Il titolo riprende un gioco collettivo per bambini, in cui un gruppetto di "cattivi" che si tengono per mano (lo "sparviero", appunto) si lancia contro un grande gruppo di altri giocatori, con lo scopo di "catturarne" il maggior numero possibile.
Man mano che il gioco evolve, lo sparviero si ingigantisce, integrando i catturati, e diventa così sempre più difficile sfuggirgli nella traversata del campetto di gioco.
Pur nella sua semplicità, questo gioco racchiude una certa componente di complessità. I singoli cercano di raggiungere il loro scopo con le proprie doti fisiche, ma esiste anche un forte contributo di interazione con decine di altri giocatori, per cui ci si urta in modo imprevedibile, si inciampa, si cade ... in una parola, è la " (s) fortuna ". Ad essa ci si affida quando le cose di mettono male... e si procede con il classico "io speriamo che me la cavo".
Nelle dinamiche economiche mondiali, pare che ci sia lo stesso approccio. I giornali economici titolano che la recessione è vicina, è peggio di quella del '29, anzi no, ne stiamo uscendo, teniamo duro ancora un annetto e poi si respirerà etc. etc.
"Esperti" e "manager", uno dietro l'altro, ognuno ha una sua storia da raccontare. Che, sfortunatamente, non è mai radicata in cause profonde, ma è spesso costruita su ragionamenti superficiali che si guardano bene dal mettere in discussione i paradigmi costituiti.
Ma se l'apparenza è psicologica, la realtà è termodinamica. E la realtà quella che stiamo osservando in queste settimane è ben più dura di quella che viene passata dai media.
Per chi ha presente cosa vuol dire essere immersi in un sistema che ha sempre più fame di Energia e di Materie Prime, e che nel contempo ne può offrire sempre meno, questo significa alcune cose. Chi soffrirà (e sta soffrendo) maggiormente la crisi energetica? Io credo, essenzialmente, gli Stati che hanno i consumi massimi (USA, Giappone) e quelli che hanno i consumi minimi (paesi africani e terzo mondo in generale).
Per i Paesi basati sull'iperconsumo di risorse fossili, una diminuzione della crescita può significare un aumento significativo del tasso di disoccupazione. Cioè, "basta poco per rompere l'incantesimo". Il che significa recessione.
Per i paesi arretrati, si osserva un sempre minore accesso alle risorse di base (acqua, cibo) e un ridotto flusso di aiuti internazionali.
I Paesi "di mezzo", quali ad esempio quelli dell'Europa, probabilmente incasseranno meglio, ma attenzione, si tratta solo di un differimento. Quando ci sono problemi di questa portata lo spazio e il tempo diventano molto, molto relativi. Fenomeni come disordini etnici, problemi sanitari di massa, migrazioni sono ottimi conduttori, quando non veri e propri amplificatori, al limite generatori di ulteriori tensioni.
Mi piace pensare all'Europa come una realtà che possa davvero fare qualcosa in queste situazioni limite. Che possa intensificare il lavoro che sarebbe dovuto iniziare con Kennedy, Mattei, M.L King. La condizione energetica e climatica è più difficile, il tempo è poco, ma ce la possiamo fare.
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4 commenti:
http://www.politicamentecorretto.com/index.php?news=3827
mi sembri un po' ottimista sul fatto che la vecchia europa assorbira' meglio il colpo, anzi mi sembra piu' probabile che il colpo possa assorbirlo meglio chi ha le risorse a condizione che non se lasci togliere , vedi arabia venezuela iran russia ecc.
staremo a vedere, anzi sentiremo presto.
roberto de falco
Caro Roberto, è vero, c'è anche il fattore "risorse" come dici tu.
Quindi chi le ha avrà più chances; tuttavia è difficile penetrare a fondo nel concetto di "proprietà" delle risorse. Esistono paesi chepur avendone fisicamente, le vendono creando flussi di benessere a chi bene sta già.
Dovremmo trovare il coraggio di fare quello che non abbiamo voluro fare mezzo secolo fa, cioè aiutare i paesi poveri con tecnologie non-fossili. L'alternativa sarà altrimenti immigrazione sempre più marcata, con allargamento di quartieri-suburbia dormitorio, per la gioia dei costruttori e per la tristezza generale.
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