Babbo Natale non abita più qui
created by Maurizio Tron
Settimane frenetiche, o desolatamente calme, dipende dal punto di vista, per l'industria dell'auto. Dalle reprimende di Michael Moore, che stigmatizzava l’eventuale bailout a favore delle ‘Big Three’:
“Da tutto questo sarete giunti alla conclusione che non me ne freghi niente di quei poveri incapaci che costruiscono queste auto schifose, su a Detroit. Invece mi importa. Mi importa di quei milioni di persone la cui vita e il cui sostentamento dipendono dalle compagnie automobilistiche. Mi stanno a cuore la sicurezza e la difesa di questo Paese, perché il mondo sta esaurendo le scorte di petrolio, e quando sarà davvero finito, la catastrofe e la rovina saranno tali da far sembrare la crisi attuale una passeggiata [….] Questi imbecilli non meritano un centesimo. Licenziateli tutti e rilevate l'azienda per il bene dei lavoratori, del Paese e del pianeta. Ciò che è bene per la General Motors è bene per il Paese. Una volta tanto è il Paese a dettare le condizioni”
si è arrivati al salvataggio che conosciamo:
“The emergency bailout of General Motors and Chrysler announced by President Bush on Friday gives the companies a few months to get their businesses in order, but hands off to President-elect Barack Obama the difficult political task of ruling on their future [….] While Mr. Obama has broadly insisted that the automakers radically increase the fuel efficiency of their fleets, reduce carbon emissions and save the maximum number of jobs possible, he will have just nine weeks after taking office to press for a detailed transformation of an industry whose problems have been building for three decades”
mentre delle un tempo ambite e desiderate automobili nessuno sa più che farsene:
“La recessione degli Anni Duemila ha trovato il suo primo, grande ingorgo. Più di novantamila automobili (e il numero cresce) bloccano il porto di Bremerhaven, sul Mare del Nord, il maggiore punto europeo di ingresso e di uscita di veicoli [….] Fino a poche settimane fa, ogni nave che si avvicinava era la benvenuta a Bremerhaven. Ora è un guaio. Quelle che dovrebbero esportare se ne vanno mezze vuote. Quelle cariche che arrivano da fuori Europa non hanno praticamente più spazio per parcheggiare i veicoli nei due grandi piazzali. Lo scorso weekend, la gestione di sette navi è stata un incubo. Tutto è fermo. La Blg ha trovato nuovi spazi in aree vicine, di solito destinate ai container. Ma anche queste sono ormai piene. Altre auto sono parcheggiate su treni, anch'essi immobili in attesa di trovare una destinazione [….] Cinque mesi fa, le previsioni dicevano che i mezzi movimentati a Bremerhaven sarebbero stati 2,2 milioni, una crescita di quasi il dieci per cento rispetto al 2007. «Ora prevediamo una riduzione del 25% del numero dei veicoli che transiteranno nel primo quadrimestre del 2009», ammette Ader. Nei mesi successivi, ritengono molti esperti, potrebbe andare peggio”
e le case concorrenti delle altre nazioni non è che navighino in acque migliori:
“Secondo le stime dell'associazione dei costruttori giapponesi (Jama), le vendite di autoveicoli nuovi in Sol Levante nel 2009 dovrebbero scendere sotto quota 5 milioni, portandosi così al livello più basso dal 1978. «Nel 2008 - dice un comunicato della Jama - le vendite di veicoli a quattro ruote, mini-modelli compresi, dovrebbero stabilirsi a 5,11 milioni di unità», con un calo del 4,5% rispetto al 2007, che era già stato uno degli anni peggiori da più di tre decenni. Per quanto riguarda il 2009, le vendite dovrebbero scendere a 4,86 milioni di esemplari (-4,9%) a causa anche del «mercato del lavoro deteriorato» e quindi della «minore propensione alla spesa da parte dei consumatori»”
al punto che anche produttori affermati meditano la riconversione:
“Honda lascia la F1. La notizia ha creato un terremoto nel settore auto. Intanto la casa giapponese fa sapere che grazie a questa decisione risparmierà 420 milioni di euro all’anno. Se trovano un acquirente per il team entro pochi giorni è bene altrimenti tirano giù la saracinesca [….] L’abbandono del circo della Formula 1 non è solo legato alla crisi ma proprio ad un nuovo assetto che Honda intende darsi rivolto ad un ritorno al passato fatto di motociclette ma dal cuore eco, cioè con motori elettrici”
Sarà dunque una fine ingloriosa quella dell’industria automobilistica ? O trascinerà con sé i problemi sociali irrisolti, come quelli ben descritti in tutte le sue implicazioni da Clint Eastwood nella sua ultima opera, ‘Gran Torino’, dal nome di un modello della Ford reso famoso anche da noi dalla serie televisiva ‘Starsky e Hutch’ ?
