sabato, marzo 19, 2011

La Fukushima delle rinnovabili italiane

Qualche giorno fa ho partecipato a un incontro organizzato da un’associazione di categoria degli artigiani per protestare contro il nuovo decreto governativo sulle energie rinnovabili del 3 Marzo scorso in attuazione della direttiva 2009/28/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio Europeo sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili; tale decreto avrebbe dovuto riformare gli incentivi in modo da rendere raggiungibili gli obiettivi europei che per il nostro Paese prevedono il raggiungimento del 17% di fonti rinnovabili sul consumo energetico finale al 2020.

Invece, la norma approvata ha introdotto forti limitazioni alla crescita delle rinnovabili e, in particolare, l’anticipazione al 31 maggio 2011 della scadenza, inizialmente prevista al 31 dicembre 2013, del secondo conto energia sul fotovoltaico, rimandando a un decreto successivo, ha gettato nella totale incertezza un intero settore e ha già bloccato tutti gli investimenti in essere - il sistema bancario ha già annunciato la sospensione dei finanziamenti previsti.

Pensavo che la situazione fosse grave, ma ascoltando i drammatici interventi al convegno degli operatori di settore, ho capito che sulle rinnovabili italiane si è abbattuto un vero maremoto che ha distrutto quanto di buono fatto fin ora.
L’eccellente situazione del fotovoltaico prima del sisma governativo era (fonte Nomisma) la seguente:

1. Oltre 100.000 occupati (di cui 18mila diretti ed età media <35 anni).

2. Fatturato complessivo: 40 miliardi di €.

3. Entrate fiscali: 1,9 miliardi di €.

4. 5.700 MWp installati nel solo 2010: → 2,2 % di copertura del fabbisogno elettrico nazionale → 3 milioni di tonnellate di CO2 evitate

5. Costo per famiglia: 23 €/anno.

Ora, l’annullamento delle tariffe definite nel DM 08/2010 senza definire le nuove tariffe, insieme all’ impossibilità di garantire la connessione entro il 31 maggio per gli impianti già avviati, determina:

1. 10.000 persone in cassa integrazione straordinaria + altre migliaia di persone che perderanno il lavoro perché non possono beneficiare degli ammortizzatori sociali.

2. 20 miliardi di € di contratti in corso bloccati per i quali le aziende dovranno procedere comunque al pagamento dei fornitori, senza ottenere il finanziamento previsto dagli istituti di credito che hanno già annullato le delibere.

3. 8 miliardi di € di ordinativi bloccati dalle aziende ai fornitori.

4. Blocco delle assunzioni e perdita di posti di lavoro qualificati (ad es. Ingegneria e Ricerca & Sviluppo).

5. Investimenti nazionali e internazionali bloccati, in attesa del nuovo sistema incentivante.

6. Perdita di credibilità del sistema paese che compromette investimenti sia italiani che esteri.

Considerando che anche i nuovi investimenti nell’eolico sono attualmente a rischio a causa dell’incertezza dovuta al non chiaro funzionamento dei nuovi meccanismi basati sulle aste al ribasso, si può facilmente comprendere l’entità del danno che è stato fatto alle rinnovabili.

Le notizie dell’ultima ora sono che, a seguito delle vibranti proteste e alla mobilitazione delle opposizioni, si giunga a breve all’approvazione di una mozione d’indirizzo del Parlamento, per limitare i danni di questo tsunami. Ma, inutile illudersi, per ripristinare un clima di fiducia degli investitori occorrerà molto tempo e difficilmente si riuscirà a riavviare quel circuito virtuoso promosso dal precedente conto energia.

Concludo con una considerazione politica. Credo ormai sia chiaro a tutti che l’intento nemmeno tanto nascosto del governo, è quello di favorire il nucleare e quindi destinare ad esso risorse economiche sempre più scarse. Come abbiamo cercato e continueremo a dimostrare, si tratta di una strategia folle, anche dal lato della convenienza industriale. Speriamo che anche chi si oppone al governo riesca a comprendere la posta in gioco e le effettive priorità.

