giovedì, febbraio 07, 2008

2008: la riscossa dell'indutria petrolifera



In un post precedente, avevo azzardato la previsione che il 2008 avrebbe potuto portarci anche degli aumenti di produzione che avrebbero interrotto la stasi degli ultimi 3 anni. Mi basavo sul lavoro sui "megaprogetti" di Stuart Staniford che indicava come nel 2008 e 2009 sarebbero entrati in produzione diversi nuovi giacimenti che avrebbero compensato il declino dei giacimenti esistenti (vedi la figura, sopra).

Bene, sembra che la mia predizione si possa già dimostrare abbastanza corretta: gli ultimi dati disponibili sulla produzione petrolifera mondiale indicano un aumento della produzione sia del petrolio convenzionale come di quello non convenzionale. Può darsi che, dopo tutto, il picco sarà nel 2010, come, del resto, era nelle previsioni più recenti di ASPO.

Questo è un respiro di sollievo; potrebbe darsi che abbiamo qualche anno in più per prepararci. Ma non c'è da farsi troppe illusioni. La situazione rimane estremamente difficile e delicata negli anni a venire, come si vede dalla figura di Staniford. C'è un evidente "picco dei megaprogetti" per il 2008-2009 che viene seguito da un netto declino. Non vi aspettate che nuove scoperte possano cambiare molto le cose; tenete conto che dalla scoperta alla produzione c'è un lasso di tempo dai cinque ai dieci anni. Negli ultimi anni, tutto quello che si scopre sono giacimenti estremamente difficili che richiedono anche più di 10 anni.

La situazione non è brillante non solo per quanto riguarda il petrolio. Altrettanto, e forse più critica è la situazione finanziaria, con la crisi dei subprime che rischia di causare una recessione planetaria. Ancora più critica è la situazione alimentare dove la tendenza a spostare la produzione da derrate alimentari a biocombustibili sta causando difficoltà generalizzate di approvvigionamento e aumenti vertiginosi dei prezzi.

Insomma, abbiamo ancora un po' di tempo per pensare a dei rimedi, ma non molto.




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5 commenti:

Anonimo ha detto...

Parecchio preoccupante che alcuni produttori molto maturi (Arabia, Iran, USA, Russia, etc.) pesino tanto su questi progetti di espansione della produzione. Nella pratica, costoro progettano di accelerare l'esaurimento di giacimenti già malconci.

Mi piacerebbe capire quanta parte di queste nuove produzioni ipotizzate deriva effettivamente da nuove aree estrattive, e quanta invece da un semplice incremento di produzione a carico di aree già note e spolpate.

Se aggiungiamo riserve (reali!), possiamo sperare in qualche risultato, ma se ci limitiamo ad accrescere il ritmo di estrazione dell'esistente l'unico risultato sarà quello di rendere alfine più dura la discesa.

fausto

Anonimo ha detto...

Ma come può essere possibile raddoppiare in un anno quello ke è il risultato di 3 anni di fila !!!
Sarà ... ma finkè non vedo non credo ;)
E se devo dirla tutta ... io sono un non credente.

MAX_ALEX

Anonimo ha detto...

Eh ma allora hanno ragione quelli che dicono che i picchisti giocano al gioco di Achille e la tartaruga.

Marco Pagani ha detto...

Speriamo ci possa essere davvero questo ritardo nel picco. Temo comunque che l'occasione verrà sprecata con un aumento rapido dei consumi.
Una nota sui dati di produzione: perchè TOD usa i valori IEA per all liquids e i valori EIA per il crude? I dati EIA per all liquids danno per i primi 10 mesi 2007 un valore leggermente minore del 2006 che è a sua volta leggermente minore del 2005. Forse è ancora un po' presto per tirare un sospiro di sollievo e occorre aggiungere qualche altro termine alla serie temporale.

Ugo Bardi ha detto...

Mah.... a TOD c'è Stuart Staniford che è il mago di queste cose. Non so cosa faccia nella vita oltre che elaborare i dati dell'IEA/EIA. Non ti so dire esattamente perché faccia certe scelte. Potresti chiederglielo direttamente. Ciao