domenica, settembre 16, 2007

Libero scrive a Libero

Riceviamo e pubblichiamo la lettera che Leonardo Libero, direttore di "Energia dal Sole" ha scritto al quotidiano "Libero"

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Caro direttore,

su Libero di ieri 14 settembre, a pagina 3, Tommaso Montesano ha intervistato il prof. Franco Battaglia, docente di chimica dell'ambiente all'Università di Modena. E' uno scienziato noto per la passione con cui contesta che il riscaldamento globale sia causato dalle attività umane e con cui sostiene che l'Italia, per poter affrontare l'ormai prossimo esaurimento delle fonti fossili, dovrà inevitabilmente anch'essa far ricorso all'energia nucleare. Opinioni la cui manifestazione è non solo un suo diritto che nessuno gli contesta, ma direi quasi un suo dovere, vista la posizione che occupa.

Ciò che nè io nè altri siamo mai rusciti a capire è invece l'autentica ferocia che egli esercita contro le fonti rinnovabili e in particolare contro la fotovoltaica. Una ferocia che gli deve aver preso la mano quando lo ha portato ad affermare che certe parole di Pecoraro Scanio fossero frutto della "voglia di far fare affari a chi commercia nei fallimentari eolico e fotovoltaico". Il che farebbe ridere se non facesse piangere, specie gli operatori del settore FV. Perchè la realtà che essi vivono da almeno vent'anni è ben diversa. Una realtà pessima quanto complessa che, se permette, descrivo a Lei e ai Suoi lettori, nel modo più conciso possibile.

Secondo dati EurObserver, alla fine del 2006 la diffusione del FV in Italia era di 0,99 Wp per abitante, cioè oltre sette volte inferiore alla media europea (7,38) e inferiore a quella di Germania (37,16), Austria (3,51), Olanda (3,14), Spagna (2,70) e Cipro (1,27). Questo a causa di due principali e pluridecennali ostacoli:

a)- L’Enel. Da monopolista elettrico aveva impedito, perfino con sistemi di legalità incerta, che la forma più avanzata di FV, quello connesso a rete, si diffondesse anche in Italia, provocando al paese un ritardo tecnologico e industriale gravissimo. Perso il monopolio, ma ancora in posizione dominante, oggi sta in campo nel settore FV sia come arbitro - potendo di fatto decidere sull'allacciamento o meno di un impianto - che come giocatore perchè attraverso la controllata Enel-Si fa una vergognosa quanto efficace concorrenza sleale agli altri operatori. E’ perfino arrivato a “fare la cresta” sulle spese di allacciamento, imponendole anche 4 volte superiori al giusto. Il 6 agosto 2001, l’Autorità per l’Energia gli ha infatti “ordinato” di “porre fine a comportamenti lesivi del diritto di allacciamento alla rete elettrica dei nuovi impianti di produzione” e “tali da scoraggiare l’avvìo di nuove produzioni, in particolare di piccola taglia, alimentate prevalentemente con fonti rinnovabili di energia”.

b)- Il raggiro Cip6. Dal 1992 gli italiani pagano i sovrapprezzi elettrici “A3”, imposti dal governo di allora (Andreotti) col pretesto del sostegno alle fonti rinnovabili; fonti che invece non sono mai state adeguatamente sostenute perché il gettito di quel balzello è sempre andato in gran parte a fonti dette “assimilate alle rinnovabili”, ma invece inquinanti, come i residui petroliferi e i rifiuti non biodegradabili. Il 6 novembre 2003, la truffa è stata stimata in 30 miliardi di euro dalla X^ Commissione della Camera, che l’ha definita “Una tassa occulta in favore dei petrolieri”. Nel 2004, i 10 maggiori beneficiari di una “torta” da 3.511,4 milioni di euro (saliti a 3.988,6 nel 2005 ed a 4.361,7 nel 2006) sono stati: Edison (53,4%), ERG-Garrone (10,8%), Sarlux-Moratti (10.3%), Rosignano Energia (6,3%), Foster Weeler (5,1%), EniPower (3,8%); ApiEnergia (5,3%), Elettra GLT (3,2%), Irene (0,9%), Italiana Coke (0,3%). L’ultima concessione Cip6 a scadere dovrebbe essere quella di Sarlux-Moratti, nel 2021. Uno sconcio ormai tanto radicato nel sottobosco politico-energetico italiano che una misteriosa manipolazione della Finanziaria 2007, tendente ad allargare le possibilità di godimento della torta Cip6, è stata di fatto accettata dal governo; cosicchè l'ignota "manina" ha potuto dire di avercela fatta ai propri intuibili mandanti.

