lunedì, giugno 15, 2009

Il picco sparisce dietro l'orizzonte

Immagine da ASPO-Netherlands, cortesia di Rembrandt Koppelaar

Continua il declino della produzione petrolifera a conferma del fatto che - molto probabilmente - abbiamo raggiunto il picco di produzione globale ("peak oil") nel 2008 (*). Come si vede dalla figura, siamo scesi oggi ai livelli del 2004 e la discesa continua. Non si può ancora dire se saremo in grado di risalire nel futuro, ma al momento stiamo vedendo una clamorosa conferma delle previsioni di ASPO, che già a partire dal 1998 aveva previsto il picco nel periodo 2005-2010.

Allo stesso tempo, si sta verificando un'altro effetto: la sparizione del picco dall'attenzione del pubblico. Vediamo qui i risultati di Google Trends per il termine "peak oil" che indicano il numero di volte in cui il termine è stato cercato su internet. In basso, si vedono le citazioni sulla stampa.



L'attenzione del pubblico ha avuto un massimo storico nel 2005, avvicinato, ma non superato, nel Luglio del 2008 in corrispondenza con il picco dei prezzi. Da allora è in netto declino, raggiungendo oggi i minimi storici per periodo per il quale si hanno dati.

Evidentemente, il pubblico percepisce soltanto i prezzi del petrolio e non è in grado di "vedere" la produzione. Ecco il grafico dei prezzi aggiornati del petrolio, sempre da ASPO-Netherlands.


In effetti, più che altro la percezione del pubblico sembra essere sensibile alle variazioni di prezzo, più che ai prezzi assoluti. Oggi che il prezzo è allo stesso livello del 2006, l'attenzione del pubblico è molto minore.

In sostanza, il picco del petrolio può essere stato benissimo nel 2008, ma non sembra che glie ne importi niente a nessuno. Questo fenomeno di sparizione del picco dall'attenzione del pubblico si era già verificato in un altro caso storico, quello del picco di produzione degli Stati Uniti, verificatosi nel 1970. Dopo il picco, l'attenzione del pubblico era completamente crollata. Si è ricominciato a parlare del picco del petrolio negli USA soltanto quando l'argomento "picco" è tornato di moda per via dell'avvicinarsi del picco globale. Dimitri Orlov riferisce che qualcosa di simile si è verificato anche con il picco di produzione dell'Unione Sovietica, nel 1991.

Sembra che i problemi che il picco sta creando spingano la gente a occuparsi del quotidiano e dell'immediato, cercando di sbarcarsela come possono in una situazione che si sta facendo sempre più difficile. Il picco è ormai parte del passato; non c'è più tempo ne voglia di occuparsene. Probabilmente è un fenomeno inevitabile - in effetti era previsto anche quello. Quindi, prendiamo atto della situazione e andiamo avanti. Non è più tempo di elucubrazioni, ma di soluzioni concrete.

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* Nota: c'è sempre qualche allocco in giro che continua a sostenere che in qualche modo questo picco non può essere il "vero" picco perchè "non è un picco dell'offerta ma un picco della domanda". Non hanno capito nulla del concetto di "picco di produzione". Io continuo a cercare di spiegarglielo, ma non ci posso fare nulla se sono duri come le noci di cocco.

13 commenti:

roberto ha detto...

mezzogiorno e' passato , quanto manca alla notte? e soprattutto come sara'? divertente o paurosa e buia?
roberto de falco

Paolo Marani ha detto...

Se ne parlerà, come al solito, solo drammaticamente troppo tardi, quando in qualche modo la crisi finanziaria ciclicamente si attenuerà, la domanda crescerà di nuovo, e rimarremo tutti allibiti da un fatto "inaspettato" (?!?), cioè che la produzione non riuscirà a tenere testa e ci dovremmo accontentare della produzione in declino che abbiamo.

Solo allora non verranno presi per i fondelli coloro che diranno "ve l'avevo detto".

Anonimo ha detto...

@ MaRaNtZ

Se la domanda dovesse crescere a causa dei prezzi più bassi, ma di ciò dubito perchè le famiglie disastrate dal punto di vista delle disponibilità economiche sono aumentate(e molto difficilmente si riprenderanno) e perchè il prezzo del barile è attualmente in rialzo.
In definitiva il mercato di massa(soprattutto di merci e servizi legate al superfluo e del turismo) in generale tenderà a diventare un mercato sempre più ristretto a determinati ceti sociali, perdurando l'attuale paradigma economico ovviamente.
E se il consumo del superfluo non è più facilmente accessibile alle masse non credo ci possa essere un'attenuazione sostanziale della crisi attuale.
La via del cambio di paradigma è stata imboccata...

Paolo B.

Anonimo ha detto...

