venerdì, ottobre 16, 2009

L'entusiasmante caduta delle emissioni di gas serra

Per anni in Italia, nel ristretto mondo dell’ecologia che conta, si è teorizzato il “disaccoppiamento” tra consumi energetici e crescita economica, cioè una sorta di quadratura del cerchio termodinamica, grazie all’onnipotenza quasi mitica dell’efficienza tecnologica. La realtà, che spesso se ne infischia della teoria, è stata però molto diversa e il mondo ha continuato allegramente a consumare quantità sempre crescenti di energia per alimentare la corsa esponenziale del Prodotto Interno Lordo. Ma negli ultimi anni qualcosa si è rotto nel meccanismo apparentemente perfetto dell’economia mondiale e una crisi senza precedenti nel dopoguerra sta letteralmente terrorizzando i seguaci di Sua Santità la “Crescita”.
La crisi ha partorito immediatamente un portentoso calo dei consumi e, in conseguenza, un potente ribasso delle emissioni di gas serra causa del riscaldamento globale, lasciando in uno stupore attonito il ristretto mondo dell’ecologia che conta.
In Europa, questa tendenza si è manifestata con qualche anno di anticipo rispetto alla crisi, probabilmente per colpa della crescente competizione internazionale dei paesi asiatici emergenti, ma anche per una volontà politica più sensibile ai problemi del cambiamento climatico.
Nel primo grafico allegato, che ho elaborato a partire dai dati disponibili sul sito di Sinanet, che aggiorna annualmente l’inventario delle emissioni nazionali, potete vedere plasticamente l’inversione di tendenza della crescita emissiva verificatasi in Italia negli anni 2006 e 2007 (-3,6%), che sembra correlarsi bene con l’andamento storico dei consumi energetici totali e che sicuramente continuerà in maniera accentuata negli anni successivi. Se tale tendenza dovesse rimanere inalterata fino al 2012, incredibilmente potremmo quasi raggiungere l’obiettivo di Kyoto per effetto principale della decrescita economica.
Ma come si colloca l’Italia nel quadro più ampio delle politiche europee? Male, è la risposta scontata. Come si evince facilmente dal grafico e dalla tabella seguenti, allegati al Rapporto della Commissione UE, l’Europa dei 15 è molto vicina al conseguimento dell’obiettivo di Kyoto, trascinata dal peso determinante del calo emissivo verificatosi soprattutto in Germania e Regno Unito. Impressionante è la precisione teutonica con cui la Germania si prepara a raggiungere il difficile obiettivo assegnato.
Questi paesi però, si legge nel rapporto, hanno ridotto pesantemente le emissioni, prevalentemente attraverso il miglioramento dell’efficienza energetica dopo l’unificazione tedesca delle regioni dell’Est e la conversione dei propri sistemi energetici a combustibili fossili con minore contenuto di carbonio, e ultimamente, grazie alla riduzione della domanda di riscaldamento causata da inverni più miti.
Concludendo, non sarà così facile ottenere nuovi sensibili incrementi dell’efficienza energetica solo con la tecnologia. I buoni risultati complessivi conseguiti finora dall’Europa potranno essere ulteriormente migliorati nel rispetto dell’ultimo accordo di riduzione denominato “20-20-20”, solo iniziando ad orientare il modello di sviluppo alla stazionarietà invece che alla crescita dell’economia.

6 commenti:

Claudio Costa ha detto...

Tutti questi sforzi cos'hanno portato in termini di concentrazione atmosferica di CO2?
Nulla

http://climateprogress.org/wp-content/uploads/2009/03/mauna-loa.gif

E in termini di mitigazione climatica da qui a 50 anni ??
Qualche centesimo più del nulla (Hadley center)

Francesco ganz etti ha detto...

Voglio avere fiducia che gli organismi fotosintetici , e quindi Gaia, possa riassorbire la co2 prodotta negli ultimi 100 anni , ed quindi faccio il tifo per il collasso del sistema economico-sociale presente; l'alternativa, da campanelliana "città del sole", è un governo unico mondiale che in modo autoritario, e possibilemte condiviso, ponga un freno ( a mano ), non solo al consumismo ma alle emissioni di co2 in senso lato ed è tutt'altro che peregrino chiamare in causa anche la nostra riluttanza al controllo demografico e alla responsabilità ambientale del comparto sanitario tout court , complessi da donnina di Debora Billi permettendo.

Alla fine Gaia ritroverà il suo equilibrio, spero non dopo un nuova grande estinzione permiana, ma solo dopo 100-150 anni al massimo....Chi oggi può essser sicuro al 100%, ( e soprattutto la stessa domanda andrebbe riproposta fra 10 anni ), che sia stato un bene che l'America abbia vinto la
seconda guerra mondiale ?...

( E qui la politica centra poco, quanto piuttosto la sostenibilità della facile morale da light crude)

Paolo ha detto...

Le prospettive delineate dal recente convegno di Oxford non sono incoraggianti (articolo da Nature):

No easy way out

Paolo ha detto...

Un articolo del Guardian ci fa comprendere come la riduzione di emissioni dei Paesi europei sia spesso solo apparente:

Emissions reductions are misleading

Paolo ha detto...

P.S. l'intervista originale si trova sul sito della BBC:

Britons creating 'more emissions'

Anonimo ha detto...

Ciò che non potrà la volontà dei governanti politici(che mai avranno finché saranno dominati dalle lobby), potrà la decrescita economico/energetico/demografica imposta alla specie umana dalla limitatezza delle risorse del sistema Terra.
E' un evento(o una serie di eventi) sicuro come la morte...

Paolo B.