Una famosa, quanto divertente canzone di Renato Carosone degli anni ‘50 recitava “Comme ‘si curiuso mentre scav’ stu purtuso, sient a mme che nun’è cosa, cà o’ petrolio nun ce stà "(Trad. Come sei strano mentre scavi questo pozzo, qua il petrolio non c’è proprio).
Carosone anticipa di quasi sessant’anni le conclusioni del Ceo di Total, Cristophe de Margerie, che nell’intervista del Sole 24 Ore “Petrolio, prezzi troppo bassi” fa un’analisi accurata dell’attuale fase economica e delle cause che hanno determinato il crollo delle quotazioni petrolifere. A parte una valutazione un po’ azzardata sull’entità delle risorse, secondo lui disponibili ancora per cento anni (sic!), De Margerie fa affermazioni condivisibili in quanto sostiene correttamente che i prezzi troppo bassi, da una parte scoraggino gli investimenti, in quanto il costo attuale di estrazione è attualmente collocabile intorno agli 80 – 90 dollari al barile, dall’altra, rischino di innescare una nuova spirale vorticosa di aumenti dei prezzi, quando il sistema economico mondiale uscirà dalla recessione che ne ha determinato il crollo e la situazione cronica di difficoltà dell’offerta rispetto alla domanda riprenderà il sopravvento nel determinare l’evoluzione delle quotazioni.
D’altra parte, è notizia di questi giorni che l’Opec ha deciso di non ridurre la produzione di greggio per fermare il calo dei prezzi (che dopo questa decisione sono ritornati sotto i 50 dollari al barile), con l’obiettivo apparente di frenare la recessione mondiale in corso. Nell’articolo “Il greggio sarà ancora al ribasso” dell’inserto “Affari & Finanza” della Repubblica, si riferisce di un’analisi dello sceicco Zaki Yamani che prevede questo orientamento del mercato e la strategia dell’Opec.
D’altra parte, è notizia di questi giorni che l’Opec ha deciso di non ridurre la produzione di greggio per fermare il calo dei prezzi (che dopo questa decisione sono ritornati sotto i 50 dollari al barile), con l’obiettivo apparente di frenare la recessione mondiale in corso. Nell’articolo “Il greggio sarà ancora al ribasso” dell’inserto “Affari & Finanza” della Repubblica, si riferisce di un’analisi dello sceicco Zaki Yamani che prevede questo orientamento del mercato e la strategia dell’Opec.
4 commenti:
A fronte del prezzo di estrazione e di quello attuale sui 50 $/b, devo dedurre che le compagnie siano in perdita? O qualcosa non mi torna?
Paolo B.
Il petrolio continua ad affondare, ben venga il picco se queste sono le conseguenze.
Amedinejad, il presidente iraniano, afferma che nel 2009 il suo stato calcola il petrolio a 30$
Un effetto sembra averlo questo crollo: l'Iran sta affondando in un mare di debiti, problemi, crak.
Gli Usa, non c'è che dire, sanno sempre come fare.....
Nell'articolo si dice "[...] E' sempre difficile parlare di prezzi, ma ci sono dei progetti che al di sotto degli 80-90 dollari al barile fanno davvero fatica ad essere finanziati [...]"
non che il costo attuale di estrazione sia così alto.
Da vari documenti (credo uno sia proprio sul sito di aspo) il costo massimo di estrazione è attualmente sui 60$ (per piattaforme offshore statunitensi).
Naturalmente il problema è il costo di estrazione previsto per i nuovi giacimenti che è così alto da essere giustificabile solo con prezzi molto alti del barile
Occorre anche distinguere tra i costi di estrazione marginali (quanto costa estrarre da un pozzo già esplorato,perforato, con gli oleodotti in posizione....) e i costi totali (incluso quanto han speso di ricerca, infrastrutture, ecc.)
Quando il costo è tra il costo totale e quello marginale, conviene comunque estrarre, anche perche' non conviene tener fermi impianti che invecchiano comunque. Ma non conviene mettersi a fare investimenti, neppure per gli eventuali giacimenti "facili" rimasti.
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