Ringrazio vivamente l’Ing. Antonio Mazzeo che, durante il convegno, mi ha fornito molte delle informazioni contenute in questo articolo.

15 commenti:

vernetto ha detto...

un articolo eccellente - Tere' sei tanto piu bravo quando ti occupi di energie alternative che quando parli di Garibaldi

Terenzio Longobardi ha detto...

Grazie per i complimenti. Diciamo però che in entrambi i casi ho studiato e approfondito la materia.

kurdt ha detto...

Intanto complimenti a tutta Aspo per il gran lavoro di divulgazione che fa, esco dal lurking per lasciare la mia impressione sulla riduzione del conto energia da parte italiana.

Sono a favore delle rinnovabili in tutte le forme, ma credo che sia necessario rendere il sistema più competitivo, voglio dire che moltissime ditte stavano offrendo tecnologia vecchia allo stesso prezzo di quella più recente, "tanto c'è il contributo".

Ovviamente questo dovrebbe valere anche (e di più!) per il nucleare e le altre forme di produzione energetica, spesso sovvenzionate.

Credo che l'obbiettivo di Kyoto possa essere tranquillamente raggiunto, ma rimane il fatto che sia necessario rendere "sostenibile" il mercato.

P.s. non faccio parte della scuola di Chicago ne di correnti della stessa, osservo solo quello che stava succedendo in italia.

Saluti : Agus Emanuele

Sandro kensan ha detto...

C'è qualche cosa che non torna nei numeri elencati. Secondo il GSE, il gestore italiano dell'energia elettrica, a fine 2009 sono stati installati 1142 Mw di pannelli fotovoltaici, a fine 2010 anche se non tutti collegati sono previsti 7000 Mw ovvero 7 Gw.

http://www.gse.it/GSE%20Informa/pagine/FOTOVOLTAICO,AFINE2010,PREVISTI7000MW.aspx

Secondo l'ADNKronos L'Autority per l'energia ha riferito al Parlamento italiano dichiarando che per quanto riguarda il fotovoltaico:

«se l'attuale livello di incentivazione venisse mantenuto negli anni successivi al 2010, per incentivare ad esempio ulteriori 7000 MW l'esborso salirebbe a regime a 5 miliardi di euro all'anno, per complessivi 100 miliardi di euro in venti anni»

http://www.adnkronos.com/IGN/Sostenibilita/Risorse/Authority-costo-incentivi-rinnovabili-potrebbe-superare-3-mld-in-2010_4274586225.html

Io da queste parole capisco che nella bolletta dell'elettricità e nella componente A3 si troverà il costo di 5 miliardi di euro all'anno.

Le famiglie sono 22 milioni in Italia per cui ogni bolletta sarà gravata da 230 euro e non da pochi spiccioli come affermato da Longobardi.

Inoltre i 100 miliardi di euro in 20 anni non sono noccioline ma sono 4500 euro a famiglia.

Detto questo con 100 miliardi dati ai lavori socialmente utili si farebbero moltissimi posti di lavoro, molti di più di quelli citati dall'articolo, oppure si potrebbero dare alla ricerca occupando moltissimi ricercatori. Ma non mi pare questa la strada.

In fine 8 Gwp non fanno molta energia, se pensiamo a un sole medio di 1300 ore equivalenti l'anno, fanno 10 Twh che è il 3% del consumo di elettricità (320 Twh).

Questo stop al fotovoltaico ha ovviamente bloccato l'incentivazione dei 7 Gw e quindi il salasso nelle bollette elettriche non ci sarà.

Paolo ha detto...