A queste due già gravi remore, dal febbraio di quest’anno si sono aggiunte le norme ministeriali per il “conto energia FV” (sistema nel quale viene sovvenzionata la produzione di elettricità, non la costruzione dell'impianto, come nel "conto capitale"), norme così complesse e cervellotiche che sembrano scritte apposta per essere dissuasive. E valga un confronto. E’ a tutti noto che il record mondiale per l’elettricità da fonti rinnovabili connesse a rete appartiene alla Germania, che le sovvenziona “in conto energia” dal 1998. Ebbene, la norma tedesca EEG del 21 luglio 2004, che regola la materia per 6 fonti diverse, occupa solo 15 pagine. Il buon senso, e la buona intenzione se ci fosse stata, avrebbero consigliato di copiare quel testo, breve e chiaro. Invece il Decreto 19 febbraio 2007 del Ministro Sviluppo Economico, controfirmato da quello dell'Ambiente, quantunque riguardi solo la fonte fotovoltaica, di pagine ne occupa ben 18 per le prescrizioni inutili e idiote che contiene. Ad esempio, esso elenca 37 (trentasette !!) norme CEI o UNI da rispettare e prescrive, chissà perché, che i componenti degli impianti siano nuovi di fabbrica. Inoltre limita l’uso della tecnologia a film sottile alle persone giuridiche (alle famiglie, chissà perchè, lo vieta). Ne è conseguito che per richiedere di essere ammessi al “conto energia” occorra compilare 36 (trentasei !!) pagine di moduli; astrusi da interpretare, mi risulta, anche per cervelli universitari. Risultato: il 20 luglio scorso i Gestore della Rete Elettrica ha comunicato che L'esame delle prime cento richieste di accesso agli incentivi previsti dal nuovo Conto energia per il fotovoltaico, ha evidenziato che la maggior parte delle domande non è risultata idonea per il riconoscimento della tariffa

Insomma, la precisa intenzione e le conseguenti disposizioni, governative, di creare più ostacoli possibile al fotovoltaico sono evidenti, non essendo immaginabile che i compilatori materiali del decreto non avessero afferrato che con quel tipo di sovvenzionamento il denaro pubblico, ripeto, paga solo la quantità di energia versata in rete, e non la qualità degli impianti; qualità che perciò non deve interessare al legislatore. Rivelatrici di tale intenzione governativa sono del resto queste parole del Ministro Pierluigi Bersani, pronunciate in un'occasione ufficiale come la sua audizione alla Commissione Industria del Senato del 27 giugno 2006: "Sulle fonti rinnovabili dobbiamo preoccuparci che ci sia una filiera industriale in casa. Il punto e' che, ad esempio, se si investe molto nel fotovoltaico, ci si muove in un mercato dominato da Germania e Giappone, senza ricadute sull'industria italiana”.

Una prova del maltrattamento patito dal comparto FV italiano sotto il governo Prodi si è del resto avuta il 3 settembre scorso a Rho, dove presso il nuovo Polo della Fiera di Milano si è aperta la 22ma Conferenza Europea sul Fotovoltaico; che è forse la più importante manifestazione internazionale del settore. Essa comprendeva una sterminata esposizione di materiali e di impianti per produrli. Ma su circa 500 espositori solo una ventina erano operatori italiani "veri" (cioè non rappresentanti di Case estere nè enti di stato o parastato) quantunque l'evento avvenisse nella regione più ricca del Paese del Sole e a due passi dalla sua capitale industriale.

Quella enorme esposizione forniva la più eloquente immagine di un settore produttivo che da anni, nel mondo, fa registrare crescite annuali superiori al 30% (oltre il 40% dal 2004 al 2005), che ciò nonostante spesso non riesce a far fronte alla richiesta, che nella sola Germania dà lavoro a 46.000 persone (circa 2.000 in Italia), che vede ai primi quattro posti i tre leader tecnologici mondiali, Germania, Giappone, USA e, mi scusi se è poco, la Cina. Tuttavia non credo proprio che il prof. Battaglia sia andato a vederla. Per essere spinto ad andarci avrebbe dovuto avere almeno il bene del dubbio; e sulla inutizzabilità pratica del fotovoltaico lui ha solo certezze; quantunque su altri temi sia il primo ad affermare, giustamente, che la certezza scientifica assoluta non esiste.

Caro direttore, la mia risposta all'articolo di Tommaso Montesano si sarebbe fermata qui se frattanto non avessi ricevuto la notizia dell'uscita di un libro di Franco Battaglia dal titolo "L'illusione dell'energia dal Sole" e sottotitolo "Presentazione di Silvio Berlusconi" (v. allegati). Una presentazione che il Cavaliere ha firmato, noti, in febbraio, cioè sette mesi prima dell'uscita del libro. L'avrà firmata a scatola chiusa? Possibile mai che, folgorato sulla via di Battaglia, non abbia voluto sentire qualche altra qualificata opinione? Comunque sia, secondo me è un errore politico enorme lasciare al Centrosinistra, che davvero non l'ha mai meritata, l' "esclusiva" delle fonti rinnovabili e tanto più della solare che è la più importante in Italia. Ma a questo punto devo dire, e anzitutto a me stesso, che se l'Uomo non fosse capace anche di errori politici enormi non sarebbe certo sceso, in cinque anni, dall'avere 41 senatori in più ad averne .... uno in meno.

A Sua disposizione per ogni eventuale ulteriore chiarimento, La ringrazio dell'attenzione e Le porgo cordiali saluti.


Leonardo Libero

direttore di "Energia dal Sole"

Torino, 15 settembre 2007




1 commento:

Frank Galvagno ha detto...

La semplicità delle equivalenze che popolano il cervello di Battaglia (credo che ce l'abbia, ma lo usa male) è disarmante.

Nucleare = forte = di destra
Rinnovabile = debole = di sinistra

Modellare la realtà con queste basi è ... impossibile.

Le scelte giuste per il nostro futuro non saranno quelle della destra, nè della sinistra, nè del centro.
Le proposte di ASPO, di Leonardo Libero e dei vari simpatizzanti vanno OLTRE la partitocrazia e mirano a costruire un futuro.
Forse Beppe Grillo, con il suo carisma comunicativo, potrebbe ancora dare voce a questo (anche se l'ha già fatto molte volte). "Ripetere aiuta", dicevano...