““Gran Torino,” a sleek, muscle car of a movie Made in the U.S.A., in that industrial graveyard called Detroit. I’m not sure how he does it, but I don’t want him to stop. Not because every film is great but because even the misfires show an urgent engagement with the tougher, messier, bigger questions of American life [….] Despite all the jokes the film has the feel of a requiem. Melancholy is etched in every long shot of Detroit’s decimated, emptied streets and in the faces of those who remain to still walk in them. Made in the 1960s and ’70s, the Gran Torino was never a great symbol of American automotive might, which makes Walt’s love for the car more poignant. It was made by an industry that now barely makes cars, in a city that hardly works, in a country that too often has felt recently as if it can’t do anything right anymore except, every so often, make a movie like this one”
aspetti spettrali di una Detroit, città dell’automobile per eccellenza, ricordati anche in questo post:
“Detroit era una delle città più industrializzate degli Stati Uniti, la capitale dell'automobile. "Buon acciaio di Detroit", si usava dire quando si comprava la macchina nuova. Ford, Dodge, Cadillac, Chrysler, davano lavoro a quasi due milioni di persone. Oggi sono meno della metà”.
“Da tutto questo sarete giunti alla conclusione che non me ne freghi niente di quei poveri incapaci che costruiscono queste auto schifose, su a Detroit. Invece mi importa. Mi importa di quei milioni di persone la cui vita e il cui sostentamento dipendono dalle compagnie automobilistiche. Mi stanno a cuore la sicurezza e la difesa di questo Paese, perché il mondo sta esaurendo le scorte di petrolio, e quando sarà davvero finito, la catastrofe e la rovina saranno tali da far sembrare la crisi attuale una passeggiata [….] Questi imbecilli non meritano un centesimo. Licenziateli tutti e rilevate l'azienda per il bene dei lavoratori, del Paese e del pianeta. Ciò che è bene per la General Motors è bene per il Paese. Una volta tanto è il Paese a dettare le condizioni”
si è arrivati al salvataggio che conosciamo:
“The emergency bailout of General Motors and Chrysler announced by President Bush on Friday gives the companies a few months to get their businesses in order, but hands off to President-elect Barack Obama the difficult political task of ruling on their future [….] While Mr. Obama has broadly insisted that the automakers radically increase the fuel efficiency of their fleets, reduce carbon emissions and save the maximum number of jobs possible, he will have just nine weeks after taking office to press for a detailed transformation of an industry whose problems have been building for three decades”
mentre delle un tempo ambite e desiderate automobili nessuno sa più che farsene:
“La recessione degli Anni Duemila ha trovato il suo primo, grande ingorgo. Più di novantamila automobili (e il numero cresce) bloccano il porto di Bremerhaven, sul Mare del Nord, il maggiore punto europeo di ingresso e di uscita di veicoli [….] Fino a poche settimane fa, ogni nave che si avvicinava era la benvenuta a Bremerhaven. Ora è un guaio. Quelle che dovrebbero esportare se ne vanno mezze vuote. Quelle cariche che arrivano da fuori Europa non hanno praticamente più spazio per parcheggiare i veicoli nei due grandi piazzali. Lo scorso weekend, la gestione di sette navi è stata un incubo. Tutto è fermo. La Blg ha trovato nuovi spazi in aree vicine, di solito destinate ai container. Ma anche queste sono ormai piene. Altre auto sono parcheggiate su treni, anch'essi immobili in attesa di trovare una destinazione [….] Cinque mesi fa, le previsioni dicevano che i mezzi movimentati a Bremerhaven sarebbero stati 2,2 milioni, una crescita di quasi il dieci per cento rispetto al 2007. «Ora prevediamo una riduzione del 25% del numero dei veicoli che transiteranno nel primo quadrimestre del 2009», ammette Ader. Nei mesi successivi, ritengono molti esperti, potrebbe andare peggio”