Come ha detto Maurizio Pallante su RAI1 l'altro giorno, "le rinnovabili non possono sostituire le energie fossili ma unite al risparmio energetico vero ci aiuteranno a vivere dignitosamente".
Ma in questo paese nè si risparmia e nè si investirà nelle rinnovabili, condizioni necessarie e sufficienti per mandarci tutti al medioevo prossimo venturo.
Che dire, alla fine di questa legislatura di m...a mancano due anni, seppure dovesse vincere chi è all'opposizione ora, il PD-l, non c'è alcuna garanzia che gli investimenti sulle rinnovabili decollino.
E tra due anni gli effetti del picco potrebbero essere ancora più marcati.
C'è qualche appiglio per l'ottimismo? :-(

sestorasi ha detto...

Il nucleare in Italia non si sarebbe mai fatto. ma forse i recenti avvenimenti ci faranno evitare la dissipazione di un 5-6mld euro. Mi spiego: l'investimento previsto per il programma nuke è sui 30mld € (da moltiplicare per due se anche e.on facesse la sua cordata); ma il nuke non sta in piedi economicamente, almeno stante la nostra capacità Paese, diciamocelo: 1) i costi di preaammortamento sono altissimi, dati almeno 10 anni di impegno preproduzione ed un rischio di realizzazione (in Italia specialmente) che fa lievitare i tassi di interesse; 2) durante esercizio, il nuke deve avere una domanda garantita, mica può andare su e giù nelle notti e nei fine settimana come i cicli a gas (che pur essendo molto più idonei a farlo, oggi ne stanno soffrendo) 3)il decommissioning. Non mi sembra molto bello scaricarne i costi sui nipoti, che si accorgeranno che nonno non aveva contato 3-500euro/kW di disattivazione sito. Eppure, prima di insabbiare tutto un 5-6mld. di carta li avremmo spesi lo stesso, eccome. Per questo dico che oggi al nostro governo si presenta un'onorevole e risparmiosa via di fuga, senza dover ammettere di essersi cacciato in un'iniziativa alla quale poi non avrebbe saputo/potuto creare uno scenario "playing". ciao a tutti. sesto rasi

sestorasi ha detto...

il nucleare in Italia non si sarebbe mai fatto. ma gli accadimenti forse ci faranno risparmiare ugualmente un 5-6mld€, mi spiego:
il programma previsto richiedeva un 30mld€ di investimenti (facciamo doppio con anche la cordata e.on in batteria), ma il nuke in Italia non sarebbe mai stato inpiedi economicamente: 1) costi di preammortamento, elevatissimi per gli almeno 10 anni necessari alla realizzazione e per un rischio legato alla stessa che lievita i tassi di interesse a dismisura. 2)serve un programma di domanda garantita, un impianto nuke mica può andare su e giù di notte e a fine settimana come i cicli a gas (che pur essendo molto più idonei oggi ne stanno soffrendo parecchio)3)non mi par bello lasciare da pagare 2-400euro/kw ai nipoti senza dirglielo per disattivazione siti. Quindi, ritorno, tutto si sarebbe impantanato, ma non prima di avere speso comunque un qualche mld (5-6?) in carta. Oggi i nostri governanti hanno l'occasione di fare marcia indietro senza dover ammettere di essersi cacciati in un'iniziativa alla quale non avrebbero saputo/potuto dare uno scenario "playing".
buona settimana, s.r.

ilsuperficiale ha detto...

40 miliardi? cacchio tantissimi.
e dire che nel 2009 erano 1,4 di miliardi.

http://www.fotovoltaicoblog.it/2009/03/125-miliardi-e-il-fatturato-italiano-dellindustria-fotovoltaica/

abbiamo fatto un balzo avanti così importante o c'è un errore?

Terenzio Longobardi ha detto...