Io credo che il picco debba ancora arrivare, rigorosamente imho avremo superato il picco quando la produzione scenderà *e* avremo i prezzi in costante salita. Comunque lo sapremo presto, non appena l'economia riprenderà e aumenterà ancora la domanda.
Del resto che il picco sia stato nel 2008 o sia nei prossimi anni cambia di poco la situazione.
Che non è per niente allegra.
Anacho

Anonimo ha detto...

Qualcuno sa quanto tempo è necessario attendere da un massimo della produzione mondiale di petrolio per poter affermare con certezza che il picco globale è stato raggiunto dal massimo stesso?
1,2,3,5,10 anni? Oppure non si può stimare a priori?

Carlo.

Francesco Ganzetti ha detto...

...Forse abbiamo appena passato anche il picco del non equilibrio e del non sostenibile con l 'ambiente : anche la nostra
" morale" cambierà velocemente nei prossimi 10-15 anni......

Alex ha detto...

Purtroppo il cittadino medio (come me) oltre che cercare di usare il trasporto privato il meno possibile, riciclare il più possibile e non consumare roba inutile, cos'altro può fare? Aspettare gli eventi....e lavoro pure per il settore automotive! Un distasro..

Cristiano ha detto...

@ Alex

Il cittadino medio può avviare assieme ad altri 2 o 3 cittadini medi un'Iniziativa di Transizione e cominciare una inesorabile e meravigliosa rivoluzione all'interno della sua comunità. Questo virus si sta spargendo velocissimo in tutto il mondo, perché non provi?

Antonello ha detto...

"il picco del petrolio... non sembra che glie ne importi niente a nessuno"

Ma perché secondo te ai passeggeri del Titanic che lentamente affondava quanto importava dell'iceberg ormai passato?

Anonimo ha detto...

Forse il grafico non è completo ma ... sbaglio o mentre negli ultimi mesi il prezzo del petrolio sta crescendo rapidamente la produzione sta continuando a scendere ?!?!!?
c'e' un ritardo: sembra che i produttori non si siano accorti che la domanda sta aumentando... oppure è vero esattamente il contrario... non è vero che la domanda sta crescendo ma il prezzo sta aumentando perchè la produzione sta scendendo più rapidamente di quanto dovrebbe...

Pietro.

Ugo Bardi ha detto...

x Pietro. Infatti, se noti bene i prezzi hanno un effetto sulla produzione - come è giusto che sia. L'effetto però è debole e, più che altro, asimmetrico. Ovvero alti prezzi producono un modestissimo aumento produttivo mentre i bassi prezzi generano un vero è proprio crollo. Come si dice da noi, poggio e buca non fa pari!

fabio ha detto...

A VICENZA INVECE c'è anche Il caffè

L’esperto spiega: «Le piante non erano mai fiorite poi questa primavera ai fiori sono seguiti i frutti»

* Venerdì 19 Giugno 2009

Che il tempo non sia più quello di una volta è ormai un luogo comune. Piogge monsoniche, inaspettate trombe d’aria, calure improvvise di carattere tropicale, stagioni irriconoscibili, insomma, tutto sta cambiando, si dice, grazie all’effetto serra che surriscalda il pianeta.
E così, dopo le banane, può capitare che sui Colli Berici possa fiorire e poi produrre anche il frutto, qualcos’altro di raro e di insolito, come per esempio una pianta di caffè. Questo succede a Lumignano sulla collina degli Olivari in casa di Sergio Dalla Riva che di caffè se ne intende, visto che è titolare proprio di una impresa di torrefazione del caffè e di macchinari per il confezionamento.
«Da sempre - spiega Carla Cracco, moglie di Dalla Riva - teniamo in ufficio e in casa per semplice arredo floreale delle piccole piantine di caffè riportate da qualche fiera. Sono piccoli arbusti sempreverdi con le foglie ovali, lucide, di colore verde scuro. Una di queste piante quest’anno per la prima volta è fiorita e poi ha anche fruttificato. Una cosa difficilissima da ottenere alle nostre latitudini e soprattutto in appartamento. Invece in primavera dapprima sono spuntate le gemme poi dei fiori bianchi stellati che han dato luogo a delle bacche gialle che con la maturazione stanno diventando rosso scarlatte. Piccoli astucci che racchiudono dentro due chicchi di caffè». «Nelle prossime settimane - conclude - le bacche giungeranno tutte alla giusta maturazione e una curiosità sarebbe quella di testare anche il sapore di questo “caffè nazionale”, ma il destino di queste bacche rimarrà quello di un estemporaneo arredo floreale».

Anonimo ha detto...

Credo che si potrà parlare di picco in presenza di un calo dalla produzione massima di due milioni di barili/giorno per otto anni, in presenza di prezzi dell'olio crescenti.
Tempi e produzioni sono quelli (ragionevoli) di un supergiant ipotetico scoperto nell'anno del picco, o poco dopo, se dopo sei anni non inizia la produzione non è più pensabile che si riesca a ritornare al valore di picco.
Anacho