e le case concorrenti delle altre nazioni non è che navighino in acque migliori:
“Secondo le stime dell'associazione dei costruttori giapponesi (Jama), le vendite di autoveicoli nuovi in Sol Levante nel 2009 dovrebbero scendere sotto quota 5 milioni, portandosi così al livello più basso dal 1978. «Nel 2008 - dice un comunicato della Jama - le vendite di veicoli a quattro ruote, mini-modelli compresi, dovrebbero stabilirsi a 5,11 milioni di unità», con un calo del 4,5% rispetto al 2007, che era già stato uno degli anni peggiori da più di tre decenni. Per quanto riguarda il 2009, le vendite dovrebbero scendere a 4,86 milioni di esemplari (-4,9%) a causa anche del «mercato del lavoro deteriorato» e quindi della «minore propensione alla spesa da parte dei consumatori»”
al punto che anche produttori affermati meditano la riconversione:
“Honda lascia la F1. La notizia ha creato un terremoto nel settore auto. Intanto la casa giapponese fa sapere che grazie a questa decisione risparmierà 420 milioni di euro all’anno. Se trovano un acquirente per il team entro pochi giorni è bene altrimenti tirano giù la saracinesca [….] L’abbandono del circo della Formula 1 non è solo legato alla crisi ma proprio ad un nuovo assetto che Honda intende darsi rivolto ad un ritorno al passato fatto di motociclette ma dal cuore eco, cioè con motori elettrici”
Sarà dunque una fine ingloriosa quella dell’industria automobilistica ? O trascinerà con sé i problemi sociali irrisolti, come quelli ben descritti in tutte le sue implicazioni da Clint Eastwood nella sua ultima opera, ‘Gran Torino’, dal nome di un modello della Ford reso famoso anche da noi dalla serie televisiva ‘Starsky e Hutch’ ?
““Gran Torino,” a sleek, muscle car of a movie Made in the U.S.A., in that industrial graveyard called Detroit. I’m not sure how he does it, but I don’t want him to stop. Not because every film is great but because even the misfires show an urgent engagement with the tougher, messier, bigger questions of American life [….] Despite all the jokes the film has the feel of a requiem. Melancholy is etched in every long shot of Detroit’s decimated, emptied streets and in the faces of those who remain to still walk in them. Made in the 1960s and ’70s, the Gran Torino was never a great symbol of American automotive might, which makes Walt’s love for the car more poignant. It was made by an industry that now barely makes cars, in a city that hardly works, in a country that too often has felt recently as if it can’t do anything right anymore except, every so often, make a movie like this one”
aspetti spettrali di una Detroit, città dell’automobile per eccellenza, ricordati anche in questo post:
“Detroit era una delle città più industrializzate degli Stati Uniti, la capitale dell'automobile. "Buon acciaio di Detroit", si usava dire quando si comprava la macchina nuova. Ford, Dodge, Cadillac, Chrysler, davano lavoro a quasi due milioni di persone. Oggi sono meno della metà”.