Caro Kensan, lei dovrebbe leggere con più attenzione e seguire più assiduamente questo blog.
Ho riferito di una spesa di 23 €/anno per famiglia, al 2010 e non agli anni successivi come dice lei. Se ricorda un mio articolo di qualche giorno fa "Quanto ci costa l'incentivazione delle rinnovabili", dei 2,7 miliardi di incentivazioni concesse nel 2010alle rinnovabili, solo poco più di 800 milioni riguardavano il fotovoltaico, che divisi per 22 milioni di famiglie (prendo il suo dato, ma sono un pò di più), fa circa 36 € a famiglia. Ma l'analisi che ho citato nell'articolo fa una stima sui costi fino al 2010, quindi i 23 € citati sono più che plausibili.
Del futuro non ho parlato nel mio articolo, comunque, 7000 MW a regime, alla media attuale di 0,4 €/kW, fa meno di 3 miliardi. Ma è un calcolo teorico, perchè si prevede di ridurre gradualmente le incentivazioni nel tempo in funzione della grid parity, cioè della riduzione dei costi di investimento. Quindi i costi sarebbero molti meno di quelli da lei riferiti. Inoltre, se si considerassero come risulta da un recente studio di Aper (http://www.qualenergia.it/articoli/20110316-se-le-rinnovabili-tagliano-il-prezzo-dell-energia)
i benefici sull'abbassamento dei costi dell'elettricità conseguenti ad una minore dipendenza dai combustibili fossili, i costi dell'incentivazione si ridurrebbero ulteriormente.
Il contributo del fotovoltaico rispetto ai consumi energetici nazionali, va considerato nell'insieme delle rinnovabili installabili in Italia, che equivale abbondantemente a quello del programma nucleare del governo, quello sì sarebbe un vero salasso per i contribuenti. Ma questo lei non lo ammetterà mai, perchè scommetto che è un convinto nuclearista.

Sandro kensan ha detto...

Caro Longobardi, questo non è forse il posto giusto per fare un
dibattito, quindi cercherò di essere breve e di commentare non troppe volte.

> [cut...] Ma l'analisi che ho citato nell'articolo fa una stima sui
> costi fino al 2010, quindi i 23 € citati sono più che plausibili.

Benissimo, se la stima è relativa agli anni passati allora concordo però le faccio notare (e credo sia molto informato in tal senso) che 3.5 Gw di nuovi impianti sono installati nel 2010 e altrettanti sono virtualmente installati alla data 31 dicembre 2010 e saranno allacciati alla rete elettrica entro l'estate. Si parla di 7 Gw di potenza aggiuntiva mentre l'installato fino a fine 2009 era di 1 Gw:

# 2010 | 7000 MW (di cui 3.5 Gw di richieste non ancora completamente realizzate)
# 2009 | 711 MW
# 2008 | 340 MW
# 2007 | 60 MW

Copio e incollo il comunicato GSE:

Il GSE - Gestore dei Servizi Energetici - ha completato l’analisi preliminare delle dichiarazioni di fine lavori per gli impianti fotovoltaici pervenute al GSE secondo quanto previsto dalla Legge 129/2010.

Di seguito la situazione generale aggiornata al 28 febbraio 2011:
...
In totale, quindi, gli impianti in esercizio al 28 febbraio 2011 che usufruiscono del 1° e 2° conto energia sono:

Numero impianti: 171.105 Potenza installata: 3.797 MW

Pertanto, a oggi, gli impianti che ai sensi della legge 129/2010 possono ancora beneficiare del 2° conto energia, se entreranno in esercizio al 30/06/2011, sono:

Numero impianti: 40.542 Potenza dichiarata: 3.404 MW.

***

Per i dettagli si veda questo link:
http://www.energethics.it/news/27_1306/1938/L_installato_FV_in_Italia_secondo_l_analisi_del_GSE.html

Prima parte fine.

Sandro kensan ha detto...

> Del
> futuro non ho parlato nel mio articolo, comunque, 7000 MW a regime,
> alla media attuale di 0,4 €/kW, fa meno di 3 miliardi.

Se sarà anche vero che gli impianti addizionali di 3.5 MW entreranno in esercizio al 30/06/2011, allora a godere del 1° e 2° conto energia sarà una potenza di 7 Gw.

