteranno a industrie completamente nuove.
Ognuno di noi ha un ruolo da giocare in un futuro nuovo che sarà di beneficio per tutti. Via via che superiamo la recessione, la transizione verso l'energia pulita ha il potenziale di far crescere la nostra economia e creare milioni di buoni posti di lavoro per la classe media - ma solo se accelleriamo la transizione. Solo se cogliamo l'attimo. E solo se ci muoviamo tutti insieme, come un'unica nazione - lavoratori e imprenditori; scienziati e cittadini, il settore pubblico e quello privato
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testo completo a questo link.
8 commenti:
Non mi convince, anzi mi sa di ecodemagogia populistica, giusto per risollevare la sua popolarità in caduta libera.
Belle parole sulla transizione energetica, ma il buon Obama ha volutamente tralasciato(almeno in questa parte tradotta) di dire che con un paradigma energetico basato sulle rinnovabili lo stile di vita americano sarebbe altamente negoziabile al ribasso, e del resto non credo che si acquisisca popolarità se si prospetta una riduzione del benessere procapite.
Restano le belle parole...
Il rischio tangibile, del quale è assolutamente consapevole, è che alle prossime elezioni americane la gente scaricherà completamente Obama, sull'onda del disperato desiderio di "business as usual". Arriveranno i republicani, con una nuova ondata di negazionismo, il cui effetto sarà mantenere nuove rigide regole sulle perforazioni in loco, ma completa deregulation per le devastazioni oltre frontiera, in Canada, in Alaska, in Africa, e magari un bel rilancio massiccio del nucleare (cosa non escludibile a priori anche con l'amministrazione di Obama).
Insomma, questo tizio "abbronzato" come disse un famoso buffone nano, si sta giocando il tutto per tutto, se fallisce nel convincere l'America che una rivoluzione gree è possibile, ci rimane solo di fare la rana bollita.
Consiglio di leggere questo articolo di Richard Heinberg a proposito del discorso di Obama:
http://www.energybulletin.net/node/53114
In sostanza Heinberg ne riporta testualmente alcuni passaggi che, in breve, si possono riassumere nella seguente frase:
“Non so esattamente come affronteremo la nostra dipendenza dal petrolio, ma sono sicuro che vinceremo su di essa perché siamo Americani, ed in passato abbiamo già superato molte altre difficoltà apparentemente impossibili “… ultime parole famose.
Questo, evidentemente, è un approccio molto VAGO, soprattutto tenendo presente il fatto che tutti i successi storici del Popolo Statunitense sono stati dovuti, in gran parte, all’ABBONDANZA di materie prime ed energia a buon mercato di cui questa nazione ha sempre potuto disporre.
I commenti al discorso di Obama sono molto vari e quasi mai positivi. Purtroppo, la gente non vuol sentirsi dire le cose come stanno e Obama probabilmente ha già detto troppo per quello che il pubblico può sopportare. Una parola in più, e fa la fine di Carter, deriso, insultato e cacciato via in disonore. Da quello che ha detto, tuttavia, credo che Obama si renda conto di quello che sta succedendo - a differenza di Carter - il problema è che neanche il presidente degli stati uniti può fare gran cosa. E' come per la macchia d'olio nel golfo. C'è chi ha detto "mandateci la marina". E cosa faceva la marina? Prendeva la macchia a cannonate? Ci sono dei problemi che non si risolvono con mezzi militari - in effetti quasi nessun problema veramente importante può essere risolto con mezzi militari. E allora Obama fa quello che può. Non lo invidio, poveraccio.
Come si fa ad essere positivi con l'artefice (o forse solo l'interprete) del piu` grande raggiro della storia?
Il tanto sbandierato change non accenna ad arrivare, solo una delusione dopo l'altra, un susseguirsi di rinunce condite di codardia. Per dirla tutta non c'e` alcuna discontinuita` con l'amministrazione precedente, se non nella retorica: spudorata quella, spudoratamente bugiarda questa.
Se avesse davvero voluto cambiare le cose avrebbe dovuto farlo prima, quando la marea era alta. Ora siamo praticamente a fine mandato, perche' alle prossime elezioni i Democratici saranno asfaltati al Congresso.
Quanto detto da Big Gino e` il discorso tipico di Mister Change: aria fritta.
Beh, Obama resta certamente un presidente sopra le righe. Adesso il problema grosso non è tanto quello che racconta in pubblico; il pubblico recepisce ben poco, non dimentichiamo che si tratta per lo più di imbecilli arroganti!
Il problema grosso è semmai cosa sta facendo di nascosto: è lì che si vede la differenza. Se vuole gettare le basi per una transizione, può limitarsi a farlo con qualche deciso spostamento di risorse verso i settori giusti. Basta una decina di decreti legge. E non c'è bisogno di starnazzare.
Se ci riesce, sarà comunque incenerito alle prossime elezioni; questo è il chiaro destino di ogni politico che guida una nazione che collassa. Ma inciderà in modo molto positivo sull'aspetto del mondo del futuro.
Se invece fallisce, sulle prime non noteremo la differenza. Ci racconteremo che tanto fa lo stesso, che anche un drogato psicopatico può sedere su quella poltrona e via così. Solo tra una decina d'anni, voltandoci indietro, realizzeremo l'entità del danno, e capiremo cosa è andato perso.
Sarà capace questo tizio di volare basso, di fare le scelte giuste fingendo di fare quelle sbagliate, di guidare la barca nella tempesta, di rinunciare a farsi bello per lavorare bene?
Chi lo sa?
Segnalo alcune riflessioni pubblicate sul nostro blog:
http://khayyamsblog.blogspot.com/2010/06/il-sogno-di-obama-oscurato-dal-petrolio.html
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