Per chiudere, una nota personale. Nella foto è ritratto il regalo ‘postpicco’ che mi son fatto per questo Natale: un set rasoio – coramella – pennello – crema, per farmi la barba in barba a qualsiasi recessione e ad eventuali future scarsità di materie prime. Il rasoio, di acciaio svedese lavorato a Solingen, è di quelli che durano decine d’anni, ma che è bene maneggiare con attenzione, per evitare di finire sgozzati come gli attori di certi B-movie. La coramella è indispensabile per un’accurata affilatura, che garantirà rasature pressoché infinite. La crema ad 1 € circa a confezione, vista la frequenza con cui mi rado mi permetterà di acquistare la prossima fra qualche anno. Anche se ogni rasatura mi ruba 10-15 minuti di tempo, la soddisfazione di imparare a usare uno strumento 'antico' non ha eguali
Nota: il titolo del post è una citazione della quasi omonima pellicola di Martin Scorsese “Alice non abita più qui”, che poco sembra aver a che fare con l’argomento del post stesso. Però:
“Un giovane ma già graffiante Scorsese ci propone questa cronaca di frustrati del sogno americano, votati a una vita mediocre”
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The party's over .... Well, sometimes it's there, sometimes it's not there anymore
David Addison
David Addison
6 commenti:
Purtroppo l'automobile è ancora vista come un motore indispensabile dell'economia mondiale, anche se si parla di elettrico o idrogeno, il problema non cambia: non vi è più il posto dove parcheggiarle e farle circolare.
Se vi sono delle strade intasate non è che qualcuno ragioni su come ridurre il traffico, la soluzione è sempre la stessa, costruire una nuova corsia!
Complimenti per il set di rasatura, io mi sono fermato a qualcosa di più modesto ma almeno non rischio la vena giugulare ad ogni passata :-)
Mi sembrava ci fosse già stato un post sull'argomento rasoi & Co, ma non ricordavo né come, né dove, né quando. Grazie per avermelo segnalato !
Maurizio T.
P.S.: occorre solo un poì d'attenzione e la rasatura è esattamente uguale, solo con risultati anche migliori del rasoio di sicurezza
Parzialmente d'accordo con te Pippolillo:); se riesci a convertire il parco macchine in elettrico ci guadagni di salute e in costi..poi starà alla scelta del singolo stare in coda o utilizzare i mezzi pubblici.
Nella mia città (Firenze) ad esempio, se tracci un raggio di 6km dal centro storico raggiungi tutti i servizi disponibili sul territorio cittadino, eppure tutti sono in auto o in motorino..quando con una bici non avresti bisogno di ingrullire con i parcheggi, faresti moto e raggiungeresti la meta in mezz'ora a dire tanto..per non parlare dei tanti luoghi che distano al di sotto del km raggiungibili benissimo a piedi. Eppure sono tutti in auto..con la scusa che il mezzo pubblico non sia affidabile, quando invece è spesso l'ancora di salvezza per raggiungere il centro storico in una manciata di minuti, senza rischi, problema di parcheggio e con un costo modesto..Se infatti c'è un problema per il mezzo pubblico fiorentino è proprio il traffico privato..
In effetti, c'è anche una via alla rasatura che consiste nel forgiarsi il proprio rasoio. La trovate a:
www.unifi.it/unifi/surfchem/solid/bardi/didactics/blades.pdf
Sarebbe stato interessante capire se un rivestimento con TiN desse dei risultati migliori favorendo la scorrevolezza ma forse sarebbe eccessivo per l'utilizzo per la rasatura.
Leggendo la relazione mi è tornato in mente il diaframma Fe-C e dei nomi piuttosto suggestivi come la Ledeburite Perlitica, sembra una malattia contagiosa.
A quando una linea in commercio "Bardi's Blades"?
http://www.youtube.com/watch?v=5ElxYMvFFV8
Ecco qua il link ad un'intrvista video sul tema in oggetto a Michael Moore
Francesco
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