Considerando 1300 ore equivalenti come producibilità media italiana annuale (altre fonti parlano di 1250 ore) si ha una energia annuale prodotta pari a 9 terawattora (Twh) che se pagate con un valore medio di 0.4 € al kilowattora (kwh) fanno un costo per lo Stato pari a 3.6 miliardi di euro/anno.

Questo se gli impianti addizionali (3.5 Gw) saranno effettivamente fatti e allacciati alla rete elettrica entro giugno di quest'anno. Ovviamente con il nuovo decreto legge questi 3.5 Gw sono molto probabilmente sfumati.

> Ma è un
> calcolo teorico, perchè si prevede di ridurre gradualmente le
> incentivazioni nel tempo in funzione della grid parity, cioè della
> riduzione dei costi di investimento. Quindi i costi sarebbero molti
> meno di quelli da lei riferiti.

Non mi pare che il suo discorso sia esatto, il secondo conto energia *è* applicabile agli impianti allacciati entro giugno, non è una ipotesi teorica ma la legge 129/2010, certamente gli impianti addizionali di 3.5 Gw non *era* sicuro fossero effettivamente realizzati e allacciati ma questo è un altro discorso.


> Inoltre, se si considerassero come
> risulta da un recente studio di Aper
> (http://www.qualenergia.it/articoli/20110316-se-le-rinnovabili-tagliano-il-prezzo-dell-energia)

Questo è un altro discorso.

> [cut...] Ma questo lei non lo ammetterà mai, perchè scommetto
> che è un convinto nuclearista.

??? guardi che lei non mi conosce e quindi non può certo fare affermazioni del genere campate in aria. Io tra l'altro sono contrario al nucleare e favorevole all'eolico. Sto seguendo anche da molto tempo il progetto kitegen di Massimo Ippolito e mi sono preoccupato di fare/modificare la relativa voce su wikipedia. Comunque se ha voglia di sapere come la penso dia uno scorcio al mio sito : http://www.kensan.it e vedrà se sono favorevole al nucleare.

Bisogna dire che sono contrario agli estremisti sia da una parte che dall'altra e per questo mi attiro molte antipatie, non mi piace mi si rifilino ragionamenti completamente sballati ma questo è un altro discorso.

Cordiali saluti.

Terenzio Longobardi ha detto...

Kensan, ha ragione non è questo lo spazio per un dibattito sull'argomento. Qualcosa però si è chiarita. Mi scuso per l'affermazione dietrologica.

Terenzio Longobardi ha detto...

Ah, Kensan, per concludere, ovviamente intendevo un costo medio di 0,4 €/kWh. Poi ho considerato 1000 ore equivalenti, tenendo conto di una perdita di efficienza degli impianti durante il ciclo di vita, ma forse ha ragione lei, sono stato troppo basso e quindi il costo degli incentivi potrebbe venire un pò superiore ai 3 miliardi. Ma le cose cambiano poco. Saluti.

sestorasi ha detto...

@ terenzio e kensan: secondo me il punto è un altro. Infatti che le rinnovabili costino secondo me è inevitabile. Ma è lecito auspicarsi che il costo si minimizzi a pari obiettivo (che poi è farle diventare autonomamente competitive). ora, se il corrispettivo è troppo alto si hanno 1)troppe installazioni in poco tempo (quindi con un progresso tecnologico scarso)
2)erogazione incentivi a profilo non triangolare ma rettangolare ( e quindi costi più elevati.
d'altra parte, nemmeno si può accorgersi dell'abbondanza e fare marcia indietro repentinamente: l'invstitore perde fiducia e per avere pari installazioni dovrai dare di nuovo incentivi più alti: anche qui è un caso di pari obiettivo a costo più alto. Stabilità nei programmi è un requisito essenziale e ultimamente l'Italia sta facendo grossi passi falsi!

Sandro kensan ha detto...

@ Longobardi
Benissimo, il fatto di confondere la potenza con l'energia è un errore diffuso e piuttosto grave, vedo che non è il suo caso.