giovedì, marzo 31, 2011

Umberto "Candide" Veronesi

Il Candide di Voltaire credeva di vivere nel migliore dei mondi possibili. Tra i suoi eredi contemporanei possiamo sicuramente annoverare Umberto Veronesi, esponente esimio del progressismo italiano, assolutamente convinto che la tecnologia nucleare ci aiuterà a risolvere tutti i problemi di futura scarsità energetica.

Di recente su “Repubblica” ha affermato che l’incidente di Fukushima richiede una pausa di riflessione, ma non deve farci rinunciare alla scelta nucleare, in quanto “se è vero – ed è scientificamente vero – che senza l’energia nucleare il nostro pianeta, con tutti i suoi abitanti, non sopravviverà, non dobbiamo fare marcia indietro, ma in avanti, ancora più in là, con la conoscenza e il pensiero scientifico. Dobbiamo pensare al futuro tenendo conto che petrolio, carbone e gas hanno i decenni contati e che sono nelle mani di pochissimi paesi …”.

Trascuriamo la prima e un po’ criptica affermazione sull’evidenza scientifica della sopravvivenza del pianeta grazie al nucleare, per soffermarci sulle ultime parole. E’ indubbiamente vero che i combustibili fossili hanno i decenni contati, la nostra associazione lo sta denunciando nella generale incredulità da anni, ma perché caro professore, l’uranio dovrebbe sottrarsi alla stessa sorte? Forse per la scoperta di una moderna pietra filosofale che lo renderebbe inesauribile? Non credo che Lei possa pensare una cosa talmente antiscientifica.

In realtà, come abbiamo scritto più volte e, di recente qui, in analogia con i combustibili fossili, la disponibilità di risorse uranifere è molto limitata e probabilmente molto inferiore alle previsioni più ottimistiche. Con il risultato che le nuove centrali italiane, qualora fossero costruite, rischierebbero all’incirca a metà del proprio ciclo di vita, di rimanere senza combustibile nucleare. E non sarebbe un bell’affare.

Quanto ai principali paesi produttori di uranio, essi sono numericamente inferiori a quelli dei combustibili fossili e, soprattutto i principali, si contano sulle dita di una mano. Come si può vedere nel grafico allegato, i primi cinque produttori detengono circa l’80% del mercato e i primi tre quasi il 65%. Esclusi Canada e Australia, si tratta poi di paesi per niente stabili politicamente e socialmente.

Caro Professore, non siamo contro la scienza, Aspoitalia è un'associazione scientifica, ma riteniamo che un corretto atteggiamento scientifico dovrebbe portare ad approfondire seriamente tutti gli aspetti di una tecnologia, prima di considerarla praticabile. Non ci pare che Lei abbia seguito in questo caso questo principio fondamentale.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi domando se l'esimio prof. saprebbe dirci qualcosa di questa storia:

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/allitalia-mazzette-sullatomo/2147155

Anonimo ha detto...

Purtroppo temo che le componenti anti-scienza stiano sempre più prendendo piede nei settori chiave.
Penso al vice presidente del CNR, adesso a Veronesi.
Sembra che la malattia delle balle per imbambolare il popolo sia oramai la norma.
A Lampedusa sono stati fatti dei proclami che nemmeno Napoleone con le sue armate si sarebbe sognato di fare.
Come combattere tutto ciò?

Anonimo ha detto...

Purtroppo temo che le componenti anti-scienza stiano sempre più prendendo piede nei settori chiave.
Penso al vice presidente del CNR, adesso a Veronesi.
Sembra che la malattia delle balle per imbambolare il popolo sia oramai la norma.
A Lampedusa sono stati fatti dei proclami che nemmeno Napoleone con le sue armate si sarebbe sognato di fare.
Come combattere tutto ciò?

roberto ha detto...

penso che il cognome sia sbagliato non si chiama veronesi ma cancronesi