lunedì, febbraio 11, 2008

Mitopoiesi petrolifera



"Mitopoiesi" è la genesi del mito. Di fronte a cose che non riusciamo a capire, è una tendenza umana comune generare un mito che le spiega. Per esempio, di fronte a tuoni e fulmini, i nostri remoti antenati immaginavano Zeus tonante che scagliava fulmini dalle nuvole.

I miti non si basano su osservazioni o dati, ma su interpretazioni poetiche; magari anche belle ma alle volte controproducenti. Interpretare la realtà sulla base di miti può essere dannoso, come potrebbe succedere se qualcuno si basasse su preghiere a Zeus per le previsioni del tempo.

Con i secoli, sappiamo molto di più di tante cose, ma la nostra tendenza a generare miti non è cambiata. La vediamo nel caso degli attentati dell'11 Settembre, dove la mitologia generata dalle varie interpretazioni riempie libri interi. Allo stesso tempo, ci troviamo di fronte a una cosa come il petrolio, importante ma di cui sappiamo poco. Il petrolio allora diventa un'entità mitopoietica per eccellenza; ovvero genera un flusso di miti quasi infinito e sicuramente inarrestabile.

Ci sono tantissimi miti petroliferi. C'è quello degli Arabi che scavavano per cercare acqua e trovavano petrolio. C'è quello degli sceicchi ricchissimi che hanno WC d'oro nei loro palazzi, dove tengono i condizionatori al massimo per potersi vestire con le pellicce di visone che hanno comprato a Parigi. Ci sono i miti delle "immense riserve" nascoste qua e che non vengono estratte per tenere i prezzi alti; una versione moderna delle leggende dei tesori dei pirati. E queste sono solo qualche esempio.

L'ultima serie di miti petroliferi, in ordine di tempo, arriva dagli aumenti dei prezzi. Mancando una chiara visione dei meccanismi dei prezzi e dell'effettiva consistenza delle riserve, nasce il mito dei fantomatici "speculatori" che, in qualche modo, riescono a controllare un mercato da 2000 miliardi di dollari all'anno come se fosse una bancarella di pomodori al mercato. La carenza di dati e la cattiva informazione genera miti altrettanto pericolosi per noi di quelli delle camicie stregate degli indiani ai loro tempi e che avrebbero dovuto proteggerli magicamente dalle pallottole dei bianchi.

Questa scarsa informazione la vediamo anche in persone che ci si aspetterebbe dovrebbero fare un certo sforzo per fare di meglio. Questo lo vediamo, fra tanti esempi, in un recente comunicato ANSA in cui si riportano le dichiarazioni di Antonio Catricalà, presidente dell'Autorità per la concorrenza e il mercato. Nel comunicato leggiamo che:

Catricalà si è poi chiesto come sia possibile che "il petrolio, estratto ad un costo di 5 dollari per barile salga a 100 dollari, dato che un barile, che equivale a 170 litri, per essere raffinato richiede un costo aggiuntivo del 20 per cento". Dunque "tutto quello che arriva in più è profitto e sovraprofitto".

Notate subito un primo errore nel comunicato: un barile di petrolio non contiene 170 litri, ma 159. E' una piccola cosa ma è indicativa. Ma quello che stupisce in questo comunicato è come si riporti senza nessun tentativo di valutazione critica la leggenda che estrarre il petrolio costerebbe "5 dollari al barile". Da questo si deduce, evidentemente, la nequizia di questi speculatori, veri untori moderni, che farebbero "profitto e sovraprofitto" rivendendo il petrolio a 90 dollari al barile-

5 Dollari al barile? Ma chi l'ha detto? Per quale petrolio? Dove? Se cerchiamo un po' nei dati disponibili, troviamo questo rapporto dell' EIA

http://www.eia.doe.gov/emeu/perfpro/production.pdf

dove si legge la seguente tabella.



Secondo la tabella, il minimo costo per produrre un barile di petrolio nel 2006 è di 14.31 dollari al barile (nel Medio Oriente). Negli Stati Uniti, offshore, si parla addirittura di 69 dollari al barile!! Se questo petrolio lo si vende a 90 dollari al barile, non si può dire che ci sia un "sovraprofitto". In sostanza la faccenda dei costi di produzione che sarebbero soltanto "5 dollari al barile" è una pura fesseria.

Storie come questa, come pure quella degli untori del petrolio, dei WC d'oro e degli sceicchi impellicciati nei loro palazzi, sono tutte da consegnare all'archivio delle leggende. Vanno insieme a quella dei coccodrilli delle fogne di New York e degli ambientali che volano su elicotteri per buttare nei boschi dei sacchetti pieni di vipere.

Leggende, leggende, leggende.......



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1 commento:

Anonimo ha detto...

Il bello della vicenda è poi che quelli che si stupiscono del presunto sovraproffitto sono gli stessi che si definiscono liberisti o liberali, che però si scordano che uno dei principi del liberismo è che il prezzo di un bene è dato non dal costo di produzione ma dall'incrocio fra la domanda è l'offerta.
Quindi anche se il petrolio avesse costi di estrazione molto bassi, il fatto che ora abbia prezzi così alti dovrebbe indurli a pensare non tanto al sovraproffitto degli speculatori, ma ad una conseguenza dovuta al fatto che l'offerta di petrolio stenta a soddisfare la domanda.
Quindi piuttosto di cercare speculatori od untori, il vero liberista dovrebbe cercare di capire perchè ciò succede, cioè perchè l'offerta di petrolio rimanga così ancorata a valori stabili, visto che la domanda dato lo sviluppo economico tumultuoso di alcuni paesi molto popolosi come India e Cina è facilmente intuibile perchè cresca
Andrea De Cesco