lunedì, giugno 14, 2010

Petrolio: continua la stasi



Arrivano da ASPO-olanda gli ultimi dati sulla produzione petrolifera. Come vedete, la crisi economica ha interrotto l'oscillazione positiva che era iniziata l'anno scorso. Non sembra che riusciremo a oltrepassare il picco del 2008, nemmeno con l'ausilio dei biocombustibili che sono un prodotto a bassissima efficienza che nessuno produrrebbe se non fosse per i pesanti sussidi statali che ottengono.

Quello che sta succedendo è che l'industria petrolifera ha ancora delle capacità produttive che permetterebbero, in linea di principio, di produrre di più. Ma il mercato non ha le risorse per permettersi di acquistare il petrolio quando sale sopra gli 80 dollari al barile.

In sostanza, i consumi sono in ribasso ovunque nel mondo occidentale, l'Italia è addirittura al crollo. Sono in aumento invece i consumi in India e Cina, come pure in molti paesi produttori.  Questi fattori si compensano e siamo fermi da cinque anni su una media di 84-85 milioni di barili al giorno.

A mio parere, la stasi deve continuare ancora per un po' - forse un anno o due. Ma, in qualsiasi momento, l'equilibrio si può rompere e può cominciare l'inevitabile discesa.

9 commenti:

gebs74 ha detto...

Salve professore, una domanda: Perchè su theoildrum.com l'ultimo report che risale a luglio dell'anno 2009 il picco indicato e risalente a metà 2008 è di 82,88 mbpd mentre nel suo grafico ci viene indicato 86,5 circa? Grazie e saluti. Gianni

Ugo Bardi ha detto...

Non ho esattamente presente il rapporto a cui ti riferisci, ma questi nella figura sono "tutti i liquidi." Mentre il picco a 82.88 è soltanto il "petrolio convenzionale". I "liquidi" includono cose come le tar sands, i condensati (tipo il gas liquido, ecc.).

La produzione di petrolio convenzionale è in discesa dal 2008, ma è più corretto guardare alla produzione di tutti i liquidi. In fondo, a noi interessa che bruci e che sia liquido!

gebs74 ha detto...

Mi riferivo a questo:
http://www.theoildrum.com/tag/update

...
poi masticando poco l'inglese è molto probabile che misono perso qualcosa. Grazie molto.

Ugo Bardi ha detto...

In effetti, non è che Foucher spieghi chiaramente la cosa; comunque si evince che il picco a 82 mbd/day è il petrolio "convenzionale". Scorrendo l'articolo si trova una figura dove ci sono tutti i tipi di petrolio e si vede che la somma in quel momento era vicina agli 87 mbd/day

gebs74 ha detto...

Quindi professore sulla base delle sue conoscenze se guardassimo a quel grafico citato prima su theoildrum la linea rossa demarcata come "Mean Prediction" è +/- condivisibile attendibile?
Nuovamente grazie. Saluti.

Ugo Bardi ha detto...

Direi che la linea rossa si sta rivelando abbastanza attendibile per quanto riguarda il petrolio convenzionale.

Pinnettu ha detto...

Il dato di 82,88 è probabilmente quello relativo ai conteggi BP.

I conteggi relativi al 2008 su base annua sono:

Fonte EIA - 73,62 milioni di b/g (solo crudo).

Fonte BP - 81,99 milioni di b/g (crudo + oil sand + NGL)

Fonte EIA - 85,45 milioni di b/g (tutti i liquidi)

Fonte IEA - 86,48 milioni di b/g (tutti i liquidi + biofuels)

Paolo ha detto...

La crisi europea è iniziata dopo che il barile viaggiava da un po' di tempo tra gli 80 e gli 85 $.
Speculazioni sull'euro a parte, è logico supporre che il responsabile di questa nuova crisi sia stato proprio il prezzo suddetto del barile?
Ora il barile sta nuovamente salendo(circa 75 $) e sono curioso di vedere a quale soglia dovrebbe arrivare per avere un po' di montagne russe in borsa...

Anacho ha detto...

Credo che non sarà necessario aspettare un aumento del prezzo, basti pensare che Fannie Mae e Freddie Mac saranno tolte dai listini azionari tra un mese circa, http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com/articolo-822281/wall-street-fannie-mae-freddie-mac/ , e voi penserete embé? In realtà queste due società sono esposte con obbligazioni per 1.700 miliardi di dollari, considerando che capitalizzano circa 10 miliardi di dollari manca qualche spicciolo al conto. Forse l'uscita dal listino è il primo passo per trasferire il debito al governo americano, e in questo caso ne vedremo delle belle davvero, sul mercato azionario mondiale.