Prisco (quello con la barba bianca), diplomatico bizantino che visitò la corte di Attila nel V secolo. Dipinto di Mór Than (da Wikipedia)
Prisco, diplomatico bizantino, ci ha lasciato una relazione interessantissima della corte di Attila nel V secolo. Uno dei dettagli del suo resoconto è quando gli succede di incontrare un greco - come lui - che aveva lasciato il territorio imperiale per stabilirsi fra gli Unni.
Ne segue un breve dibattito in cui il greco fuggiasco espone i vantaggi della libertà fra i barbari, lontano dall'ingiustizia dell'impero e dalla rapacità dei suoi governanti. Prisco gli risponde elencando invece i vantaggi della vita ordinata e sicura dell'impero Romano di oriente, e i benefici della legge che governa la vita di tutti.
Alla fine, Prisco ci dice che il suo interlocutore si è messo a piangere al ricordo della sua vita nell'impero. Forse ha un po' stiracchiato questa conclusione ma - nel complesso - abbiamo l'impressione che la storia sia vera. Ovvero, che Prisco abbia messo in luce le due facce della questione e i loro relativi meriti anche se, ovviamente, lui stava dalla parte dell'impero.
Noi che viviamo "dalla parte dell'Impero" possiamo capire la posizione di Prisco. Il puro orrore di contemplare un mondo senza leggi; un mondo dove non hai protezione sicura, non hai un ruolo ben definito, non hai norme da rispettare, non hai un futuro che non dipenda dalle circostanze o dal volere di chi è più potente di te.
Ne segue un breve dibattito in cui il greco fuggiasco espone i vantaggi della libertà fra i barbari, lontano dall'ingiustizia dell'impero e dalla rapacità dei suoi governanti. Prisco gli risponde elencando invece i vantaggi della vita ordinata e sicura dell'impero Romano di oriente, e i benefici della legge che governa la vita di tutti.
Alla fine, Prisco ci dice che il suo interlocutore si è messo a piangere al ricordo della sua vita nell'impero. Forse ha un po' stiracchiato questa conclusione ma - nel complesso - abbiamo l'impressione che la storia sia vera. Ovvero, che Prisco abbia messo in luce le due facce della questione e i loro relativi meriti anche se, ovviamente, lui stava dalla parte dell'impero.
Noi che viviamo "dalla parte dell'Impero" possiamo capire la posizione di Prisco. Il puro orrore di contemplare un mondo senza leggi; un mondo dove non hai protezione sicura, non hai un ruolo ben definito, non hai norme da rispettare, non hai un futuro che non dipenda dalle circostanze o dal volere di chi è più potente di te.
Questa stessa sensazione di puro orrore la troviamo leggendo "Emergency" di Neil Strauss. E' un libro che ci descrive l'esperienza dell'autore con i vari gruppi di "survivalisti" (non saprei come meglio tradurre "survivalist," se non come sopravvivenzisti, che è troppo brutto)
Strauss stesso, giornalista americano nato a Chicago, è attratto da questi gruppi, si sente insicuro in un paese, gli Stati Uniti, che diventano sempre più oppressivi e dittatoriali. Così, si compra un passaporto di un'isola remota, si unisce a gruppi di strampalati dove impara a sparare, a vivere nella foresta, a ammazzare una capra, scuoiarla e macellarla, e altre cosette del genere.
Degno di nota, nel libro, è l'esperienza di Strauss con i "B-people" dove "B" sta per "Billionaire", ovvero miliardari. Questi hanno gli stessi problemi di tutti, ma metodi di soluzione più variegati. Per esempio, ci riporta Strauss che molti di loro hanno preso il brevetto di volo e tengono un aereo pronto a partire per lasciare un paese che potrebbe cadere in preda al caos in qualsiasi momento.
Il libro di Strauss è interessante e ben scritto, anche se alla fine entra in eccessivi dettagli e viene un po' a noia. Anche le "istruzioni per i casi di emergenza" che appaiono in forma di fumetti intercalati al testo, francamente, non è che siano il massimo. Sapere, per esempio, come si trasforma una carta di credito in una lama per tagliare la gola del tuo prossimo non mi sembra cosa particolarmente utile.
A parte questo, l'impressione generale che ti lascia il libro è di una discesa nella barbarie. Questa gente che si addestra a sparare, a squartare animali, e a vivere nei boschi ci mette un impegno che deriva da un "modello del mondo" che - francamente - è difficile da condividere.
Può darsi che sia quello il nostro destino, ma, su questo, mi sento molto più vicino a Prisco il bizantino che al suo interlocutore che aveva scelto la vita nel regno di Attila.
Strauss stesso, giornalista americano nato a Chicago, è attratto da questi gruppi, si sente insicuro in un paese, gli Stati Uniti, che diventano sempre più oppressivi e dittatoriali. Così, si compra un passaporto di un'isola remota, si unisce a gruppi di strampalati dove impara a sparare, a vivere nella foresta, a ammazzare una capra, scuoiarla e macellarla, e altre cosette del genere.
Degno di nota, nel libro, è l'esperienza di Strauss con i "B-people" dove "B" sta per "Billionaire", ovvero miliardari. Questi hanno gli stessi problemi di tutti, ma metodi di soluzione più variegati. Per esempio, ci riporta Strauss che molti di loro hanno preso il brevetto di volo e tengono un aereo pronto a partire per lasciare un paese che potrebbe cadere in preda al caos in qualsiasi momento.
Il libro di Strauss è interessante e ben scritto, anche se alla fine entra in eccessivi dettagli e viene un po' a noia. Anche le "istruzioni per i casi di emergenza" che appaiono in forma di fumetti intercalati al testo, francamente, non è che siano il massimo. Sapere, per esempio, come si trasforma una carta di credito in una lama per tagliare la gola del tuo prossimo non mi sembra cosa particolarmente utile.
A parte questo, l'impressione generale che ti lascia il libro è di una discesa nella barbarie. Questa gente che si addestra a sparare, a squartare animali, e a vivere nei boschi ci mette un impegno che deriva da un "modello del mondo" che - francamente - è difficile da condividere.
Può darsi che sia quello il nostro destino, ma, su questo, mi sento molto più vicino a Prisco il bizantino che al suo interlocutore che aveva scelto la vita nel regno di Attila.
5 commenti:
Nelle foreste di conifere degli stati uniti nord occidentali e del Canada, è sicuramente possibile,con un pò di attrezzi del wallmart e le giuste skills, costruirsi una casetta di legno in stile vecchia frontiera e soppravivere di caccia, visto che magari il vico più prossimo si trova a 30 km...In Italia lo vedo più difficile...
Non so come potrebbe essere l'umanità se scenderà nelle barbarie, ma possiamo intuire il futuro studiando il passato e la storia. Parlo della II guerra mondiale, durante l'assedio di Leningrado - l'attuale S.Pietroburgo - perpetrato dai tedeschi: ho raccolto personalmente prove testimoniali indirette di casi di cannibalismo, quando la popolazione russa era allo stremo per la fame. Ecco forse cosa potrebbe attenderci! Altro che vita nei boschi!
Se questi signori ci tengono tanto ad imparare a tirare il collo ad un animale ed eseguire la macellazione in maniera appropriata, ho a disposizione una soluzione eccellente: una gita a casa di mia nonna. Che in genere non usa carte di credito, ma banali coltelli....
Questi tizi sono probabilmente pericolosi, ma dobbiamo dire a loro discolpa che almeno ci tengono di buonumore.
Nonostante il tono non molto preoccupato di Ugo , credo che il Medio Evo prossimo venturo sia già incominciato e spero che la malattia si fermi a questo stadio.La lotta per la sopravvivenza nel mondo che ci aspetta sarà dura, molto dura e, visti i comportamenti delle elites ma anche delle masse, inevitabile. Dobbiamo solo cambiare il nostro punto di osservazioone : se fossimo visitatori extraterrestri cosa penseremmo degli usi e costumi attuali degli abitanti del pianeta Terra ?
Chi ha risposte le dia,grazie.
mi fa venire in mente il film dell'83 con Walter Mattau e Robin Williams
The Survivors
godetevi il trailer ..
http://www.youtube.com/watch?v=UX7xqrkqbyo
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